Cfr. Schede Parmenide in scena Pino Blasone Nel primo ciclo dei Concerti di filosofia, nel 1986 presso la Sala Baldini in piazza Campitelli a Roma (organizzati dal Centro Mario Apollonio grazie al locale Provveditorato agli Studi e con il patrocinio dell'Assessorato all'Educazione Permanente), conferenzieri tra cui Emanuele Severino e attori come Giorgio Albertazzi e Edmonda Aldini hanno illustrato la tematica L'essere e il nulla, dal pensiero e la poesia greca fino a pensatori e poeti quali Hegel, Heidegger, Holderlin, Rilke. La prima parte del secondo ciclo, curata da Carlo Sini e Giorgio Veronesi dall'8 al 15 marzo 1987, ha visto Sini e Mario Perniola misurarsi rispettivamente con Platone e Michelstaedter, Gianfranco Dalmasso col tema // nulla e l'inconscio in Nietzsche e Freud, Cesare Milanese con il Pensiero e sentimento del mondo fisico secondo Bruno, Pascal, Leopardi. Semplice e efficace la formula: introduzione del curatore della serata, brani di testi degli autori, letti da allievi dell'Accademia di Arte Drammatica, accompagnamento musicale di sottofondo di Alfredo Santoloci, giochi di luci con regia di Sasà Cardone. Complice l'ambiente barocco restaurato di fresco, che richiama in piccolo l'architettura dell'Oratorio Borromini, già ospite di concerti di musica contemporanea con effetti visivi a cura del Beat 72 e con il patrocinio del Comune di Roma. Senza l'ausilio di effetti speciali, chi qui scrive ricorda del resto di aver organizzato con Cristiano Carta un Concerto di Poesia per la Pace nel borgo rinascimentale di Ostia antica, nel corso di una Festa dell'Unità nell'estate 1982. È evidente uno slittari'lento del termine «concerto» dal tradizionale ambito musicale ad altri settori culturali, di pari passo con il rafforzarsi di una volontà di rappresentazione spettacolare della cultura. Già abbiamo assistito sulla scena della capitale, all'epoca recente e incisiva dell' «effimero» nicoliniano, all'estensione del termine «festival» dal campo della musica leggera e del cinema a quello della poesia. Stando peraltro al discusso successo delle dispense in edicola, il gusto del pubblico colto sembra indirizzarsi dai recital di poesia a quelli di divulgazione filosofica. A quando l'allestimento di un festival di filosofia? Altri essendo gli spazi e le competenze per addentrarsi nelle problematiche presentate dall'iniziativa in questione, vorrei solo accennare a quella affrontata da Milanese, poeta oltre che operatore culturale e reduce dalla stampa del poemetto in chiave filosofica Da Parmenide (Roma, Empiria, 1986; sull'argomento qui in oggetto, cfr. Supplemento ad «Alfabeta» n. 92). L'esposizione è, stata incentrata sui concetti di physis e logos, ereditati dal pensiero greco nella tradizione europea, in tal senso essenzialmente «logocentrica» fino all'età moderna. Si può tuttavia annotare che questa concezione non è univoca nella stessa riflessione ellenica. Dall'assunto esiodeo, espresso in forma poetica - in principio era il khàos - a quello envagelico, calato in un contesto religioso - in principio era il logos - corre pressoché l'intero arco della speculazione greca (interessante confrontare con la tradizione indiana delle Upanishad: in principio era il brahman, traducibile approssimativamente come «sacro»). In mezzo si pone la sequenza khàos-logos-kòsmos, peraltro reversibile nella cosmologia ciclica stoica. Da un sentimento della physis paventata come caos si passa - grazie all'intervento più o meno spermatikòs del logos - a una percezione del mondo fisico ordinato in quanto cosmo. Ma il dualismo permane latente nell'atteggiamento occidentale, sì che l'aspirazione umana a una spiegazione logica dell'universo - non disgiunta da quella a un dominio sulla natura - somiglia alla ginestra leopardiana, poetica versione della «canna pensante» di Pascal, che sfida le caotiche ricorrenti eruzioni del Vesuvio. Sarà in senso lato Nietzsche ad intuire che a un'interpretazione e riduzione logica si antepone e accompagna un sentimento epico, e tragico. Alla contrapposizione cosmo/caos se ne connette così specularmente una fra logos e èpos. Del resto, nel greco antico questi ultimi erano pressoché sinonimi a significare la parola - latinamente il verbo - prima che si differenziassero e accencerca di precorrere i tempi con una collana di testi, diretta da Pietro Gibellini e Gianni Oliva, volta a illuminare la realtà storico-letteraria delle regioni italiane e indirizzata precipuamente, ma non esclusivamente, al mondo scolastico. Ogni volume (questo è uno tra i primi, gli altri seguiranno a breve scadenza) contiene un profilo storico-letterario e, più ampiamente, culturale della regione trattata, una guida bibliografica e un'antologia di testi introdotti e annotati. L'operazione