Alfabeta - anno IX - n. 101 - ottobre 1987

Poetidiana 1 Gianni Toti - Strani attrattori L. 12.000 2 Vito Riviello -Assurdo efamiliare prefazione di Giovanni Raboni L. 10.000 3 José Maria Valverde - Il giorno del perdono testo spagnolo a fronte a cura di Francesco Tentori Montalto L. 15.000 4 Cesare Milanese - Da Parmenide con una nota introduttiva dell'autore L. 15.000 5 Jorge de Sena - Metamorfosi testo portoghese a fronte a cura di Carlo Vittorio Cattaneo L. 20.000 6 Riccardo Duranti - Bivio di voce poesie italiane ed inglesi, prefazione di Agostino Lombardo L. 12.000 7 Mario Lunetta - Autoritratto con acrostici introduzione di Filippo Bettini L. 12.000 8 Elio Pecora - Interludio prefazione di Giovanni Raboni L. 15.000 9 Herberto Helder - Flash testo portoghese a fronte a cura di Carlo Vittorio Cattaneo. 10 Sergiode Risio -Anastrofi 11 Carlo Vittorio Cattaneo - Specchi:Specchio prefazione di Mario Lunetta EDIZIONI EMPIRIA Via di Gesù e Maria, 13 00187 Roma Tel. 06/3614127 il Mulino 0 Gian Enrico Rusconi Rischio 1914 Comesi decideunaguerra Il reticolo di eventi e decisioni che fecero precipitare l'Europa nell'inferno della Grande Guerra: l'analisi di un rischio ancora attuale Giovanni Sartori Elementi di teoria politica Una piccola enciclopedia della politica di uno dei massimi studiosi italiani Alain Besançon La falsificazione del bene Solov'eve Orwell Due parabole apocalittiche per un mondo abitato dal male Di"'..- r'----- ...., • , ,ç, vt:::::»are tson L'interpretazione infinita L'ermeneuticacristiana anticae le sue trasformazioni Una scrittura che cresce con chi la legge: il problema del leggere da Gregorio Magno a Schleiermacher, dalla scrittura divina a quella degli uoryiini ,, pagina 24 interessati al metodo morelliano. Per ric<;>struirepiù. fisiologicamente possibile la personalità di Morelli e la portata innovatrice dei suoi scritti che condizionarono fra l'altro gli studi storico-artistici dell'Università di Vienna tramite Franz Wickoff, il convegno di Bergamo è stato impostato in maniera tale da ricontestualizzare l'attività di conoscitore.. di Morelli nell'ambito culturale del suo tempo, distinguendo i contributi degli studiosi in tre sezioni: Giovanni Morelli e la connoisseurship europea; Giovanni Morelli tra politica e cultura artistica ne~'Italia del Risorgimento; Il metodo di Giovanni Morelli e la sua eredità, assumento come filo conduttore la cronologia di Morelli: l'educazione germanica d'indirizzo scientifico - laurea in medicina e studi di anatomia comparata - le meditazioni nelle gallerie tedesce e la sua giovanile ironia nei confronti degli storici dell'arte; quindi l'attività di conoscitore al servizio dello Stato italiano e di collezionisti privati (sezione introdotta da un intervento di Marisa Dalai di rara chiarezza e interpretazione storica); tra i contributi di questa seconda sezione, di gran respiro è stato quello di Giacomo Agosti che ha messo a confronto Morelli, ormai anziano e affermato connoisseur, e Adolfo Venturi, giovane ispettore della Galleria Estense di Modena. Nella terza sezione è stata presa in esame l'origine scientifica del metodo morelliano (Richard Pau ne ha data una nuova e stimolante interpretazione), le sue possibilità di attuazione (contributi estremamente puntuali di Silvia Ferino Pagden e Everett Fahy); e per finire l'influsso del metodo morelliano su alcuni grandi storici dell'arte dalla fine dell'Ottocento ai primi del Novecento: Wickoff, Dollmayr, Bernard Berenson. Su quest'ultimo si è annunciato il convegno che si terrà l'anno prossimo a Firenze. Alla relazione conclusiva di Francis Haskell (che con la consueta intelligenza e arguzia giudica poco utile il metodo morelliano perché, come quello di Freud, si basa su paradigmi indiziari validi soltanto per una élite) è seguita una discussione con la quale si sono avviate nuove ipotesi di ricerca: Enrico Castelnuovo, per esempio, ha considerato Morelli il fondatore della Storia dell'Arte intesa come scienza, per il suo tentativo di superare l'empirismo dei conoscitori attuando un modello d'indagine applicabile generalmente. Il convegno è stato preceduto da un lungo lavoro di ricerca a cui si deve la pubblicazione di tre voCfr lumi: La figura di Giovanni Morelli: materiali di ricerca, a cura di G.O. Bravi e M. Panzeri (che indaga l'attività di Morelli storico dell'arte, uomo politico e di cultura); La figura e l'opera di Giovanni Morelli: studi e ricerche, a cura di E. Manca e