Alfabeta - anno IX - n. 92 - gennaio 1987

sterna, esso occupa nell'ordinamento e nella gerarchia dei sistemi in cui è inserito. Non l'atto di riconoscimento del tradizionale soggetto o io pensante sarà responsabile dell'informazione, ma il livello che un sistema occupa nella struttura dei sistemi, per cui quello che è rumore ad un certo livello (per esempio, cellula), potrà risultare un'unità di informazione al livello di organo (fegato, cervello). È per via della sua situazione sistemica e posizionale che il soggetto non è più uno specchio panottico, né l'autore di una rappresentazione onnicomprensiva, ma diventa l'elaboratore, nei termini delle costrizioni e delle lateralità - che costituiscono la sua chiusura organizzazionale ma che per ciò stesso garantiscono anche la sua identità - l'elaboratore, dico, di un circuito di messaggi nel quale esso si trova inserito. È precisamente in funzione di questa elaborazione performata da quei sistemi organizzazionali che tradizionalmente si chiamavano soggetti, che viene assestata la dimensione eminentemente costruttiva del sapere, di un sapere che, sia esso matematico, fisico, biologico o sociale, non esiste prima che venga costruito in conformità alle costrizioni del contesto sistemico. Ma, ancora, se la conoscenza è un processo che si costruisce nel contesto di una complessità, cioè a partire dalle lateralità, parzialità, squilibri, fluttuazioni e marginalità che sono costitutive di ogni sistema, allora la nozione di agente cognitivo deve esser~ liberata dal-_ lo schema epistemico tradizionale di un attore che descrive il mondo di cui non farebbe parte, per venire invece ritradotta nella nozione di un osservatore che fa parte della realtà culturale che descrive e la cui descrizione è contemporaneamente la descrizione che il soggetto fa di se stesso, e precisamente nel giuoco di un circuito in cui ogni concetto o predicato del 1 ° ordine è contemporaneamente un concetto o predicato del 2° ordine. Ed è questo giuoco a doppio circuito di concetti del primo e del secondo ordine a caratterizzare l'autoreferenzialità dei sistemi comunicativi e cognitivi. Il soggetto tradizionale, autocentrato e onnisciente, che pretendeva di esercitare un potere di dominanza cognitiva illimitata, senza margini e scarti, sulla base di un fondamento certo e inconcusso, è il risultato di un immane processo di rimozione che l'epistemologia ha operato tradizionalmente nei confronti delle proprie procedure costruttive, del suo stesso artigianato cognitivo. È solo per effetto di questa immane rimozione che l'epistemologia tradizionale poteva sia contemplare la scena di un soggetto che descrive un mondo del quale non fa parte in quanto agente cognitivo, sia legittimare una descrizione del mondo che non implicherebbe e non si porterebbe dietro anche una descrizione dell'osservatore, cioè la circostanza che un osservatore, mentre descrive un mondo, sta contemporaneamente descrivendo se stesso che descrive quel mondo. Ma se un osservatore, mentre mette in opera una descrizione, mette in giuoco contemporaneamente se stesso attraverso un circuito ricorsivo di concetti del primo e del second'ordine, cioè detto in altri ter- _ mini se non v'è possibilità di osservazione e di descrizione senza un evento di autoreferenzialità - per cui l'osservatore non può che riferirsi ad un mondo esterno, l'ambiente, ma la versione di quest'ambiente è anche un rimando al sistema informazionale dell'osservatore, è anche una eco della sua autobiografia sistemica e autopoietica - allora l'osservatore non può sottrarsi al compito di risalire la spirale di questo percorso ricorsivo nel quale ogni desc~ione di qualcosa è contemporaneamente la descrizione dell'osservatore che descrive. Qualora l'osservatore non si assoggettasse a questo compito ricostruttivo, egli sarebbe esposto a ricadere nelle fittizie assolutizzazioni e nelle sovranità epistemologiche che definiscono la nozione tradizionale di soggetto conoscente. L'osservatore deve quindi ricapitolare, nella descrizione del mondo che dà, la d<Micrizione di se stesso che descrive. È questa l'esigenza di una