Indice della comunicazione Trattsiulconsumdoimassmedia L a cartella diffusa dal Partito comunista italiano in occasione della sua Prima Convenzione sulle comunicazioni di massa, conteneva alcuni interventi, a documentazione dello stato dell'arte delle comunicazioni di massa nel nostro Paese. Tra di essi spiccava per interesse una vera e propria ricerca realizzata dalla Abacus: Sondaggio nazionale sulla fruizione dei mezzi di comunicazione di massa, committente la Direzione del PCI. Il campione di questa ricerca, costituito da 2.529 individui, è rappresentativo, per sesso, classe d'età e residenza, delle famiglie italiane. La prima domanda posta dal questionario della Abacus risulta propedeutica rispetto ai mass media; riguarda gli interessi delle persone, gli «argomenti» di cui parlano con gli altri. Al primo posto di questa classifica vengono i «problemi familiari» (66%), seguiti da «occupazione e lavoro» (61%), «cronaca locale» (60%) e dal tema della «salute» (53%). Nella ripartizione degli argomenti all'interno delle diverse categorie di intervistati osserviamo che fra gli anziani e fra le donne entrano in lizza anche i «programmi televisivi» fra gli argomenti di conversazione. Di cosa si parla di meno? Di «scienza e tecnica» (8%) «musica» (11), «turismo e vacanze» (12) e «economia e finanza» (19). Il 34% degli intervistati dichiara di leggere un quotidiano regolarmente e il 26% lo legge «spesso» I dex - Archivio critico de!Finformaz one (da tre a cinque volte la settimana). A leggere più spesso i quotidiani sono gli uomini con età superiore ai 25 anni, laureati o diplomati, che vivono nei centri urbani del Nord. Da questa indagine il quotidiano più letto risulta essere «la Repubblica» (20%), seguito dal «Corriere della Sera», (14). Tutti sotto il dieci per cento gli altri quotidiani. «Repubblica» è più letta da uomini con età inferiore ai 44 anni, laureati e diplomati e dagli abitanti dell'Italia centro-meridionale. Il «Corriere» presenta una lettura più omogenea per sesso ed età, ma è più diffuso nell'Italia settentrionale. La ricerca è quindi andata a verificare quali sono le notizie che interessano di più l'intero campione di lettori di quotidiani. La preferenza va alle notizie di «cronaca locale» (72%), seguite dalla «cronaca nazionale» (63), dalla «politica nazionale» (51%) e dallo «sport» (45%). Al settimo posto troviamo i «programmi televisivi» con il 33% di interessati fra i lettori dei quotidiani. A far salire l'indice di questo tipo di notizie sono soprattutto le donne e gli anziani. Rispetto alla connessione fra grado di istruzione e preferenza di genere si osserva che i laureati e i diplomati sono più interessati della media alle notizie di «politica internazionale» e di «scienza e cultura». Viceversa i lettori con grado di istruzione più modesto sono maggiormente interessati ai programmi televisivi. Sulle zone geografiche un altro dato interessante mostra come vi sia più interesse per la scienza e la cultura al Sud di quanto non ve ne sia al Nord, do.ve si predilige l'econoD'Annunzio ©David Levine (1973) Courtesy Studio Marconi mia e la finanza. Il 95% degli intervistati legge almeno un settimanale: il 57% si può considerare «lettore regolare». Il 36% dichiara di essere lettore regolare di settimanali di programmi radiotelevisivi; il 17% legge regolarmente settimanali familiari, e questi sono i due generi più letti. I settimanali radiotelevisivi risultano molto diffusi fra i sottogruppi. Gli argomenti di maggior »interesse sui settimanali: la «salute» (52%), la «politica e l'attualità» (48), le «interviste» a personaggi dell'attualità e dello spettacolo (48), e ancora i «programmi televisivi» (45 % ) . Sono gli intervistati con il titolo di studio più modesto che hanno un interesse prevalente per quest'ultimo tipo di informazioni. Il 43% degli intervistati dichiara di ascoltare tutti i giorni o quasi la radio. Naturalmente l'ascolto prevalente è al mattino presto, prima delle nove, ed è più diffuso tra gli uomini. La fascia successiva, 9-12 è più ascoltata dalle donne. In media si rileva che ciascun ascoltatore ascolta la radio per circa due ore al giorno, con punte maggiori per le donne, tre ore, e per i giovanissimi, da tre a quattro ore. I generi preferiti