pagina 46 Papà mio caro, disse, questo è mio marito e per quanto nero come il soffio della seppia, io ci trovo il mio gusto e a te do lo sberleffo. A lui lo regalo quel rispetto che dimostrò per voi mia madre preferendovi (dio sa come) al padre suo. E così divenni io il suo signore io che in coscienza per la sua bianca coscia avrei dato tutta l'ala del pollo. Sorvegliala se hai occhi per vedere canticchiò il poveretto prima di essiccare le sue quattro ossa. Ha tradito suo padre. Può tradire anche te. Jago Sei sicura di voler continuare l'indagine? Desdemona Certamente anche se non mi piace sentirmi dare del tu da uno strizzacervelli. Jago (aspro) E allora ti darò del lei e a voi signori (rivolgendosi verso il pubblico) dirò che lei era una squisita veneziana scaltra e lui un barbaro giramondo e che il loro era un ben fragile legame. Un fuoco di paglia. Un nido di inconsapevoli tradimenti. (Si volge verso Otello e gli dà di nuovo il via. Mentre Desdemona corre a nascondersi per non sentire. Si accende la luce su Otello che riprende più baldanzoso la sua recita.) Otello Non tutti possono essere capi né tutti i capi tener la testa a posto e io che ero nato senza casa e senza fede per quella tutta bianca m'accasai e il caso volle che come me Desdemona l'onesto Jago amasse la carriera. Di geloso amore l'amasse e me con lei che di nulla m'accorsi essendo che la mia natura non era quella del geloso. Invidia e gelosia sono sorelle. Questioni di famiglia e non tra le più belle. Un padre un po' smanioso, un alfiere podagroso e eccomi servita la pietanza fredda che m'intruglia. Dopo che me la son coperta - nero su bianco - un gran bel vedere zero su zero - un gran bel sedere mi accorsi che ne mancava sempre un pezzo e fu quella scoperta che mi fece becco. Si spegne di nuovo la luce su Otello. Jago E allora Desdemona cos'hai da dire in tua discolpa? Desdemona Possibile dunque che lei sia tanto ingenuo da accettare la versione di Otello? Jago (minaccioso) Desdemona non è più il momento di tergiversare. Il tempo stringe. È quasi l'alba. Cos'hai da dire in tua discolpa? Desdemona Di quale colpa mi si accusa mio signore? Jago Appunto di questo. Di non conoscere la tua colpa. Desdemona È dunque così necessario conoscerla? Jago O~bligatorio, direi. Desdemona E quale possibilità ho di sfuggire alla condanna? Jago Quasi nessuna. Desdemona Ma così resterò per sempre una vostra turpe fantasia ... Jago Un mezzo ci sarebbe ... Desdemona (ansiosa) Quale? Jago Il tuo sogno. Desdemona Il mio sogno? Jago Già. Il tuo sogno. È forse un sogno nuovo, inaudito, m·aivisto? Desdemona (prima rimane un po' pensierosa poi capricciosamente scuote la testa) No_, no e poi no. Io il mio sogno non te lo do. Jago E allora l'hai voluto tu piccola testarda. (Si alza dalla poltrona e raggiunge il centro del palcoscenico vicino a Otello che è rimasto imbambolato nella stessa posizione.) Visto che tu ti rifiuti te la racconterò io la tua storiella e vediamo se avrai ancora il coraggio di negare. Ho accumulato lapsus, sintomi, atti mancati tanti quanti, anche senza conoscere neppure un sogno, basterebbero a farti dannare l'anima per sempre. Ti accorgerai se Jago è un bravo semiologo! ( Con uno spintone caccia via Otello, prende il suo posto e indossa un'ampia toga nera.) Gentile pubblico so bene che tutte le apparenze sono contro di me e che questa fanciulla sembra a voi tutti pura e innocente come l'acqua e questo babbeo (indica Otello che lo ascolta a bocca aperta) un amante selvaggio, magari scriteriato, ma sincero e generoso. Ebbene no, le cose non stanno affatto così. Sono qui per dimostrarvi il contrario e il mio non sarà il vano sproloquio di un biografo da strapazzo, di uno psicologo del messaggio. I testi, i testi ci vogliono (agita un vecchio libro consunto nascosto della manica) Carta canta e villan dorme! I testi, i testi (sfoglia precipitosamente il libro e quando ha trovato il passaggio cercato apre la bocca per parlare ma Desdemona gli ruba la parola al volo). Desdemona (recitando) Non~avrei mai voluto udire queste storie ma ora che le conosco non posso trattenere un desiderio. Il desiderio di essere nata uomo e un uomo come te Otello. Jago (trionfante sventola il testo sotto al naso di Otello) Sai come si chiama questo? (a Desdemona) Sai come si chiaProve d'artista ma? (al pubblico) Sapete come si chiama? Otello e Desdemona (insieme) Come si chiama? Jago Invidia del pene, si chiama. In-vi-dia