Alfabeta - anno IX - n. 98/99 - lug./ago. 1987

dente. La severa recessione del 1981-82 fu devastante per le prospettive del bilancio federale, ma fu solo uno dei costi della eccessiva stretta monetaria». Il giudizio sulla politica monetaria di Volcker divide nettamente Rohatyn da Roberts. Scrivendo qualche giorno prima della notizia che Volcker non assumerà un terzo mandato alla guida della Federai Reserve, Rohatyn auspica una «unanime raccomandazione per mantenere in carica Paul Volcker per un altro mandato». Non è del tutto chiaro, nel suo articolo, quale sia stato il ruolo del presidente della Federai Reserve nella sovravalutazione del dollaro fra il 1980 e il 1984, da cui - a suo giudizio - dipende in non piccola misura il drammatico squilibrio nella bilancia dei pagamenti USA («abbiamo consentito ai nostri mercati interni di assorbire una massa crescente di beni stranieri, largamente come risultato della sovravalutazione del dollaro negli anni fra il 1980 e il 1984»). Il fatto è che, secondo Rohatyn, la questione decisiva sta neìla politica fiscale e di spesa dell'Amministrazione Reagan, segnata dall'enorme impegno militare e dalla crescita dei programmi di sicurezza sociale e di assistenza sanitaria. Per Roberts l'interpretazione è rovesciata: l'espansione dell'economia americana e di quella mondiale si deve alla politica fiscale reaganiana, i cui effetti benigni sarebbero però stati distorti dalla politica monetaria di Volcker, accusato, neppur troppo implicitamente, di aver servito gli interessi dei finanzieri a danno di quelli dei produttori («l'improvviso e inaspettato collasso dell'inflazione fu meraviglioso per la gente con investimenti finanziari, ma fu traumatico per l'economia reale e per i pianificatori del bilancio federale. Agricoltori, petrolieri, imprenditori industriali fecero l'esperienza della politica monetaria di Volcker [... ] ma, anche oggi, pochi si rendono conto che la politica monetaria di Volcker è anche responsabile del deficit commerciale USA, e della maggior parte del deficit di bilancio e dell'accumularsi del debito pubblico». Rohatyn si dice scettico sulla possibilità di riparare i danni inflitti dalla reaganomics, considerando l'approssimarsi dell'anno delle elezioni presidenziali. Egli auspica perciò la costituzione di una commissione bipartitica che individui misure d'emergenza da «suggerire» alle piattaforme elettorali dei candidati. A suo parere, per evitare «estesi fallimenti bancari a livello nazionale ed internazionale, una recessione mondiale, l'instabilità politica in vaste zone del pianeta», occorre una combinazione di sforzi, coordinati all'interno degli Stati Uniti, e fra gli Stati Uniti e gli altri paesi. In particolare, «gli Stati Uniti dovrebbero tagliare i deficit del bilancio federale combinando mtove tasse e riduzioni nella spesa. Ciò significherà una riduzione temporanea dello standard di vita». In secondo luogo, «per contrastare il rischio di recessione, dovremmo ridurre i tassi di interesse e condurre una politica monetaria più permissiva». In terzo luogo, «per evitare un collasso del dollaro Giappone ed Europa dovrebbero stimolare lo Indice della comunicazione sviluppo, ridurre le tasse ed accrescere la spesa». Infine, Stati Uniti, Giappone ed Europa dovrebbero concordare un «piano aggressivo di ristrutturazione del debito del Terzo Mondo». L'articolo di Roberts è più retrospettivo che indicativo. Egli si limita ad osservare che l'uscita di Volcker dalla scena priva i democratici dei «benefici politici di una politica monetaria che ha sacrificato l'economia al dollaro». Si può, però, aggiungere che i «supply-siders» concorderebbero facilmente sul terzo e sul quarto punto di Rohatyn (per quanto vago), e forse anche sul secondo. Il contrasto si condensa nel primo punto. Per i «supply-siders», lo sviluppo economico è l'unico modo sano per ridurre il deficit federale allargando la base economica