Alfabeta - anno IX - n. 102 - novembre 1987

Alfabeta 102 Eco. Secondo me esiste una attività onirica del computer, se intendiamo per attività onirica umana la rielaborazione secondo sequen- ·ze illogiche di brandelli di esperienza precedente. Alfabeta.Da dove vengono questi sogni? Eco. Quando scrivi un testo, e poi lo cancelli, o si perde da solo per qualche incidente, il computer, sul dischetto, cancella il testo logicamente ma non magneticamente. Cioè, quando il testo è cancellato e tu chiedi il dir i files che sono stati logicamente cancellati non appaiono. Però il testo cancellato in effetti esiste ancora. Ora, ci sono dei programmi speciali per recuperare i testi cancellati; quello che ho io si chiama Northon Utilities, che è un dischetto particolare che, come i raggi°x, va a guardare nella pancia degli altri dischetti, ti fa vedere graficamente tutto lo spazio occupato, e ti dà l'elenco sia di ciò che è conservato sia delle cose che sono state cancellate; e attraverso un'operazione puoi recuperare i testi cancellati. Ora, noi possiamo paragonare la memoria del computer a un tavolo. II computer tiene nella parte inferiore del tavolo, quella più vicina a noi, come dei blocchetti di carta o dei libri, che non sono cancellati e che tu puoi sempre recuperare. Quando qualcosa viene cancellato, è come se il computer posasse nella parte alta del tavolo, che non hai immediatamente di fronte, uno dei libri che prima stavano nella parte bassa del tavolo. E lo fa senza stare molto attento a dove lo posa: detto in breve, può anche appoggiare un libro sopra l'altro, cioè può andare a cancellare una cosa sopra un'altra cancellata in precedenza. Succede allora che quando recuperi delle schede cancellate, certe volte ti va bene e ritorni in possesso del testo nella sua integralità, e certe altre volte ti ritorna un misto puramente casuale di testi sovrapposti - che siano due, o tre, o quattro. Di solito, però, visto che sul computer scrivi sempre cose dello stesso tipo, e probabilmente Un testo da.Iraro/ascino alfa bis. 1 molti testi non congruenti fra loro e poi facessimo l'operazione di recupero. Probabilmente ne verrebbe fuori qualcosa tipo cadaveri squisiti o le parole in libertà. E potrebbe darsi che nascano anche due poetiche, la prima che prescrive di lasciare tal quale il risultato, l'altra che dice di fare dei piccoli interventi di amalgama. Storie di streghe e di spiriti , · infernali, di provvedimenti / e di pazzie durante / .. la pestilenza / del 1630. : . I ' . ' ' terza edizione Federico Borromeo LAPESTE DIMILANO a cura di Armando Torno RUSCONI su quel dato dischetto hai in memoria dei saggi relativamente omogenei, o addirittura lo stesso testo riscritto varie volte, il collage che risulta comprende cose congruenti tra di loro. Mi sono chiesto invece che cosa succederebbe se intenzionalmente si sovrapponessero brani eterogenei - un dialogo di Shakespeare, un pezzo di economia, una poesia, un racconto ecc; se cancellassimo Alfabeta. Siamo passati, molto freudianamente, dall'inconscio alla poetica. Ma una implicazione di questo discorso non potrebbe essere questa, e cioè che il computer forse non ha una coscienza ma sicuramente ha un inconscio? Eco. La differenza sarebbe però che, mentre nell'inconscio umano c'è una logica e una retorica, il computer sovrappone i testi in modo puramente casuale. Ma immettendo un altissimo numero di testi e provocando un altissimo numero di cancellature, e quindi un altissimo numero di reimpasti, può darsi che a misura statistica venga fuori una logica, tale da farci sospettare addirittura che quella che noi pensiamo sia la retorica dei sogni risulti da un fenomeno di sovrapposizione che per ragioni statistiche segue delle grandi costanti. Questo esperimento, più che confortare le teorie psicoanalitiche, colonizzando il mondo dei computer, finirebbe per farle vacillare. Un'altra scommessa potrebbe essere invece trattare il computer come un inconscio umano e volerne poi trovare a tutti i costi la logica retorica. Quando nell'inconscio umano si pone il rapporto Herr e Signorelli, si trova subito la ragione della concordanza. Se il computer per caso mi ponesse in contatto Signorelli e Duca, io direi che è un fatto puramente casuale di sovrapposizione; ma· con un eccesso di ermeneutica, potrei dire invece che Duca in tedesco è Herzog, che rinvia a Herr, e dunque di nuovo a Signorelli. E se anche il computer mettesse insieme Signorelli e Ciabatta, vuoi che due bravi decostruzionisti, lavorando una settimana, non riescano a trovare un rapporto tra le due parole? Alfabeta. Trattare l'inconscio del computer come un inconscio umano è un eccesso di antropomorfismo, e ce ne accorgiamo subito. tanto che affrontiamo questo discorso per amor di paradosso. Ma, alla fine, le teorie della Intelpagina V ligenza artificiale non sono a loro volta sistematicamente antropomorfiche? Eco. L'antropomorfizzazione non è un errore, perché una buona teoria dell'intelligenza artificiale cerca una regola per far pensare il computer in un modo che è presumibilmente il nostro. Quindi il computer è interamente antropomorfico non tanto perché pensi come noi, ma perché nel tentativo di farlo pensare facciamo delle ipotesi sul modo in cui pensiamo noi: anzi, se c'è una utilità delle ricerche sulla intelligenza artificiale è esattamente questa, che provando e riprovando, è presumibile che quando il computer riesce a compiere una operazione interessante è perché abbiamo indovinato una simulazione delle nostre operazioni. È facilissimo costruire una macchina che cammini, perché noi sappiamo bene come camminiamo, le leggi delle n9stre articolazioni ecc. Si usario le ruote invece che arti simulati solo perché la produzione di questi ultimi sarebbe più dispendiosa. Le difficoltà nel costruire una macchina pensante, insisto, non dipendono dal fatto che è difficile far pensare una macchina, ma dalla difficoltà di sapere come pensiamo noi. Gli errori, le gofferie dei computer sono dunque tutti esperimenti interessanti che ci aiutano a capire meglio i nostri meccanismi di pensiero. Così il discorso sull'inconscio del computer può forse aiutarci a capire il modo in cui funziona il nostro inconscio. Non ce ne importa niente, invece, di fornire un inconscio al computer, visto che ce lo abbiamo già noi, e ci sono già tante disgrazie in giro. La spaccata

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