Alfabeta - anno IX - n. 98/99 - lug./ago. 1987

beta - Biblion lnl!DI figuris Da uno sterminato diario poetico che ha riempito e sostenuto la mia vita dal 1977 ad oggi, da quando cioè sono rimasto per quasi otto anni isolato in campagna, e al mio ritorno in città, ho tratto questa scelta dal 1979 al 1984, sul centro dei dialoghi sostanziali del Concerto e di A. Kurosava e l'Allocco Nel 1960 ho pensato e scritto, a Roma, il titolo delle mie opere poetiche, il più semplice Gianfranco Draghi di Gianfranco Draghi. Circa due anni fa ho immaginato di aggiungerci Storia di un uomo intercalando ai versi la storia di come sono nati nella mia vita, nelle mie diverse vite di uomo. E anche qualche anno fa ho scritto la dedica iniziale e ho sovrapposto il titolo particolare di questo Biblion cum figuris, che è il primo, ed è anche un esempio di un umore di tutto ciò che, nella vita, ho dedicato alle figure che mi sono state accanto e nel cuore. A Massimo Cacciari, a Ferruccio Masini, ad Alessandro Peregalli, a tutti gli amici della mia vita, Enrico Gaetani, Luigi Confalonieri, Fabio Semenza, Benvenuto Roseo, Ariberto Mignoli, Lanfranco Bombe/li, naturalmente dei presenti Camillo Bersani, Lamberto Maccioni e Silvano Giovacchini oltre a chi è morto come Peter Paul Kuenzle e Lorenzo GoriMontanelli, o lontanissimo il vecchio e generoso Raffaele Ciampini, ed altri ancora viventi ma persi d'occhio come Maurizio Adriani, Giorgio Luciani e Tom Carini e a quelli a venire, a tutti gli uomini che mi hanno accompagnato per poco o per molto o mi accompagneranno, sodali di speranze comu_ni,cerniere di attività comuni come Roland Cailleux scomparso da poco o come chi può nascere al mio fianco, magari più giovane di me, ed è già nato, che tutti, chi più chi meno, che tutti dobbiamo e vogliamo realizzare qual bene emozionante, quella ricerca dubbiosa, intensa che è dialogo, intimità, conversazione, aiuto reciproco sotto forma di parole, denaro, comunicazioni (metto tra gli amici anche il musicista Alvaro Company in tale senso sempre prodigo di denaro, dialogo ed aiuto); ininterrotto, interrotto, erotico disporsi di parole e intendimenti, commercio di notizie, validità, messaggi, (i maestri a parte, qui metto gli amici-compagni, anch'essi maestri com'io per loro ma in senso diverso, pari, fratelli maggiori, minori in sovrabbondanza, e meno padri); tra ess~Francesco Barbieri, scultore, disegnatore eccellente, scomparso da qualche anno, e Luigi Menapace vivente a Trento, e i miei bei compagni di viaggio, di letture, di battaglie politiche (o Luciano Bolis, o Umberto Serafini o Mario Albertini, e là dove oltre che maestro, è stato amico, Altiero Spinelli) io voglio arrivare a costruire un mondo, ricostruire un mondo con pace e fertilità anche se so che è impossibile e possibile voglio avervi con me in questo viaggio di ricerca, in modo che la felicità alberghi o la dialettica organica di felicità e ricerca alberghi più facilmente che la sofferenza espressa dall'uomo sull'uomo e dalla storia dell'uomo (vagando il pianeta in una storia cui noi possiamo solo collaborare) la gioia creativa più della depressione, il combattimento o dibattito o sforzo fecondo più della lotta inutile, della oppressione spiegata: pietà e comprensione si alternino e dialoghino e l'aggiunta stia al posto del taglio, l'aumento delle risorse al posto della diminuzione; anche le profonde vere in ciascuno di noi esistenti risorse dell'amicizia. Cosa cerchiamo se non questo, noi uomini, paese, città, regione, terra, e ognuno di noi con i suoi consimili ... , agli amici di un attimo o di un anno, per caso qui non segnati nel nome e cognome, a quelli che con me vogliono, vicini o lontani, costruire. A Ferruccio Masini 3 febbraio 1980 Non so, amico, se