della tassazione, obiettivo che si raggiunge tanto meglio con una tassazione leggera e «piatta», come quella introdotta dalla riforma fiscale reaganiana. Per l'ala liberal, le tasse dovrebbero essere aumentate per ridurre il deficit. Rohatyn fa anche cenno ad un vasto programma labour-intensive di lavori pubblici (costruzione di strade, ponti, dighe, scuole, ecc.) da finanziare sia attraverso nuove tasse, sia attraverso una riduzione della spesa federale in armamenti e nei programmi di assistenza sociale. Sono interessanti alcune affermazioni «ideologiche» con cui Rohatyn accompagna la sua ricetta. Ad esempio: «Il libero mercato non ha sempre ragione; sicuramente non è sempre equo. Non dovrebbe essere trasformato in una religione». Sull'orologio del mondo sembra battere un tempo diverso, una tendenza «più a sinistra». Ma di quale «sinistra»? Intanto, per colmo dell'ironia, il PNL americano ha continuato a crescere a ritmo sostenuto per tutto il primo semestre dell'anno. A Wall Street l'indice Dow Jones vola verso quota 2500. Aspettando la Grande Depressione, c'è un piccolo boom. In agosto, mister Greenspan prenderà il posto di mister Volcker. Poi gli Stati Uniti si infileranno nel lungo tunnel elettorale del 1988. La zona di rischio, probabilmente, comincia lì. Stagione JY,,c~~.:~@!: risultati S i è chiusa la stagione televisiva 1986-1987. Le attese sono già rivolte alla prossima. Il ritorno fra i privati di Pippo Baudo, già presentatore di Un milione al secondo per Rete 4, e il debutto, sempre fra i privati, della Carrà, saranno i motivi dominanti dell'inizio della prossima stagione TV. Tuttavia, prima di archiviare quella appena conclusa, vale la pena di studiarla un po', di conoscere quali sono state le scelte del popolo della televisione. A una decina d'anni dal/'esordio de~'emittenza privata, questa non è ancora riuscita a vincere una stagione, cioè ad aggiudicarsi (in media) più ascoltatori della TV pubblica. Neppure considerando la classifica più corretta nel metodo, quella che guarda ai risultati delle singole emittenti, la televisione privata ha mai vinto. Anche quest'anno, infatti, il primato va a Rai 1. E con numeri da dominio assoluto. Sono sette le fasce orarie in cui viene diviso il tempo della televisione, dalle sette del mattino alle due di notte. La fascia più importante, quella con più telespettatori, il cosiddetto prime-time, va dalle 20.30 alle 23. Rai 1 si è aggiudicata da sola il 53.4% delle vittorie in questa fascia, in tutto l'arco della stagione (ventitrè settimane, dal 7 dicembre al 16 maggio 1987). Segue Canale 5 con il 24.8%. Distaccate Rai 2 con il 15.5% e Italia 1 con il 6.2%, corrispondenti a dieci vittorie in 161 giorni. Nessuna delle altre reti ha mai vinto una volta. La fascia in cui Rai 1 ha stravinto è quella fra le 12 e le 15 che si è aggiudicata il 90% delle volte. Ha cioè perso solo il sabato, quando non va in onda Pronto chi gioca?, il programma della Bonaccorti, né Domenica in con la Carrà. Rai 2 è maggioritaria nella fascia 18-20.30 dove ha vinto nel 66.5%· dei cr.JSig, razie soprattutto al telefilm tedesco L'ispettore le, comunque, Rai 1 ha il 48. 7% delle vittorie, contro il 20. 7% di Canale 5, il 13.2% di Rai 2 e il 9. 7% di Italia 1. Il programma più seguito dagli italiani è stato il Festival di Sanremo. La serata finale ha avuto un ascolto medio superiore ai diciotto milioni di telespettatori. Due milioni più giù, troviamo un'altra serata finale, quella di Fantastico. Seguono la prima e la seconda serata di Sanremo, poi, a quasi quattro edizioni più ascoltate dei Tg sono tutte legate al Festival di Sanremo. I giornalisti del telegiornale si lamentarono con Pippo Baudo perché passava la linea sempre con un certo ritardo. In realtà non hanno mai avuto tanti ascoltatori come quando hanno avuto Baudo a passargli la linea. La quarta singola trasmissione per ascolto è stata la puntata iniziale di Portobello, con