teoria della descrizione dell'osservatore, quale condizione della descrizione del mondo, che è stata posta da Heinz von Foerster. Ora noi sappiamo, e l'abbiamo visto sopra, che qualunque operazione cognitiva, ogni descrizione non è uno statico rispecchiamento di uno stato di cose operato da un soggetto indipendentemente dallo stato di cose, bensì che essa ha un carattere costruttivo e procedurale; che insomma un mondo è tanto descritto, scoperto, quanto è fatto e costruito. A questa costrizione dovrà allora essere assoggettata anche la descrizione stessa che l'osservatore compie delle condizioni del proprio descrivere. Per quanto possa sembrare paradossale, è invece una conseguenza logicamente linçare eh~ la descrizione dell'osservatore sia operata nei termini di quella costruttività che abbiamo visto sopra in azione nei diversi ambiti del simbolismo (matematico, fisico, biologico, sociale, psicologico). Diversamente, la descrizione dell'osservatore precipiterebbe - come è avvenuto nella filosofia tradizionale - nell'indagine mirata a recuperare quell'antefatto mitico del soggetto o io pensante, autonomo e autocentrato, che costituirebbe il fondamento assoluto, primario originariamente depositato come un decreto del fato dal quale discenderebbero tutte le sue imprese cognitive. E invece: anche la descrizione dell'osservatore, che è autore di descrizioni del mondo, è caratterizzata dalle elaborazioni costruttive delle condizioni sistemiche, posizionali, dei circuiti multidimensionali di messaggi nel cui giuoco è inserito ogni sistema, e dunque ogni osservatore. La descrizione dell'osservatore si dispiega come una procedura costruttiva che l'osservatore applica ricorsivamente a se stesso. Perciò una teoria dell'osservatore mette l'osservatore e le sue descrizioni in una sequenza nel corso della quale l'osservatore si configura come il risultato delle operazioni che si applicano ricorsivamente al proprio risultato. Inserito in questa procedura di sequenze ricorsive che si applicano a se stesse, cioè in un circolo di descrizioni di descrizioni di descrizioni... , l'osservatore non è destinato a recuperare prima o poi nel corso del tempo la sua origine, il suo primum o qualunque cosa che possa essere considerato come u_nfondamento, un decreto cha ha stabilito tutti gli svolgimenti successivi. L'osservatore è invece ingaggiato _in 11naspirale di desçriiioni di descrizioni con un'estremità aperta e inconclusa, che di tanto si estende per quanto è applicata la procedura costruttiva delle sue operazioni ricorsive. Questo dominio multidimensionale di descrizioni che l'osservatore sovrappone costruttivamente nel corso di un'iterazione infinita su di sé, sul sistema che esso è, corrisponde alla configurazione che F. Varela ha definito un «frattale», e cioè la struttura tipicamente complessa di un dominio cognitivo dal quale l'osservatore o soggetto può uscire tanto poco quanto poco può uscire dal proprio corpo e dal proprio sistema nervoso. La fondamentale conseguenza epistemologica e filosofica che discende da questa configurazione dell'osservatore è la sua impossibilità di afferrare sé in un punto terminale che sia il proprio antenato o l'antefatto primario della sua storia. O l'osservatore tace, non è nemmeno più un sistema in azione, o se invece intraprende la ricerca della propria originaria esperienza da cui tutto sarebbe successivamente disceso, anziché un confine, un limite assoluto nel quale finalmente riposare, egli in realtà mette all'opera una descrizione che genera un dominio di nuove dimensioni descrittive che si sovrappongono in un'iterazione infinita. L'autodescrizione dell'osservatore, come ogni tipo di descrizione, non delimita il confine dell'immagine, non assestala rappresentazione al suo esito finale, ma lo estende inevitabilmente in una recursione di descrizioni che generano altre descrizioni. Quando l'osservatore comincia a descriversi per afferrarsi e per fermare l'immagine di sé, egli sarà costretto nel corso del suo tentativo a mutare opinione e a rendersi conto che ciò a cui va incontro con le sue operazioni descrittive è un dominio di