Alfabeta 104 po, della tenuta e spessore della parola, e contemporaneamente alla prova della propria identità. Intanto, il tempo. «Il passato - avverte Anceschi - si rivela in una luce acuta, e come allibita che è quella del presente». Viviamo da decenni nella crisi della temporalità, in un presente dalle radici precarie, dagli esiti incerti; non può produrre risultati marginali l'impatto tra questo presente fragile, dai contorni provvisori, e un passato talmente distante da conservare a fatica una fisionomia storica. Tanto più enigmatico si fa il termine di riferimento, e fermo, e non raggiungibile, tanto più la parola pare costretta a tradurre non l'altro, il diverso, ma a interrogare se stessa, la sua quotidianità, i referenti familiari e consueti, l'orizzonte di azione. Il tradurre si trasforma allora nell'approfondimento e nella radicalizzazione di poetiche individuali, sottoposte a una sorta di verifica, al cospetto di modelli solo ipotizzabili eppure vincolanti nella loro assolutezza. Ha ragione Gramigna: i testi raccolti non sono gli equivalenti degli originali, ma neppure si possono identificare totalmente con «pure e semplici poesie di Magrelli, Porta, Viviani. ..». Sono infatti qualcosa di più complesso: il poeta che applica le proprie strutture metriche, le proprie risorse semantiche alle invenI 1 libro di Laura Boella Ernst Bloch. Trame della speranza offre per la prima volta in Italia uno studio complessivo sulla filosofia di Ernst Bloch, che, attraverso un'analisi rigorosa e attenta del testo, riesce a romperne la superficie, facendo emergere la ricchezza e l'attualità di un pensiero che è stato spesso imprigionato dentro i suoi stessi temi (l'utopia, la speranza), svuotati della loro complessità. Tutt'altro che monolitico o ingenuo, il pensiero blochiano matura fra una molteplicità di stimoli e di confronti che gli conferiscono una densità inaspettata, i cui strati vanno spesso letti in filigrana: ai rapporti diretti con Simmel, Luckacs, Benjamin, influenzati da precise vicende storiche, e alle letture dei classici, si intreccia l'attenta meditazione sugli scritti di Husserl e Heidegger. Ed è proprio il progetto ontologico della filosofia blochiana che la Boella vuole mettere in luce, come luogo in cui essa esprime maggiormente la sua originalità, nella ricerca di un'idea di «essere» che acquisisca fino in fondo le intuizioni delle filosofie della crisi (lo svuotamento dell'oggettività, la frantumazione e la deriva del soggetto, la secolarizzazione), ma non dimentichi, anzi offra un «fondamento» all'ansia di redenzione dell'uomo o addirittura della realtà intera, recuperi insomma la dimensione ontologica del senso. Il «rovesciamento del nichilismo», la «destructio destructionis» che guida il confronto di Bloch con il pensiero contemporaneo rivela allora l'intento di creare delle zioni linguistiche di Ibn Hamdis o Al-Ballanubi introduce nel proprio sistema una variabile non esattamente prevedibile: la parola, mentre passa dalla presenza di un testo remotissimo e ignoto all'attesa di una consistenza nuova (tra passato e futuro sta sempre il qui, l'ora del tradurre) si esercita sulla dimensione della verticalità, si mette per così dire in prospettiva, misurando la resistenza della propria pronuncia. Possono allora intervenire soluzioni inattese: come la scansione metrica in terzine imperfette di Porta, un metro assente sino ad ora dai suoi testi, introdotto per raccontare, con misurato respiro narrativo, l'epica rassegnata di Ibn Hamdis, il suo oggettivato sentire («chi partendo ha lasciato il cuore / in quella terra I con il corpo desidera tornare»). E si snodano, nel nitido percorso strofico, sensualità e dolcezza, uniti a una poetica del corpo, del fisico consistere, che è forse del poeta arabo, ed è certo di chi, da Rapporti a Melusina, insegue l'immediatezza dell'evento, la visionarietà di un vedere ad occhi aperti, la fisicità di una parola che si fa gesto, vibrante tattilità. Di fronte a un originale che non si svela, togliendo significato all'alibi della fedeltà al testo, è costretto a rivelarsi l'interprete: su di lui agiscono insieme le suggestioni di una cultura che contiene in sé i Cfr richiami mitici della liricità greca e le