I, del «nichilismo passivo» di cui parlava Nietzsche. Né può concludersi, come sarebbe facile pensare a proposito della figura della via eccentrica con una sia pur par.ados0 sale aftàmazione e aspirazione al «cenfro», come poteva essere ancora per i romantici. La «via eccentrica», come già Holderlin ben sapeva, è l'ellissi che descrivono certi corpi celesti, per esempio le comete, che pur riferendosi nella loro Bahn ad un centro (anzi a due centri!) nella loro fuga intorno al sistema solare consumano la loro coda, la loro bellezza. È questo tragico destino quello che più interessa a Masini, al di là e nonostante il riferimento ad un centro sempre più utopico o addirittura originariamente scisso. Per questo la via eccentrica è una via distruttiva, un percorso che consuma, un'ebbrezza, una danza - per usare due immagini care a Masini - che brucia nell'estasi ogni furore e ogni bellezza. Via eccentrica è dunque questo «gravitare» intorno al problema, alla problematicità del moderno con la consapevolezza che nulla ci è dato, e nulla si dà nella critica se non nello sfaldamento, nel gioco insensato delle orbite, nella danza dei pochi pianeti che si rivoltano nel nulla. Ma, si badi bene, in quest'ebbrezza dell'orbita eccentrica non v'è alcuna enfasi del nulla; ché questa sarebbe la massima sicurezza mistica e dunque costituirebbe una parodia di quell'essere che si è sfaldato. Questa pratica dell'ebbrezza - un tema che Masini sperimenta nel nesso BenjaminSurrealismo a cui è dedicato il saggio forse più den~o teoreticamente dell'intero libro - è creazione di uno «spazio immaginale assoluto» dove lo stravolgimento e la frantumazione del senso contribuiscono a creare «cristallizzazioni» radicalmente «altre», che, pur nella loro precarietà onirica (la «scrittura automatica» dei surrealisti ad esempio), rappresentano l'unica possibile riscrittura materialistica del reale. L'ebbrezza è insomma, all'interno di quell'itinerario profano che conduce il materialista all'«illuminazione» delle merci (cui Benjamin dedica tutto il Passagenwerk), quella sorta di «sospensione» onirico-mistica del reale il cui mondo immaginale, magari paradossale, funziona da «palinsesto magico» per interpretare non solo l'al di qua dell'estasi, il mondo in cui viviamo, ma anche, dal di dentro, le ragioni dell'Io e del suo corpo. Molteplici sono le traiettorie lungo cui si snoda quest'ultima scommessa «materialista» del pensiero di Masini, e molteplici potrebbero essere gli sviluppi teoretici di questi spunti, di queste figure. Di queste figure - ed è questo il pregio maggiore del libro di Masini - in cui si risolve e si dissolve l'enigma del Moderno. In questo, più che negli altri libri precedenti infatti, l'itinerario ermeneutico di Masini si svincola d'ogni posizione programmatica risolvendo nel gioco delle figure tutti i temi e tutte le problematiche. È questa la via «alta» del saggismo letterario; di un saggismo che non ha più bisogno delle stampelle e dei correttivi della storia letteraria o dei «dati» sociologici e non ha neppure bisogno di tesi programmatiche. Di un saggismo insomma che affida ogni suo destino, in.piena coerenza con quel che abbiamo detto .sulla necessità di uno «spazio immaginale assoluto», alla pura scrittura, al suo essere risolto in lettera piuttosto che irrigidito in spirito. È da questa prospettiva che si dipartono e si innescano i fecondi percorsi del libro: dall' «innocenza» tragica della marionetta kleistiana allo sproloquio suicida della passione nella Penthesilea; dalla «mistica» visionaria e distruttiva dell'Espressionismo alla «corporeità» della danza e dell'ebbrezza; dalla filosofia dell' «avventura» di Ernst Jiinger (di cui Masini si conferma ancora una volta attento interprete) alla «gnosi» paradossale della cognizione del dolore kafkiana; dall' «umanesimo» stravolto di Thomas Mann ai «palinsesti» di Walter Benjamin. È anzi questa figura del «palinsesto», tonalità dominante del pensiero di Masini, la chiave di tutte le altre. A tale «palinsesto», dopo che il nichilismo ha bruciato ogni possibile decodificatore, è affidato il segreto e il fascino dell'essere. Ferruccio Masini La via eccentrica Figure e miti dell'anima tedesca da Kleist a Kafka Casale Monferrato, Marietti, 1986 pp. 