pagina 34 Laura Kreyder L'enfance des saints et des autres Essai sur la comtesse de Ségur Fasano-Parigi, Schena-Nizet, 1987 F ra le tante situazioni poetiche nate con il progresso e congiunte al mondo della tecnica, fra le tante suggestioni offerte alla fantasia umana dalla «macchina» che vive con noi, ve n'è una che, più di altre, pare comune a molti, percepita da chi ha un animo d'artista, come da chi non ce l'ha. È la poesia nata con la ferrovia, offerta in dono da binari e rotaie, da stazioni, scambi e vagoni: tutta quella poesia che, partecipe dell'archetipo del viaggio, trova nella locomotiva la sua forza creatrice e trainante, nella velocità la sua fonte di impressioni, e nella cornice del finestrino di un treno una possibile forma per esprimersi. Una forma per esprimere un mondo particolare, che l'occhio del viaggiatore, dietro ad un vetro, vede correre via, in continua metamorfosi, quasi uno schizzo di cose, perennemente nuove. È una poesia che nasce più dalla condizione stessa di chi viaggia, immobile nel movimento ed impercettibilmente cullato, che non dalla realtà dei mille stimoli che giungono dall'esterno. Visto, intravisto, presunto o immaginato, tutto quanto passa lungo il filo dei binari pare condurre l'osservatore molto dentro a se stesso, più vicino alle sue fantasie. Viene in mente la lama sottile su cui corrono, come su rotaie, le immagini della Prose du Transsibérien di Cendrars, tutti i suoi treni in corsa lungo tutta una vita, o il monologo interiore del protagonista della Modification che, nella notte di viaggio fra Parigi e Roma, ripete a se stesso, il proprio passato, rivive i propri ricordi, impara a conoscersi (B. Cendrars, Antologia lirica). Ma vengono in mente anche le prime reazioni al viaggio in treno, i primi pensieri «ferroviari>>- più prosaici che poetici ... - generati da treni-fanciulli ancora lenti, scomodi, rumorosi, probabilmente utilizzati da chi non poteva permettersi altro mezzo di trasporto. Nel 1848, infatti, John Ruskin scriveva che nulla è più contrario alla umana «disposizione d'animo necessaria alla contemplazione della bellezza», quanto le stazioni, i treni, gli spostamenti per ferrovia, che trasformano «l'uomo da viaggiatoI pacchetti di Alfabeta treno Anna B ttoni re a pacco vivente» (J. Ruskin, Le sette lampade dell'architettura, pp. 154-155). La noia, sempre in agguato, si insedia anche in questa condizione che per noi, uomini del XX secolo, si è incaricata, tramite la letteratura, di tanta suggestione. La noia del viaggio, nemica non trascurabile di tutto un popolo di «pacchi viventi» che, da protagonisti della nascente ferrovia, trovavano in essa forse poca poesia, e molto disagio. Antidoto alla noia più che il paesaggio, troppo lento a mutare e spesso avvolto in nugoli di fumo, la lettura: la lettura degli adulti, immersi fra le pagine di libri o di giornali, anti-contemplativi, per dirla con Ruskin; e la lettura dei bambini, «questi piccoli viaggiatori che la strada annoia, a volte, quando è lunga» (Louis Hachette, Presentazione della Collana «Bibliothèque des chemins de fer», in Laura Kreyder, cit., p. 24). Proprio per loro venne creata in Francia, nei primi anni 1850, una sezione nella «Bibliothèque des chemins de fer», collana con cui l'editore Hachette si assicurava il monopolio del mercato librario nelle stazioni ferroviarie. La sezione diventerà poi la celebre «Bibliothèque rose». Parte integrante del programma di Hachette, la scrittrice per l'infanzia nata all'ombra della ferrovia, l'autrice dei «romanzi rosa», fu una nobile signora di origine russa, perfettamente inserita nel mondo aristocratico francese del Secondo Impero e, non a caso, moglie del presidente del Consiglio d'amministrazione dei «Chemins de fer de l'Est»: la contessa di Ségur (17991874). Sulla sua vita e sulla sua opera (19 romanzi, una raccolta di fiabe, un manuale per l'igiene e la salute del bambino, varie opere apologetiche) è recentemente uscito un saggio di Laura Kreyder che, tra altre cose, propone anche di aprire un nuovo