dagli ascoltatori di radio sono: «notiziari e giornali radio» (46%), «musica leggera» (40), « radiocronache partite di calcio» (24). La ripartizione fra i sottogruppi conferma quello che ciascuno può intuire sulle preferenze di uomini, donne e giovani rispetto ai generi radiofonici. L'89% degli intervistati dichiara di guardare regolarmente la televisione, contro 1'1% che non la Borsa, è una notizia vecchia» dice testualmente l'articolo. «Sin dall'inizio dell'epidemia di Aids, cioè dal 1981, si sapeva che gli emofiliaci corrono un grave rischio di contrarre l'infezione attraverso i derivati del sangue che devono iniettarsi periodicamente. Gli agenti della coagulazione che mancano nell'emofilia, chiamati dagli esperti fattore VIII e fattore IX, vengono estratti dal sangue di persone normali, concentrati, liofilizzati e somministrati agli emofiliaci [... ] Sino al 1984, quando si è scoperto il virus Hiv e il modo per neutralizzarlo, non c'era nulla da fare. Dall'inizio del 1985, però, in tutto il mondo la produzione di fattore VIII e di fattore IX prevede passaggi particolari che consentono di uccidere il virus Hiv, eventualmente presente, con il calore». L'articolo cita l'opinione di Pier Mannuccio Mannucci, vicepresidente della società mondiale di emofilia: «È incomprensibile che si scopra solo oggi questo fatto, ben noto a tutti e riportato in tutte le statistiche. La possibilità di contagio prima del 1985, inoltre, non riguardava solo i fattori di coagulazione prodotti da una casa farmaceutica, Bayer o altro, ma tutto ciò che si produceva nel mondo attraverso la concentrazione di sangue umano. Probabilmente il caso scoppia ora per motivi extrascientifici, legati a una prevista valanga di domande di risarcimento che si sta annunciando, soprattutto negli Stati Uniti». Informazioni analoghe vengono riferite anche da «la Repubblica». Su una base non troppo diversa, «La Stampa» giunge a conclusioni opposte: «eppure, come dicono i rappresentanti dell'associazione che raggruppa i tedeschi affetti da emofilia, tutto questo si doveva evitare. Lo ha evitato per esempio guarda mai o quasi mai. L'ascolto regolare della Tv è massimo fra le 20 e le 23 (79), ma è elevato anche fra le 12 e le 14 (49). I telespettatori del prime-time (20,30-23) appartengono a tutti i sottogruppi, con delle prevalenze rispetto alla media: quelli di età compresa fra i 45 e i 64 la guardano più dei giovani (86 vs 63) e quelli con un modesto livello di istruzione la guardano più regolarmente dei laureati e diplomati (83 vs 70), i quali sono sopra la media nella non-visione: 1'1,2% di questi non guarda mai o quasi la Tv. I generi televisivi prediletti dai telespettatori sono i «telegiornali» (68), i «film» (57), le «telecronache sportive» (32), gli spettacoli di «varietà» (28). Come si vede i generi prediletti non sono quelli «televisivi», sono tutti preesistenti alla Tv: informazione, film, sport e varietà vantano un'antica genia. I generi più propriamente televisivi, telefilm, quiz e telenovelas seguono distanziati. I telegiornali sono i programmi più seguiti in Tv, seguono, ma qui va tenuto conto del periodo in cui è stata effettuata la rilevazione (novembre '86), Fantastiço, Pentatlon, Drive in, Pronto chi gioca. Gli altri programmi sono tutti sotto il 20%, con buone medie per Quark economia (14%), che supera trasmissioni conclamate come Domenica in. La ricerca Abacus ha cercato di individuare anche un altro aspetto del consumo dei mass media, chiedendo su quali mezzi di informazione si trovano le notizie più interessanti, o meglio più adatte al mezzo stesso. Il tipo di informazione più la Behring, società farmaceutica del gruppo Hoechst. Fin dal 1981 la Behring sottopone il plasma, prima di trarne il concentrato da mettere in distribuzione, a una procedura che lo sterilizza. Nell'81 ancora non si parlava di Aids: ma il rischio che si cercava di scongiurare era quello dell'epatite virale. La procedura Behring, lo si è scoperto poi, elimina anche il virus dell' Aids. Ma c'era un inconveniente: il prodotto, già caro, con la nuova procedura costava ancora di più. E le mutue, accusano i malati di emofilia, troppo spesso sono reticenti a coprire i trattamenti più costosi». A questo punto, come ormai accade