del pe-ne! Ma non ho ancora finito. Desdemona Cos'altro c'è ora? Otello Presto, presto, dì presto quello che hai da dire. Sai bene che non sono uomo da sopportare un dubbio. Jago Suvvia! un po' di pazienza. Non si sa nemmeno se tu sia un uomo, un angelo o un diavolo. Forse sei soltanto un uomo di fumo e in fumo andranno tutti i tuoi dubbi. .. Taci ora e lascia parlare la verginella. Desdemona (recitando) Grazie Otello del tuo bel racconto e se per caso hai un amico innamorato di me insegnagli ti prego a raccontare la tua storia che sarà ti giuro molto bene accetto. Jago (rifacendole il verso) Molto bene accetto. Il tuo amico, ti giuro, sarà molto bene accetto. Otello Avevo ben ragione dunque! Jago Tu ragione? Tu che non era neppure passato un giorno dalle nozze e già mi confidavi ... Otello (recitando) Sappi Jago che se non fosse stato l'amore per la bella Desdemona, non avrei mai cambiato la mia libera condizione di senzacasa. Nemmeno per tutto il tesoro dei mari mi sarei fatto mettere in ciabatte da una di queste vezzose sgrinfiette. Jago Quale sarebbe dunque, mio integerrimo uditorio, la mia colpa? Io non ho fatto altro che dire a voce alta quello che tutti già sapevano. Nulla di più e nulla di meno. Desdemona Vuoi forse farci credere ... Otello ... che la menzogna non è nulla di più e nulla di meno della verità? Jago (puntando contro Desdemona il dito accusatore) Tu hai sposato Otello per vendicarti di tuo padre e, dopo che lo hai ucciso con le tue insensate nozze, ti sei fatta uccidere per sopprimere in te il senso di colpa. Desdemona Non è vero. Jago (incalzante) Nella vita psichica delle donne l'invidia e la gelosia hanno un'importanza ben più grande che in quella degli uomini. Desdemona Non è vero. Chi l'ha detto? Jago Taci. So io chi l'ha detto. E il fazzoletto? Otello Che c'entra il fazzoletto ora? Jago (a Desdemona) Quel fazzoletto perso proprio sotto gli occhi di Otello. Una trascuratezza che ha dell'incredibile. Per non parlare poi delle tue importune insistenze per la riabilitazione di Cassio: Amore mio, Cassio è così nobile, così dolce, ti ama tanto, perché non perdonarlo? Si è mai vista una così ottusa brama di perdizione? (Desdemona lascia cadere il fazzoletto proprio sotto gli occhi di lago che si china a raccoglierlo e vi si asciuga il sudore) Carina son passati i tempi in cui la colpa non era altro che un atto di ignoranza. (Si accorge del fazzoletto con sorpresa) M~ questo non è il fazzoletto che avevo regalato a Otello? Ma guarda. Mi sembrava proprio di averlo perduto (lo intasca soddisfatto). E u, mia bella testa di moro, hai sposato Desdemona solo per dimostrare a te stesso che non dovevi nutrire troppi dubbi sulla tua virilità. Otello· Non è vero. È falso. Jago Vorresti negare ora che fra te e Cassio c'era già una bella puzza di bruciato e piuttosto che riconoscerlo, quel certo odorino hai preferito gettare tua moglie fra le braccia del tuo luogotenente? Otello (tappandosi le orecchie) È falso. È falso. Jago Sapete che vi dico. Non solo non dovete condannarmi, ma dovete anche essermi grato. Da quando vi ho insegnato a confondere il vero col falso avete imparato ad amare un poco di più voi stessi. Otello Desdemona dolcissima domandate di grazia a quel manigoldo lì per che cagione mi ha così invischiato anima e Alfabeto 101 corpo? Desdemona (a voce bassissima) Ho dunque perso con la vita anche la mia innocenza? Jago (cupamente chiuso in sé) Non era altro che un brutto sogno il suo matrimonio. La realtà era un'altra. Era lui a volerla tradire, abbandonare, tornare a girare il mondo senza bianchi fardelli di purezza. E io ctie ero il suo alfiere preferito, io che ero l'unico ad amarlo veramente dovevo sopportare senza reagire tutto questo: il suo immondo matrimonio e, come se non bastasse, la irresistibile as~esa di Cassio? E no! Voi pretendete troppo da me! Otello (a voce bassa anche lui) Ho dunque perso con la vita anche la mia nobiltà, la mia grandezza, il mio eroico furore? Jago (battendo i piedi con rabbia) Ingrato, presuntuoso, infantile. Narciso negro! Otello e Desdemona (avvicinandosi minacciosamente a lago che si nasconde sotto la sua toga) Perché? Jago Non domandatemi nulla. Quel che sapete sapete. Da ora in poi non aprirò più bocca. Stampa libertina del XVIII secolo: due versioni, qui e nella pagina precedente, di una punta secca Le Chevalier et la Courtisane
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