250, lire 21.000 Spinoza a Urbino Augusto Illuminati Gli atti dell'importante congresso urbinate su Spinoza sono stati raggruppati editorialmente in 5 sezioni tematiche: Questioni di teoria generale ( con contributi di R. Caillois, E. Giancotti, E.E. Harris, P. Macherey, W. Rod, G. Semerari, A. Tosel, S. Zac), Etica e antropologia (L. Balliu, P. Cristodello di ontologia della sicurezza, inteso cioè a legittimare e formalizzare le tecniche di rassicuramento prodotte dall'uomo al fine di superare l'insicurezza esistenziale, con una singolare anticipazione rispetto all'intuizione freudiana del carattere inevitabilmente repressivo della civiltà, il recupero che Tose! compie dell'antropocentrismo, espulso dalla teoria, nel campo dell'etica, dove l'appartenenza dell'uomo alla natura si rovescia nella prospettiva di appropriazione della natura da parte dell'uomo, nel contesto generale di una produzione di effetto di liberazione laddove anteriormente regnava l'effetto di servitù; infine la notazione fondamentale di "Zac sulla distinzione fra causa emanativa delle cos_e,ancora nell'ambito dell'idea tradizionale di creazione, e causa immanente. Nella seconda sezione è di notevole interesse epistemologico il saggio in cui Klever estende al modello logico spinoziano ciò che Matheron aveva già rilevato per il campo politico, cioè il carattere di automatismo meccanico, che esclude tanto la sovrastima della personalità umana quanto il pregiudizio positivistico. Nella terza sezione, dominata dalla discussione sul concetto di multitudo e traversata da frequenti riferimenti alle tesi dell'Anomalia selvaggia di A. Negri, spiccano gli interventi di Balibar, che anaLaGola3 Nuova serie Mensile del cibo e delle tecniche di vita materiale 84 pagine a colori, Lire 7.000 In questo numero: Moneta Conchiglie elettroniche Progetti archiviati Vetrine letterarie Ricette da Imola Abbonamento per un anno (11 numeri) Lire 70.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137 Milano Conto Corrente Postale 15431208 Edizioni Intrapresa folini, H. De Dijn, A. Deregibus, P. Di Vona, W. Klever, G.L. Kline, R.J. McShea), Teoria politica (E. Balibar, M.A. Bertman, E. Garulli, A. Matheron, P.F. Moreau, L. Mugnier-Pollet, J. Preposiet, M. Rubel, M. Walther), Tractatus theologico-politicus e rapporti con la cultura ebraica (E. Curley, H. Mechoulan, Y. Yovel), Biografia e fortuna (H.G. Hubbeling, F. Mignini, G. van Suchtelen). Particolare rilievo assume nella prima sezione il problema dell' «ateismo» di Spinoza, sul quale si pronunciano con diversa sfumatura Caillois, per cui l'impresa filosofica procede indipendentemente da qualsiasi assunzione su Dio ma la recupera come garanzia del senso totale della realtà e identificazione dell'esistenza concreta del divino con l'attività speculativa·, e Giancotti per cui l'attribuzione dell'estensione-materia all'essenza divina e la liquidazione di ogni ipotesi creazionistica a favore dell'immanenza causale della sostanza (nonché il rifiuto del Dio-persona, dotato di intelletto e volontà) segnano una rottura non solo con il Dio della tradizione cristiano-giudaica, ma anche con quello della tradizione filosofica, dalla Scolastica a Leibniz. Di notevole interesse anche le riflessioni di Semerari sullo spinozismo come molizza l'ambivalenza di Spinoza nei confronti delle masse e individua un processo unico nella costituzione dell'individualità e della moltitudine nell'immaginario, e di Matheron, che discute la scoperta spinoziana della circolarità tautologica tra funzione morale dello Stato e regno della virtù che dovrebbe promuovere ma che è anche sua condizio,e di esercizio; di qui lo Stato per Spinoza non è necessario per obbligare gli uomini guidati dalle passioni a vivere conformemente alla ragione, ma semplicemente risulta come conseguenza necessaria dal gioco stesso delle passioni, effetto «meccanico», non legislatore morale (quindi superfluo laddove si affermi la conoscenza e l'esistenza di terzo genere). Il saggio di Rube!, sui rapporti fra Marx e Spinoza si colloca sul versante opposto della lettura althusseriana che in vario modo ha influenzato Balibar, Tose! e in parte Matheron, valorizzando la continuità fra materialismo spinoziano e critica giovane-marxiana dell'alienazione. In