sensatamente venir finalizzata alla speculazione di pochi. Giinther Bien preferisce più prudentemente parlare della figura aristotelica del filosofo come di un Sonderfall: un caso davvero speciale, tuttavia, se esso sta ai margini di quasi tutta la Nicomachea e di quasi tutta la Politica, ed è tuttavia collocato al centro di quel libro X dell'Etica che appunto costituisce la saldatura fra le due opere. Non sarebbe più opportuno, a questo proposito, evitare l'intento. di sistematizzazioni di tipo scolastico, dominate dalla preoccupazione di fare di Aristotele il manuale di base della praktische Philosophie, ed ammettere piuttosto l'esistenza di un nucleo irrisolto proprio nel cuore del nesso teorico fra etica e politica? E vengo al secondo esempio. Aristotele insiste a più riprese, come è noto, sulla demarcazione epistemologica che separa il sapere etico-pratico da quello teorico, quindi sufi'assenza di rigore, di stabilità, di universalità che caratterizza il primo rispetto al secondo. In questo declassamento epistemologico, che è naturalmente di segno anti-platonico, è stata riconosciuta giustamente la cauzione dell'autonomia della filosofia politica, e del sapere pratico in generale, rispetto alle scienze teoretiche «forti»: una mossa aristotelica che inaugura dunque, e delimita, lo spazio specifico della praktische Philosophie. Ma non può non colpire il lettore della Nicomachea la frequenza con la quale è ribadita la precarietà epistemologica del sapere etico-politico: almeno tre volte nei primi 15 capitoli dell'opera (I I, I 7, Il 2), un caso non certo frequente nel discorso aristotelico, più impegnato di solito a fondarsi che a delegittimarsi. Certo, una prima spiegazione consiste, come si è detto, nella polemica antiplatonica mediante la quale Aristotele si garantisce lo spazio per la propria riflessione etica. Ma c'è da chiedersi se questi segnali non rinviino a qualcosa di più complesso. Cioè, forse, alla tensione fra due aspetti che ne sono costitutivi: da un lato, la necessità di porsi come sapere normativo-prescrittivo; dall'altro, l'esigenza di fondarsi non più su di una deduzione teoricamente rigorosa a partire dai principi, alla maniera platonica, bensì su di una descrittiva quasi naturalistica costituita dalla costante conformità alle doxai, dal riferimento ostensivo alla figura del cittadino phronimos e spoudaios, del buon legislatore che orienta al meglio la vita sociale. Se il riferimento costante ali'arte del navigatore che deve saper trovare la giusta rotta nel variare delle circostanze sembra confermare la precarietà epistemologica del sapere eticopratico, dall'altro però risulta che la giusta rotta in tanto è determinabile in quanto essa è già tracciata, nella realtà dell'interazione sociale, dal senso comune, dall'esempio del phronimos, dalla legislazione della città: si tratta soltanto di riconoscerla e di conformarvisi. L'incertezza del- /' epistemologia aristotelica appare qui dovuta, allora, ad una tensione latente, una difficile saldatura, fra il riconoscimento della storicità, dunque della variabilità contingente dell'azione etico-politica, e l'opposta esigenza di considerare stabile, quasi naturale, la realtà sociale della polis e il suo sistema di rappresentazioni ideologiche. Riconoscere questa problematicità dell'aristotelismo ed interrogarsi su di essa appare forse più interessante, e anche teoricamente più produttivo, di una sua troppo immediata identificazione con il common sense, con il grado zero della riflessione politica: soprattutto perché la tendenza della raffinata riflessione aristotelica a presentarsi con le vesti dimesse della conformità alle opinioni correnti costituisce essa stessa, come ho cercato di mostrare, un problema ermeneutico, e non un dato di partenza che possa venir assunto come scontato. 