Q ualche mese fa, ci siamo occupati della cosiddetta CDROM, la memoria ottica inscritta in dischi molto simili a quelli dei comuni compact disc. Letta da un pennello laser, la memoria del disco ottico può generare testi, suoni, immagini (anche in movimento). Data la sua densità, essa promette di porre a disposizione degli utenti grandi quantità di informazioni a basso prezzo, rivoluzionando il circuito editoriale e la sua tecnologia, sostanzialmente ferma ai tempi di Gutenberg. Le «promesse» di rivoluzioni tecnologiche nella distribuzione delle informazioni, di questi tempi, vanno però prese con beneficio di inventario. Per risultare efficienti in un mercato di massa, le nuove tecnologie debbono subire diversi processi. Uno di essi, fondamentale, è la standardizzazione. Finché non emergerà uno standard industriale (hardware e software) riconosciuto da tutti, difficilmente le CD-ROM potranno essere collegate a un computer domestico in modo semplice e a costi contenuti. Un altro fattore da tenere in considerazione è la rapidità stessa dell'evoluzione tecnologica. Spesso, una tecnologia non fa in tempo a raggiungere la maturità perché il sopraggiungere di un'altra le • taglia le gambe. Nei confronti delche saperli costruire e far funzionare ... I 'colliders' gli abbiamo inventati noi, e da ben quindici anni li abbiamo quasi in esclusiva... Le collisioni materia-antimateria sono state realizzate al Cern nel 1981, e funzionano regolarmente da anni. Il corrispondente dispositivo al Fermilab, presso Chicago, ha emesso un piccolo vagito un anno fa e fino ad oggi non è ancora partito come di dovere. 'Collider interruptus' è stato chiamato scherzosamente negli ambienti scientifici. «E per finire la fuga in avanti, la proposta della supermacchina, il 'Superconducting Super-Collider' che Reagan vuol far approvare dal Congresso, del costo di sei miliardi di dollari, calcolato quando il dollaro valeva ancora duemila lire, che quasi certamente costerà il doppio e che forse entrerà in funzione intorno all'anno Duemila, allo scopo - dichiarato in prima pagina dal New York Times - di strappare al Cern la leadership nel campo della fisica subnucleare». Stando alla nostra ignoranza, Taubes potrebbe avere ragione e Rubbia torto, per quanto si tratti di una probabilità remota. Se ci siamo dilungati su questo episodio è per la messe di paradossi che esso implica. Se accettiamo la spiegazione di Rubbia, l'interesse malevolo di Time è esso stesso indice dei successi raggiunti dalla scienza fisica europea, e dalla scuola italiana in particolare. Il fatto è che lo stesso Rubbia insegna ad Harvard, ed è ben noto che, anni fa, fu l'Univer- ......,sità di Lecce a spingerlo verso !'al- ~ tra sponda dell'oceano rifiutando- .s gli una cattedra. Un altro premio ~ Nobei italiano, Rita Levi Montalr-.. cini, ha la doppia cittadinanza, ita- ~ liana ed americana, quando giunse e la notizia che il prestigioso premio ~ era toccato a lei e ad un suo colle- ~ ga americano, Le Monde fece un titolo in cui si diceva che il Nobel i:: era andato a due americani. Un ~ altro fisico di primo piano, Bruno ;g_ Coppi, punta di diamante della ri- ~ cerca sulla fusione nucleare conIndice della comunicazione Cartelaser Index - archivio critico dell'informazione la CD-ROM, il ruolo del guastafeste potrebbe essere giocato dalla lasercard o carta laser. Per molti aspetti, si tratta di una tecnologia simile. Le informazioni sono sempre «incise» e lette da fasci laser, come nella CD-ROM. Nella carta laser, tuttavia, il suporto è fornito da un semplice rettangolo di plastica, identico a quello delle comuni carte di credito. La carta laser costa poco (circa 3 dollari al pezzo) e contiene una massa notevole di dati. La versione sviluppata dalla azienda americana Drexler porta circa 2 milioni di caratteri, l'equivalente di 800 pagine fittamente dattiloscritte. Ma la canadese Optical