G. Vitali (che contiene saggi sui rapporti intercorsi fra Morelli e alcuni protagonisti della storiografia dell'Ottocento e una lettura di uno scritto critico di Lermolieff); Giovanni Morelli da conoscitore a collezionista, a cura di F. Rossi (catalogo della mostra che illustra la donazione di Morelli all'Accademia Carrara). La figura e l'opera di G. Morelli e la cultura dei conoscitori Assessorato alla Cultura di Bergamo, Accademia Carrara, Biblioteca Angelo Mai, in collaborazione con l'Accademia di Brera e la Scuola Normale Superiore di Pisa. Bergamo, ex chiesa di S. Agostino, 4-7 giugno 1987. Blaise Cendrars Rino Cortiana S i è svolta, il 28 aprile 1987 all'Università di Venezia, una giornata di studio su Blaise Cendrars, organizzata dall'Istituto di Francese, in occasione del centenario della nascita. È stata sottolineata fin dall'inizio, nel discorso di saluto e di apertura del direttore Stefano Agosti, l'importanza dal punto di vista storico di Cendrars, il quale fin dalle prime composizioni si situa decisamente all'interno della modernità: una modernità che, a livello espressivo, non si limita al carmen solutum (v. La prose du Transsibérien et de la petite Jeanne de France), ma emerge nel poema solutum semanticamente anticipando numerose esperienze poetiche (mentre il distico di Les Paques à New York sarà «citato» chiaramente da Zanzotto in Pasqua a Pieve di Soligo). Miriam Cendrars, figlia dello scrittore, ha voluto mettere in luce un Cendrars meno conosciuto - Cendrars derrière son masque, appunto - affidandosi ai ricordi personali e a preziose note che lei stessa ha contribuito a far conoscere curando un volume di inediti (Inédits secrets, 1969) e scrivendo una fondamentale biografia del padre (1984). Ecco allora un profilo che va al di là del Cendrars avventuriero, giramondo, narratore affascinante e incantevole mentitore: ecco emergere la solitudine, il dolore permanente, l'angoscia, il silenzio. Un percorso anche all'insegna della sofferenza dell'attività contemplativa, della ricerca difficile: dalla formula di Schopenhauer «Le monde est ma représentation» al «cogito ergo non sum», e il problema del rapporto tra pensiero e mondo e del passaggio da non pensiero al pensiero (l'idea del perpetuum mobile). Rino Cortiana, curatore di un volume di poesie di Cendrars (1980), ha rinvenuto, soprattutto nelle Paques à New York, dei modelli simbolico-religiosi sia dal punto di vista tematico - passione di Cristo, la figura della Vergine, il sangue, la fiamma - sia dal punto di vista espressivo - la forma della preghiera, della sequenza, della litania -: modelli passati a Cendrars soprattutto attraverso Le latin mystique di Remy de Gourmont. Tali modelli convivono, anche se frequentemente capovolti, nel poema, con modelli prettamente simbolisti provocando un complesso lavoro testuale. Ecco l'importanza di alcuni elementi come il sangue (con il suo contrario, la mancanza di sangue, il pallore), le gemme (con il loro alfabeto simbolico rintracciabile sempre nell'opera di R. de Gourmont), la fiamma (e il fuoco o la cenere). Quest'ultima componente ripresa anche in termini di mito della Fenice, ha a che fare con la scelta dello pseudonimo Blaise («braise») Cendrars («cendres») - il vero nome è Frédéric Louis Sauser - e dunque con il problema della signature. Luciano Erba ha rivisitato, anche in quanto poeta, l'atmosfera degli anni sessanta (all'interno della quale si situa una sua importante antologia della poesia di Cendrars), quando la· sua figura (magari la sua maschera) occupava un posto di tutto rispetto nella costellazione letteraria proprio per quel suo porsi in bilico tra la vita e la letteratura. Una dinamica in effetti si può riscontrare tra questi due ultimi elementi che si gioca attraverso il lavoro della memoria da una parte e dall'altra attraverso il bisogno di tagliare i legami con il proprio passato, sfidando l'imponderabile, fino a lasciarsi andare verso l'ignoto, verso il nulla, alla deriva (che si può mettere in relazione con il senso di «cenere/incenerimento» del suo nome), movimento rilevante nelle Dix-neuf poésies élastiques. Una lettura ravvicinata del trittico poetico più famoso - Les Paques, La prose du Transsibérien e Panama - ha messo in rilievo la dinamica significativa, ad esempio, del colore rosso, la forza del «segno» geografico - insieme alla dialettica tra punto fermo e movimento - la messa in opera di una simultaneità esistenziale e testuale. Cfr/Rasse I poeti degli anni ottanta Isabella Vicentini G gli anni ottanta si configurano nella maggior parte degli autori più giovani, come una rinata fiducia nell'atto poetico e come rifondazione di un credo nella poesia anche quando se ne avverte il limite e ci si spinge fino al margine bianco della sua dicibilità. La diffusa rifondazione dell'atto poetico trova espressioni e punti di vista mo!