Einaudi Louis-FerdinCanédline Pantomima perun'altrvaolta Tornato in patria dopo l'esilio danese, Céline si scatena in una vendetta satirica contro i suoi accusatori che è anche una sfida alle potenzialità estreme della letteratura. A cura di Giuseppe Guglielmi. «Supercoralli», pp. 209, L. 20 ooo HonordéeBalzac Fisiologdiaelmatrimono Il matrimonio come commedia dell'inganno nella caustica indagine di un sociologo d'eccezione. A cura di Emilio Faccioli. «Gli struzzi», pp. xx-304, L. 16 ooo L'invenzione dellatradizione acuradiEricJ.Hobsbawm eTerenceRanger Dalle canzoni popolari alle grandi cerimonie pubbliche, dalle pratiche sportive all'abbigliamento: le invenzioni con cui le nazioni moderne hanno cercato di radicare la loro storia nella piu remota antichità. «Bibliotecadi cultura storica», pp. vm-295, L. 30 ooo CarloOssola DalcCcortegiano » all'ccUodmimo ondo,, La storia di un modello sociale, dal libro del Castiglione al Settecento. «Saggi», pp. xv-190, L. 20 ooo LeonardBooff Unaprospettiva diliberazione Lateologiala, Chiesa, i poveri Che cosa significa essere cristiano oggi? La riflessione del teologo della liberazione sul ruolo della Chiesa e il suo rapporto con i popoli oppressi dell'America Latina. Saggio introduttivo di Ernesto Balducci. «Nuovo Politecnico», pp. x1x-220, L. 14 000 Storicairabdi elleCrociate Le Crociate viste e raccontate «dall'altra parte ». A cura di Francesco Gabrieli. «Gli struzzi•, pp. xx1x-353,L. 18 ooo Orain edizionetascabile: ItaloCalvino Palomar Come imparare a decifrare il silenzio degli spazi, l'alfabeto delle onde marine o delle erbe di un prato. « Nuovi Coralli», pp. 132, L. 12 ooo Frances·coorlando Perunateoriafreudiana Nuova edizione ampliata, con uno spoglio metodico dell'opera freudiana dal punto di vista della teoria letteraria. «PBE», pp. 223, L. 12 ooo LouisHjelmslev I fondamendteillateoria del inguaggio L'opera piu importante di uno dei maggiori linguisti contemporanei. «PBE», pp. XXXIV-157L,. IO 000 Un'analisi più approfondita di quest'organica esigenza di narrazione - diceva Mircea Eliade - metterebbe in risalto una dimensione insita e specifica della condizione umana. Si potrebbe dire che l'uomo è per eccellenza «un essere storico», ma non nel senso di Hegel, Croce e Heidegger: l'uomo cioè - qualsiasi uomo - è sempre affascinato dalla narrazione degli eventi e della storia universale, cioè di quello che succede nell'immediato mondo, di come l'impossibile diventi possibile e di quali siano i limiti del possibile. A partire da questi limiti la storia comincia a diventare vaga e a comparire il sacro e la visione artistica. Un sottile meccanismo di compensazioni esiste tra la storia e la letteratura: è un meccanismo di collaborazione e, a volte, di sostituzione. Quando la storia diventa astratta e si svuota del suo contenuto vivo e concreto, per varie cause - l'una sarebbe quella che Tacito stesso lamenta allorché invoca l'autorità consolare - delegando al futuro il compito di una più approfondita interpretazione, questo ruolo viene assunto dalla letteratura, dal romanzo, dalla finzione. Quando al contrario la storia trova momenti propizi per la narrazione degli eventi, grazie alle capacità di alcuni storici di genio, questi eventi diventano letteratura o mito destinati a durare nel tempo, grazie alla forza espressiva che vengono ad assumere. I n tal senso Erodoto, Tucidide, Senofonte sembrano oggi veri romanzieri. Essi hanno saputo fare combaciare la trama con il saggio o la meditazione. Il linguaggio parlato dei loro personaggi non solo è veridico, ma è anche di una sorprendente bellezza, un linguaggio destinato all'eternità. Una volta ho letto ad una persona intelligente e colta, ma positivista, il discorso di Pericle ai funerali degli eroi ateniesi, come l'aveva immaginato Tucidide nella sua Guerra peloponnesiaca. Il mio interlocutore è rimasto perplesso: non credeva che Pericle avesse potuto parlare in tale modo, per quanto bravo fosse come oratore, e riteneva che il testo tramandatoci dello storico greco fosse solo frutto della sua creatività e della sua fantasia. È la migliore dimostrazione di come .lo storico più