Alfabeta - anno IX - n. 95 - aprile 1987

Giornale dei giornali Fattore VtJA~fu;criil/l'm!,50 Bayer N on appena aperto il proprio giornale, i lettori de «La Stampa», mercoledì 18 marzo, hanno trovato accanto all'ennesimo titolo sulla crisi di governo una notizia insolita: Crollo in borsa per l'Aids; occhiello: «Bonn, un farmaco Bayer trasmetteva il virus». Per capire meglio di che cosa si tratta, bisogna ricorrere, come spesso accade nei nostri giornali, al cosiddetto sommario (molti grandi giornali stranieri si accontentano del titolo per enunciare la notizia); nel sommario si spiega che: a) la Borsa è quella di Francoforte; b) il ribasso ha coinvolto tutta l'industria farmaceutica; c) altre aziende, oltre alla Bayer, avrebbero venduto prodotti «a rischio»; d) su 6.000 pazienti 3.000 sarebbero stati contagiati in passato da farmaci infetti e 29 sono morti; e) i prodotti attualmente in commercio sono immuni dal virus dell' Aids. Il ·giornale riferisce che un portavoce della Bayer ha ammesso la sostanziale veridicità della notizia («è possibile che un nostro farmaco, un coagulante destinato alla cura dell'emofilia, abbia trasmesso l'Aids»), aggiungendo però che «il problema riguarda anche altre aziende farmaceutiche». La notizia, dunque, sembra solida e giustificata la collocazione in prima pagina. Per confronto, prendiamo il «Corriere della Sera» dello stesso giorno. La notizia c'è, in prima pagina (pur con un'evidenza inferiore a quella de «La Stampa»); un riquadro (Un medicinale ha potuto trasmettere I' Aids/Cade a Francoforte la quotazione della Bayer) rinvia all'articolo in pagina interna (Un farmaco prodotto con sangue infetto). L'articolo parla di «sconvolgente ammissione» della Bayer. Non tutti sono d'accordo sull'aggettivo «sconvolgente». Apriamo «la Repubblica». In prima pagina la notizia non c'è. Nelle pagine interne neppure. Passiamo alle pagine dell'economia: non si trova. Allora si prova con «Il Sole-24 Ore» che di mestiere fa il quotidiano economico. La notizia, infatti, c'è, ,ma è minuscola: poche righe nel «panorama» del giorno:( «Forte ribasso del titolo Bayer alla -Borsa di Francoforte in seguito alla voce secondo cui un farmaco anti-emofilia della società causerebbe l'Aids. La Bayer è scesa di 12,50 marchi a 202,50 trascinando al ribasso l'intero listino». L'ultima riga fa rizzare le orecchie: «La società ha subito smentito la pericolosità del prodotto». E la «sconvolgente ammissione» di cui parlano «La Stampa» e il «Corriere della Sera»? C'è un'interpretazione che salva capra e cavoli. La Bayer ha dichiarato che attualmente il prodotto non è pericoloso. In senso formale, la notizia del «Sole-24 Ore» è esatta. Ma è ambigua. Il lettore infatti, guidato dal vocabolo «voce» usato in precedenza, è portato a dedurre che la «voce» è infondata, dal momento che il prodotto in questione non è pericoloso. La curiosità professionale spinge a controllare il diretto competitore del «Sole-24 Ore», «Italia Oggi». Dopo un attento esame, si può concludere che la notizia non c'è. Per essere precisi, potremmo dire che la notizia probabilmente (al 99%) non c'è. Per avere la sicurezza assoluta occorrerebbe leg-'~. gere la copia riga per riga, dal momento che esiste la possibilità che si trovi all'interno di un articolo intitolato, poniamo, Verbali della Finanza sulle mense scolastiche. È un'eventualità remota, ma non da escludere. Nella nostra carriera ci è capitato più di un episodio di questo tipo. Nel complesso, il caso è abbastanza strano: una notizia di Borsa «fa prima pagina» in due dei maggiori quotidiani nazionali (non specializzati in economia), mentre viene radicalmente sottovalutata dai due quotidiani economici specializzati. In più c'è il totale silenzio de «la Repubblica». In tali circostanze, c'è una sola cosa da fare: attendere il giorno seguente e ricominciare daccapo. Un lettore qualunque potrebbe accontentarsi di rilevare alcune clamorose ammissioni e non del tutto a torto: i quotidiani vivono un sol giorno e i lettori non sono tenuti a istituire archivi per ogni notizia. L'analista, però, non può accontentarsi così facilmente; sa che le sorprese sono sempre possibili. Infatti, i giornali di giovedì 19 marzo hanno diverse sorprese in serbo. Questa volta l'argomento è trattato da tutte le cinque testate prese in esame. Il quadro delle opzioni, tuttavia, rimane quello del giorno prima. Chi aveva l'argomento in prima pagina «La· Stam-.. pa», «Corriere della Sera» ce l'h-a ancora; chi"lo aveva sottovalutato, si tiene prudentemente nelle pagine interne. .. b o «La Stampa» è più decisa nel seguire la linea del giorno precedente. Il titolo è esplicitamente accusatorio: Bayer, un contagio evitabile. L'occhiello rincara la dose: «Costava più caro produrre il farmaco senza rischi di Aids» (qualcuno, si fa capire, ha risparmiato sulla pelle degli emofiliaci). Il «Corriere della Sera» offre la prima sorpresa già nei titoli di testa. Accanto alla solita crisi di governo, leggiamo: Aids, è allarme negli Stati Uniti per le trasfusioni dal '78 all'85. L'articolo riferisce: «Venticinque-trenta milioni di americani potrebbero aver contratto il virus dell' Aids in seguito a trasfusioni di sangue [... ] la sezione statunitense della Croce Rossa ha