da qualche tempo nell'interazione fra scienze e media (specie in presenza di rilevanti interessi economici o politici), si entra in un banco di nebbia, dove il lettore e il povero analista dell'informazione debbono rassegnarsi alla propria ignoranza e alla propria incapacità di dirimere la questione. Si possono ammettere, infatti due ipotesi opposte: a) c'è uno scandalo clamoroso, di vasta portata economica ed etica; alcuni giornali si sono dimostrati tardivi e reticenti nel dare le informazioni sul caso. b) non c'è nessuna notizia e nessuno scandalo; tutte le notizie erano note da tempo; qualcuno ha «mostrato il caso» per motivi piuttosto torbidi, e alcuni giornali ci sono cascati. Confessiamo di non essere in grado di stabilire quale delle due ipotesi sia più attendibile. Ci limiteremo a notare che, nelle argomentazioni a sostegno dell'una o dell'altra si riscontrano affermazioni autocontraddittorie. L'articolo del «Corriere della Sera» ammette esplicitamente che sin dal 1981 era noto che il Fattore VIII adatto al quotidiano è risultato essere la «cronaca locale» seguito dall' «occupazione e lavoro» e dalla «politica nazionale». I settimanali vengono ritenuti adatti a veicolare notizie sulla moda, le vacanze, la salute. La radio è il mezzo più adatto per la musica, mentre la televisione è ritenuto il più adatto per lo sport, per la pubblicità e per l'attualità politica nazionale. L'interesse come si vede è molto diversificato e ripartito tra i mezzi, c'è da rilevare che però queste indicazioni che sembrano di «consumo» potrebbero essere specchio di quelle della «produzione». Cioè di fronte a un'offerta ormai ben caratterizzata il consumatore di mass media si è adeguato e adesso semplicemente presenta come forma di consumo quella che è la sostanza dell'offerta. Un'ultima domanda è stata posta agli intervistati. Cosa ne pensavano della qualità dell'informazione offerta loro dai mezzi di comunicazione di massa. Il riscontro è abbastanza critico. Il 71% degli intervistati è convinto che le notizie riguardino troppo il Governo e poco il Paese, la gente; il 62% ritiene che l'informazione sia «troppo generica». Rispetto alla qualità inoltre, il 48% degli intervistati pensa che l'informazione sia piatta, «tutti dicono più o meno le stesse cose». Sulle prime risposte circa il Governo e il Paese ci sembra vi sia molto suono di luogo comune; mentre la piattezza dell'informazione propinata ai consumatori d'Italia è un fatto, non più una semplice opinione. era un veicolo potenziale di Aids. Ciò significa che i produttori del Fattore VIII sapevano di mettere in circolazione un prodotto a rischio. È difficile conciliare questa proposizione, con quella che, fino al 1985, non c'era nulla da fare. Anche l'argomentazione de «La Stampa» è contraddittoria. Si afferma, da una parte, che fin dal 1981 la Behring aveva adottato una procedura «sicura», ma si ammette allo stesso tempo che la procedura agiva contro il virus del1 'Aids del tutto casualmente, poiché aveva tutt'altro scopo. Un articolo nel numero di marzo de «Le Scienze» corrobora la nostra convinzione circa gli aspetti contraddittori dell'informazione sulla vicenda del Fattore VIII. L'articolo (11 virus dell'Aids) è di Robert C. Gallo, colui che è a capo del gruppo di ricerca che, nel 1984, isolò il virus Htlv-III (ora noto come Hiv) dimostrando che si trattava dell'agente causale del1'Aids. Il racconto di Gallo conferma che, prima del 1985, era impossibile individuare la presenza del virus dell' Aids, e tanto meno eliminarlo dal sangue e da altre sostanze. Allo stesso tempo, conferma che il Fattore VIII era sospetto dall'inizio. Anzi, fu proprio dai sospetti che il Fattore VIII agisse da vettore dell' Aids che partirono le ricerche, che portarono all'individuzione del virus. Scrive Gallo: «Alla fine del 1981 [... ] un indizio su quale potesse essere il nuovo agente emerse dal fatto che alcuni emofilici si erano ammalti di Aids dopo aver ricevuto per fleboclisi un preparato chiamato ·Fattore VIII, ottenuto dal plasma di svariati donatori di sangue. Nella preparazione, infatti, il plasma è fatto passare attraverso filtri abbastanza fini da trattenere funghi e batteri ma non virus».
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