alta complessità. [ ... ] L'immaginari~fil~!Jla complessità LI incontro di Parigi L'ima- problemi e questioni legati all'os- pali finalità della scienza sia l'in- possa servire il discorso scientifi- piuttosto come sostituzione di una ginaire de la complexité, servatore. dividuazione del determinismo. co. Solo l'interazione può stabili- metafisica con un'altra. Ciò che organizzato dall'Istituto Per Morin .il problema della Gli interventi del matematico rive- re un consenso che dà luogo ad un tradizionalmente era considerato Culturale Italiano, scandisce una complessità è stato trascurato si- /ano la sua, ormai nota, ambiva- mondo esperienziale condiviso. opera di liberazione dalla metafisorta di passaggio «ricorsivo» nel stematicamente dai grandi episte- lenza nei confronti di un frame La posizione di Ceruti tende ad sica da parte di un approccio rigodibattito odierno sui problemi mologi ad eccezione di Gaston epistemologico cui ha contribuito includere nel discorso epistemolo- roso, può viceversa - ha proseguidella complessità. Infatti in Italia, Bachelard che lo ritenne un tema moltissimo con la sua «teoriadelle gico non solo le tematichepiù tra- to Giorello - essere considerato in questi ultimi anni, si sta orga- fondamentale; attualmente è pos- catastrofi». Infatti egli, pur aven- dizionalmente ritenute filosofi- come sopraffazione di una metafinizzando un ampio dibattito pri- sibile individuare, in una prospet- do recato scandalo con le sue tesi che, ma anche e soprattutto quei sica da parte di un'altra metafisima filosofico, poi tecnico scienti- tiva epistemologica «complessa», sui modelli delle trasformazioni campi del sapere ritenuti fino ad ca, anche se la natura umana porfico, attorno alle tematiche più re- antagonismo e complementarità nel mondo matematico, ha poi oggi non pertinenti, quali i risul- ta a ritenere metafisici sempre «gli centi della teoria generale dei si- tra pensiero empirico e razionali- trovato una posizione più morbi- tati delle scienze cognitive, biolo- altri», così da costituire una posisterni e del grappolo di discipline sta, e tra l'aspetto immaginativo da che gli permette di mantenere le giche, evolutive. Tutto questo por- zione ideologica. Una buona macorrelate. Testimoni di queste in- dell'impresa scientifica e la possi- sue radici matematiche senza av- ta a una ridefinizione dei proble- tematica generata da una posizioterazioni complesse tra studiosi bilità di verifica. La prospettiva venturarsi nelle interpretazioni mi de~'epistemologia e della co- ne metafisica risulta dunque struitaliani e stranieri sono stati i con- derivante dalla considerazione soft proposte da alcuni dei suoi stituzione delle conoscenze con mento fecondo in grado di gettare vegni e i seminari de La sfida della della «complessità»porta pertanto allievi e seguaci. l'inclusione dell'osservatore nel si- una rete teorica sui fenomeni a complessità, negli anni scorsi, ed ad un paradigma in cui il comples- Il premio Nobel Rubbia invece sterna osservato. Il discorso di Ce- differenza di posizioni rigoriste il recente convegno Physis-Abita- so, piuttosto che essere ridotto al non è entrato specificamente nel ruti ha ripreso anche un tema caro che talvolta possono rivelarsi stere la Terra, di cui viene dato il semplice, diventa il contesto in cui dibattito epistemologico limitan- a Morin: il vincolo e la possibilità, rili. resoconto su queste pagine. integrare il semplice. Per Morin dosi ad una trattazione generale concetti destinati a sostituire quel- Il congresso di Parigifinisce per L'incontro L'imaginaire de la non solo. il pensiero deve essere delle sue scoperte e dei filoni di li di caso e necessità che hanno sottolineare l'importanza della ricomplexité si è originato dalla controllato dalla logica, ma vice- ricerca attuali. Gran parte dell'in- visto la loro massima fortuna con strutturazione del campo episteconfl.uenza di due iniziative auto- versa anche la logica deve essere tervento è poi servito ad illustrare Jacques Monod. Per Morin infatti mologico. In questo secolo si è nome: Le défi de la complexité cu- controllata dal pensiero, l'uomo