Sigmund Freud Letterea WilhelmFliess 1887-1904 Edizione integrale a cura di J.M. Masson Torino, Boringhieri, 1986 pp. 560, lire 65.000 Alle origini della psicoanalisi Giornata di studio Gabinetto Vieusseux Palazzo Strozzi Firenze, 30 gennaio 1987 A Ile Relazioni tra il naso e gli organi genitali femminili Wilhelm Fliess dedicò l'opera che pubblicò nel 1897 con l'incoraggiamento e per interessamento di Freud. Quest'opera parla del naso, come le altre scritte dal famoso otorinolaringoiatra e biologo di Berlino, ma quello che ci colpisce è il modo in cui, dopo il sommario e prima del primo capitolo, una pagina viene dedicata dall'autore a tratteggiare la collocazione centrale di quest'organo. Il naso ha in questa pagina un ritratto, e l'impronta che lo designa come la firma dell'autore del libro. «In mezzo alla faccia, fra gli occhi, la bocca e le formazioni ossee del cervello anteriore e medio, vi è il naso. Collegato allo spazio rinofaringeo, comunica con l'orecchio e la laringe. Ma la sua importanza non è dovuta solo ai suoi rapporti anatomici o alla sua funzione respirativa e olfattivà. In realtà, un legame importante lo associa all'apparato genitale, col quale intrattiene rapporti stretti e reciproci. Gli sviluppi che seguono dovranno render conto effettivamente di un tale legame, almeno per quanto riguarda il sesso femminile. E l'autore si appoggerà sulle proprie esperienze.» Scopriamo così che il Naso firma le opere di Fliess e che Fliess è il Naso. La pubblicazione dell'intero epistolario di Freud rispetto alle selezioni che se ne conoscevano ci permette di cogliere la vera natura del rapporto, e della rottura, che Freud ha avuto con Fliess. Si è sempre parlato di questo rapporto e di questa rottura in termini che potremmo dire interpersonali quasi a salvaguardare un possibile ritrovamento del!' altra metà del carteggio, quella tuttora mancante e andata perduta di Fliess, e a rispettare il posto vuoto dell'altro interlocutore. Dagli studiosi, a Fliess era stato riservato il posto dell'analista, ora silenzioso, di una mitica analisi originaria (Mannoni) o, più recentemente, quello del «testimone della mancanza di padre» (C. Traversa). Ma l'impressione che si ricava dalle fitte pagine delle lettere ritrovate di Freud, e dalle sue minur.-i <::! te, è che !'«apertura» di Freud ver- .s so il suo corrispondente sia stata ~ . e::.. tale in realtà da escludere quer--.. st'ultimo, fino al punto di tras,for- ~ ...... mare, al di là della dimensione trac sferenziale, uno scambio tra due ~ ~ soggetti in una dialettica quasi impersonale, in cui non ha nemmeno ~ senso ridare a Fliess, come tende I:'! Sulloway, lo spazio decisivo delle ~ sue idee: Fliess, il Naso, ci per- ~ mette di cogliere i primi tratti che ~ Freud pone alla forma dell'appaFreu eDarwin: l'eticadelleforme rato psichico. Il nome di Fliess non ha un peso nell'epistolario per quello che la persona di Fliess ha contato in fatto di amicizia, e tantomeno per supposte complicazioni di tendenze omosessuali, durante la vita di Freud. Queste lettere non sono infatti la traccia di un'esperienza trascorsa, ma questa stessa esperienza lavorata, manipolata e già trasformata in esperienza intellettuale ed estetica. In esse non dobbiamo cercare tanto un dramma umano quanto un dialogo platonico. E le tappe decisive di un processo di formazione, di una Bildung. DiaS rgio Finzi delle inclinazioni di Freud. La forma del naso, che è la forma destinata per eccellenza a individuare un profilo, una si/h'@uette, sembra prestarsi in modo del tutto peculiare a definire il rapporto del soggetto con il Disegno. Si tratta di capire se tutto ciò che fluisce, il tempo come le onde del mare o le onde luminose o il mare, la terra e le forme viventi, se il fluire stesso che in Darwin è il fluire della crosta terrestre e il modificarsi delle specie che la abitano e in Fliess è il fluire del flusso mestruale assunto come modello di tutte le manifestazioni della nascile àccettare le innovazioni proposte qualora si tenesse fermo che lo Stream of Variation, che il flusso di variazioni, è orientato, è guidato da un disegno superiore. A costoro Darwin rispose chiedendo se ritenevano che la forma del suo naso fosse stata voluta così, fosse stata cioè disegnata da Dio, e se sì se pensavano coerentemente che Dio si prestasse anche a imprimere nelle ossa nasali dei piccioni tutte quelle modificazioni di cui gli allevatori si avvalevano per produrre nuove razze. Il «nervosismo moderno» partecipa di questo grande dibattito stoSenza titolo, 1950, olio su pagina di elenco telefonico, 28 x 22,8 cm logo, Bildung, ruotano intorno a un'idea della bellezza che sta però, come vedremo, non a precisare un atto della creazione, ma a modellarne una