Alfabeta - anno IX - n. 102 - novembre 1987

Alf abeta 102 l'idea di farsi fare la plastica in faccia e il medico sapeva, il mercenario. L'unica consolazione è stata che lei è morta un tantino ringiovanita, questo mi era venuta a riferire quella sciocca di Mariana durante la funzione. U n film? Guardò il cielo di un azzurro pallido. Puro. Un vero peccato scambiare quel pomeriggio con una sala scura ma dove andare altrimenti? Un tè? Esiste forse una pasticceria decente da queste parti? Rimase a guardare, corrucciata, l'uomo dai capelli impomatati che si era avvicinato per esaminare da vicino la locandina a colori appesa al filo più basso dell'edicola. Usava brillantina e anche senza vedergli il volto, poteva immaginare la lussuria degli occhiuzzi cisposi (dovevano essere piccini, cisposi) incollati al bichini fiammeggiante della rossa seduta a cavallo di una sedia, con i capezzoli eretti e i seni duri. Stivali, cappello da cowboy, un revolver in ciascuna delle due mani. E il bichini così aderente in mezzo alle gambe che si vedeva nitidamente il monticello di peli appiattiti sotto il satin, più evidenti che se non avessero avuto niente sopra.· Guardi, Signor Direttore. L'immagine della donna-oggetto, come dicono quelle ragazze del movimento femminista. Ragazze intelligenti, colte, quasi tutte a livello universitario. Ma mio Dio, se almeno fossero un po' più moderate. Più discrete. Tante rivendicazioni tutte assieme, tanti cambiamenti a un tratto non finiranno per creare problemi? Un terremoto alle nostre radici, mi pare che stiano correndo troppo. Alla loro età, per esempio, io nemmeno ci pensavo a quella parola, «prostituta». E là, una di loro che si alza e comincià a difendere la professione, pensavo di non aver capito bene, «professione»? Mentre la giovane, lì in carne e ossa, ho dovuto darmi un pizzicotto, ero davvero sveglia? Aveva il tipetto caratteristico di una segretaria americana, con un profilo delicato che mi ha fatto tornare alla mente una vecchia compagna del collegio «Des Oiseaux», una certa Carola che era morta prima della nostra Prima Comunio- • ne. Mi sono sforzata di capire, lo giuro, di partecipare alla sua collera, la mondana era fuori di sé per una serie di soprusi deplorevolmente compiuti dalla polizia nei confronti di queste donne. Ho perciò cercato di solidarizzare con la sua collera e mi sono resa conto che era nei srioi confronti che stavo provando rabbia, ma guarda, che scempiaggine! Non poteva scegliersi un'altra attività? Garantire la sua libertà professionale, che sfacciata! Quando si è alzata un'avvocatessa munita di occhiali, ho respirato di sollievo: adesso il livello delle discussioni salirà, ho pensato, e infatti all'inizio era stata abbastanza felice facendo un'esposizione delle radici storiche della condizione femminile, trovo così nobile questa espressione, «la condizione femminile». E all'improvviso era sbottata a parlare di clitoride, perché la clitoride, la clitoride ... E c'erano uomini presenti, io non sapevo più dove nascondermi quando lei aveva raccontato che non so più in quale paese praticavano un'incisione nella clitoride affinché la donna non sentisse alcun piacere, l'organo sessuale ridotto a un pungiglione, un semplice strumento di penetrazione. E aveva citato altri esempi ugualmente orribili, concordo, una crudeltà autentica tutte queste pratiche. Ma portare queste cose in un dibattito? Desideravo dissimulare, dimostrare che non ne ero stata toccata, ma quando sono tornata in me, stavo ormai applaudendo più forte di tutte, mi accade sempre che per timidezza, per timore di dar spettacolo, finisco con l'esibirmi. Se frequentassi quel gruppo, mi ridurrei come Mariana con i jeans e le dita cariche di anelli. I crimini contro la donna, ora ricordo, era