,. L a sfilata di italiani illustri sulle copertine dei settimanali americani era cominciata poco prima di Natale, su Newsweek, con il volto barbuto di Umberto Eco, The Code Breaker. Il 16 febbraio, su Business Week, era la volta del presidente dell'IRI, Romano Prodi, la cui immagine era impegnativamente incaricata di rappresentare la ltalian Renaissance («Romano Prodi ha dato nuova vita all'IRI, la più grande società italiana a partecipazione statale. È il segno della convinzione con cui il paese aderisce al capitalismo e allo sviluppo economico»). Su Newsweek (sempre 16 febbraio) si torna sul classico con l'avvocato Agnelli, vecchio abbonato delle copertine anglosassoni; il titolo, Miracle Makers, «produttori di miracoli», non si riferisce però solo a Giovanni Agnelli: «Un decennio fa l'Italia era l'ammalato d'Europa. Ora è una potenza economica». Nel numero del 24 gennaio, The Economist pubblicava un articolo intitolato Italy's vita is now more dolce. «I britannici - scrive il settimanale britannico - pensano ancora agli italiani come ai loro parenti poveri: camerieri di Soho, baraccati di Napoli, contadini che lavorano la terra. In realtà, il 1987 sembra essere l'anno in cui l'Italia prenderà il posto della Gran Bretagna come quinta economia induGiornale dei giornali Ila Ila lndex - Archivio Critico dell'Informazione striale del mondo. Dal momento che i due paesi hanno una popolazione quasi uguale, ciò significa che l'Italiano medio è oggi più ricco del britannico medio». L'interesse della stampa anglosassone sembra essere attizzato soprattutto dalla vitalità dimostrata dall'economia italiana negli scorsi anni, ma non mancano segni di attenzione per altri campi, come dimostrano la copertina di Newsweek dedicata ad Umberto Eco e l'articolo che Time del 9 febbraio ha dedicato al premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia. L'articolo di Time, peraltro, non è propriamente lusinghiero ed ha suscitato, come vedremo, una polemica che ha avuto un riflesso anche sui giornali italiani. Il numero precedente di Time (26 gennaio) offriva altri due esempi in altri due campi. A rousing war of words è dedicato a La Repubblica e alla sua corsa testa a testa con il Corriere della Sera per il titolo di quotidiano più venduto d'Italia. Time sottolinea che Scalfari è riuscito a portare un nuovo giornale nelle posizioni di testa nel giro di soli dieci anni, puntando su un pubblico formato da «yuppies, comunisti, uomini d'affari e politici». In Italy: Aroma Arabica tratta invece un tema riguardante la vita materiale degli italiani, il caffè espresso e la vasta gamma di sfumature (sono citati il caffè ristretto, il caffè macchiato, il cappuccino chiaro, il cappuccino scuro, il caffè lungo, il caffè tiepido) con cui questa bevanda viene assunta nella penisola. L'espresso è un tema canonico, che sembra impressionare molto gli americani. Mesi fa l'autorevole The Wall Street Journal aveva consacrato a questo argomento un lungo articolo di prima pagina, ancor più dettagliato e analitico di quello di Time. Commossi da questa ondata di attenzioni, non sono mancati osservatori, da noi, che hanno creduto di scorgere in ciò il segno dell'irresistibile ascesa dell'Italia sulla scena mondiale. La questione merita, forse, una maggiore sottigliezza. In attesa che italiani e stranieri si adattino all'immagine dell'Italia come «quinta potenza economica dell'Occidente», potrebbe essere istruttivo considerare, più che gli elogi e le celebrazioni, le manifestazioni più polemiche e malevole. Potrebbero essere queste il riconoscimento, involontario ma proprio per questo più sincero, che il nostro paese ha acquisito, in questo o quel campo, un ruolo di rilievo, quindi ingombrante e fastidioso per i competitori. Tale è, ad esempio, l'interpretazione che lo stesso Rubbia ha dato del velenoso articolo dedicatogli da Time. How to win a Nobel Prize ( Come vincere un premio Nobel, numero datato 9 febbraio, p. 35) è un articolo insolito per più versi. In sostanza, si tratta di un condensato del libro di un certo Gary Taubes, Nobel Dreams: Power, Deceit and the Ultimate Experiment (Sogni di Nobel: il potere, l'inganno e l'esperimento finale). Con l'ambizione di analizzare i segreti meno confessati del mondo della fisica delle alte energie, il libro è, in larga parte, un pamphlet dedicato al fisico italiano che ha guidato il team del Cero di Ginevra alla scoperta delle particelle W e Z. Taubes ha dichiarato a Time che il signor Rubbia «ha fatto più errori di qualsiasi altro fisico dei nostri tempi. Egli ha alle spalle una storia di distorsioni e di esagerazioni dei risultati sperimentali». Più sinteticamente, in una intervista a Epoca, Taubes ha definito Rubbia un «imbroglione». Gary Taubes non sembra avere molti titoli, al di fuori di una laurea in fisica a Harvard, secondo Time; secondo Rubbia, che insegna a Harvard, Taubes «ha inutilmente tentato di ottenere una laurea in fisica a Harvard». Forse consapevole di ciò, Taubes cita a sostegno delle proprie tesi il parere di un «centinaio di colleghi di Rubbia», che rimangono però quasi sempre anonimi. Unica eccezione di rilievo, Sheldon Glashow (collega di Rubbia ad Harvard) che, secondo Time, ha defiAlfabetaperlacampagnabbonamenutitilizza indirizzaAriddressvit nito il libro di Taubes un «buon ritratto», esprimendo il desiderio che sia «letto da chiunque voglia entrare in questo campo». In seguito, Glashow ha smentito di aver rilasciato dichiarazioni che mettono in dubbio l'operato scientifico di Rubbia. «Perché l'autorevole Time Magazine che vende venti milioni di copie nel mondo intero ha ripreso questa roba, rilanciando la palla e rincarando quindi violentemente la dose?» si chiede Rubbia in un articolo apparso sulla Repubblica del 7 febbraio. La spiegazione di Rubbia è piuttosto interessante in relazione al nostro argomento, anche se l'Italia non è mai messa in gioco come tale. «La verità è che, nella ricerca fisica degli Stati Uniti, le cose vanno maluccio e che quindi, per una sorta di ingenua autodifesa, si cerca di trovare _acasa degli altri (in questo caso in Europa) un responsabile di ciò che di fatto è conseguenza dei problemi di casa propria ... Il fatto è che nella scienza fondamentale l'Europa sta marciando bene, a testa ben alta. Tutti i premi Nobel della fisica degli ultimi tre anni sono in Europa. Nel campo della fisica delle particelle elementari la situazione è particolarmente significativa. I 'colliders' dominano il campo, sono come i telescopi per l'astronomia: niente scoperte senza di essi. Tuttavia i 'colliders' bisogna an- ~ r..., c::s .s ~ ~ ~N~ ~ e fornitura indirizzi ~ di tutti i settori merceologici ~ • gestioneschedari E e stampa di lettere personalizzate ~ e etichettatura,piegatura via Bartolomeo D'Alviano 51 s:: e imbustamentostampati 20146 Milano ~ • confezionamentoin termoretraibile telefoni (02) 471227, 471232 i L-----------------------------------------------------------------------------'~
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