Alfabeta - anno IX - n. 94 - marzo 1987

Il :pQemasonoro è: ça·+ça Se la poesia sembra infine uscire d~l ghetto; Se essa da parte sua accetta, ogni giorno più, le due caratteristiche di questa fine secolo: la tecnologia e/o la comunicazione di massa; Se dunque, sempre più spesso, di città in città, di paese in paese, si moltiplicano le Letture Pubbliche, gli Incontri, le Rassegne e i Festival di Poesia; Se il termine stesso di poesia si pronuncia ora apertamente, senza imbarazzo; Se si è liberato dalla sua connotazione polverosa di noia e di stranezza, oppure di sogno, ingenuo e sciocco; speculativo o dissociato; Se il Poema, da addormentato, nascosto, annidato nella pagina, è venuto a presentarsi con autorevolezza sulla scena; Se ha riconquistato a pieno titolo il suo diritto di cittadinanza; Se ha cessato di circolare per circuiti segreti e confidenziali, fino ad aprirsi al mondo, reintegrandosi nella società ... Ebbene! la Poesia Sonora (movimento nato negli anni 50, che da allora non ha mai smesso - per contaminazione, dischi, riviste, manifestazioni pubbliche di ogni tipo; dall'Europa all'America del Nord - di annettersi nuovi territori da scandagliare), la Poesia Sonora, SI! può vantarsi di avervi generosamente contribuito. Il suo campo d'azione è vasto e comprende strade parallele e strade intrecciate. A volte anche molto qistanti le une dalle altre. All'origine, scoprendo il magnetofono come nuovo mezzo di lavoro e di comunicazione, e in seguito allargandosi all'uso di tutti i mezzi elettronici e acustici possibili, Video e Computer, • ha sempre evitato di farsi contaminare dalla loro frequentazione. Al di là di questa varietà di mezzi espressivi esiste però un unico obiettivo: il desiderio dominante di rendere il testo 'pubblico'. Estrarlo dalla pagina scritta, dal foglio di carta, per riproporlo sotto forma di Azione, di 'Lettura', di «Performance». Di qui il ruolo decisivo del gesto, come della voce in chiave personale - con l'apporto dell'elettronica - divenuti vettori fondamentali di queste proiezioni di funamboli. Differenti tendenze, anche intrecciate fra loro, ne segnano la traiettoria: la prima nasce da Dada e Futurismo per prolungare nèl tempo e rendere ancora attuali (con l'uso delle ricerche tipografiche tipiche della Poesia Concreta) le ricerche fonetiche, dal sussurro al grido; la seconda associa la semantica abituale alle manipolazioni, rumori, assemblaggi permessi dal magnetofono, con il desiderio di esplorare e forse di scoprire un'altra dimensione testuale; la terza - quasi ai confini con il mondo della musica - tende a non conservare della voce - grazie all'uso radicale della macchina - che la sua grana specifica, vale a dire il materiale _sonoroche essa offre e di cui è costituita; - la quarta costeggia l'etnografia fino· alle origini della poesia orale; la quinta, ignorando il magnetofono, si dedica alla durata dei testi, magari già scritti o 'trovati', ma in verità destinati solo all'ascolto; - la sesta, al limite, potrebbe tendere alla pura azione (comportandosi nei confronti-della Poesia come a suo tempo Fluxus nei confronti della Musica). Ogni poesia ha la pretesa - magari senza riuscirci - di esistere nell'ambito del Suono. La poesia sonora potrebbe dunque presentarsi come una tautologia! Ma questa definizione ricopre oggi in tutte le lingue (Sound Poetry, Poésie Sonore, Laut Gedichte) la definizione sempre più precisa - al di là delle diverse correnti - di una poesia fisica, mente che ricerca, attiva e centrifuga, pubblica e tesa verso l'altro. In definitiva, mi pare che i criteri che seguono possano determinare l'appartenenza di un'opera alla Poesia Sonora, sia che incorpori o no elettronica: =-che abbia la coscienza lucida di doversi 'proiettare', non escludendo naturalmente il suo carattere ombelicale, purché abbia presente di essere 'pubblico'; che abbia con altrettanta lucidità la coscienza di dover riempire uno 'spazio' dato, aompletamente; e nello stesso tempo di doversi confrontare con la 'durata', l'uno e l'altra nuovi compagni complici del Testo (oppure dell'Azione); che sia 'agito', 'portato' dal poeta stesso, escludendo quindi ogni attore interposto; - che sia fisicamente assimilato, fino alla punta delle dita, perché rinasca, al momento della sua ritrasmissione, come per la prima volta in quell'istante; - che il testo, al di là del suono e della voce, al di là del fatto che sia ascoltato, diventi concretamente VISIVO. Così ritrasmesso, poema e testo diventano qualcosa di più di quanto non lo siano abitualmente. Si tratta naturalmente d_iparof e: un grido, un suono, un sussurro, un senso; ma si tratta anche dell'immagine che offrono di se stessi, che aggiungono e che finisce quasi ad appiccicarsi alla pelle, e che altro non è se non quello che 'imprime' - con il suo comportamento, e quindi i suoi modi di essere, gesti, voce, tensione, corporalità - il poeta stesso. A questo punto la poesia diventa: «ça + ça». Un tutto indissociabile. Un « + » visuale visibile insomma, proprio di ciascuno - a ciascuno di essi - è venuto - vfene a aggiungersi alla poesia sonora, al punto di diventare un complemento fondamentale, indissociabile dal suono elettrico nella sua sostanza. Il Poema Sonoro è dunque veramente «ça + ça». ~ ~ -C) Rotonda della Besana dal 25 al 31 maggio 1987 Con il patrocinio ~ del Comune di Milano <::i Cooperativa Intrapresa Ente Autonomo Milano Suono Mensile Alfabeta .9 ~· ] ~ §- "'

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