Alfabeta - anno IX - n. 101 - ottobre 1987

Alfabeta 101 moria e reinvenzione; ed in questo programma di sperimentali- . smo non esclusivamente linguistico ma in stretto rapporto con la dimensione extraletteraria politica e sociale, «Lengua» istituisce un filo diretto con l'esperienza di «Officina», spartiacque negli anni cinquanta tra la tendenz~ neo-ermetica e la letteratura-documento d'impianto neo-realista. Secondo modalità, percorsi e punti di vista spesso divergenti, gli anni ottanta ritrovano una testualità che scommette ancora sulla difficile connessione con il reale. Sul finire degli anni settanta, un altro fenomeno d'ascendenza simbolista ed ermetica aveva espresso il proprio credo nell'atto poetico nelle teorizzazioni della rivista «Niebo» e nel manifesto-antologia La parola innamorata. Le due posizioni, spesso affiancate fino al punto di farle coincidere, sono state considerate come fautrici di una stessa poetica che enunciava una poesia come canto, come frutto del desiderio, come danza, eros e seduzione, rito, dono e mito. Ma tra la poetica del mito di Giuseppe Conte, la poesia come frutto dell'eros di Mario Baudino, la poetica dell'infanzia di Roberto Carifi, la «disseminazione dell'io» di Cesare Viviani, la poesia neo-greca di Milo De Angelis, la parola innamorata di Giancarlo Pontiggia e la poesia come ritorno all'origine di Roberto Mussapi, le differenze sono forse più numerose delle affinità ed anche a livello d'una isotopia dell'espressione è difficile raggruppare questa poesia nuova degli anni settanta sotto un minimo comun denominatore metasemenico riscontrabile nel simbolo e nella metafora. Gli autori protagonisti del movimento della poesia italiana degli anni settanta, da Tomaso Kemeny a Gregorio Scalise, a Nanni Cagnone, Maurizio Cucchi, Angelo Maugeri, Luigi Ballerini e Angelo Lumelli, la poesia come «rumore bianco» di Biancamaria Frabotta che fluttua, cozza e dialoga con il mondo, si muovono tra le problematiche dell'io, dell'inconscio, della vita quotidiana, di una realtà priva di senso e la ricerca di una forma espressiva ancora possibile dopo il vuoto, il silenzio e l'afasia in cui si era trovato il linguaggio poetico che aveva perso la forza progettuale e sperimentale della neo-avanguardia e si trovava di fronte all'impasse della propria auto-referenziali tà. Trovandosi storicamente nel punto morto della fine delle grandi ideologie e dei grandi progetti ideologici, politici e sociali e minata nei suoi stessi presupposti dal tarlo di una testualità che non poteva dire che se stessa, la poesia nuova degli anni settanta non ha aggirato l'ostacolo ma ha provato a compiere un salto mortale: quello dalla parola all'oggetto, al mondo, alla natura senza far perno sulle possibilità mediatrici dell'io, ma cercando una mediazione formale, cercando cioè di spostare l'asse simbolico dall'assoluto e l'indicibile verso la pratica, verso una fenomenicità che fosse lo stesso tessuto semiotico del mondo, della forma e dell'io. Trampolini di lancio sono stati la corporalità e l'eros, l'amore e il desiderio, l'atto e l'evento, la molteplicità e la dispersione. Mentre la poesia degli anni settanta ha proclamato e teorizzato, in modo spesso anche chiassoso ed eccessivo, il suo salto mortale verso l'oggetto e la fluidità del reale, Cfr le seconde prove poetiche degli autori più giovani,' la maggior parte della produzione poetica venuta alla luce durante gli anni Ottanta, ricerca invece un'espressione più controllata e composta, un rigore ed un'esattezza che in alcuni casi porta alla riscoperta di forme me- •triche classiche: dal sonetto alla terzina, agli endecasillabi ad un rinnovato interesse per la rima. Alcuni esempi di questo ritorno formale ad una «classicità estrema» possono essere rintracciati nel secondo libro di Patrizia Valduga, La tentazione (Milano, Crocetti, 1985), che porta a compimento e maturazione il progetto· di Medicamenta (Milano, Guanda, 1982) aggiungendo gravità e spessore all'iniziale virtuosismo stilistico che tra toni ironici, beffardi e violenti utilizzava la tradizione petrarchesca per mettere a perpoetico in scatola che ha consumato esteticamente temi e motivi di una ben diversa visione tragica del mondo; e per questo ha iniziato a desiderare il silenzio, «una parola nuda e senza figure, essenziale». Anche dunque nella linea neoorfica e della