rivolto un appello a queste potenziali vittime della mortale malattia affinché vadano dal medico e accertino con un semplice esame di laboratorio l'eventuale presenza di Aids nel loro sangue [... ] Per evitare il panico di massa è stato chiarito che dal 1978 ad oggi sono stati riscontrati negli_Usa 32.825 casi di Aids e "soltanto" 683 sono la conseguenza di trasfusioni». L'articolo non presenta alcuna connessione esplicita con il «caso Bayei:», ma chi aveva letto con attenzione gli articoli del giorno prima sa che il coagulante Fattore VIII, prodotto· dalla Bayer e da • altre aziende, ~ra un potenziale vettore di infezi_one proprio per- ~hé fabbricato con ..sangue «ri- --~: .. Jimmy Carter ©> David Levine (1977) ;·_.)'".' ~ 7 7 Courtesy Studio Marconi schioso», spesso proveniente dagli Stati Uniti («La Stampa» scrive in proposito: «gli Stati Uniti sono l'Opec del plasma: viene di laggiù la maggior parte di questa "materia prima". Ma in America i donatori sono retribuiti: e proprio per questo prevalentemente reclutati negli strati marginali della società, ove l'Aids è più diffuso»). 11 ramo tedesco della vicenda è trattat~ ~al «Corriere» a pagina und1c1,con grande evidenza (Aids: il farmaco terrorizza gli emofiliaci). La corrispondenza da Bonn inizia così: «È stata definita "una catastrofe peggiore" di quella provocata negli anni settanta dal talidomide, un prodotto farmaceutico che ha fatto nascere 2.847 bambini malformati». «La Repubblica» (pagina tredici) reca due titoli: II farmaco infetto scuote la Germania/Aids, l'industria sotto accusa e Anche in Italia sono tre le vittime del «Fattore 8». Il primo articolo spiega quali sono i risvolti economici della vicenda: «Dal tempo dello scandalo del talidomide, che negli anni sessanta fece nascere soprattutto in Germania migliaia di bambini malformati, esiste una legge che stabilisce la responsabilità oggettiva delle industrie farmaceutiche, anche quando non esista· colpa soggettiva, quando un prodotto provochi la morte e gravi conseguenze per le persone. Con una restrizione, e cioè che questa responsabilità esiste quando la società non ha preso sufficientemente in considerazione le conoscenze allo stato attuale della medicina». Ecco perché, prosegue il giornale, «le grandi case farmaceutiche tedesche tremano. Potrebbero essere costrette a spendere milioni di marchi per risarcire gli emofiliaci». Secondo «La Stampa» «sono in gioco migliaia di miliardi»: «nessuno ha smentito, ancora, la stima dello "Spiegel" sulla possibile entità complessiva dei risarcimenti: mezzo miliardo di marchi, circa 350 miliardi di lire. È la stessa cifra che ha fatto vacillare la Volkswagen, quando si è scoperta vittima di una frode valutaria per un ammontare simile [... ] essendo legato a imprese multinazionali, lo scandalo non può che avere una sconvolgente dimensione planetaria». La «sconvolgente dimensione . planetaria» dell'affare non turba troppo la flemma dei quotidiani economici italiani, e del resto neppure quella dei loro più autorevoli colleghi stranieri come «The Wall Street Journal» e «Financial Times». «Il Sole 24 Ore» annuncia in settima pagina, senza troppa evidenza: La Bayer sotto inchiesta a Bonn per farmaco contagiato da Aids. L'articolo suggerisce che il caso è cominciato il giorno prima («La Bayer ha ammesso ieri di essere oggetto di un'azione giudizia- .. ria per aver venduto farmaci antiemofiliaci che sarebbero stati infettati dal virus dell' Aids in epoca in cui non esistevano però mezzi per individuarne la presenza»). Con maggiore candore, «Italia Oggi», in un breve articolo in -quinta pagina (Aids: la Bayer concilia), scrive: «La notizia sembrava troppo mostruosa per essere vera. Il settimanale tedesco "Der Spiegel", aveva riferito lunedì. .. ». Lunedì era il 16 marzo; il ribasso alla Borsa di Francoforte è avvenuto martedì 17; «La Stampa» e il «Corriere della Sera» uscivano mercoledì 18 con le ammissioni del portavoce della Bayer. «Il Sole 24 Ore» e «Itali~ Oggi» freschi come una rosa, ntengono opportuno, giovedì .-19, fornire ai propri -,'-lll~ lettori il primo articolo sull'argomento. 11 candore di «Italia Oggi» si spinge ancora più avanti: «La cosa più sorprendente però è che, mentre la stampa internazionale ha dato ampio risalto alla questione, i quotidiani tedeschi l'- hanno pressoché ignorata. Tutti i più autorevoli (dalla uFrankfurter Allgemeine" allo "Handelsblatt" alla "Suddeutsche Zeitung") non hanno degnato di attenzione la notizia, pur di notevole importanza. Ieri si menzionava la faccenda con la parola "voci" e solo nelle cronache di Borsa». Esiste un'interpretazione degli eventi che darebbe però ragione a coloro che hanno mantenuto un atteggiamento «prudente» mentre ~ lv") inficierebbe le scelte di giornali ~ che, come «La Stampa» e il «Cor- .:; riere della Sera», hanno dato più ~ evidenza al «caso Bayer». t--... Lo stesso «Corriere della Sera», ~ sotto la corrispondenza da Bonn, ~ pubblica un breve articolo, dal ti- §, tolo II pericolo di quel medicinale ~ era conosciuto da tempo. Vale la pena di citare con ampiezza.- i:: ~ «La "bomba" del settimanale ~ ..C) tedesco "Der Spiegel", che ha fat- ~ to cadere i titoli della Bayer in ~

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