invenzioni retoriche, gli accenti epici del mondo arabo, producendo un primo, sicuro effetto di straniamento nel presente, nella contemporanea, situazionale datità. Le «convergenze generazionali» che Anceschi, con intuizione felice, rinviene nei poeti-traduttori, hanno origine da qui; e da qui muove anche, in modo non contraddittorio, certa tendenza al radicalizzarsi, si diceva, dei si!;temi espressivi consueti, quasi che una solida identità testuale divenga sulla pagina il contributo specifico di ogni autore alla trasmissibilità stessa del linguaggio della poesia, della sua tradizione, della sua «fortuna». Così alla tonalità unitaria del volume, qualora lo si interpreti come tentativo di ridare voce a figure del comunicare, a strutture di senso tra loro assimilabili per consonanza epocale e repertorio metaforico comune, si sovrappone senza frizioni una interna dialogicità. Quella che porta a convivere lo stupore di Magrelli, che brucia in versi di sorprendente tenuta ritmica («Forse un calice conico ricolmo di bevanda / brilla come la h1ce del mattino ... ») con la canagliesca irriverenza di Giuliani, pulsionalmente maudite ( «Agguanterò il desiderio trascinandomi sugli occhi e sul naso»), o con la disincantata sentenziosità di SanguineRecensioni tensioni, delle «differenze» in quel vuoto che rischia altrimenti di diventare stagnante. Dimensioni ontologiche si aprono nelle crepe del senso ordinario, si fondano nell'ignoto, nel non-ancora-cosciente, nel materiale informe e opaco che trasuda dalle porosità di un presente lacerato dalla separazione irrimediabile fra evento e senso, e che si dà perciò come oscurità, come esperienza impossibile, incapace di dispiegare il proprio significato, lontano quindi da ogni lettura vitalistica. Il motivo dell'oscurità dell'attimo vissuto, di cui solo ultimamente la critica ha cominciato a cogliere l'importanza (cfr. in Italia il n. 9 di «Fenomenologia e società»), diviene così un luogo centrale per la comprensione del pensiero blochiano, in cui i vari suoi fili si riannodano, riportati a un piano fondamentalmente ontologico. L'attimo vissuto è, nella suggestiva chiave di lettura della Boella, innanzitutto figura di confine che, con la sua stessa oscurità, apre una crepa nella superficie apparentemente compatta delle cose e della coscienza: un'apertura da cui può scaturire, in forma di stupore, la domanda sul senso. Nell'oscurità del presente, come momento di tensione fra aspettativa e realizzazione, fra sogno e realtà, si apre così una «distanza», una «differenza» che è i! luogo in cui l'essere si dà, intriso di ignoto, di non di- - " venuto, come non-essere-ancora, dimensione dell'incompiuto, dell'indeciso. La differenza interna all'attimo vissuto è anzi, secondo l'Autrice, la «differenza ontologica» costitutiva di un «essere come utopia», «che si manifesta come permanere dell'incognito e dell'oscurità, di un residuo di irrealizzazione e di incompiutezza» (p. 23). Viene così in primo piano, benché non sviluppato in maniera sistematica, il rapporto con Heideg-• ger, e con una concezione dell'essere come differenza, apertura, che sfugge al sostanzialismo tradizionale, alla «semplice presenza». Proprio in questo contesto la Boella rilegge l'elemento escatologico che, con i suoi caratteri di finalismo, di messianismo, di tensione all'identità, ha provocato tante diffidenze verso il pensiero blochiano, evitando di rimuoverlo, come alcuni critici hanno fatto per «salvare» Bloch, e trovando invece in esso il carattere peculiare della filosofia blochiana: è questa dimensione che, come riferimento intenzionale all'apertura originaria del soggetto, genera nell'oscuro la differenza. L'elemento escatologico non può essere però compreso se slegato dal nesso con l'oscurità dell'attimo vissuto, che da momento di chiusura si trasforma nel luogo dell'apertura dell'essere: la «trascendenza», come oltrepassamento del dato, dell'«oggettività», si dà dunque solo nel presente, nella prossimità. L'originalità della posizione blochiana è proprio nella ricerca di una dilatazione del presente che, senza schizzare fuori dal tempo, come lo Jetzt benjaminiano, si apre uno «spazio d'esperienza», trova nelle profondità del vissuto, in zone che sfuggono