capitolo della storia letteraria intitolato: Ferrovie e Belle Lettere. Una signora che, all'età di 56 anni, prende la penna per scrivere libri per bambini, votati a segnare tutta un'epoca e più di una generazione di giovanissimi lettori, fa già caso letterario a sé. Ma l'universo fantasti- :eo creato dalla contessa di Ségur incuriosisce, a considerarlo attentamente e nel suo complesso, per una sua particolare ricchezza e per una forza di suggestione, che vanno al di là dello stupore per «il caso» rappresentato dalla sua autrice. Il bambino, innanzitutto. Il bambino, destinatario e contenuto del racconto, colto nel momento delicatissimo del suo affacciarsi sulla soglia della maturità: l'avventura, l'insieme delle peripezie che fanno «la storia», non sono altro che il passaggio dall'infanzia allo stadio adulto, l'iniziazione al mondo dei grandi, il momento doloroso e faticoso della perdita dell'innocenza, della sensualità, del desiderio di godimento fine a se stesso. È un avventuroso calvario, che percorrono bambini-martiri e bambini-santi, Cenerentola o Bernadette Soubirous, che imparano a loro spese come l'infanzia sia una malattia - una malattia necessaria - e l'educazione la giusta medicina. M a, lungo il calvario, pare che si muova anche Pinocchio, il burattino cui la fata buona e dolce dà la vita, quasi ricoprendo per una seconda volta la sua funzione di madre, diventando madre immaginaria di bambini scritti sulla pagina e raccontati. E dalla sua venerabile posizione di nonna, al vertice di una folta schiera di nipoti, la contessa di Ségur si fa scrittrice per realizzare, con i suoi romanzi, il sogno del ritorno a ciò che si è stati: doppiamente procreatrice ... e doppiamente bambina. Ed è in un'atmosfera da nuova maternità, e lungo un nuovo cammino infantile, che la contessa di Ségur crea: crea figure immaginarie, scrive pagine e pagine, «produce», quale maglia insostituibile e consapevole di quella catena quasi industriale, al cui stadio finale sta la vendita del libro. E i libri della «nQnna della Biblioteca rosa» si vendono; e con successo. A colpi di carta, penna e fant~sia, la scrittrice Ségur vince la propria battaglia contro la noia, in difesa dei piccoli viaggiatori, ponendo loro fra le mani storie belle ed edificanti, piacevoli e travolgenti avventure, lezioni di bontà. Una folla di piccoli eroi, portati a battesimo, in un certo senso, da un'operazione editoriale precisa e, ancora a monte, dalla nascita della ferrovia, di un nuovo modo di viaggiare, di un nuovo mercato librario. Portati a battesimo, se si vuole, da un'altra fata: non quella che dà loro vita, scrivendo, «HM» Alf abeta 103 ma quella che assiste al loro parto, la grande locomotiva che avvia la contessa di Ségur sul binario della scrittura, «la fée qui sanctionne sa venue au monde» (p. 33). E la locomotiva che, fra scoppi e strepiti, conduce a destinazione i suoi passeggeri, si assimila, quasi per incantesimo, alla fata che racconta favole dolci ai più piccoli di loro. Come la prima, lungo la linea dei binari, conduce il bambino alla meta del suo viaggio, così la seconda, la scrittrice, lungo la trama del racconto, lo conduce all'epilogo della storia narrata, alla fine dell'avventura infantile, alla conquistata maturità. Quanto veloci passano, allora, le ore della noia, se, immersi nel tempo «altro» della lettura, si bruciano le tappe del viaggio, ingannando il tempo reale, che, altrimenti, non passerebbe mai ... «Bien vite» erano trascorse, d'altronde, le due ore che Natasha, la giovane fanciulla, protagonista del romanzo seguriano Le général Dourakine, aveva vissuto all'ascolto delle avventure del principe Romane, il quale, durante il lungo viaggio da Gromiline, in Russia, fino a Loumigny, aveva intrattenuto i compagni di carrozza con il racconto della sua vita. La sua esperienza del dolore, dalla guerra polacca alla prigionia in Siberia, all'evasione, fino all'incontro salvifico con il generale ed alla collettiva fuga dalla Russia, può essere letta, a parere nostro, come figura