Cfr. Schede Traduzione. Bemporad per Novalis e per Omero Francesco Leonetti Ogni scrittore ha avuto un rapporto suo con Novalis. Anzitutto nell'adolescenza. Io mi ricordo che sostenevo all'incirca questo: la Diotima di Holderlin è pur sempre una moglie di banchiere con figliolette; invece Sofia rimane adolescente ... Con questa immagine di prime letture varie, leggo ora presso Giovanna Bemporad l'inno terzo (che è un Ur-Hymne del 1797) dove c'è il famoso volo di congiunzione mistica (qui è tradotta la redazione in prosa ritmica, una delle due novalisiane): «Un giorno che versavo amare lacrime, che in dolore disciolta svaniva la mia speranza, ed io stavo solitario presso l'arido tumulo che in un breve oscuro spazio chiudeva la forma della mia vita - solitario come nessuno era mai stato» [ ... ] Passo quindi a ricostruire, più sensatamente dei miei ricordi, la collocazione di Novalis nel saggio introduttivo di Ferruccio Masini: che sceglie come decisivo il luogo di Novalis su uno stato d'animo costituito di «indeterminate sensazioni»: «Pensieri e sentimenti specifici sono le sue consonanti. Il suo nome è coscienza. Della coscienza più compiuta possiamo dire che è coscienza di tutto e di nulla. È canto, una modulazione di Stimmungen, come quello, il canto, lo è delle vocali e dei suoni». Questo luogo fondamentale sul cogitare in senso emozionale e indeterminato (insieme a una fanciulla morte) è, come si sa, l'indicazione maggiore di vita-poesia che diciamo «romantica» (e quindi «neo-romantica»). Giovanna mi ha mandato anche il libro XVII dell'Odissea, di prossima uscita presso Garzanti, in tutti endecasillabi. Lo leggevo al liceo con Carlo Gallavotti, poi lo riebbi sotto mentre studiavo papirologia greca ... Ancora ricordi di gioventù. Vado a riscontrare subito il cane Argo a me carissimo e lo ritrovo molto bello: «tutto pieno / di zecche. Come, al fiuto, riconobbe/ che Ulisse gli era accanto, agitò forte/ la coda, entrambe abbassò le orecchie, / ma poi correre incontro al suo signore / non poté [... ] Ed ecco Argo alla nera / morte si arrese, appena ebbe veduto/ dopo venti anni Ulisse». Come è vero! la tensione ci tiene in vita, e se si appaga, e si può riposare, si può morire (così, infatti, ebbi l'infarto al ritorno dalla Sila originaria, dopo anni di assemblee e scontri). C'è il freudiano «al di là del principio di piacere»: che è la quiete, il ritorno all'inorganico. Giovanna mi diceva in automobile che cosa è oggi il dosaggio dell'endecasillabo, sul piano metrico evitando elisioni e altri affanni, insieme ai problemi di timbro: e lei fa questo, mi diceva, vegliando la notte. lo mi sono ricordato la mia passione giovanile classicistica per l'endecasillabo, poi in rapporto con Pasolini e anche con lei, passione condivisa, poi non sostenibile... Se non nella notte. È certo un esercizio supremo questa sillabazione su tre lingue; una, matrice morta delia nostra civiltà, l'altra deposito massimo del filosofare, e la terza appresa come prima, oralmente, per nominare. Novalis Inni alla notte. Canti spirituali Introduzione di Ferruccio Masini Tr. di Giovanna Bemporad Milano, Garzanti, 1986 pp. 123, lire 9.000 Otto Weininger Ubaldo Fadini È noto il legame che unisce Sesso e carattere (1903) al suicidio dell'autore: O. Weininger. Una volta pubblicato, il libro ebbe una risonanza praticamente nulla ed ottenne invece una tiratura elevatissima dopo la morte di Weininger, fino a raggiungere la 28• edizione nel 1947. A questo successo contribuì quindi il «suicidio metafisico» (G. Papini), compiuto, sempre nel 1903, nella stessa casa in cui C?ra spirato Beethoven. Dal momento dello «sparo nella nebbia» (M. Nordau), il pensiero weiningeriano restò inesorabilmente intrecciato con questo suicidio «fatale». Quest'ultimo atto può del resto essere considerato proprip come quell'elemento occasionale che, affiancandosi alla validità intrinseca dell'opera, ne agevola la consacrazione pubblica, stabilendo ciò che è «geniale» - in questi termini si esprime G. Benn, nel suo Il problema del genio (1930): «Si osservino ora un po' le nostre statistiche [... ]: allora ecco improvvisamente in piena luce il rapporto genio