Alfabeta - anno IX - n. 93 - febbraio 1987

Conversazionaemai1tana Enrico Baj, Luciano Cap ile, Angelo Dragone, Carmine Limatola, Aldo Mondino, Gianni S ssi, Raffaele Troncone 117 dicembre si è inaugurata ad Amalfi, negli Antichi Arsenali, la terza edizione della Rassegna Internazionale Amalfi Arte, promossa dalla rivista «lapis/arte», patrocinata dalla Regione Campania e da/l'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Amalfi. L'occasione ha propiziato quelle discussioni che da sempre fanno lievitare le idee. Una di queste si è svolta in due riprese intorno a un tavolo, la prima volta in attesa di essere imbandito, la seconda lontano e spoglio di tentazioni e correlazioni gastronomiche. Gli intervenuti: un artista, Aldo Mondino; un artista nelle vesti di giornalista del «Corriere della Sera», Enrico Baj; un giornalista a tutti gli effetti, Angelo Dragone della «Stampa»; il «patron» della manifestazione, Carmine Limatola, in arte Ableo; l'architetto che ha curato l'allestimento, Raffaele Troncone; il nostro Gianni Sassi e il sottoscritto. Naturalmente, come succede nelle circostanze paraconviviali, e non solo in esse, il discorso è scivolato sovente al di là degli stretti binari della circostanza, divenuta pretesto per voli più ampi, per disamine generali, per lamentazioni e per qualche accusa. Luciano Caprile Enrico Baj Questa Rassegna Internazionale di Amalfi ha un precedente significativo: nel 1968 Germano Celant ha presentato ufficialmente qui !'«arte povera», sostenuto da Gilio Dorfles, Filiberto Menna, Tommaso Trini, Achille Bonito Oliva. Gli artisti erano Mario e Marisa Merz, Kounellis, Paolini, Pascali, Fabro, Anselmo, Boetti, Piacentini, Pistoletto, Zorio. Tra gli stranieri spiccava Richard Long. Nel 1984ha preso l'avvio questo nuovo corso proponendo i già citati Kounellis e Fabro accanto a Paladino, agli americani Haring, Scharf, Schnabel, Salle. Il 1985 ha evidenziato soprattutto i tedeschi Fetting, Hahn, Zimmer. L'esposizione s'avvale di uno spazio prestigioso dal punto di vista storico e architettonico. È quindi il caso di passare la parola a Raffaele Troncone. Raffaele Troncone Quello degli Antichi Arsenali è un luogo illustre, ha una forte immagine, tanto è vero che durante le precedenti due edizioni ho notato una certa crisi nelle opere in rapporto alle strutture, che a volte le sovrasta-· vano. L'ambiente unitario consumava la mostra con particolare violenza. Quest'anno ha prevalso quindi l'idea di creare delle interruzioni, delle camere, di modo che la lettura avvenga attraverso una serie di tappe. La proposta dell'attuale tema L'Arsenale, il Labora- °' torio, l'Artista, ha portato a solle- ~ citare l'impiego di alcuni tubi .s strutturali di acciaio: l'intervento è ~ tutto sommato il prologo dell'orr-.... ganizzazione formale della mostra ~ vera e propria. .9 Enrico Baj Quindi è una parte- ~ cipazione mediata dell'architet- :2 to ... ~ Raffaele Troncone Non è da ~ . sottovalutare 11 ruolo e la respon1::! sabilità dell'architetto nell'allesti- ~ mento di una esposizione. Ultima- .(:) ~ mente si sono avuti degli esempi - o::s significativi: valga il caso di Gae Aulenti a Palazzo Grassi per la mostra sul Futurismo. Enrico Baj Non dubito degli intenti che sono quelli di offrire un'unità e di far compenetrare o giocare lo spazio, ma l'architetto, oltre a imporre una certa visione della mostra, può sviarne molti aspetti. Si vedano certi allestimenti moderni che vanno dal Guggenheim di New York al Moma. Già negli anni cinquanta e sessanta a Milano, al Castello Sforzesco, noti architetti si sono impegnati a presentarci l'arte in un certo modo prevaricante: enormi putrelle, adatte a sostenere deile tonnellate, sporgevano dal muro magari per sorreggere una statuetta. L'ingombro visivo di questo ferro era incredibile. Luciano Capri/e Occorre distinguere un ·caso dall'altro: ad Amalfi molti artisti sono venuti a lavorare sul posto e pertanto, nell'ideare le opere, hanno tenuto conto dell'ambiente in cui queste andavano collocate ... Raffaele Troncone Qui sorgeva poi un'esigenza specifica, quella di schermare, di isolare delle preesistenti archeologie all'ingresso della mostra (lapidi, iscrizioni, stele) che sviavano l'attenzione. Angelo Dragone Mi sembra che lo schermo superiore, così leggero da lasciar intravvedere le volte a crociera, assolva molto bene la sua funzione: non elimina l'architettura, che è una cornice formidabile -rispetto a qualsiasi altro luogo dove la mostra poteva essere realizzata; d'altra parte i pilastri segnano delle cadenze, degli spazi che funzionano bene con l'adozione di queste strutture mobili. Gianni Sassi Tornando quindi alla mostra, la cosa interessante è che questa situazione, pervenuta ormai al terzo anno, è l'unica al sud che si impegni a documentare alcune tendenze dell'arte contemporanea. È un riferimento per gli artisti delle nuove generazioni che oggi trovano difficoltà a installare rapporti anche col mercato stesso. Qualcosa esiste nelle grandi città dove stanno nascendo nuove