Recording /ne. ha annunciato una propria versione, con una tecnologia leggermente diversa, che consente di condensare su una carta ben 200 milioni di caratteri, pari al contenuto della metà di una buona enciclopedia. Per quanto si basino su una tecnologia fondamentale simile, la CD-ROM e la carta laser hanno relazioni operative diverse con gli altri media. Ciò può avere ripercussioni notevoli sugli eventuali sviluppi delle applicazioni in campo editoria/è. La CD-ROM è imparentata soprattutto con i compact disc e con le industrie (Philips, Sony) che stanno cercando di sviluppare uno standard comune. La carta laser è una nuova arrivatrollata, insegnava alla Normale di Pisa e lavorava al MIT; risultato: gli è stat_a tolta la cattedra alla Normale con la motivazione che il Massachusetts Institute ofTechnology non è un centro di ricerca di livello internazionale ... Passando ad un altro campo, è noto che il •successo internazionale del rota che si propone soprattutto nel campo della moneta elettronica e della registrazione di dati personali (per esempio dati medici). In linea di principio, il successo dovrebbe arridere a un mezzo capace di unificare tutti i diversi tipi di memoria «domestica» su di un unico supporto, con un medesimo standard. In altri termini, una sola apparecchiatura dovrebbe consentire di ascoltare musica di.. alta qualità, vedere una videoregistrazione, leggere il contenuto di un archivio o di una collezione di testi ed immagini. Ciò, evidentemente, semplificherebbe la comunicazione e permetterebbe all'utente di evitare costosi raddoppiamenti di apparecchiature. Nella complicata ecologia attuale delle diverse tecnologie informative, però, molte pressioni vanno nel verso opposto. La tecnologia CD sembraya attestarsi solidamente nel campo della riproduzione sonora, dopo quattro anni dalla sua commercializzazione. Il compact disc pareva ormai avviato a rimpiazzare il tradizionale microsolco, conquistando una solida testa di ponte per le industrie che puntano su questa tecnologia. Ma nella primavera 1987 alcune industrie giapponesi (seguite ben presto dalla Philips) immetteranno sul mercato i DAT, Digitai Audio Tape. Esteriormente simili alle comuni «cassette», le cassette cio-economico e socio-organizzativo italiano. Fra i buoni risultati (almeno in senso relativo) dell'economia italiana negli ultimi anni e i successi italiani nel campo della scienza e della cultura i nessi sono quanto mai scarsi, se non sono addirittura negativi. Il successo, spesso, bisogna guadagnarselo manzo di Eco, Il nome della rosa, è stato decretato soprattutto da milioni di lettori americani. Maroon Black, 1958, olio su tela, 45 x 46,8 emigrando. È difficile, sulla base di questi esempi di non poco conto, ricondurre i successi di questi illustri italiani ad un background soPer quanto la fraseologia degli ultimi anni abbia messo in circolazione una retorica fuorviante sul- !' «azienda Italia» e sul «made in Italy», il denominatore comune fra le realizzazioni italiane nei vari DA T sono però registrate con una modalità numerica (digitale) e offrono perciò una qualità di produzione del suono molto vicina a quella dei compact disc. In più, offrono due vantaggi: costano circa la metà e consentono di. registrare i suoni, oltre che riprodurli. Le industrie discografiche hanno ingaggiato da tempo una battaglia contro i DA T. Sostengono, infatti, che la diffusione di apparecchi DA T ridurrebbe rapidamente la convenienza all'acquisto dei compact disc, che ciascuno potrebbe riprodurre comodamente, e gratis, a casa propria. Nell'ipotesi che i DA T finiscano per imporsi sui compact disc, la tecnologia dei dischi ottici subirebbe un forte contraccolpo anche in altri campi di applicazione. Perciò la convenienza della carta laser aumenterebbe notevolmente. L'immagazzinamento di testi ed immagini su carta laser porrebbe l'industria editoriale «in