parola innamorata la poesia degli anni ottanta presenta sintomi di cambiamento che possono portare al silenzio - come nel caso di Pontiggia - oppure alla""ricerca di un dire poetico più pieno e controllato come nel caso di Alessandro Ceni, di Roberto Mussapi e di Mario Baudino, mentre Milo De Angelis fin da Somiglianze (Roma, Guanda, 1976) ha sempre evidenziato una tendenza più scarna ed espressionista, visiva e non visionaria. Probabilmente i giovani autori hanno intuito che tra la fine del RIVISTA DI FILOSOFIA - NUOVA SERIE a cura dell'«lstituto di Studi e Ricerche socio-culturali» di Milano FENOMENOLOGIA E SOCIETÀ Ritorno del giusnaturalismo? Lire 18.000 - Pagine 200 Saggi di Raimondo Fassa, Ernesto Mascitelli, Mario G. Lombardo e interventi di lnga Di Marco e Luigi Longhin La Rivista è distribuita nelle principali librerie Per ricevere una copia in visione gratuita per eventuale abbonamento, inviare fotocopia di questo annuncio con • nome, cognome e indirizzo a: ~ EDIZIONI PIEMME s.p.A. ~ 15033 CASALE MONF. (AL) - Via del Carmine, 5 nudo e ricomporre i frammenti del moderno; oppure nelle raccolte Per questa rilassataacida voglia di Riccardo Held (Milano, Società di poesia, 1985) e Neon di Giancarlo Pavanello (Treviso, Amadeus, 1986). Il ritorno alla forma classica, segno di una «nuova progettualità» e di una «memoria del nuovo» secondo Antonio Porta, che ha formulato l'ipotesi secondo la quale in questa rivalutazione della «forma chiusa» si possono cogliere segnali molto evidenti di una nuova tendenza che accetta la struttura e la finzione formale come «tramite necessario per una possibile verità», è forse il caso più evidente della rinata fiducia di questi anni nell'espressione poetica. Anche i poeti che hanno lanciato il proclama della parola innamorata alla fine degli anni settanta, quando sembrava impellente dover rilanciare e riaffermare il valore della poesia e del canto, si sono accorti degli equivoci e della . «facilità» causata da una certa pratica della scrittura. Proprio Giancarlo Pontiggia, curatore dell'antologia insieme ad Enzo Di Mauro, afferma oggi che con il pretesto di liberare l'ispirazione e la pa- • rola poetica, di ammutolire l'io sentimentale ed ideologico, la·parola innamorata aveva condotto allo sperpero e al lusso di un esercizio di passioni astratte che il più delle volte si risolvevano in un trionfo della chiacchiera e dell'insensatezza universale. Le accuse che Giancarlo Pontiggia muove a quel fenomeno della poesia che ha caratterizzato gli anni settanta, sono di un vuoto trionfalismo, di beatitudine da quattro soldi, d'iAll decennio scorso e la prima metà degli anni ottanta la poesia ha di nuovo corso il rischio di cadere in un'altra impasse, anche se non più quella della fine delle ideologie, del grosso dubbio sull'inutilità del fare poetico e sulla morte della poesia, ma, al contrario, del suo barocchismo: della «complicazione vacua e nominalistica» - come ha affermato Gilberto Finzi in un 'interessante analisi retorica dell'analogia contemporanea quella generatrice di figure in cui non è più possibile rintracciare la mediazione semantica, ma che procede in direzione opposta allontanando sempre di più, tra loro, i termini dell'analogia (Esemplari del sentimento poetico contemporaneo: il neo-barocco, in «Testuale», n. 5, giugno 1986). Molta produzione poetica degli. anni ottanta in effetti mostra questa propensione allo sfarzo retorico e all'eccesso, alla catacresi, secondo l'analisi di Finzi, come estensione ed abuso di significato, oppure all'iperbole e all'ossimoro . Ma si può registrare, proprio nelle raccolte più recenti, una tendenza inversa al «barocchismo» e al «vacuo nominalismo» (che, peraltro, ha caratterizzato indifferenziatamente autori provenienti da direzioni diverse), un percorso a ritroso proprio verso una possibile intersezione semantica tra i termini dell'analogia. Anche se in modi che variano da autore ad autore, attraverso procedimenti e finalità personali, è possibile riscontrare una comune inversione di tendenza: un momento di ripensamento, di sosta, di «ritorni» e di una «nuova partenza» come in Grazie di Mario Baudino (Roma, Guanda, pagina 25 1987); in un ispessimento ed approfondimento di forme stilistiche e tematiche che già caratterizzavano Ora serrata retinae (Milano, -Feltrinelli, 1980) come avviene nella seconda prova