immagine è di te, del modello che ognuno di noi porta, la figura che tu, dottamente, soavemente, con mano severa ed allegra, hai di me, di quello che ero e sono (se gli Dei vogliono sarò): ma pure è quel nostro bisogno di avere un significato, la memoria che ci coglie, e ci abbisogna della vicenda umana: l'universale invisibile, l'archetipo fondamentale, la storia in cui ci piace essere, come uomini quotidiani, nel nostro passo pesante, o leggero secondo i giorni: rapidamente corre la vita, sono passati molt' anni da quando l'hai scritto, percorro le minute righe, i caratteri eleganti della stampa, gioisco ai tuoi accertamenti, àlle situazioni ideate o, mi illudo, reali. E così a distanza di anni, ti stringo la mano e ti dico: a,:zcoragrazie, mio amico, il sodalizio dei cuori è una delle corde vibranti nella nostra vita comune. II Libertà è di fare libertà, in ogni momento giornaliero della vita, con le parole semplici, elementari, le essenze più profonde che ci appartengono; libertà, come tu dici, non è né pace evasiva, né ricerca subdola, né fuga in avanti od indietro, avanguardia da strapazzo, ma quotidianamente, nel pelo di ogni attimo, solcare con mano aderente come senti vibrare sotto la pelliccia nera del labrador la forza cagliente dei suoi muscoli; libertà non è ripetere i destini onnipresenti dei genitori, le scurrili facezie dei nonni, ma indagare nei loro sorrisi e nei loro abbracci, trasformare la pelliccia di leopardo nella criniera di leone, la pelle dorata del serpente nella muta variegata del pitone, ma capovolgere questo e quello, libertà non è perdersi ed è perdersi per la propria anima, per i propri sogni, mascelle del Dio del tempo nella corteccia del nostro cuore. Libertà ci è così cara che desideriamo di non perderla e sentiamo il bisogno di affrontarla; libertà non è né scelta né dominio né percussione né coazione: è dominio e scelta, è percussione e coazione, è allargamento della mano sui tasti dello strumento che suoni, e ivi albergano i suoni più dolenti conficcati celestiali amanti disperati lievi gareggianti putti ne~'aria di un ebanista spiegato in tutte le sue sottili e rutilanti bellezze di cesello in intarsi portentosi e sempre più addentro per l'occhio del conoscitore; libertà è il cuore aperto dell'uomo, il bacio offerto dalla donna, il sorriso identico del bimbo, l'avviarsi sereno del vecchio, la mano che hai sentito e che tu ami: libertà ci è cara scoprendola ogni giorno, antichissimo paragone, come germoglio e ritrovandola ogni sera come pianta, ogni notte crescendo nell'onusta variegataforza senza limiti dei nostri sogni, essi, datori di libertà, essi, indicatori di vie: dei o Dio o corpi o essenze o parabole o addii, libertà, è la tua mano che freme, artista, cercando, sognando, copiando, scrivendo, battendo, è la virgola e il significato, il sonno e l'esattezza. È il rametto zen e il volto dureriano, che ricopio e ricopio, il bel viso di mia figlia, libertà, sodalizio di uomini, ricerche di verità, convivenza la sera a raccontarsi storie, nella memoria del tempo ... 3 febbraio 1980 III Questo ti ho detto, questo sia la nostra differenza da chi infanga la parola e chi la tiene gelosamente, come l'orpello e la vulva, amata della sua donna, che si dà in prestito solo, se altri la ama ugualmente, come cuore castigato, mano ricercata essenza opalina, giada ed ametista, pietra lunare parenchima di ogni verità. Questo ti dico, amico, nel mio lungo cammino, suonano le tue parole come antichi verbi, dove ognuno, io ritrovo pietre buttate addietro nella strada del bosco, come bimbi sperduti, fiabeschi verso le streghe cammini di mirtilli, cercare cercare cercare, creare creare creare...

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==