e follia, è vero che il portatore della genialità è degenerato, ma ciò non basta perché sorga il genio, è invece la collettività che compie la trasformazione in genio a causa della degenerazione, del suo fascino demoniaco, dei suoi tratti misteriosi». Questo «passo» benniano ci richiama la fascinazione implicita nel «demoniaco» che si manifesta - nell'immagine dell'artista «sacrificato» e ci ricorda anche come 11 nenti emblematici della cultura «viennese» e della sua crisi: L. Wittgenstein, K. Kraus, H. Broch, G. Trakl. In questi due testi si rielaborano alcuni dei temi principali dell'opera maggiore (ad esempio: la teoria sessuale e il particolare antisemitismo; a p 40 di Taccuino e lettere si legge: «L'odio verso la donna è sempre e soltanto un odio non ancora superato verso la propria sessualità»), ma essi indicano anche nuove linee di pensiero, un contesto di idee ricco ed articolato, che ha permesso a M. Cometa di collocare con intelligenza critica l'autore di Sesso e carattere in una tradizione di pensiero che ha le sue radici nel terreno fertile del primo romanticismo: «Weininger non fu infatti soltanto un alter ego di Freud o un Bachofen capovolto. In Weininger confluiscono e si riformulano, in maniera originale, modalità di pensiero che risalgono a Schelling (quale interprete moderno della Naturphilosophie mistico-teosofica), a Baader e che passando per Fechner e Lotze, i suoi maestri, vengono filtrate da Nietzsche e Bachofen e, scavalcandolo, giungono con esiti diversissimi sino a Ludwig Klages, Theodor Lessing, Oswald Spengler e su un altro versante a Rudolf Kassner o a Georg Simmel. Alludiamo a quella 'corrente calda' del pensiero tedesco (ma anche il famigerato Chamberlain o il raffinato Carlyle non vanno dimenticati) che inaugura, in opposizione alla 'dialettica' idealistica, una 'fisiognomica storico-culturale' mitologica e simbolica, in virtù della quale si sostituisce ali' 'astrazione' meccanicistico-oggettiva della filosofia della storia di tradizione hegeliana, l' 'organicismo naturalistico' del 'pensiero simbolico'» (pp. IX-X). Nel suo saggio introduttivo a Taccuino e lettere, Cometa insiste sull'appartenenza di Weininger ad una corrente di pensiero che preZI Opere I romanzi, le novelle, i saggi e le prose di un grande del Nove cento. Il volume è curato da Giorgio Luti. I Meridiani un'interpretazione dell' «esemplarità» del suo suicidio si sia spesso tramutata in una sorta d' «inquisizione» nei confronti della psicologia di Weininger, riducendo infine la portata estremamente significativa e stimolante delle sue tesi al •delirio di uno psicopatico, a delle allucinazioni prodotte da una forma particolare di «degenerazione». Ecco che allora la riproposta recente delle altre opere di Weininger - Delle cose ultime e Taccuino e lettere, pubblicata quest'ultima nel 1919 a cura dell'amico dell'autore: A. Gerber- appare motivata proprio dall'intenzione dei curatori di liberare l'analisi della produzione teorica weiningeriana dai pesi intollerabili di un esasperato «biografismo», al fine di sottolineare le ragioni complesse di una ricerca vasta e tormentata che ha notevolmente influenzato espotende di ritrovare un «piano generale» a cui ricondurre tutto ciò che è presente nell'intero universo. L'uomo è colto, in quest'ottica, come una sorta di «microcosmo», le cui qualità si riflettono sullo stesso universo, dandogli così una «misura»: questo vuol dire che l'uomo (il suo corpo e la sua psiche) ha in sé ogni «natura», che lo rappresenta «simbolicamente». Quella di Weininger è dunque una Symbolik che afferma il primato della psiche sulla natura, come già si sottolineava in Sesso e carattere, quando s'individuava proprio nel «genio» la «figura simbolica» per definizione, che ha in sé l'intero universo in quanto microcosmo vivente. E sempre in riferimento al «genio» deve essere letto il particolare insistere weiningeriano sulle nozioni di spazio e tempo, che si concretizza nella delineazione del- !' «emancipazione dal tempo» in nome di un «eterno presente» quale unico obiettivo degno dell'uomo. Spazio e tempo sono in Ìondo, a livello categoriale, quella polarità da cui derivano