austero e più rigoroso fra tutti gli storici dell'antichità possa essere considerato anzitutto un creatore di testi. Il testo di Tucidide, attraverso le parole di Pericle, figlio di Santippo, è anche un elogio alla democrazia, la cui assenza pregiudica, o addirittura vanifica, la forza del mito e della fantasia. «Amiamo - dice Tucidide, per bocca di Pericle - l'arte schietta e perfetta nonché la cultura che non intorpidisce l'animo. Ci serviamo della ricchezza più che altro quale mezzo di azione e non per vantarci; non riconoscere di e&serepovero è una cosa vergognosa, ma più vergognoso è non tentare di sbarazzarsene. Da noi i cittadini si occupano delle proprie faccende, ma anche di quelle pubbliche e quelli che si sono avviati verso altre professioni produttive, possono altrettanto conoscere i problemi politici. Poiché noi, gli ateniesi, siamo gli unici a non considerare che manchi di attività collettiva colui che non partecipa all'attività politica e non lo riteniamo un individuo inutile; e tutti insieme prendiamo delle decisioni sulle faccende pubbliche o le discutiamo per farcene un'opinione giusta, senza pensare çhe la parola possa danneggiare l'op~rato, ma piuttosto considerando un danno la mancanza di informazione [... ] E siamo diversi dagli altri poiché sappiamo essere molto audaci ed agire con discernimento su quello che dobbiamo fare[ ... ] In breve, posso dire che la nostra città è l'educatrice d'Ellade e gli individui, in particolare, sono persone capaci di adeguarsi con duttile ingegno e fascino personale, alle più numerose occupazioni». • ' Credo che in questa luminosa dichiarazione stia la chiave della civiltà moderna di oggi. Essa sembra fatta oggi, nel 1987. L'attualità di questo antico test_o,che risale a quasi duemila e cinquecento anni fa, risiede più che altro nella visione storica propriamente detta, in un'acuta coscienza di sé; in questo contesto gli dei acquistano l'aspetto degli uomini, mentre questi assumono le sembianze, la sicurezza e la chiaroveggenza degli dei. Infine, il rapporto essenziale che definisce l'intera opera di Mircea Eliade è quello tra la religione e la letteratura. L'una e l'altra hanno un'unica fonte: l'immaginario. Alla stessa conferenza del 1978 a Chicago, egli riconosce allo scrittore un ruolo fondamentale nel processo della conoscenza. «Ecco perché - diceva Eliade - uno scrittore o un critico letterario è normalmente più propenso a comprendere i documenti studiati .J o N E s Joe Jones dalla storia delle religioni di quanto non lo sia, diciamo, un sociologo o un antropologo. Gli scrittori ed i critici letterari credono, grazie alla loro propria esperienza, nella realtà e riel significato delle creazioni artistiche, e cioè sono convinti del valore e dell'obiettività del Mundus Imaginalis: ·dell'universo immaginario creato o scopertò [... ]». Come egli stesso dichiara nella prefazione del volume stampato a Bucarest nel 1981, la sua prosa fantastica si diffe~enzia da quella di Edgar Poe, di Borges o dei romantici tedeschi. Solidale con il pensiero mitico e con gli universi immaginari paralleli, questa prosa non ricorre tuttavia e non si ispira direttamente alle_ rjcerche della storia comparata deHe religioni: il risultato sarebbe stato didattico, noioso. La sua elaborazione, invece, è spontanea, artistica, e raggiunge quella affascinante ingenuità stilistica, un po' ciarliera, dovuta in una certa misura, alla distanza nello spazio e nel tempo dalla lingua, l'unica lingua in cui abbia potuto scrivere i racconti, la lingua romena. Mircea Eliade dà di sé una impressione drammatica: l'impressione di un autore che sul piano della lingua è rimasto fermo all'epoca in cui lasciò il paese natìo, mentre il romeno si è evoluto enormemente, nel giro di mezzo secolo. Ma è un'impressione che può avere solo uno scrittore romeno di oggi. C'è nella sua prosa una desuetudine accettata, candida, di grande effetto per il lettore dei nostri giorni, che colloca Eliade più agli inizi di questo secolo letterario in Romania, che al volgersi del suo fine. Malraux scriveva a proposito del romanzo di Faulkner il Santuario che vi è l'intrusion du