forma etica. Sul versante di Fliess, il fulcro di i quest'idea è in una forma che ha il •privilegio di stare al centro del volto umano, che dunque vi fa parte, e che è la forma del naso. Ma se Fliess è il Naso, il naso è il disegno. È il centro infatti di una visione semplice e grandiosa che troverà infine espressione per Fliess nella formula della «costituzione bilateralmente simmetrica», un «disegno» dell'essere umano e •del corso della Vita (Der Ablauj des Lebens) dal quale principia (lettera 152) il distacco delle idee e ta, della costruzione e della decostruzione e fine del nostro organismo, si tratta di capire se un Disegno, Dio o la Simmetria bilaterale, comanda questo fluire e le anime che ne vengono trasportate con i loro pensieri e desideri, o se invece è dalla perdita di questo Disegno, più ancora dalla perdita della stessa capacità di disegnare (non dal perdersi in un labirinto ma dal perdere il labirinto ordinato del disegno), che sorge una diversa facoltà di formare e di formarsi. I ntorno alla questione del disegno, un grande dibattito ebbe luogo ai tempi di Darwin. A molti scienziati sembrava più faciriccre lo fa schierandosi per il Disegno. Che vi sia un disegno appare infatti al nevrotico, nel corso della sua analisi, come una questione di vita o di morte perché ove venga negato egli è messo di fronte al godimento del padre, il quale godimento colpisce, nel da- _re la vita, con la stessa cecità del fulmine nell'uccidere {ed è singolare che per confutare il disegno Darwin ricorra proprio all'esempio paradossale del fulmine tradizionale strumento della giustizia di Dio di cui è imbarazzante però •pensare che scelga le sue vittime). La credenza nel disegno appare come la più valida salvaguardia dalla psicosi. Ogni più piccola incertezza sul fatto che un disegno presieda ali' origine del soggetto può essere già sufficiente alla formazione di complicate catene di sintomi: come quella che lega Kafer, e la paura dei maggiolini, attraverso Marienkaf er, la coccinella (ma «sua madre si chiamava Marie») a Que faire?, due parole in un'altra lingua che, benché pronunciate prima della nascita e anche del concepimento del soggetto, dalla madre dubbiosa se sposare quello che poi sarebbe diventato il padre, tolsero al loro disegno d'Amore quell'assolutezza che sola avrebbe potuto sollevare il concepito dal regno, ancora seminale, degli insetti. È il fulmineo piccolo caso esposto alla lettera 152 della raccolta. E si capisce così perché un'ombra di ebraismo ricada sempre sull'analista. Questo 1·0 rende infatti, malgrado il suo essere contro ogni parvenza di elezione, garante e pegno di un certo grado di predilezione e di destino. «Se tutto è designed - nota Darwin in una sua lettera - certamente anche l'uomo ha da esserlo»: lo attesta la sua propria «coscienza interiore», solo çhe questa coscienza interiore è, Darwin già lo sapeva, una falsa coscienza, «a false guide» (C. Darwin ad Asa Gray, Down, Dee. 11, 1861). Clinicamente, il vantaggio cui il nevrotico mira, difendendo così il disegno, e che in qualche modo ottiene è di poter barattare ogni piccola concessione, ogni più piccola rinuncia al disegno appunto che dovrebbe presiedere alla sua vita, con un'equivalente misura di paranoia: se non è predestinato sarà incompreso, se una vocazione non lo chiama la sua grandezza trapelerà nella lieve depressione periodica o in punte di esaltazione. Ogni analisi è dunque una traversata del Disegno. E la guarigione si misura dalla dimissione di quel residuo della primitiva, originaria, abilità di disegnare, provata spesso da un solo disegno, che è la silhouette con tutta la straziante carica di nostalgia che si porta dietro per una produzione, per una creazione senza sforzo. D'un sol tratto. A opera degli angeli. Ma «dinanzi alla meta gli dei hanno posto il sudore». La questione del disegno riguarda dunque l'origine, nella sua faccia volta verso la psicosi, e la creazione, in relazione alla morte. Come la credenza nella «creazione continua» comporta la micidiale conseguenza di permettere la distruzione non solo di sempre nuove specie viventi ma delle stesse condizioni di continuazione del-' la vita sulla terra, così il riconoscimento che le specie muoiono, cioè che la sopravvivenza non solo degli individui ma delle stesse forme dell'Universale è affidata a una lotta che trae vantaggio da ogni variazione casuale, questo riconoscimento è il presupposto di qualsiasi vera creazione artistica o intellettuale. Solo rompendo col Disegno si diventa responsabili della vita delle Forme. «Una coppia di coniugi - racconta Freud nella lettera 199 - che possedevano un gallo e una gallina, decisero di celebrare una festa
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