alla chiarez- • pagina 13 ti, fragilmente apocalittica. Quella ancora che consente di accostare l'ilare tragicità di Manganelli, la sua tutta corporea evocazione d'assenza («Dal tuo corpo si assentano I impeto e sosta / mera parvenza / sottratta allo sguardo ... ») con la grazia sottile, la levità onirica di Scialoja (»Porta alle labbra con prudenza il calice / distingue di quel vino ogni respiro ... Vanno le dita sul collo del liuto/ le labbra si rischiudono sul flauto») o con la delicata figuratività di Zanzotto, preziosa e pura, come emersa da un frammento di lirico greco («La civettuola, eccola, che non molla dal far giocare / la sua indole asprigna contro la mia dolce indole ... »). A quoi sert cela. Non importa saperlo: ma importa invece - l'indicazione del prefatore è qui giustamente perentoria - «sapere che cosa si fa quando si traduce». I diciannove poeti-traduttori forniscono la possibile risposta della vitalità del linguaggio della poesia, che da una lontana, ormai irripetibile stagione di fioritura, sa trasmettere il fascino dell'invenzione, la libera creatività del senso. O del gioco, appunto. Poeti arabi di Sicilia Nella versione di poeti italiani Milano, Mondadori, 1987 pp. 179, lire 30.000 za della coscienza, quali il desiderio, la fantasia, il ricordo, il sogno, l'immaginazione, il terreno che resiste all'erosione sempre più forte di passato e futuro. La «concretezza» dell'utopia, la sua «volontà di presente» non consiste allora in un'identità statica e sostanziale, ma rimanda proprio a questa zona magmatica dell'attimo vissuto, ricca di dimensioni di senso inesplorate, che spesso non emergono sul piano del dato, ma si danno in forma allusiva, metaforica. Se nell'ampia architettura del Principio speranza tutti questi motivi, in buona parte già abbozzati in Spirito dell'utopia (benché in un contesto ancora espressionistico-apocalittico, con un forte dualismo di impronta gnostica), hanno trovato sistematizzazione, all'interno di una precisa teoria della temporalità, il testo-chiave per comprendere il pensiero blochiano risulta tuttavia, nello studio della Boella, Tracce: un'opera atipica, spesso trascurata, dove la riflessione filosofica quasi si nasconde nelle pieghe e nelle inconclusioni di una serie di brevi racconti, stesi nell'arco di circa un cinquantennio (dagli anni dieci agli anni sessanta). L'importanza di quest'opera sta, secondo l'Autrice, nel legame inestricabile che essa presenta fra attenzione al frammento, a ciò che è sordo e marginale, e quella problematica ontologica che è stata spesso considerata, in una visione dualistica del pensiero blochiano, che la Boella rifiuta, tipica della sua fase più matura e «sistematica». Non è possibile dunque com- ,, Settembre 1987 ALICEMILLER LAPERSECUZIONE DEL BAMBINO Le radici della violenza L'educazione considerata come fonte delle nevrosi e come repressione della vitalità. Saggi scientifici 268 PP· L. 26 000 RAYCURNOW SUSANCURRAN IL PRIMOLIBRODI INFORMATICA Un'introduzione generale ai fondamenti teoriçi e tecnici della scienza informatica. Con un glossario a doppia entrala, inglese e italiano. Superuniversale 490 pp. L. 35 000 Riprese e successi PIETRO BARCELLONA L'INDIVIDUALISMO PROPRIETARIO "Questo libro lo sento come una lettura drammatica della condizione attuale: ·un libro aspro, violento." Pietro lngrao Saggi 153 pp. L.. 19 000 MARIE-LOUISE VONFRA Z L'INDIVIDUAZIONE NELLAFIABA La proiezione delle voci dell'inconscio attraverso i simboli delle fiabe. Saggi 215 pp. L. 26 000 G.E.R. LLOYD SCIE ZAFOLCLORE IDEOLOGIA Le scienze della vita nella Grecia antica Ginecologia, botanica, farmacologia: razionalità e credenze in una immagine nuova e non "apologetica" della scienza greca. Società antiche 225 pp. L. 35 000 A A FREUD L'AIUTOAL BAMBINOMALATO a cura di Ruth S. Eissler, Anna Freud, Marianne Kris e Albert J. Solnit Presentazione di Massimo Aminaniti Come influisce la malattia del corpo sullo stile della nostra esistenza? Programma di Psicologia 286 pp. L. 37 000 MORITZSCHLICK FORMA E CONTENUTO L'organizzatore del "Circolo di Vienna" espone organicamente la propria teoria della conoscenza. Lectio 182 pp. L. 28 000 Bollati Boringhieri
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