roman policier dans la tragédie grecque ... Anche nella prosa di Mircea Eliade c'è un romanzo poliziesco mimetizzato, ma l'intrusione avviene in maniera trascendentale, nelle ambiguità dei mondi sovrapposti, vivendo ed allargandosi tramite il segreto lavorio del mito. E poi, improvvisamente, in pieno esoterismo, un comportamento così laico, così umano ... Un intellettuale insigne, uno studioso delle religioni di tale fama come quella di Mircea Eliade, si avventura in un bordello-trappola come quello della sconvolgente novella Dalle zingare!. .. Qualsiasi altro studioso, anglosassone o tedesco, sarebbe inorridito solo a pensare a tale mancanza di convenienza. Sul piano artistico, c'è nella prosa di Mircea Eliade qualcosa di bizantino, tipicamente bucarestino. Un'arte sontuosa, dove pure il fango brilla ·come il bagliore delle stelle. Tutto questo nella prosa cittadina, poiché esiste anche un altro filone, fondamentale, molto antico, che si fa sentire soprattutto nei racconti che hanno per sfondo il villaggio, con i rituali ancestrali, le ubbie e le credenze: posto antico di incontri di miti asiatici e mediterranei, sul quale scese il cristianesimo. Ai piedi dei Carpazi si nasceva immortali grazie al dio Zalmoxis. L'immortalità era sorta spontaneamente nello spazio getodacico, fuori dalla storia o da qualunque indottrinamento religioso, come avvenne con altri popoli vicini. Nella novella Le fosse, un ufficiale tedesco, poeta e filosofo, nella tradizione herderiana, tornando dal fronte e mescolandosi con i contadini di un villaggio, che in piena guerra cercano un tesoro nascosto, esclama: «Ah, Romania, Romania! Che paese! Che stirpe! Da migliaia e migliaia di anni siete rimasti immutati. Si sciolsero gli dei, Zalmoxis vi ha dimenticati, ma voi siete rimasti come i vostri antenati vi hanno foggiati». E poi in tedesco «Schicksal! schiksal! destino, destino!. .. » E conclude «Al di fuori dei poeti nessuno vi capisce. Uno deve avere almeno una briciola di sfortuna per potervi capire ... » Mircea Eliade appartiene a quest'enigma; appartiene al permanere del popolo romeno attraverso le avversità storiche, appartiene cioè a questi europei mal collocati, se mi è permesso di dirlo: latini ·per. via della lingua, ma anche più antichi della lingua stessa, che si trovarono improvvisamente a parlare. Lo studioso di fama internazionale è il figlio legittimo di questo mitico spazio millenario, dell'inesauribile e fecondo colore ambientale. Egli ritorna sempre nei Carpazi, pieno di scienza, fascino, ma anche consolazione, trovando soltanto nella lingua dell'infanzia in cui scrive la prima opera su céntinaie di pagine, le infinite memd'rie cosmiche del suo primo giocattolo, il soldatino di piombo. Theodor Fontane Jenny Treibel Commedia grottesca delle crudeltà borghesi. Un classico. « Narrativa» Pagine 190, lire 25.000 Mario De Micheli Le circostanzedell'arte Dall'America all'Europa, fra personalità, avvenimenti ideologie e linguaggi. Edoardo Sanguineti La missione del critico Dante, Gozzano, Savinio. Il futirismo, il melodramma, il teatro, la musica, la critica. Georges Mounin Poesiae società Prefazionedi Alberto &niscelli Il pubblico, l'insegnamento, gli editori, i critici, i poeti. Chi uccide la poesia? ~Minima» il Mulino Norbert Elias Humana conditio Un messaggio di disincantato pacifismo del «grande vecchio» Elias, un appello alla solidarietà fra gli uomini nel paesaggio di una condizione umana assediata da violenza e guerra Il teatro italiano nel Rinascimento a cura di Fabrizio Cruciani e Daniele Seragnoli L'invenzione del teatro nella molteplicità delle forme spettacolari rinascimentali: il punto della ricerca storica Cari Dahlhaus Il realismo musicale La storia di un altro Ottocento: il seme del realismo in una musica romantica per eccellenza Michael Hamburger La verità della poesia òa Baudelalre • Montale L'essenza del moderno in poesia: cento anni di poesia occidentale néll'analisi di un critico-poeta ... ~ ...... c::s .!:; ~ l::l.. t'-... ~ ...... ~ I:! -~ b() t'-... °' t: ~ ~ - ce ::s '.:$-. ...______________ _, .c::s
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