il tema della tavola rotonda. Accuso, accuso! ripeteva una ragazza in un camicione di pizzo, gravida, che difendeva il diritto all'aborto. Era stata violentata in piena via e ora attaccava perfino il Papa, Dio mi voglia perdonare l'eresia, ma in casi così estremi non sarebbe consigliabile qualche misura per interrompere la gravidanza? Mi ha fatto grande pena, io accuso, io accuso! ripeteva lei con gli occhi pieni di lacrime, ma al tempo stesso, accettare l'aborto - oh, questa parola così grave. Ero depressa pensando a mamma che non aveva subito quell'incisione ma che non aveva mai provato piacere. E aveva avuto otto figli. Otto. Quarant'anni di matrimonio senza godere: un sesso muto. Ma mi sto già addentrando in altre strade, quant'è difficile, mio Dio, dire esattamente quello che si desidera dire, tante sono le cose che incalzano. «La forma, fredda e spessa, è un sepolcro di neve ... E la Parola greve soffoca l'Idea lieve», scrisse Olavo Bilac in Inania Verba. Il mio poeta prediletto, Signor Direttore, mi è sempre piaciuta la poesia. Declamavo perfino. E se alla fine della lettera, alla maniera di chi chiede scusa, trascri'- vessi questi versi? Ma, aspetta, rileggiamo dal principio. Signor Direttore: per prima cosa desidero presentarmi, sono un'insegnante. Paulista. Pensionata. Paulista pensionata, ma che idiozia. Insegnante pensionata. Con due rughe profopde tra le sopracciglia da tanto scrutare le ragazze, questo passo non lo scriv,erò, eppure rammento, eccome, l'inizio di queste rughe, quando volevo con esse trattenere tutte quelle alunne che avanzavano, spumeggianti come un torrente, invadendo tutto, tale era la forza, una classe dopo l'altra, una dopo l'altra - perché mi fanno pensare a un fiume senza principio né fine? Io restavo senza voce da tanto chiedere silenzio, la gola in fiamme. Allora le guardavo con questa faccia e loro si quietavano, per qualche minuto provavano timore. Per riprendere poi subito, sempre più chiassose, le tettine che premevano contro il grembiule; Prove d'artista eccitate, umide, specialmente d'estate esplodevano. Io evitavo di sfiorarle quando tornavano dalla ricreazione, più intenso l'odore acre di sudore e polvere, e stavano ancora masticando la banana, o il pane e burro. Le grida, le risate, la rabbia - ogni cosa si confondeva. Alla fine dell'anno si accomiatavano piangendo, mi offrivano fiori. Tutte mi hanno dimenticata. La traccia è rimasta appena in me, in questo mio modo di guardare le persone, vigile, guardinga. La verità è che io avevo•paura di loro così come loro avevano paura di me, solo che la loro paura era breve. La mia è stata così lunga, Signor Direttore, così lunga. . Lanciò un'ultima occhiata all'edicola, dove il giornalaio si puliva i denti con uno stuzzicadenti e .Ehiacchierava con l'uomo impomatato. Un'altera signora assai distaccata da tutta quella frivolezza - dovevano pensare i due quando passò davanti a loro, con andatura decisa, sorpresa dalla propria distinzione. Camminava sul marciapiede illuminato dal sole, una delizia quel sole! Si portò la mano al bavero della giacca per assicurarsi: sì, la camelia c'era ancora. Una stravaganza da nulla, Signor Direttore, oggi è il mio compleanno e siccome era una domenica molto azzurra, mi sopagina29 minori? In pieno giorno. Un brandello di carta igienica azzurra si sollevò dall'immondizia ammucchiata all'incrocio della via e venne in volo radente, ondeggiando al vento repentino. Lei lo schivò rapida e la serpentina andò ad avvolgersi intorno alla caviglia dell'uomo, che veniva dietro a lei, sbucciando un mandarino. L'uomo gettava le bucce all'intorno, allegro seminatore. Realizzato. Quando gli fu al fianco, ostentatamente, con un cenno del capo, gli indicò il cestino metallico, fissato a un palo: «San Paolo è una città pulita», era scritto sul cestino quasi vuoto. Ma l'uomo proseguiva sputando i semi con forza, proprio come un bambino in gara con un altro per vedere chi riesce a sputare più lontano. È di competenza del Municipio, Signor Direttore, studiare con urgenza un piano di educazione di questo popolo che ha l'età mentale di quelle bambine che io controllavo all'uscita della toilette, hai tirato l'acqua? domandavo. E il visetto innocente e spaventato, ah!, me ne sono dimenticata. Ma sarò la sola in tutta questa folla a dare importanza a queste cose? A irritarmi? Si fermò all'incrocio, disorientata. Lasciò scorrere lo sguardo sopra le macchine fino all'enorme cartellone del cinema dell'altro lato della strada. Un film nazionale? Nazionale, ovvio, dove c'è un letto, una donna con un'espressione sexy e un maschio seminudo, può solo essere un film brasiliano, ~w-w,,,,/r ,. ~,v ~ ,4 M/Nu ~G'A W4;-E ,-~-.r- /.fé /t: Sç • .,. Yu s-110 ..w,,/··010,vr ~ ,4M..- 'li.o , l:.. -- 'llNo ·•rONl" ~ Ru1,v • • ._... Oor z;, V,G-~ rtt. p. ··--.. -4--- .. L >bu év~JfY--z('L.e4s,r 7 Afo~ l G/J/é: ""'.°'G°I'/ no appuntata questo fiore. Il mio abbigliamento è sobrio, la mia pettinatur~ è sobria. Una signora sobria che si è permessa di mettersi un fiore, posso? Lasciò che le labbra si distendessero in un remoto sorriso che le fece pensare alla Gioconda, ne aveva fissata una riproduzione al vetro della libreria, il sorriso uguale, reticente, maturo dalla saggezza (socchiuse gli occhi) e inabbordabile. Doveva essere pure lei una donna sola. Che si inoltrava nella via della vecchiaia (appoggiò il piede con più forza) e intatta. Strinse la borsetta sotto il braccio e incrociò mollemente le mani all'altezza del petto, come per trattenere le punte di uno scialle, lasciando pendere (rilassò le dita) le lunghe frange - ma cosa significa tutto questo? Smise di sorridere. Quella donna là, in minigonna che avanzava ancheggiando insieme a un uomo con gli occhiali scuri. Gambe piene di varici. E l'incosciente con la ridicola gonnellina che lascia vedere il merletto delle mutandine ma, e la polizia? Non esiste più polizia in questo paese? Subito dietro a lei una piccola prostituta (quattordici anni?) che a stento si tiene in equilibrio sugli alti zoccoloni di sughero, le palpebre appesantite di porporina verde. Incollato alle sue calcagna, un vecchio·dal profilo di cacciatore - mio Dio, ma dov'è finita la tutela dei L'erotismo popolare americano è di gran lunga più temibile di quello dei classici, da Sade a Miller: un'altra scena di masochismo associato a feticismo. un autentico affronto, incredibile, come può la censura permetterlo? No, la lettera non avrebbe avuto come tema l'immondizia, nessuna confusione di argomenti, la sporcizia interna, Signor Direttore, questa è la peggiore, inquina più dei residui atomici perché non la si lava con una semplice spugna. Affrettò il passo, doveva esserci un altro cinema più avanti, avrebbe atteso la sera in un cinematografo, vi ringrazio molto, miei cari, ma oggi ho già un impegno con .un gruppo di amiche, vogliono offrirmi un tè, a voi non importa se fissiamo per un altro giorno? Avevano protestato con enfasi, a loro importava, come no?, ma che zia ingrata, che snobbava la nipotanza il giorno del suo compleanno. E chi non .dice che in fondo in fondo avevano .avvertito quella maliziosa soddisfazioncella di chi riesce a guadagnarsi un pomeriggio? E senza rimorso, non era forse stata proprio lei a rifiutare? Ora se ne stava là, circondata da persone da tutti i lati. E ancora più sola di quando se ne stava chiusa nella sua stanza, dove i suoi oggetti rassicuravano la sua memoria ormai nella fase della insicurezza, ninnoli. Ritrat-

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