parallelo» con i servizi finanziari, piuttosto che con l'industria discografica e dello spettacolo. Beninteso, abbiamo tracciato solo delle ipotesi. Molte _altrevariabili dovrebbero essere prese in considerazione per poter formulare scenari attendibili sullo sviluppo di queste tecnologie. Un effetto probabile, comunque, può essere quello di ritardare la diffusione di massa di prodotti settori di attività ~i riduce a poco, non si lascia ricondurre facilmente ~ cause generali, a meno che non si voglia invocare qualche misteriosa entità genetica dell' «italianità». Se passiamo ad un altro piano, quello politico, il quadro si fa ancora più intricato. Prendiamo un recente articolo (20 febbraio) del Wall Street Journal sulle prospettive della politica italiana, Whether Craxi decides to go or stay, Italy is unlikely to notice any changes. Il succo della diagnosi è chiaro fin dal titolo: rimanga o no al editoriali su supporto elettronico. In attesa che si verifichi un assestamento «ecologico» delle varie tecnologie e dei vari standard di applicazione, l'industria editoriale vedrebbe incentivata la convenienza ad assumere un atteggiamento dilatorio nella scelta degli investimenti su nuove tecnologie. In altri termini: continuare con la cara, vecchia stampa. Ancora una volta, gli «ingorghi» tecnologici sembrano ostacolare il mantenimento delle promesse che la tecnologia, da due decenni, annuncia nei diversi settori della distribuzione di informazioni. La carta laser promette di riprodurre una enciclopedia su due piccole carte di plastica, con un costo di diecimila lire. Ma il tempo in cui questa promessa si realizzerà dipende da fattori ancora imponderabili. L'era della conoscenza a basso costo dovrà attendere per un po'. Come dice il titolo di Business Week, «per le carte a memoria ottica •affretiatevi e aspettate». Hurry up and wait for optical-memory cards Business Week 9 febbraio 1987, p. 61 Record executives are on pins and needles Business Week 16 febbraio 1987, p. 73 governo Craxi, l'Italia non noterà nessun cambiamento. Secondo The Wall Street Journal, «il governo quadriennale di Craxi ha visto sviluppare una delle più vivaci economie del mondo, ma Craxi stesso può attribuirsi pochi meriti. Molti fattori esterni, come i bassi prezzi del petrolio, hanno creato le condizioni per l'attuale prosperità italiana. Nel migliore dei casi, Craxi può vantarsi di aver fatto poco per impedire che l'economia del suo paese potesse trarre vantaggio da tali condizioni». Secondo l'articolo, l'attuale diatriba sulla staffetta (in italiano nel testo) difficilmente darà luogo a mutamenti politici di rilievo. «Questa situazione ha contribuito alla diffusa sensazione che i politici impiegano più te·mpo in manovre di potere e nel tessere complicati accordi che nel governare il paese». L'articolo del Wall Street Journal può sbagliare la valutazione dei meriti economici del governo Craxi o nella previsione dei futuri sviluppi politici; in ogni caso riflette bene la convinzione, spesso ripetuta nella stampa internazionale, che il funzionamento dell'economia sia, in Italia, largamente indipendente dalla politica del governo. Se tale visione fosse, almeno in parte, appropriata, ne uscirebbe rafforzata l'impressione che i diversi livelli della società italiana (economico, politico, culturale, ecc.) operino in un regime di virtuale indipendenza l'uno dall'altro. Paradossalmente, i campi in cui l'Italia ottiene i successi più notevoli e più fastidiosi per i competitori, sembrano essere proprio quelli (come nel caso della ricerca scientifica) dove le strutture del paese sembrano avere una scarsa influenza. Beninteso, non stiamo proponendo una schematizzazione sociologica. Ci limitiamo ad osservare che l'etichetta Made in Italy non garantisce né la qualità né l'omogeneità delle provenienze storiche.
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