4. La rappresentazione ideologica della città e del «politico» ha così compiuto la prima parte del suo cammino. Inaugurata come fattore attivo di superamento delle contraddizioni, di coesione e riproduzione sociale, essa viene trasformata - dopo la crisi dell'inizio del W secolo e mediante l'elaborazione teorica di Aristotele - in un dato di fatto a mezza strada fra storia e natura. La mutazione identifica l'ideologia della città con la polis che da un lato esiste physei, dall'altro ha costituito una realtà storica che si allontana progressivamente nel passato. Entrambe queste trasformazioni convergono nell'idealizzare la città storica, nel sottrarla dunque ali'analisi e alla critica, nel rendere inefficace la stessa polemica di Platone contro l'inadeguatezza di questa città alla rappresentazione di sé che essa aveva prodotto. Cancellata la distanza fra la rappresentazione e la cosa, la polis così idealizzata può diventare, già per gli intellettuali antichi, modello normativo in quanto forma «naturale» della socialità umana, e oggetto del rimpianto come il passato perduto della libertà e dell'eguaglianza politica. Basti pensare, in questo senso, all'atteggiamento di Plutarco e al classicismo della cosiddetta nuova sofistica del Il secolo d.C. Di qui in poi, nasceranno molte altre ideologie della città, da intendersi però non più come rappresentazioni prodotte dalla polis, bensì come rappresentazioni della polis (il genitivo diventa oggettivo), di quel che si pensa la polis sia stata. Rappresentazioni di una rappresentazione, • . • . (:,J. • • . , .. ,tsthe • . . only • • one. . , weve/ • 9ot_... • • . . • • .. • • • • . • • • «È l'unica che abbiamo» © R. Cobb dunque, attorno alle quali si accende spesso lo scontro ideologico e politico: basti pensare al ruolo che l'immagine della città antica ha giocato nelle grandi discussioni della Francia rivoluzionaria, per le quali mi limito qui a rinviare ai lavori recenti di Vidal Naquet, di Canfora e di Cambiano. 6 Questi ritorni hanno spesso giocato un ruolo retoricamente efficace, di solito in funzione di una critica alla modernità, condotta di volta in volta dal punto di vista del progresso o da quello della restaurazione. Essi vanno comunque valutati, nei rispettivi contesti, sotto un profilo pragmatico, per i loro fini e per la loro efficacia: in nessun caso sembra possano legittimamente rivendicare un ruolo fondativo. Dopo la crisi di tutti i classicismi, per ultimo quello terzo-umanistico questo ruolo non può spettare in generale ad alcuna immagine del passato; meno che mai, comunque, ad un passato preso per così dire «sulla parola», senza il vaglio adeguato della critica storica ed ideologica, e ancora senza un'adeguata ricognizione storico-filosofica dei testi, delle loro modalità di costituzione, delle loro strategie e delle loro tensioni teoriche. Da questo punto di vista, appare singolarmente poco felice - nonostante la ricchezza di dottri~ia e l'impegno analitico - lo sforzo di . Giinther Bien7 di trasformare la Politica di Aristotele in una sorta di manuale elementare di praktische -Philosophie, uno sforzo che a ragione è stato recentemente definito di ispirazione «scolastica», nel senso medievale e comunque «universitario» del termine. ~er il punto di vista assunto (quello di una «ermeneuticafilosofica della intentio obliqua»), e per il metodo sistematizzante che lo accompagna, il lavoro di Bien (cui va, sia ben chiaro, la gratitudine di tutti gli studiosi di Aristotele), sembra mancare un doppio bersaglio: quello di una miglior comprensione delle dinamiche profonde del pensiero di Aristotele, da un lato; e quella di una adeguata fondazione della filosofia pratica dall'altro. A questo secondo fine, meglio sarebbe forse giovata, come ha rilevato a suo tempo Manfred Riedel, 8 una comprensione delle aporie del pensiero aristotelico e dunque dei compiti nuovi che si pongono oggi alla riflessione etico-politica, piuttosto che una sua ripresa troppo immediata: nonostante la dottrina e l'esprit de système, essafinisce talvolta per risultare, a mio avviso, o troppo ingenua o troppo filosoficamente pregiudicata. Né posso dirmi del tutto convinto, a questo proposito, dagli argomenti che Enrico Berti ha addotto per una parziale replica alle obiezioni di Riedel. 