appare davvero opportuna se si pensa, e si ha occasione di toccare con mano, quanto poco un punto di vista coerentemente legato alla storia della lingua italiana sia penetrato neM'insegnamento superiore, dove anzi sopravvive, certo in forme meno tronfie di un tempo, una «retorica risorgimentale» della letteratura italiana come prodotto unitario e non scomponibile di un non meglio precisato spirito nazionale. Non credo possa suscitare eccessivo stupore che nella collana trovi spazio la Svizzera italiana: diventa semmai difficile tracciare una fisionomia culturale di questa terra di frontiera, come riconosce il curatore stesso del volume, Giovanni Orelli, ticinese, insegnante, critico e anche autore di romanzi, racconti e di un libro di poesie in dialetto leventinese. È lui stesso che, dopo aver detto nella Presentazione di non aver preparato una Abbonamento annuo ( 4 numeri) lire 70.000, pagamento a mezzo versamento sul e/ e postale n. 12746350 intestato a Liviana Editrice S.p.A. Padova INFORMADI PAROLE rivista trimestrale di poesia e letteratura «In forma di parole» ha fatto conoscere, in traduzioni e presentazioni esemplari, autori sconosciuti e testi rari di autori già noti. Ogni numero della rivista contiene sorprese e scoperte di poesia e di pensiero, soprattutto dei luoghi meno frequentati. Nel 1986ha .pubblicato numeri dedicati a guerra e cortesia nei secoli XII e XIII, poeti cinesi degli anni '80, scrittori orientali contemporanei, sempre con i testi originali a fronte. - A ogni numero è allegata una plaquette che comprende una breve opera, come Claude Simon, La chioma di Berenice; Lope de Vega, L'arte di far commedie; André du Bouchet, Rapide. Nel 1987«In forma di parole» pubblicherà testi di Adan, Bousquet, Bishop, Paulhan, Janez, Gass, Balassi, Diego, Marcenis, testi di canti somali per la caccia, poesia popolare basca, memorie quechua. LivianaEditrice VIA DOTTESIO, 1 - 35138 PADOVA - TEL. 049/8710099 tuassero un'accezione razionalistica del primo e una irrazionalistica, o poetica, del secondo. È altresì non fortuito che recentemente il filosofo e il poeta siano tornati a dialogare, sebbene da alture contigue, secondo la suggestiva immagine heideggeriana. Concerti di filosofia A cura di Carlo Sini e Giorgio Veronesi. Centro Mario Apollonio, con il patrocinio del Provveditorato agli Studi e dell'Assessorato all'Educazione Permanente del Comune di Roma. Secondo ciclo, prima parte: Roma, Sala Baldini, 8-15 marzo 1987. Il Ticino in cattedra Massimo Depaoli Che si possa in un futuro non remoto vedere mutata la denominazione delle cattedre di italiano nelle scuole superiori in quella di «Lingue e letterature italiane», così carica di novità in virtù di un plurale apparentemente innocuo? Nell'attesa, che è bene sia poco spasmodica, che i gentiliani programmi ministeriali recepiscano· l'impostazione di una «storia e geografia della letteratura italiana», per dirla con le parole di Carlo Dionisotti, l'editrice La Scuola storia della letteratura nella Svizzera italiana ma un volume di carattere eminentemente informativo, scrive che: «La Svizzera italiana è come una fetta di territorio staccata dalla Lombardia per essere aggiunta alla Svizzera, oppure, da un punto di osservazione opposto, un cuneo di Svizzera che si insinua verso la pianura padana» (p. 9). L'unica definizione che pare potersi attagliare con pertinenza alla regione in questione è quella geografico-linguistica, per cui l'area italofona non si esaurisce con il Canton Ticino ma deve comprendere quattro valli grigionesi, di Mesolcina e Calanca su un versante e Bregaglia e di Poschiavo sull'altro. Dal punto di vista storico Orelli enuclea una successione di date che sono poi quelle del nascere e del modificarsi della Confederazione elvetica per concludere che, rispetto ad avvenimenti politici e militari, per il Ticino data fondamentale è piuttosto da ritenersi la costruzione della ferrovia del san Gottardo, sul finire del secolo XIX. Tale via di comunicazione, cui poi si affiancherà il percorso autostradale', oltre a delineare un asse preferenziale Milano-Zurigo in opposizione ad altri possibili (ad esempio Lago Maggiore-Lagò di Costanza) ha determinato una duplice serie di conseguenze: da una parte un ovvio incremento dei commerci e degli scambi, dall'altra un'accelerazione verso «la tra~ sformazione del paese in una lunga stazione di servizio [... ], con le superstiti, ai margini, zpne rurali no_npiù dei contadini ma dei turisti, dei nordici, in cerca del 'buen retiro', nel balcone solatio della Svizzera» (p. 10). Secondo il curatore, la cui vis polemica è, pur tenuta per le briglie, mai celata, questa condizione di terra di scambio non può assolutamente essere contrabbandata per similitudine