~ <::s I:! -~ 1::1.. "' ~ ...., ~ ·t §, ~ I:! ~ ~ ~ F e/trinelli ha pubblicato Il vincolo e la possibilità, di Mauro Ceruti, che raccoglie, interventi,. ar_ticoli, conferenze tenute in questi anni su tematiche appartenenti al dominio della Complessità e dell'Epistemologia Naturale. La rielaborazione cui questi lavori sono stati sottoposti produce un testo realmente nuovo, aperto a letture molto più articolate rispetto alle versioni presentate in sedi congressuali. In questi anni è andata sempre più definendosi un'area disciplinare legata agli sviluppi della Teoria generale fi,ei sistemi che ha spostato l'asse dell'indagine dai problemi di ordine essenzialmente «ingegneristico» cui si era approdati col soggiorno americano di von Bertalanffy. La Seconda cibernetica ha recuperato infatti il primitivo campo di indagine: la biologia con qualche tendenza all'indagine psicologico-cognitiva. Ancor più di recente si è iniziata una «nuova era»: quella della Terza cibernetica che non comprende solo i problemi del/'evoluzione biologica, del/'autonomia, del/'equilibrio e dell'irreversibilità ma focalizza anche l'attenzione sui problemi epistemologici suscitati dalla considerazione del ruolo e degli effetti generativi dell'osservatore nei procedimenti scientifici. Se nel dibattito tradizionale il ruolo del/'osservatore era indagato al fine di escludere soprattutto gli arte-fatti che distoglievano dai veri fatti, con la fisica quantistica si individuò il ruolo paradossale del/'osservatore che inevitabilmente interferisce con gli osservabili generando fenomeni. Tali fenomeni non possono essere rigettati allora come semplici artefatti di un campo idealmente sterile, ma devono essere sottoposti ad una indagine. L'osservatore genera dunque un sovrasistema di se stesso in interazione con l'oggetto di indagine venendo a costituire un dominio, un universo di discorso che potrà risultare più o meno condivisibile e praticabile. Questa area del procedere scientifico appartiene alla Terza ciberneVincoelipossibilità tica, oggi in forte sviluppo anche in Italia dove negli ultimi anni abbiamo potuto assistere ad iniziative interessanti ed a convegni come quelli della Casa della Cultura di Milano. Il vincolo e la possibilità permette una ricognizione di alcuni degli itinerari più significativi che hanno individuato quel/'ambito di indagine chiamato epistemologia naturale. Si tratta di una posizione originale che include nel discorso epistemologico non solo le tematiche più tradizionalmente ri- . tenute filosofiche, ma anche e soprattutto quei campi del sapere fino ad oggi ritenuti non pertinenti, come i risultati delle scienze cognitive, biologiche, evolutive. Un testo quindi in cui il paradigma del vincolo e della possibilità non solo viene individuato nei risultati di questi ambiti scientifici, ma anche porta ad una riconsiderazione della definizione stessa dei problemi del/'epistemologia e della costituzione delle conoscenze. Nel volume sono trattati i rapporti tra le conoscenze, il ruolo giocato dall'osservatore nel processo conoscitivo (a questo proposito viene sottolineato il fatto che l'osservatore genera, attraverso le sue operazioni, un sovrasistema). Anche il problema, la funzione e la definizione stessa di interpretazione sono esaminati nella prospettiva del costruttivismo radicale. D'altro lato i problemi della previsione, così importanti nella fisica classica e nella visione epistemologica tradizionale, vengono ristrutturati dal confronto coi risultati delle attuali reinterpretazioni del/'opera darwiniana in cui sono evidenziati la dimensione temporale e l'irreversibilità dei fenomeni come elementi costitutivi della nuova fisica rispetto a quella di origine newtoniana. Anche il problema del/'onniscienza ideale cui il ricercatore tende nella sua indagine e nella costruzione dei suoi modelli, viene riconsiderato Marco Casonato in una prospettiva storica e confrontato con le difficoltà consolidatesi nell'arco di questo secolo, che ne minano progressivamente il valore euristico e la funzione regolativa nella scienza. Le limitazioni della conoscenza sono indicate allora come serbatoio di ridondanza che rifornisce di vitalità la ricerca ed il sapere costruito sotto la spinta dei problemi e delle limitazioni dei punti di vista. Viene rigettata l'epistemologia della rappresentazione a favore di un costruttivismo che trasfor/;ia e reinterpreta il rapporto tra conoscenza e realtà e tra soggetto conoscente e oggetto di conoscenza. Non è più ricercabile quindi una rappresentazione scientifica di una realtà «esterna»: la scienza stessa crea secondo numerose strategie i fenomeni che poi sviluppa e indaga e perciò non può più dirsi neutrale.. L'epistemologia della Viability reinterpreta la relazione tra conoscenza e reale alla luce delle scienze evolutive, ma anche recupera quel contenuto di .umanità presente nel concetto e definipÌ.