Alfabeta - anno IX - n. 103 - dicembre 1987

pagina 16 I pacchetti di Alfabeta Alfabeta 103 una stretta affinità con la musica di Stravinskij; de Chirico osserva che il «cubismo e il futurismo, i quali producono immagini più o meno talentuose secondo la capacità del pittore [... ] se trasformano e spezzano e allungano l'aspetto visivo degli esseri e delle cose onde offrire nuove sensazioni e far alitare sulle loro opere un lirismo nuovo, pure non riescono a transumare le cose rappresentate che pertanto rimangono chiuse entro la cerchia del senso comune». E alla fraterna ambientazione metafisica, pur nella ricchezza di apporti della vita musicale parigina di quegl'anni, risale la tensione della bitonalità di Savinio: nuovo e avvolgente spazio sonoro, sul quale la percezione è costretta a modularsi, in possesso di precise omologie strutturali con l'elaborazione dello spazio pittorico di de Chirico, nell'ambito dell'avvento e dello sviluppo della prospettiva centrale in epoca umanistico-rinascimentale, parallela al sorgere della polifonia e dell'armonia; fenomeni che tracciano un comune campo d'indagine. Se si analizza lo schema prospettico di molti fra i dipinti di de Chirico, ad esempio quello di Stanchezza dell'infinito (1913; raffigura una statua posta in una piazza che è cinta ai lati da due porticati) vi si scopre una pluralità di ordinamenti che si contraddicono l'un l'altro: a causa del conflitto tra due sistemi spaziali incompatibili la statua al centro del quadro sembra proiettarsi sul terreno piuttosto che appoggiarvisi sopra materialmente; i lati della piazza, che incorniciano la statua, si incontrano al di sopra dell'orizzonte. Se si sceglie il colonnato sinistro della piazza a base dell'organizzazione prospettica quello di destra dovrebbe sfondare il terreno; nel caso opposto, l'orizzonte viene a trovarsi sotto il terreno e fa scomparire nel nulla la parte sinistra del dipinto. La molteplicità delle linee di fuga comporta che la misura della profondità suggerita dai dipinti sia meno ottica che concettuale: l'ambigua definizione dello spazio costringe a un'interpretazione in cui l'osservatore deve scegliere tra comprendere le linee come un'indicazione schematica di profondità, o vedere un semplice concatenamento svolto su una superficie piana che non turba la continuità laterale della configurazione; la bitonalità di Savinio è udibile sia come sovrapposizione di due linee melodiche di per sé tonali, ma che alludono a una effettiva bitonalità e a un senso di «profondità» armonica, sia come scomposizione di una linea melodica nel suo «doppio», tramite una percezione puramente orizzontale. La strutt-ura bitonale, nonostante l'ampia prevalenza, non è però onnipresente; il nucleo espressivo delle composizioni è formato da estranianti frammenti «citativi», ossia brani d'altri autori, da Chopin a Musorgskij, manipolati e parodiati fino a ridurre o a elidere il senso posseduto nell'originario ambito poetico e storico: Stravinskij opera sul passato servendosene come un immenso museo di forme cristallizzate, Savinio lo rende un museo di immediati flash citazionisti, aperto al superamento del purismo cubista e poi neoclassico delle forme. Lo scarto di senso tra melodie citazioniste e cornici strutturanti bitonali è il medesimo che, negli scenari di deformazione prospettica della pittura metafisica, aliena gli oggetti che vi campeggiano (caschi di banane, giocattoli, cannoni, orologi, manichini) da un contesto spaziale unificante. Se nell'antichità classica lo spazio sembra vivere «a spese delle cose» perché non è avvertito come una realtà a sé stante capace di circoscrivere e risolvere la contrapposizione tra corpi e non-corpi, e nel Rinascimento l'impressione visiva soggettiva si razionalizza fino a permettere di costituire il mondo empirico a partire dall'osservatore, nella pittura metafisica permane la contraddizione tra lo spazio e gli oggetti (nella musica «metafisica» tra la bitonalità e la melodia citativa), non ricondotti a un comune denominatore prospettico e neppure alla funzione strutturante posseduta nell'arte antica; l'irrisolta e deformante tensione che oppone frammenti «citativi» e schema armonico è un emblema del tramonto della parabola storica dell'armonia tonale e della prospettiva centrale, nella loro forza di forme unificanti, assolute e razionalizzatrici. La rivalutazione di Savinio come compositore - in cui la disamina della struttura armonica rappresenta appena una delle questioni introduttive - oltre ad illuminare un capitolo ancora oscuro nella polivoca vicenda della Metafisica, permette di risalire alle origini estetiche del settore più radicale della musica contemporanea, comprendente, fra gli altri, Cage, Feldman, Kagel e Schnebel. Tali origini si sono spesso cercate nella «spazializzazione» della temporalità propria di Stravinskij e di Debussy: la considerazione del suono quale momento percettivamente irrelato ai successivi e ai precedenti eventi musicali consentirebbe di riscoprirlo come datità a-significante. Ma l'aver condotto alle estreme conseguenze la spazializzazione del tempo non implica il porsi alle fonti dell'estetica metalinguistica di Cage, bensì è il sintomo storico che, su ulteriori premesse, si possa superare il concetto di forma come tonalità organica e significante. Anche se dalla produzione di Debussy e di Stravinskij emergono elementi di indubbio valore per l'avanguardia del secondo dopoguerra, altra cosa è individuare il percorso di una specifica «tradizione» metalinguistica, che risale al dadaismo musicale di Erik Satie e - non per diretta influenza delle opere, ma per il valore profetico della sua poetica - alle composizioni «metafisiche» di Savinio. Durante una conversazione con Du- • champ, generosamente Cage gli ric,onobbe di aver già fatto nel 1913 ciò a cui stava lavorando in quel momento (1959): Duchamp rispose «Devo essere stato cinquant'anni in anticipo sul mio tempo». A lui e a Satie abbiamo il dovere di affiancare Savinio; anch'egli è alle radici della musica del nostro secolo e della sua immagine odierna. Bibliografia Alberto Savinio, Scatola sonora, Torino, Einaudi, 1977; Savinio musicien, Multipla_Records, n. 3-4, 1978, 2 LP. ( Un anno vissuto pericolosamente: testimonianze, lettere e interviste sull'applicazione dell'ora di religione nelle scuole il manifesto Sinistra indipendente A cura di Carmine Fotia e Emma Mariconda Con un'intervista a Luciano Guerzoni L'ORA ILLEGALE è reperibile presso le seguenti librerie: MILANO Centofiori, Clesav, Clued, Feltrinelli Europa, Feltrinelli Manzoni, Rinascita, Sapere, Unicopli; BERGAMO Rinascita, Ulisse; BRESCIA Rinascita, Ulisse; PAVIA Clu; MORBEGNO Intervento; CESANO M. IV Stato; LODI Del Sole; LEGNANO Atala; GALLARATE Carù; VIMERCATE Indice. Resto della Lombardia: tutte le migliori librerie servite dal circuito UNICOPLI tel. 02/421222 per informazioni. 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