un affascinante contributo della quarta sezione Yovel proietta infine Spinoza sullo sfondo della cultura iberica «marrana», riconducendovi non soltanto genericamente il dato biografico e la tendenza alla secolarizzazione che ne è uno degli esiti (e qui sarebbe stato interessante valutare anche i paralleli fenomeni del messianismo eretico), ma specificamente un insieme di caratteri comuni: l'eterodossia e il rigetto delle religioni rivelate, l'attitudine al linguaggio equivoco lo sdoppiamento di vita interiore ed esteriore e le connesse spezzature biografiche, l'ansia per la salvezza perseguita per vie diverse dalla tradizione e comunque non trascendentali. Proceedings of the First ltalian International Congress on Spinoza edited by Emilia Giancotti Ed. Bibliopolis, Napoli, 1985 Atti del congresso su Spinoza nel 350- anniversario della nascita Urbino 4-8 ottobre 1982 pp. XII-537, 2 tavole f.t. lire 65.000 Valéry, Lowith e la storia Elio Franzini Nel recente interesse che l'opera di Valéry ha suscitato in Italia, particolare rilevanza assume la traduzione, curata da G. Carchia, del volume che K. Lowith ha dedicato al pensiero filosofico valéryano. Come osserva Carchia nella nota introduttiva, questo libro, che è l'ultimo di Lowith, pubblicato nel 1971 poco prima della morte, è un suo vero e proprio «testamento filosofico»: appare infatti con chiarezza che la filosofia di Lowith non è un semplice rovesciamento dell'idealismo poiché la distruzione dell'orizzonte della coscienza storica da lui operata non è il risultato di una rigida e nostalgica separazione tra mondo classico e mondo cristiano bensì la frattura che oppone alla tradizione il tempo moderno, l'età della crisi e della secolarizzazione. È in tale contesto che si inseriscono le posizioni di Valéry poiché, secondo Lowith, l'artificiale, il regno della tecnica che colonizza la natura divengono qui lo spazio in cui la storia, che nella provvisorietà del moderno già si divora da se stessa, non è «rifiutata» bensì «collocata a distanza»: è nella crisi moderna di un'esasperata coscienza storica che il «provvisorio» della tecnica finisce, come ben osserva Carchia, «col riempire la possibilità che sembrava perduta per sempre di vedere l'eterno nell'uomo». In questo modo, compiuta la prospettiva storica e «recuperata» così la classicità della storia e l'eternità dell'uomo, Valéry appare il profeta di una «post-storia» che realizza nel «Fare» una «classica» conciliazione fra l'uomo stesso e la natura. È a tal fine che Lowith sottolinea gli elementi «asociali», «non umani», «angelici» nel pensiero di Valéry: tratti che indubbiamente appartengono alla sua prospettiva culturale (e che Lowith esprime con grande lucidità teorica) ma che tuttavia non la completano o esauriscono. Infatti, come dimostrano alcuni passi dei Cahiers, la concezione della storia ,di Valéry non è né univoca né unitaria poiché non sempre egli ritiene di essere giunto ai «limiti»della storia stessa e ad essa applica quei principi «poietici» propri all'arte, che garantiscono il carattere «mobile», non dogmatico né metafisico, di ogni prassi, disciplina o sapere. Valéry ricompone nella «forma purificata» dell'arte una «unità classica» che è paradossalmente considerata come l'autocoscienza dell'uomo moderno - un'autocoscienza che è tensione e non compimento perché nel fare è implicata per l'Io la possibilità della per, dita di senso, la lacuna di significato tra l'oggetto e la parola che lo designa. Un Io che vive le proprie aporie nella loro integralità, che, imminente: Hubert Jedin Storia della mia vita a cura di Konrad Repgen pp. 430 Morcelliana Via G Rosa. 71 - 251 21 Brescia Joe Bousquet Tradotto dal silenzio La scrittura di un metafisico amore. « BibliotecaIn forma di parole» Pagine 248, lire 24.000 John Langshaw Austin Come fare cose con le parole Gli atti linguistici nella teoria fondamentale del maestro. «Filosofia» Pagine 168, lire 28.000 Jean Delumeau Così io credo Fede e cultura in un uomo a confronto con l'attualità. « Terzomillennio» Pagine 288, lire 16.500 Giuseppe Angelini Gianni Ambrosia Laicoe cristiano La teologiadel laicato. li fulcro·del dibattito attuale. «Dabar» Pagine 304, lire 26.000
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