- le come «vivibilità». Le scienze evolutive hanno messo profondamente in discussione la nozione di adattamento all'interno di questo nuovo frame epistemologico; si mette in luce cioè il fatto che non esiste un adattamento «ottimale»: infatti molte specie diverse sopravvivono egregiamente con sistemi molto differenti di adattamento alla loro nicchia ecologica. L'adattamento si costituisce pertanto come un gruppo di strutture interattive vivibili per quel dato organismo nel suo specifico habitat. La nozione epistemologica di Viability, tra i suoi molti effetti a cascata, propone una' ridefinizione complessiva di una questione che da sempre accende gli animi agli epistemologi: la validità dell'interpretazione psicoanalitica. Nella psicoanalisi, sotto la pressione delle molte e annose critiche degli epistemologi, ma anche di psicoanalisti americani e italiani, si è andato costituendo un gruppo di posizioni originali che tendono a ridefinire radicalmente la natura stessa del procedimento analitico e quindi anche le tematiche riguardanti l'interpretazione. Vanno ricordati quei contributi che hanno sviluppato una articolata critica delle teorizzazioni psicoanalitiche impregnate di temi ottocenteschi e di presupposti metafisici biologizzati (la Metapsicologia) ormai estremamente vincolanti per la teorizzazione, ma anche per la prassi clinica e la ricerca. D'altra parte è stato proposto il concetto di «intervento analitico» al posto di quello di interpretazione riguardo alla dimensione della relazione analitica. L'intervento analitico può essere visto come parte interna di una interazione complessa tra due sistemi autoregolantisi in accoppiamento strutturale tra loro. Si tratta di una specifica e specializzata interazione umana dotata di una «identità» che viene specificata, mantenuta e promossa dagli elementi strutturali del setting e dalle regolazioni successive che si sviluppano in questo ambito secondo le successive fasi di trattamento: attraverso cioè interventi di natura diversa del terapeuta e del paziente, indotti reciprocamente e definiti transfert e controtransfert. Questa interazione è tale da permettere una sensibilizzazione del soggetto attraverso gli elementi del setting: il lettino, il contratto, la posizione del/'analista fuori del campo visivo, in grado di abolire molti aggiustamenti percettivi del soggetto e le regole dell'interazione verbale condivisa: processi che di per sé «difendono» l'identità delle persone. Si verifica quindi un accesso molto particolare ed una specifica permeabilità della personalità, in grado di permettere una sensibilizzazione ulteriore del soggetto fino a turbare gli strati più profondi della personalità. Come si può ben intendere, in questo contesto l'interpretazione (o meglio l'intervento analitico) risulta svincolata dai consueti problemi di verificabilità e falsificabilità tradizionalmente sollevati dagli epistemologi, in quanto risulta volto alla costruzione di una interazione complessa progressiva, al mantenimento di un accoppiamento strutturale, in grado entrambi di generare un sapere «vivibile» per il soggetto. Questa interazione complessa e la storia «ricostruibile» della vita del paziente, si pongono come rete di vincoli e possibilità che canalizza- • no la costruzione di questo particolare sapere «vivibile» nella vita affettiva e quotidiana. L'analista che interviene è dunque qualcuno che aiuta a riconoscere insospettate possibilità nella propria rete di vincoli: l'insight. Quanto accennato sommariamente non risulta importante solo per coloro che si interessano di psicoanalisi, ma offre anche un esempio, certamente scandaloso per i più tradizionalisti, di come l'abbandono di un ruolo essenzialmente normativo da parte della riflessione epistemologica, possa non solo stimolare nuove interazioni all'interno del sapere capaci di creare nuove conoscenze, ma anche prendere finalmente in considerazione quei processi che tradizionalmente rimanevano «aree franche». Mauro Ceruti Il vincolo e la possibilità Milano, Feltrinelli, 1986 pp. 167, lire 17.000 Churchill, Roosevelt, Stalin, Three at Yalta ®David Levine (1985) Courtesy Studio Marconi i L __ _L _ _JL_.L.l..l~!L __ _l_! ____ _:~__f2~~~-::_-c~~~"':• ~-'1.:.._~:_ _ __ L ____ _:~~....__:_:ì::~~t...1..-_J~~~~-~:..__L ___ _J
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