simb9licamente quelle «serie» che affollano le pagine weiningeriane (tempo-delinquente-animale-totalità-storia e spazio-nevrastenico-pianta-unitàgeografia), finendo per dar corpo alla loro singolare tensione, che è il risultato di un pensiero rivolto agli estremi, alle differenze. Ancora in Taccuino e lettere si legge: «Tutto il male è Uno, nel tempo e nello spazio» (p. 18). Otto Weininger Taccuino e lettere tr. di Michele Cometa Pordenone, Edizioni Studio Tesi, 1986 pp. 93, lire 10.000 Gli ~opuscola» del Sileno Giuliano Galletta Da qualche tempo, per le edizioni della Libreria Sileno di Genova, escono con alterna regolarità degli opuscoletti (uno strano «opuscola» sigla appunto la collana), da segnalare a quanti si interessano alle esperienze letterarie e artistiche, con una particolare attenzione per l'appartato. I testi sono curati da un Ufficio di Ricerche e Documentazione, piuttosto attivo su diversi fronti (pubblica anche una newsletter, di diffusione prevalentemente locale), che si è trovato al centro del dibattito sulle arti visive in Liguria. Ma vediamo di segnalare in breve di che cosa trattano i sei «opuscola» finora editi. Surrealismo e anarchia di Pietro Ferma, a dispetto del titolo generalizzante, si occupa soprattutto della collaborazione di André Breton e di altri surrealisti al settimanale anarchico «Le Libertaire». In appendice compare una lettera di Herbert Read all'autore. Ferma è un professore sanremese che insegna a Portland, dove, fra l'altro, ha organizzato tempo fa un convegno internazionale sull'anarchismo. Détour di Marco Ercolani e Lucetta Frisa raccoglie le sottili ed eleganti riflessioni critico-poetiche - a proposito di diverse opere letterarie e pittoriche - di due fra i più significativi poeti dell'attuale panorama ligure. Un autentico lavoro di scavo e di scoperta è alla base del fascicolo dedicato ai Disegni '60-'70 di Enrico Morovich, l'anziano scrittor fiumano (e genovese da un buon numero di anni) di cui proprio ultimamente si sta avviando l'opportuna ricollocazione nell'ambito critico e storiografico (anche «Alfabeta» ha avuto modo di occuparsene: si veda, nel n. 85 del 1986, l'articolo di Frediano Sessi Fedeltà al fantastico). Memoria della Borsa d'Arlecchino è la storia del primo esempio italiano di teatro-cantina-cabaret raccontata un po' amaramente (e con ragione) dal suo direttore, Paolo Minetti. La Borsa d'Arlecchino, prima in Italia, allestì fra l'altro spettacoli di Adamov, Ionesco, De Ghelgherode, Tardieu. Le lettere di questi, e di altri, sugli spettacoli, sono riportate in appendice. Notule di Giuseppe Zuccarino è il prodotto di un'intelligenza critica essenziale ed avara, che si esprime per frammenti talora brevissimi e si interroga con insistenza su alcuni temi, come quelli della critica, del commento e della • scrittura. Da ultimo è uscito Che cosa fu il Laboratorio Sperimentale d'Alba. Ne è autore Piero Simondo, che di tale Laboratorio (come pure delFurio Jesi L'ultima notte Racconto di vampiri e allegoria del1'oggi. Un messaggio dall'universo di Furio Jesi. « Narrativa » Pagine 144, lire 15.000 Joe Bousquet Tradottodal ·silenzio La scrittura di un metafisico amore. • BibliotecaIn forma di parole» Pagine 248, lire 24.000 Edoardo Sanguineti La missionedel critico Dante, Gozzano, Savinio. Il futurismo, il melodramma, il teatro, la musica, la critica. « Saggistica » Pagine 208, lire 28.000 Martin Lutero PrefazioniallaBibbia Accanto e attraverso il testo: un itinerario che ha trasformato la cultura occidentale. • Ascolta, Israele!» Pagine 216, lire 25.000 Giuseppe Angelini Gianni Ambrosio Laicoe cristiano La teologiadel laicato. Il fulcro del dibattito attuale. «Dabar» Pagine 304, lire 26.000 Jean Delumeau Leragionidi un credente \ Fede e cultura in 1un uomo a confronto con l'attualità. « Terzomillennio » Pagine 288, lire 16.500 John Langshaw Austin Come fare cose con le parole Gli atti linguistici nella teoria fondamentale del maestro. •Filosofia» Pagine 168, fire 28.000 Virgilio Melchiorre Corpo e persona Linee di fondazione per un'ermeneutica della persona. •Filosofia» Pagine 210, lire 28.000
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