pagina 14 riografica, la rivendicazione metodologica e strategica di una cultura politica alternativa al togliattismo, il crinale della politica unitaria di classe (nel presupposto di un partito-strumento, cioè di un rovesciamento del politicismo classico e di un recupero - marxiano - del primato del soggetto politico di classe sulla sua forma partitica). È noto infatti che la ricerca storico-politica di Merli ha individuato nel «socialismo di sinistra» di Rodolfo Morandi il nucleo centrale di un'elaborazione, il filo rosso di una linea insieme unitaria e alternativa, presentando lo stesso Panzieri come colui che più assimilò quella lezione di metodo per convogliarla, oltre le secche burocratiche del morandismo di apparato delle sinistre socialiste, in direzione di un nuovo modello teorico politico. Ed è altrettanto noto che questa interpretazione, sempre documentata con rigore filologico, smonta di fatto la tesi di un Panzieri fondatore della corrente operaista posteriore: l'esperienza teorico-politica dei «Quaderni Rossi», diretti da Panzieri, è in effetti il luogo di incontro e l'atto di nascita di una nuova cultura politica meglio nota come la «scuola della composizione di classe» e Panzieri stesso ne è l'iniziale promotore. M a per Panzieri_essa è l'originale punto di arrivo (oltrepassando in ciò la stessa lezione morandiana) di una ricerca che si è nutrita di apporti morandiani e di un ripensamento critico, interrotto dalla sua morte precoce, mentre l'operaismo, che pure si è richiamato a Panzieri come suo maestro, aveva già al suo interno degli elementi differenziali da Panzieri stesso, frutto di altre eredità e destinati a rivelarsi ulteriormente nella seconda metà degli anni sessanta e negli anni settanta. Anche la pubblicazione delle Lettere di Panzieri conferma la portata delle divergenze teoriche e politiche fra i «sociologi» più legati a Panzieri, i «selvaggi» (la linea del gatto selvaggio proposta da Negri) e i «politici» (il gruppo romano dei Tronti e degli Asor Rosa). La cultura panI pacchetti di Alfabeta zieriana del controllo operaio (che Panzieri stesso giudica come non una delle questioni centrali del movimento operaio ma la questione decisiva, come dice nella lettera a Libertini) è çonnessa a un 'ipotesi strategica di rottura rivoluzionaria e di autogestione; la proposta di Tronti («trasformare la prospettiva del crollo in una prospettiva di sviluppo») si configura invece come «una ripresa e uno sviluppo creativo dello specino» ma rifletteva uno scontro più profondo sulla linea politico-teorica. E non a caso Merli cita la lettera dell'agosto 1964 di Panzieri a Della Mea come testimonianza estrema, quasi alla vigilia della morte, di una fase di problematizzazione critica che ovviamente nessuno può dire in cosa avrebbe potuto sfociare e tuttavia segnala chiaramente un ripensamento di notevole importanza. Perché Panzieri, con l'espioLouis Antonio De Villena fico togliattiano nella tradizione terzinternazionalista», come rileva acutamente Merli (e del resto anche la successiva teoria trontiana dell'Autonomia del politico va letta come sviluppo «creativo» della tradizione politicista), così come l'intreccio di avanguardismo leninista e di sindacalismo rivoluzionario in Negri rivela altre origini e differenze. Sicché la crisi dei «Quaderni Rossi» non riguardava il dilemma «organizzazione sì o dere della crisi dei «Quaderni Rossi» temeva da un lato l'isolamento, con i rischi di deriva (verso la «setta intelligente» o verso il sociologismo) e cercava però di ridefinire il limite della sua stessa cultura politica, ripromettendosi in primo luogo di rivisitare criticamente il suo Morandi. Si veda l'accenno preciso alla «ipertrofia del concetto di Klask» (classe) e al rischio che ciò recuperasse quello che pure intendeva combattere. È questa ipertrofia, rileva Panzieri, Alfa beta 103 che ha portato Morandi a «una concezione acritica dell'unità» mentre il problema drammatico che si ripresenta, la vera lezione da apprendere è che «gli schemi falsi [... ] rimangono tali anche se la classe operaia li ha fatti propri». Merli utilizza questa citazione di Panzieri per problematizzare autocriticamente la propria passata lettura della «politica unitaria di classe» e individuare lo stesso cor.to circuito drammatico in Panzieri. L'ipertrofia del concetto di classe ricompare infatti in Panzieri stesso e nel suo modello, senza mediazioni di rapporto fra teoria e politica. Sicché da un Iato egli è lo straordinario organizzatore culturale che fino al 1955 tende ancora a «trasferire la linea politica del partito nell'attività culturale» (Bosio) ma riesce poi a elaborare la proposta più ricca e stimolante di uscita dallo stalinismo: dal convegno sulla libertà della cultura al convegno su Scotellaro, al dibattito su «L'Avanti» sui compiti della cultura di sinistra dopo il 1956, al confronto aperto con i «neo-marxisti» di «Ragionamenti» e di «Opinione», Panzieri critica la partiticità della cultura e ne riconosce le autonomie, non ancora gli istituti specifici. Il richiamo morandiano al partito-strumento gli sembra garantire una sorta di patronage verso gli intellettuali e tuttavia arriva a sfondare anche quello, teorizzando apertamente il ricorso agli istituti autonomi della cultura rispetto al partito e impegnandosi fuori e dento il Psi per questo riconoscimento di autonomie. L'intreccio senza mediazioni fra attività culturale e politica spinge Panzieri verso lo strumento più diretto, gli impedisce di fatto un riconoscimento di tempo lungo progettuale. Per questo dunque le Lettere di Panzieri costituiscono un'occasione assai significativa di dibattito, per il loro consegnarci in tutta la sua drammaticità l'eredità non risolta di una lezione, fino a individuare nel destino dell'intellettuale-politico Panzieri il punto più alto di una sperimentazione che tornava a porsi interrogativi di fondo. /'.,~ Editori ru uniti,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,., 1 ~ ~ ~ Armando Petrucci ,41E,:m2~3::!::m:i::!lm~tm::l~ ~~m:E!:a:::i:Z:m~=~ L'ITALIA ~ f. SCRIVERE E NO RACCONTATA r. '-" AnnandoPetrucci Politiche della scrittura e L Italia raccontata L Italia raccontata ~ r. Pagine scelte dal 1860 r. ~ Scrivere e no :?:!~betismo nel mondo ~=.:::mi ~=:~..:."91 al 1922 ~ f. Po/itid,edd/aJlrÌ/11/m,-Al&,1.,,;_ •llll'ìfiii!"iiiiiiii~iil a cura di Enrico Ghidetti r. --,--,•~ Funzione sociale, storia e f. ~ ~~~ f. r. .,,,,. futuri sviluppi di un Lire 25.000 ·-" antichissimo e potente ~ strumento di comunicazione: ~ r. la scrittura Pagine scelte dal 1922 r. ~ Lire 35.000 a oggi ~ r. a cura di r. ~ Gian Carlo Ferretti ~ r. Lire 25.000 r. ~ -~=~==.e.e.!!!! Una rilettura della storia ~ ~ -- -- :~~::::r1i\~~;~:{aese ~ r. __ AU,,,1ros EJ;,o,;&.,,;,; AU,,,tFro. ,J;toriRnoriJi invenzioni, testimonianze di r. ~ ~------------ iii-';;:.,.-- ...____________ ...., ...____________ _, scrittori fra i più celebri. ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ,IE.!!!l:!l!!!~m!!m:3i!'i.BBm•~ Mao Dun ,,C:.~E!::::::Z:m~:::::!.!:::::l::i:!!:~ Jules-Amédée Barbey ,c.==::::::::====!::::=:::::::::, ~ f. DISILLUSIONE d'Aurevilly f. f. MAODUN A....__Allols L'INDEMONIATA ,u1es11ar1,ey.rAuNY11y f. ~ ~~~~~8i;~-~ ~::::::ture di due ragazze Undramma r1avvero parigino li romanzo che Baudelaire L'indemoniata ', r. nella Cina degli anni Venti, ealtrimaonti giudicò un capolavoro. ''-" .~,.P~ ~~fii~ Ao.,odGldc:,~ , ,r. la loro amicizia, i loro amori Lire 22.000 f. Aamd~RiuJ in un romanzo essenziale e ~ scorrevole. : l ~ r. Lire 14.000 1 ~ I r. ~ ~---~ ~ ~ I Di<Biffu<Bionç Alphonse Allais r. f. UN DRAMMA ~ f. DAVVERO PARIGINO r. f. E ALTRI RACCONTI ~ f. Un'occasione per riscoprire ·-" f. '----=--....:...;..--' un autore dotato di uno r. '-" 4,..--- ' spirito umoristico __ f. I. '°"°IDOI"""' AU,,,tro,__...F.,/i.,,.;Ri1111iti sorprendentemente moderno. AU,,,1&roIisioriRiflJUli ~ ~ Lire 25.000 f. I I ,.,.,.,.,.,.,.,,.,.,,,,,,,,.,.,,,.,,,,.,,.,,,,.,.,.,.,,.,.,.,.,,.,,.,.,.,,,,,,.,.,,,,,,,.,,,.,.,.,,.,.,A
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