9 Non posso qui entrare oltre nel merito di questo dibattito. Vorrei soltanto dire che la sua stessa esistenza a me sembra persino sorprendente. La straordinaria vastità del compito che sta oggi di fronte ai filosofi impegnati nella ricostruzione di un sapere etico-pratico - forse una delle più urgenti imprese intellettuali del nostro tempo - non può trovare conforto nella riproposizione di remoti modelli sociali o della loro teorizzazione filosofica. Questo sarebbe possibile solo al duplice prezzo di rinunciare a comprendere criticamente il passato, e di considerare irrilevante l'intera storia sociale e intellettuale degli ultimi due millenni, in nome forse di una presunta immutabilità della natura umana. Quello che lo studio dell'antico può fornire ad una siffatta impresa è invece soltanto, a mio avviso, una migliore comprensione critica, nel suo ambito di conoscenza, delle dinamiche sociali e delle strategie intellettuali che le hanno accompagnate: le une e le altre di straordinario interesse, certo, ma più per il nodo di problemi teorici e pratici che consentono di mettere in luce, e per l'archeologia della ragione politica, che per un loro valore esemplare e fondativo. Per il resto, il moderno deve fare i conti con se stesso, e con l'impresa del proprio compimento. Note (1) L. Strauss, La filosofia politica classica, in Che cos'è la filosofia politica, Urbino, 1977, pp. 389-409. (2) D. Lanza • M. Vegetti, L'ideologia della città, «Quaderni di storia», (2) 1975, pp. 1-37. (3) N. Loraux, Repolitiser la cité, «L'Homme», 97-98, 1986, pp. 239-255. (4) Il riferimento è, rispettivamente, a L. Strauss, The City and the Man, Chicago, 1964, e a E. Voegelin, Ordine e storia. La filosofia politica di Platone, Bologna, 1986 (sul quale vedi ora G. Cambiano, «L'indice», 5, 1986). (5) P. Veyne, Critica di una sistemazione. Le «Leggi» di Platone e la realtà, «Aut Aut», 195-196, 1983, pp. 43-74. (6) Cfr. rispettivamente P. Vidal Naquet, Le mirage grec et la révolution française, «Esprit», déc. 1975, pp. 825-839, e, con N. Loraux, La formation de l'Athènes bourgeoise, in R. Bolgar, ed., Classica/ lnfl.uences in Western Thought 1650-1870, Cambridge, 1978, pp. 169-222; L. Canfora, Analogia e storia, Milano, 1982; G. Cambiano, Dalla polis senza schiavi agli schiavi senza polis, «Opus», 1, 1982, pp. 11-32. (7) G. Bien, Die Grundlegung der politischen Philosophie bei Aristoteles, Freiburg-Milnchen, 1973, tr. it., Bologna, 1985 (su cui cfr. P. Accattino, «Quaderni di storia», 25, 1987, pp. 161-8). (8) M. Riedel, Metaphysik und Metapolitik. Studien zu Aristoteles und zur politischen Sprache der neuzeitlichen Philosophie, Frankfurt a.M., 1975. (9) E. Berti, Storicità ed attualità della concezione aristotelica dello Stato, «Verifiche», 3-4, 1978, pp. 305-358; cfr. anche C. Natali, Aristotele e l'origine della filosofia pratica, in C. Pacchiani, (a cura di) Filosofia pratica e scienza politica, Abano, 1980, pp. 99122. «HM.» lligfaelli dàvisita Il piccolo Ham diretto da Sergio Finzi Made in England Un passo nel giardino. Due scorci su Lytton Strachey. Notizie su M. K/ein. Le qualità di Hopkins. V. Finzi Ghisi, M. Spinella, T. Kemeny, P. Colaiacomo, A N T E R E M Rivista di ricercaletterariadirettada Flavio Ermini e Silvano Martini via Cantarane 10, 37129Verona laboratoriopoesia (illustrazione e applicazione di tecniche poetiche contemporanee) con Franco Bcltrametti, <;orrado costa, Rita degli Esposti, John Gian, Armando Paialich e Tom Raworth. a Cusigbe di Belluno: lS-27 agosto Corpo 10 Raccogliealcune tra le più significative esperienze della scritturacontemporanea Via Maroncelli 12, 20154Milano Telefono 654019 Al servizio si accede per abbonamento annuale. Da un minimo di 6 inserzioni a un massimo di 33 inserzioni. I moduli disponibili sono: semplice cm. 5,JxJ,4 Lire 30.