le caratteristichedel nuovo acce/e- la tradizionale affermazione che tentato a più riprese, e in vari ferrato da Edgar Morine Mauro Ce- infatti si trova preso tra l'aspira- ratore in via di costruzione che «il tutto è più della somma delle mini, di definire una voltaper tutruti, e l'incontro sull'Imaginaire zione all'onniscienza che stimola dovrebbe permettere al fisico trie- parti» deve essere integrata con la te i problemi dell'epistemologia e scientifique curato dal gruppo l'impresa scientifica ed i limiti stino sviluppi ulteriori del suo proposizione «il tutto è meno del- di identificare criteri univoci di triestino degli scienziati del- della conoscenza stessa. Tutto ciò programma di ricercaed una veri- la somma delle parti» in modo da scientificità. Ma questi criteri ci l'I.S.S.A.; all'interno di questa diviene un conflitto interno allo fica più approfondita dei modelli evidenziare il fatto che le intera- appaiono oggi limitati e vincolan- .s cornice si è svolto un fitto dibatti- stesso ricercatore il quale abbiso- messi a punto dal suo maestro Ab- zioni sistemiche nel momento in ti negativamente la multiforme ri- ~ to fra fisici, filosofi, matematici gna per il suo equilibrio creativo dus Salam, premio Nobel a sua cui creano nuove «possibilità», dondanza della creatività dei ri- ::: che ha sviluppato interessanti inte- dei vincoli postigli dalla limitatez- volta, che dirige il Centro Interna- contemporaneamente pongono li- cercatori. I problemi irrisolti, /un- ~ razioni disciplinari. za delle capacità umane e della zionale di Fisica Teorica a Trie- miti e vincoli alle capacità delle gi dal poter essere esorcizzati da ~ Gargani ha ripreso nel suo in- propulsione prodotta dalle aspira- ste. parti singole. scomuniche epistemologiche, o da ~ tervento alcuni temi che da tempo zioni divine. Secondo Ceruti l'epistemologia Giulio Giorello, proponendo precisi e univoci criteri di ricerca ~ va sviluppando in articoli e con/e- Il brevissimo intervento di D'E- va perdendo il suo carattere nor- un'idea di scienza legata allo svi- e di formulazione, ritornano im- ~ renze, tra questi l'idea kafkiana di spagnat è stato incentrato sul pro- mativo spostandosi verso l'indagi- luppo di modelli matematici, ha placabili e chiedono con forza ~ come il giudicare sia impossibile e blema della separabilitàdel reale e ne delle articolazioni tra i diversi dibattuto con Gargani, Morin, una epistemologia adeguata. Co- ~ paradossale. Questa visione viene dei rapporti di ciò con la micro- universi del discorso dell'impresa Ceruti sulla funzione dei presup- me ha ricordato Ceruti, l'episte- ~ estesa alle procedure costruttive struttura della materia indagata scientifica. Una teoria dell'osser- posti metafisici nella formazione mologo può contribuire alla «nor- ;g del sapere che si attuano nel cir- dalle innumerevoli ricerche vatore, che rinunci all'ideale di delle teorie. Infatti non appena ta- malizzazione» ed alla ratifica del- ~ cuito di codificazioni-ricodifica- odierne. un'osservazione che possa attuarsi li presupposti sono messi in di- le conoscenze come è spesso acca- ~ zioni in cui si muove il soggetto. René Thom si è invece posto in indipendentemente dal sistema os- scussione mutano i problemi af- duto, ma può creare.nuove comu- ~ § Ne~'ambito de~'epistemologia posizione critica rispetto ali'epi- servato, porta contemporanea- frontati; i mutamenti concettuali nicazioni tra le conoscenze, apri- - complessa tale rappresentazione stemologia della complessità, sot- mente ali'abbandono degli ideali non si caratterizzano cioè come re nuove possibilità di interazione ~ risulta appartenere al dominio di tolineando come una delle princi- di una logica neutra ed unica che eliminazione della metafisica, ma perturbativa nel corpo del sapere. ~ \--~--~ ........................................................................... ....,..,................... ...,..,......... .-...~._...-..~....... -~ ........ -~---.-...~---~--~ ................. ~~- ...... ~---~---~---~--~ ........ -~ ................... ~ ........ -~--.,...)

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