poetica di Valerio Magrelli Nature e venature (Milano, Mondadori, 1987); in una poetica più piena e tesa in Luce frontale di Roberto .Mussapi (Milano, Garzanti, 1987); in un ironico attraversamento formale più composto e calibrato del tema erotico in Museo interiore di Valentino Zeichen (Roma, Guanda, 1987).. Sporto logia Mario Flamigni e Riccardo Grozio S port( o)logica, sport( o)logia, apparenti antinomie solcate dalle cicatrici di una frattura epocale: materia versus spirito, corpo contra mente. Tentativo di ricomposizione di ciò che è stato separato, non tanto nel senso di una impossibile nuova Grecia della mens sana in corpore sano, giacché si ricadrebbe nel totalitarismo del concetto, quanto piuttosto nella comprensione soft delle culture marginali: lo sport non è più l'inquilino dei piani bassi. Tale è il significato più immediato della sportologia, intesa, non tanto come logia, dotata di un proprio statuto disciplinare, ma come conoscenza topica del fatto (sport). Abbandonate le ermeneutiche riduttive, si disvela la autonomia della sfera sportiva, laddove la multisciplinarità diviene l'ermeneutica privilegiata, e all'antropologia spetta il compito di infondere quella vis comprendente che consente di cogliere la singolarità del fatto. Tali preliminari, non ancora organizzati in un corpus di conoscenze codificate, conservano un valore prettamente euristico: la sportologia si manifesta diffusivamente sul piano aggregativo-partecipativo del discorso orale. I primi tam tam, .Segnali dallo sport (AA.VV., Milano, Feltrinelli, 1980, pp. 222) esorcizzano le tentazioni del pensiero critico, avviando la nuova riflessione che si è sviluppata negli anni ottanta nel nostro paese. Tre convegni, in particolare, hanno rappresentato il tentativo di costruire una nuova conoscenza del fatto sportivo: Sapere di sport, Lo sport tra natura e cultura e Sport: spettacolo o rito? Su di essi, o più precisamente, sui testi scritti scaturiti da essi, incentreremo la nostra analisi, prendendo inoltre in esame il volume De la vraie nature du sport, sintesi di un decennio di ricerche e dibattiti organizzati dal Centro di Ricerca e Analisi dello Sport della Università di Lilla. Svoltosi nell'aprile 1982 a Torino, Sapere di sport rappresenta il primo tentativo di riunire uomini di cultura, scrittori e giornalisti in un ampio dibattito sullo sport, articolato in tre sezioni: Le parole dello sport. Sport e linguaggio, Le finzioni dello sport. Sport e scrittori, Le culture dello sport. Estetica e sociologia dello _sport. Suddivisione che testimonia ampiamente della torsione concettuale avvenuta: l'interesse non è più focalizzato esclusivamente sul fenomeno sport ma si rivolge principalmente al fatto sport. La parola è un fatto, la finzione è un fatto, la cultura è un fatto. Sono fatti della socialità e la·loro peculiarità risiede nel fatto, appunto, di essere proprietà, condizioni del vivere sociale. Hotel Bellevue - San Lorenzo Malcesine APPUNTAMENTI D'ARTE a cura di Alberto Lui 17 OTTOBRE 1987 GIANFRANCO PARDI «scultura» OTTOBRE 1988 MAURO STACCIOLI «scultura» LO SPAZIO INQUIETO aspetti della spazialità contemporanea giornate di studio a cura di Massimo Carboni e Alberto Lui ccordinamento APPUNTAMENTI D'ARTE Ottavio Giacomazzi segreteria e informazioni Sig. Ruggero Togni Hotel Bellevue - San Lorenzo Località DOS DE FERI 37018 MALCESINE (VR) tel. 045 - 7401598 LONGO EDITORE Ravenna c.p. 431 - tel. 0544 I 27026 Fiora Bellini XILOGRAFIE ITALIANE DEL '400 da Ravenna e altri luoghi pp. 200, 70 taw. col., L. 60.000 Maria Grazia Di Paolo Beppe Senoglio FRA TEMA E SIMBOLO pp. 136, L 18.000 Luciana Giovannetti DANTE IN AMERICA BIBLIOGRAFIA (1965-80) pp. 200, L. 20.000 a cura di M. Picone DANTE E LE FORME DELL'ALLEGORESI pp. 184; ili., L 30.000 Contributi di: G.C. Alessio, Z. Baranski, G. Caravaggi, M. Corti, E. Costa, A. D'Andrea, J.I. Friedman, A. lannucci, M. Picone Maria Antonietta Grignani PROLOGHI ED EPILOGHI SULLA POESIA DI EUGENIO MONTALE con una prosa inedita pp. 108, L. 22.000 Gianfranco Casadio IMMAGINI DI GUERRA IN EMILIA ROMAGNA I SERVIZI CINEMATOGRAFICI DEL WAR OFFICE pp. 208, 90 ili., L. 25.000 a cura di F. Gnerre IL TESTO RITROVATO FORME POETICHE E CLASSICI A SCUOLA pp. 128, L. 18.000 Contributi di F. Gnerre, F. Mariani, R. Mordenti, C. Sibona

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==