stessa del progetto narrativo della contessa di Ségur, tale quale viene presentato da Laura Kreyder: come figura dell'avventura dolorosa, vissuta dal bambino per guarire dal male dell'infanzia. Qui è il principe che ne fa oggetto di narrazione, tessendo oralmente la trama di un romanzo e trascinando il suo pubblico nel tempo e nello spazio immaginari della sua personale memoria. Ma c'è un bambino che legge, e che vive, a sua volta, un suo viaggio attraverso le pagine del libro e lungo i binari della ferrovia: immerso, anche lui come i grandi, nella lettura, seduto al suo posto, forse a fianco del finestrino, su un treno. Mentre le ore passano, mentre Natasha, Jacques e Paul, o altri eroi giungono sulla soglia della maturità, la storia narrata rende indolore il suo tragitto ferroviario, lenisce la noia, accelera lo scorrere del tempo. lliglieHi clà visita ·.. Il piccolo Hans diretto da Sergio Finzi Verso una deftnizlone di ''nevrosidi guerra" Sul trauma: Sergio Finzi. Sul gioco: Sigmund Pfeifer. E saggi di F. Ferro, M. Ranchetti, M. Spinella, G. Gramigna, F. Rella A N T E R E M Rivista di ricercaletterariadiretta da Flavio Ermini e Silvano Martini via Cantarane 10, 37129Verona laboraloriopoaia (illustrazione e applicazione di tecnk:be poetiche contemporanee) con Franco Beltramctti, Corrado costa, Rita degli Esposti, John Gian~Armando Paiàlich e Tom Rawor\h. a Cusipe di Belluno: 1~27 apto a Venezia: 1-10settembre Varie Al servizio si ~de per abbonamento annuak. Da un minimo di 6 inserzioni a un massimo di 33 inserzioni. 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Systems editoriale, V.le Fama2osta, 75 - 20142Milano aut aut 217-218 Gennaio-Aprile 1987 Margini dell'Ermeneutica Vattimo - Ermeneutica come koinJ Gtulamer - Sul circolo ermeMutico Habermas - UrbanizzazioM della provincia heideggeriana Gadamer - Testo e interpretazione Ricoeur • «Logica ermeneutica»? Rorty - Di ltl dal realismo e anti-realismo Fish - Anti-professionismo Geertz - « Thick description» Derrida - Firma evento contesto Searle - Reiterando le differenze . Vattimo - Ermeneutica e società della comunicazioM . Dal Lago - ErmeMutica e scienze umane Fe"aris - Ermeneutica e epistemologia a cura di Maurizio Ferraris Stratep Quindicinak della comunicazione pubblicùaria/Agenzie/U~ntil Mezzi. Abbonamento annuo L. 5S.000 Pola Editrice. Ballllonia Mensile di culturae seduzioM gay, in t'dicolaa L. 3.500 Babilonia Edizioni .... Art La Prima Rivislll d'Arte d'Europa Ogni copia Lire 5.000 Abbonamento per 8 numeri Lire 30.000 Gaa-to Palld Editore Il Cebold 16 diretto da Ettore Bonessio di Tenet C.P. 7CT-116100GENOVA Abbonamento annuo lire 20.()()() Cobpldprima: Bonessio & Perrotta Coboldoccasione: Agosti, Bonessio, Perrotta Coboldimpero: Belleli, Frisa, poeti brasiliani Coboldarte: Beckman, Menegon Ibis: Bonessio, Collins, Cavallo, Consoli Milazzo, Perrotta Fogli di Informazione Documenti e ricercheper l'elaborazioM di pratiche alternative in campo psichiatrico e istiluzionale Nuova Serie n° 116 Abbonamento annuo L. 25.000; abbonamento sostenitore L. S0.000; abbonamento enti, associazioni, estero L. 35.000, da versare sul c:cp 12386512 intestato alla Cooperativa Centro di Documentazione, c.p. 347 51100Pistoia. per informazioni: Pozzi, Cannaregio, 4975 3(!121Venezia, tel. 041/89385 fine iscrizioni30 aprile 1986 Sottotracda arti visive, nuova danza, nuova scena trimestrale diretto da Marco Jannuzzi Abb. a 4 numeri L. 20.000, c:cp 5469200) V.le Carlo Felice 95 00185Roma Libri Jean François Lyotard D m11ro del Padftco traduzione di Nànni Balatrini Multblpla Edlzloili Corpo 10 Raccoglie alcune tra le pùl significative esperienze della scrittura contemporanea Via Maroncelli 12, 20154Milano Telefono 654019 Ferdinando Grossetti Contra-Cantica (pohie, sujet, écrilure) con epistola di Emilio Villa Lire 14.SOO - Inform.Tel. (081) 8987680 t'ratell Foraat - archiJetturesonore - Musica per ambienti, sculture sonore, sonorizzazioni di tutti i tipi, design acustico. 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