gallerie; anche alcuni artisti come Baj cercano dì far conoscere ciò che sta succedendo di stimolante. Questo è il primo aspetto significativo. L'altro aspetto importante è che oggi, non solo in Italia, si evidenzia una nuova generazione che esprime un'energia: non parlerei ancora di movimenti o di cose del genere. Trapela una vitalità di cui occorre prendere atto. Angelo Dragone Un altro esempio di rassegna annuale viene da Capo d'Orlando, in provincia di Messina, dove si è passati dai maestri del Novecento a presenze più attuali, magari senza raggiungere la punta avanzata che si nota qui. Questi giovani indubbiamente possiedono una particolare carica ... Luciano Capri/e A tal proposito la scelta è avvenuta per campionature •di artisti che agiscono in determinate aree e che evidenziano particolari caratteristiche. Chiediamo a Carmine Limatola, un accenno al metodo di selezione. Carmine Limatola Si è voluto cercare una misura •formalmente omogenea: per i nomi entrano in gioco particolari meccanismi. Alcune scelte sono scaturite da una serie di relazioni di stima culturale stabilita e consolidata ne_ltempo con rapporti e con precedenti esperienze. Per esempio il referente in Germania è Zimmer, che è stato nostro ospite, come rivista «lapis/arte», nel 1982. Si è quindi privilegiata una rassegna a rischio che punta su certi fenomeni, è il caso milanese della Brown Baveri. Registrati alcuni di questi fenomeni, li si fa incontrare. Ci sarà chi andrà bene e chi andrà male, ma alla fine conta la qualità di un certo tipo di manifestazione. Sotto il profilo della popolarità, della risonanza, è più facile vincere puntando su artisti scontati, di grido, ma facendo così non si mette insieme nulla di veramente stimolante. Luciano Capri/e Non a caso è stato chiamato un unico artista di «nome», Aldo Mondino, proprio perché egli rischia continuamente, rinnovandosi in una perpetua sperimentazione ... Aldo Mondino Infatti nelle esposizioni dove non c'è rischio ., non ci sono mai. Questa mi sembra una rassegna molto interessante, con presenze di prima mano. Mancano le accademie, mancano coloro che celebrano se stessi... Gli stessi lavori dell' «arte povera», oggi continuamente ripetuti, ci appaiono un poco scontati. Il movimento era nato da premesse opposte ... L'occasione di Amalfi è molto viva, un evento raro a vedersi. Si può tentare un paragone con la mostra organizzata da Corrado Levi a Milano, dove compaiono anche nomi importanti ma di cui sono state scelte opere poco conosciute, di altra epoca, non scontate, non ripetute. A questo punto vorrei aprire una piccola parentesi sulla mia attività. Quando ho deciso di lasciare l'«arte povera», ho fatto quella mostra dei «pesci» a Roma, un'esperienza limite ... C'era un pesce che usciva dall'acqua, toccava la terra e moriva. Significava il passaggio da una dimensione a un'altra. Non esisteva competizione: uscivano insieme, sembrava una gara, ma non vinceva nessuno perché tutti morivano. Il lavoro sul pesce è stato molto importante nella mia vita di pittore, lo si può considerare la mia iniziazione. Nella cultura egiziana il pesce con le gambe d'uomo è l'ideogramma dell'iniziazione. Ma dopo quell'evento non potevo continuare a ripetere i pesci all'infinito: è una condizione che si paga ... Enrico Baj È una bella presunzione la tua di voler cambiare, perché di norma non cambia niente né in pittura né in altri campi dell'attività umana. Gianni Sassi Qui si è parlato di coraggio, di mostra coraggiosa. In effetti questo è un evento singolare poiché noi stiamo vivendo un momento della cultura italiana dove il rischio non è contemplato, non è praticato da chi lo dovrebbe per mestiere. Mi riferisco ovviamente alla classe degli intellettuali. Per quanto riguarda strettamente le mostre, sono convinto, per tutta una serie di motivi di carattere storico, che ormai le esposizioni istituzionalmente riconosciute non sono più in grado di esercitare quella particolare attività di documentare in tempo reale le trasformazioni che si manifestano. Mi riferisco alla Biennale, alla Triennale, ai luoghi che dovrebbero riferire con tempestività ciò che succede nel campo delle arti visive. Il perché è inutile che lo affrontiamo qui, è legato a un uso strumentale di queste iniziative manovrate dai politici come organizzazioni di consenso. Detto questo, ci si aspetta che in altre situazioni, nel mercato libero, si esprima vivacità. Ma non succede perché anche il mercato ha le sue difficoltà, è privo degli elementi promozionali che inizialmente si identificavano con queste grandi esposizioni. Inoltre la critica si è un po' sedimentata su alcune posizioni di riferimento ed è poco disponibile ad avventure o a esperienze a rischio. Enrico Baj I giornali si dimostrano più disponibili delle strutture pubbliche se captano qualche fermento di cronaca interessante, che dica qualcosa ... Angelo Dragone È più facile far accettare l'archeologia che non l'avanguardia. Enrico Baj Devo invece dire

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