oltre dodici milioni di telespettatori. Fra Domenica in, Red Ronnie in pinky ( quando si è occupata del Festival di Sanremo). Dunque ·ancora una presenza trainata dal Festival. Per lo sport, solo il calcio, e solo una volta, ha superato i dieci milioni con Inter-Goteborg. Veniamo ai film. Sono 84 le trasmissioni che hanno superato i dieci milioni di ascoltatori. Di queste, 40 sono telegiornali (solo Tg 1: il Tg 2 non ha mai raggiunto il traguardo dei dieci milioni), e « Dopo sei giorni di sanguinosi combattimenti casa per casa, i Vietcong continuano a mantenere_ la maggior parte delle aree povere. Al Nord a Hue ... » © R. Cobb Derrick. quattordici milioni, la puntata fi- l'ultima puntata de La Piovra e la 28 sono pellicole cinematografiLa fascia in cui Canale 5 ha vin- nale de La Piovra. In mezzo a prima di Portobello si collocano i che. Sessantotto programmi su 84, to più volte è quella fra le 9 e le 12 questi programmi, ci sono, alcune film più seguiti della stagione. quindi non sono «televisione» ma to», ibrido creato dalla televisione unendo teatro e cinema. Lo sceneggiato nazional-popolare, tipo appunto La Piovra e Mino, è quello che ha la preferenza del pubblico. La televisione, ins~mma, a trent'anni dalla sua comparsa è riuscita a creare solo un genere di successo; per il resto si affida ancora al vecchio cinema. Naturalmente parliamo della televisione italiana. Il telefilm è il genere televisivo per eccellenza, ed ha grande successo, soprattuto nei paesi in cui è prodotto. Negli Usa la stagione Tv è stata vinta dalla Nbc grazie ad una serie di telefilm, fra cui il vincitore della stagione, The Cosby show (in ltalia va in onda come: I Robinson) ha un rating di 34.9 (il che significa che il 35% degli americani che posseggono un televisore ha guardato tutte le settimane il Cosby Show). Il secondo classificato, Family Ties (in Italia: Casa Keaton) non è distante, avendo ottenuto un rating di 33.4. Negli Usa, inoltre, il settimanale d'informazione della Cbs, 60 Minutes, è al sesto posto nella classifica generale dei programmi; da noi i settimanali televisivi d'inchiesta navigano in fondo alle classifiche, con la eccezione de Il caso di Enzo Biagi, che ha avuto un ascolto medio superiore ai cinque milioni (per avere una base di confronto sappiate che il citatissimo Drive in non arriva a cinque milioni). Per soddisfare la curiosità del lettore, indichiamo anche i film che hanno avuto il maggior successo in Tv. È in testa un film in prima visione Tv: I due carabinieri, con Montesano e Verdone, seguito da Agente 007 licenza di uccidere, La signora in rosso, Agente 007 missione Goldfinger, Per un pugno di dollari, La donna che visse due volte, Lui è peggio di me, (Celentano, Pozzetto), Il segreto di Polyanna, Quattro bassotti per un danese, tutti film che hanno superato i dodici milioni di telespettatori. del mattino, dove da sola raggiun- edizioni del Tg 1. I! Tg più asco[- Fra i programmi che hanno avu- cinema e informazione q,uÒtidia- _ ge il 50%. Italia 1 primeggia nella tatÒ dell'anno è stato il Tg 1 sera to, almeno per una puntata, un na. Se c,ontiamo anche·le quattro ~ieçtronic·Mass Media Age ;· fascia 15-18. E~iste, come si vede, del sette febb{aio, an_datoin onda ascolto superiore ai dieci milioni, serate dèi Festival, arriviuìnò a. 7}.~· ~ •Classifiche dei programmi: .Q una dtstribuziòne dell'ascolto fra nell'intervallo della serata conclu- troviamo lo sceneggiato di Rai 1 t,:psmissioni su. 84. Di «tel~visio---•·stagione 1986~Ì987 ~ le,reti ,nel/~atve~seY..qsce:Ne.J,,t<:ta_- ··t: siw,,..-del Festi'ijll,Ai- SanFetntn>-.-4,~..,_~, MÌll.~~-~ .!:'.WZ. !4' P!"ic.a!?_Onten~ta 'in ·;;. ne» non resta che lo «sceneggia- n. 24, giugno 1987 ~------~---'-----"---_,;. _ ___;__,;. __-'----->,.-,------,,---'-----__._ ___ _;,;,;,_.__ -"-''------'""-~-,..;-è"'--=-,--------------------~---.,..·,----_..,.,- .. 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