- teplici come differenti sono le matrici..i.deologiche. Nel 1980 Gianni D'Elia nelle note auto-rappresentative di Non per chi va (Roma, Savelli) tracciava un profilo dello stato della poesia all'inizio del decennio, lasciando trasparire una «poetica» che enunciava la possibilità per i versi di «entrare nelle cose da dire», ma anche di cose che «non si potrebbero dire senza i versi»: «C'è una poesia che arriva alla poesia dalla vita, da un'esperienza feroce, atrocemente poetica, una poesia che cerca la voce con la parola immediata del linguaggio parlato, della sua degradazione»; e si tratta di una poesia «carica di vita, d'esistenza, di morte», una poesia priva di una vera e propria ricerca stilistico-formale che «non inventa ma dice»; poi c'è una poesia più «sentenziosa», «piena di premesse e citazioni strutturaliste e linguistiche», una poesia che secondo D'Elia è «ideologica quant'altre mai» che «non inventa e non dice»; ed infine una poesia «minore», minima, e viene portato l'esempio di Gilberto Sacerdoti autore di Fabbrica minima e minore Alfabeta 101 P.A. Jannini, uno dei maggiori specialisti delle avanguardie (Max Jacob; Apollinaire), riferendosi anche alle teorie di Mac Luhan sui mass media si è soffermato sui rapporti tra il giornale e la poesia, tra poesia e informazione. La materia, la disposizione tipografica, il linguaggio del giornale sono altrettanti piani che si ritrovano nella nuova poesia. Dernière heure (storia di tre forzati, copiée da «Paris-Midi»), diventa notizia in poesia. Il titolo stesso - fondamentale nel giornale - diventa oggetto poetico: vedi Trites che contiene tra l'altro frammenti di parole portoghesi, di strillonaggio brasiliano. Anche la tecnica pubblicitaria entra nel linguaggio poetico: «!es affiches se fichent» dirà Cendrars adottando la disposizione tipografica dei manifesti stessi. Anche il telegrafo, il telefono, la radio sono visti come possibili modelli di rinnovamento del linguaggio poetico: nella Lettre Océan particolare medium, lettera radio-marittima, riscontriamo un cocktail di media. Al di là della grammatica per instaurare una logica delle imageslassociations. • Claude Leroy (Université de Paris X-Nanterre), uno dei massimi conoscitori del mondo cendrarsiano, autore oltre che di numerosi studi di una fondamentale «thèse d'Etat» su Cendrars, ha magistralmente illustrato l'universo rapsodico dello scrittore attraverso una serrata analisi di un racconto di Bourlinguer: Genes (Genova). Il materiale ha dato modo al relatore di illustrare i differenti fenomeni che attraversano il testo che ruota attorno a un duplice viaggio: quello reale e quello della scrittura, anzi della lettera. Ecco allora l'importanza di questo livello più profondo dove omonimia e sinonimia, l'uso multiplo dello stesso materiale, il lavoro del significante ispessiscono il testo (vedi, ad esempio, Genes=Genova; genes= preoccupazioni, tormenti; gène- =gene, generazione; genre, genere del sesso e del discorso), che si snoda su tre piani principali di datazione interferendo costantemente secondo una logica retrospettiva (1947: il narratore e la scrittura; 1906: il giovane; 1896: il fanciullo). L'ultima data cronologica segnerà il superamento del senso di colpa e delle lacerazioni della differenza e il recupero nella scrittura dell'androginia perduta e della seconda signature. Blaise Cendrars Giornata di studio Istituto di Francese dell'Università di Venezia Venezia, 28 aprile 1987 e (Parma, Pratiche, 1978) che riscopre una cantabilità tra Saba e Penna sia per i contenuti privati, sia per gli esiti stilistici. Ed è in questa direzione, verso una poesia «di parole che diventano cose, situazioni» che si orienta lo stesso D'Elia, elaborando un'idea di letteratura in senso lato e antropologico, come rapporto esistenziale con la percezione del mondo (naturale e storico-sociale): vedere, sentire ed esprimere il reale. Quest'idea di cultura si affianca a quella della lingua («Lengua» è infatti il titolo della rivista che dirige) come me-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==