con quella di Trieste mitteleuropea: «la Svizzera italiana non è stata (e ancora meno è) quella piattaforma di scambio: pochissimo ha fatto per far conoscere italiani nel nord» né per «far conoscere scrittori del nord all'Italia» (p. 11). Prima di arrivare a esaminare i riflessi della peculiare dimensione storica sulla letteratura, Orelli, ponendo come premesse le affermazioni di Montale sulla «perifericità» e quelle di Dante !sella sull'appartenenza della cultura ticinese al quadro di riferimento lombardo, chiarisce a quali categorie appartengono gli oltre ottanta scrittori antologizzati: ticinesi e grigionesi italofoni, viventi sia nella loro regione sia altrove e stranieri di lingua italiana integrati nella realtà svizzera (da sottolineare che dietro alle definizioni si trovano rivendicazioni . politico-culturali concernenti i rapporti etnici nazionali). Infine si giunge al nucleo letterario. Il Profilo, e la parte antologica di pari passo, distinguono tre fasi: anteriormente al 1803 (nascita della Confederazione come essa è attualmente) il cosmopolitismo· - l'etichetta è gramsciana - di letterati emigrati all'estero; l'Ottocento, con i fecondi rami della critica politica, delle scienze naturali e della filologia; il Novecento, cui è stato dato spazio più ampio. Della scelta di nomi non si può che dare qualche cenno: per l'Ottocento, secolo più di critica che di poesia, un dantista come Scartazzini o un linguista come Salvioni; per il Novecento, l'imprescindibile presenza di Francesco Chiesa che, divenuto «simbolo» del Ticino suo malgrado, non ha comunque fatto scuola, se si escludono modesti epigo_ni; quindi la poesia del dopoguerra, sia dialettale che in lingua, raccoglibile con buona dose di approssimazione intorno a due filoni, uno appendice della «linea lombarda», l'altro di impianto onirico-surreale, vagamente zanzottiano. I nomi sono quelli che emergono quasi - con discrezione da una cultura viva e brulicante, solo apparentemente dimessa, il cui ceto portante sembra essere fatto soprattutto di insegnanti e operatori culturali: su tutti Giorgio Orelli, poi Giovanni Pozzi e ancora Plinio Martini e Alice Ceresa, per chiudere con il giovane vincitore del premio Montale 1986, Fabio Pusterla. Il bilancio sull'utilità e l'importanza del volume è ampiamente in attivo; su ciò che è oggi la letteratura della Svizzera italiana, la pa- ·rola al curatore (p. 31): «Alla fine di questo viaggio fondato sulla conoscenza, che passa dunque anche attraverso gli scrittori ticinesi e grigionesi e di ·quelli che scrissero di questi paesi [... ], anche le cose • •della Svizzera italiana potranno essere viste non come gli oggetti internazionalmente interscambiabili del turismo, ma-come le ciliege del Butler: piccole sì, ma gustose». Giovanni Orelli Svizzera italiana Let~eratura delle regioni d'Italia Storia e testi Brescia, La Scuola, 1986 pp. 271, lire 18.000 I Edizione Nazionale delle Opere di Giuseppe Cesare Abba Scritti garibaldini Volume lii Cose garibaldine - Ricordi garibaldini - Meditazioni sul Risorgimento Ritratti e profili - La questione romana a cura di Luigi Cattanei e Luciana Dosio pp. 652 - L. 50.000 Volume I Scritti garibaldini (I) Prefazione di G. Spadolini a cura di L. Cattanei - E. Elli C. Scarpati pp. 458 - L. 30.000 Volume Il Scritti garibaldini (Il) a cura di E. Travi pp. 394 - L. 30.000 Morcelliana Via G Rosa. 71 - 25121 Brescia Via dei Liburni, 14 00185 Roma Te!. (06) 4955207 I PARTITI ITALIANI TRA DECLINO E RIFORMA a cura di Carlo. Va/lauri tre volumi per complessive 1600 pagine, L. 150.000 La ricerca complessiva si è estesa ai seguenti partiti e movimenti: Democrazia Cristiana, Movimento Comunità, Movimento Sociale Italiano, Partito Comunista Italiano, Partito di Unità Proletaria per il Comunismo, Partito Liberale Italiano, Partiti e Movimenti Monarchici, Partito d'Azione, Partito Repubblicano Italiano, Partito Sardo d'Azione, Partito Socialista Democratico Italiano, Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, Unione dei Comunisti, Partito Radicale, Sudtiroler Volkspartei, A.C.P.O.L. e M.P.L., Federazione Anarchica Italiana, Lotta Continua, Democrazia Proletaria, Federazione Giovanile Comunista Italiana, Federazione Giovanile Socialista, Avanguardia Operaia, Potere Operaio, Comunione e Liberazione, Movimento Popolare, Movimento federativo Democratico, Unità Popolare, Union Valdotaine, nonché gruppi femminsiti L'opera completa si compone, oltre ai volumi su citati: LA RICOSTITUZIONE DEI PARTITI DEMOCRATICI tre volumi per complessive 1758 pagine, L. 150.000 L'ARCIPELAGO DEMOCRATICO due volumi per complessive 1070 pagine, L. 90.000 Nelle librerie oppure direttamente presso la nostra casa editrice
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