()()(), doppio cm. 5,Jx3 Lire 50.000. Per informazioni più dettagliatescrivere o telefonare a: Cooperativa Intrapresa, via Capo.si/e 2, 20137 Milano. Telefoni (02) 5451254 • 5451692.Ufficio Pubblicità, servizio Biglietti da 'Visita. Riviste mini la più piccola rivista del mondo a cura di Franco Beltrametti . scorribanda productions pobox 3 - 6826Riva s.v. - Svizzera Paroln. 3 direttore N. Menetti Su i/ versante agon(ist)ico della critica: Bloom, Pozzati, Raimondi, Tagliaferri e altri su B. Pinto: Calabrese, Cerritelli, Vicinelli, Vetri (poesia), Mizzau (microracconti) e altri, L. 12.000 + sp. pos. • C.P. 223. BO E. Krumm, G. Frasca, G. Restivo, M. Trinci, P. Zaccaria Anno XIV, N° 54, pp. 256, L. 10.000 Electronk-mediaAGE mensileper il media people delleagenzie e degli utenti di pubblicità. Systems editoriale, V.le Famagosta, 75 • 20142Milano aut aut 217-218 Gennaio-Aprile 1987 Margini dell'Ermeneutica Vattimo. Ermeneutica come koiné Gadamer • Sul circolo ermeneutico Habermas • Urbanizzazione della provincia heideggeriana Gadamer • Testo e interpretazione Ricoeur • «Logica ermeneutica»? Rorty • Di là dal realismo e anti-realismo Fish • Anti-prof essionismo Geertz • «Thick description» Derrida • Firma evento contesto Searle • Reiterando le differenze Vattimo - Ermeneutica e società della comunicazione Dal Lago - Ermeneutica e scienze umane Ferraris - Ermeneutica e epistemologia a cura di Maurizio Ferraris Strategia Quindicina/e della comunicazione pubblicilaria/Agenzie/Utenti/Mezzi. Abbonamento annuo L. 55.000 Pola Editrice Babilonia Mensiledi cultura e seduzione gay, in t'dicolaa L. 3.500 Babilonia Edizioni flash Art La Prima Rivista d'Arte d'Europa Ogni copia Lire 5.000 Abbonamento per 8 numeri Lire 30.000 GiancarloPoliti Editore Il Cobold 16 diretto da Ettore Bonessio di Terzet C.P. 707 • 16100GENOVA Abbonamento annuo lire 20.000 Coboldprima: Bonessio & Perrotta Coboldoccasione: Agosti, Bonessio, Perrotta Coboldimpero: Belleli, Frisa, poeti brasiliani Coboldarte: Beckman, Menegon Ibis: Bonessio, Collins, Cavallo, Consoli Milazzo, Perrotta Volontà n. 3/86 40 anni allo specchio Articoli di: Nico Berti, Luciano Lanza, Marianne Enckell, Tiziana Ferrero, Pier Carlo Masini, Roberto Guiducci, Luciano Pellicani, Paolo Flores d'Arcais, Enzo Santarelli, Robert Newmann, Le Scimmie Una copia L. 5.000. Abbonamento L. 18.000. c.c.p. 17783200intestato a Edizioni Volontà• CP 10667 20100 Milano a Venezia: 1-10settembre per informazioni: Pozzi, Cannaregio, 4975 3(!121Venezia, tel. 041/89385 fine iscrizioni30 aprile 1986 Sottotraccia arti visive, nuova danza, nuova scena trimestrale diretto da Marco Jannuzzi Abb. a 4 numeri L. 20.000, ccp 54692009 V.le Carlo Felice 95 00185Roma Fogli di informazione Documenti e ricercheper l'elaborazione di pratiche alternative in campo psichiatrico e istituzionale Nuova Serie n° 116 Abbonamento annuo L. 25.000; abbonamento sostenitore L. 50.000; abbonamento enti, associazioni, estero L. 35.000, da versare sul ccp 12386512 intestato alla Cooperativa Centro di Documentazione, c.p. 347 51100Pistoia. Libri Jean François Lyotard Il muro del Pacilko traduzione di Nanni Balestrini Multhipla Edizioni Ferdinando Grossetti Contra-Cantica (poésie, sujet, écriture) con epistola di Emilio Villa Lire 14.500• Inform. Tel. (081) 8987680 Varie to'ratellFl ormat • architetturesonore • Musica per ambienti, sculture sonore, sonorizzazionidi tutti i tipi, design acustico. Interveniamo su: giardini e parchi, spazi urbani. feste, mostre, sfilate, ambienti e cose. Progettazioni acustiche di oggetti d'uso comune. FratelliFormai s.a.s. via Mass.tia 4, 50134Firenze, 0'i'i/484837 L'eco della ptampa dal 1901 legge e ritaglia giornali e rivisteper documentare artistie scrittorisulla loro attività per informazioni: Telefono (02) 710181-7423333 L'eco della stampa Via Compagnoni, 28 • 20129Milano
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==