Alfabeta - anno IX - n. 101 - ottobre 1987

Alfabeta 101 dal medesimo elevato grado di apertura verso tutte le odierne forme culturali d'espressione del mondo giovanile a livello internazionale, che da una gamma omogenea di riferimenti culturali, una gamma che muove soprattutto dai movimenti artistici di avanguardia dei primi decenni del secolo, come ad esempio il Bauhaus la cui influenza è particolarmente evidente nella grafica di «The Face». Dalla già citata «lnterview» quasi tutte le riviste giovanili «di lusso» hanno ereditato inoltre un forte uti~izzo della forma giornalistica dell'intervista, divenuta oggi il mezzo di comunicazione ideale per la sua estrema capacità di sintesi e per il suo saper assecondare il sempre più imperante culto narcisistico della personalità. L'influenza di «Interview» è evidente anche nella comune propensione di queste riviste per un formato grande, a volte addirittura grandissimo come nel caso di «Apart», Cfr «Westuff» e, soprattutto, «The Manipulator», 1a rivista più grande del mondo con le sue pagine di cm 50x70 che la rendono quasi impossibile da sfogliare. Se quelle di cui parliamo sono delle riviste «di lusso» però è principalmente perché si presentano di solito con una grafica raffinata e sofisticata e con una forte predo- . minanza del linguaggio visivo. In sintonia con il formato, anche le immagini sono perlopiù di elevate dimensioni, ma ciò che le contraddistingue maggiormente è la presenza di colori e contenuti vivaci e di tagli grafici spesso inconsueti, che mirano ad una costante provocazione dello sguardo. Contemporaneamente alle immagini, divenute così anche evento informativo e non più soltanto pura illustrazione, anche i testi acquisiscono in queste riviste una nuova valenza di tipo decorativo, che si aggiunge a quella valenza informativa, che continua tuttavia a caratterizzarli. Per tutte le caratteristiche che abbiamo visto esiste una origine comune derivante dalla necessità che oggi tutti i giornali hanno di rispondere alla violenta aggressione subita negli ultimi anni da parte della televisione. Qualche tempo fa c'era persino chi dava la stampa per spacciata dinanzi all'incalzante invasione delle immagini televisive, ma essa ha saputo invece reagire a ciò imboccando due strade: o ritagliandosi un proprio SJ)flzio separato, ed è il caso dei mensili specializzati, oppure scegliendo di affrontare direttamente la televisione sul suo terreno, ed è invece il caso delle riviste giovanili che qui presentiamo, non a caso pensate e realizzate generalmente per un pubblico di «tele-dipendenti». Questa seconda strada è perseguita attraverso l'imitazione, nella scelta del contenuto degli articoli, del palinsesto caotico ed onnicomprensivo della tv e attraverso, come si è visto, una strategia di spetCfr/Conve Vivere il Mediterraneo Pino Blasone E ccoci in una torrida Reggio per parlare su Nuove tendenze delle letterature del Mediterraneo nell'ambito del meeting internazionale Vivere il Mediterraneo, organizzato dal Centro Regionale d'Intervento per la Cooperazione con il patrocinio della Regione Calabria (dopo gli analoghi convegni a Barcellona nel 1985e a Salonicco nel 1986): lo spagnolo Miguel Angel Cueva, la francese Marie-Louise Lentengre, l'israeliano Gaio Sciloni, e chi qui scrive, poco meritatamente invitato a illustrare gli sviluppi delle lettere arabe. Per la parte italiana sono intervenuti al dibattito, egregiamente coordinato da Giovanni Raffaele, il ligure Giuseppe Conte e il siciliano Mario Grasso. Estratti sono stati riproposti dalla RAI - Antologia di Radiotre - in data 26 luglio. In mattinata un gentilissimo Richard Brown, inglese «mediterraneizzato», ci accompagna al museo ad ammirare i famosi Bronzi di Riace. Al centro dell'ampia sala, serbano tutta la suggestione di quando li ho visti per la prima volta di sfuggita a Roma, dopo una lunga fila al Quirinale. Ripeto una frase che rammento di ave.r letto sulla stampa: come essi sembrino emergere dal futuro più che dal passato. Il relatore israeliano, di origine fiorentina, sorride scuotendo la bella barba bianca rabbinica. Immagino perché essi appaiono quanto di più estraneo alla tradizione aniconica semitica. Ma il motivo è altro. Mi confida che gli ricordano la statua di David di Michelangelo, e come questi abbia trascurato palesemente un particolare: che l'eroe biblico era certo circdnciso. Sorrido a mia volta in lieve imbarazzo, mentre confesso di non averci mai pensato. Poi rifletto che se ci fosse un arabo al mio posto, osservando la disinibita nudità ellenica, non potrebbe fare a meno di avvertire la stessa viscerale «differenza», la circoncisione essendo un rito notoriamente comune a ebrei e musulmani. Ma l'arabo non c'è, e non ci sono arabi nemmeno al pomeriggio, nel pubblico attento della conferenza, nonostante sia presente uno stand di palestinesi nell'area della manifestazione. Ciò con sincero disappunto del collega, che si professa politicamente orientato a sinistra e animato da volontà di dialogo culturale. Convengo mentalmente che sarebbe stata una buona occasione e mi chiedo anch'io il perché del fallito incontro o mancata po-. }emica. Fatto ~ta che parte del discorso maldestro, ad onta delle migliori intenzioni e del precedente della partecipazione dei poeti Alleo Ginsberg e Mahmud Darwish all'iniziativa parigina Guerre à la guerre nel 1982 (col patrocinio UNESCO; ma Ginsberg è ebreo americano e non israeliano), e a prescindere dall'interesse oggettivo della singolare opera di Shams, che non è dato ancora verificare. Forse allora l'assenza dei diretti interlocutori risulta comprensibile o previdente. Sarà augurabilmenIn edicolao,gnimese,unagrandreivistpaiùungranddeossier sro E D0'3SIER nel numero di ottobre: FATTI E PROTAGONISTI DELLA POLITICA Mussolini, gli Ebrei e la questione palestinese ECONOMIA E LAVORO Banche e banchieri nel sistema mercantile dell'impero romano RELIGIONI E CULTURE San Pier Damiani, il cibo, il sesso, le donne Dossier LA GUERRACIVILESPAGNOLA di Sciloni è incentrato sul libro Arabeschi, steso in ebraico dall'esordiente narratore arabo cristiano Antun Shams, vivente in Israele, e che lui sta traducendo in italiano per una nostra importante casa editrice. Mentre i racconti composti ovviamente in arabo dal maggiore scrittore palestinese, di indubbio valore letterario, non hanno trovato da noi che un piccolo volenteroso editore (cfr. Arabi ed ebrei nella narrativa palestinese, in «Alfabeta», n. 83, e in «Il manifesto», 19 agosto 1984 e 29 marzo 1986). Per giunta, sull'uccisione dello stesso Ghassan Kanafani a Beirut nel 1972, sono stati avanzati sospetti a carico dei servizi israeliani. Come approccio a un eventuale dialogo, pare alquanto te per una prossima volta, magari con maggior tatto, Personalmente, devo ancora digerire la traduzione ~ recente ristampa, da parte di un'altra nostra nota casa editrice, del romanzo Hagj di Leon Uris, autore di Exodus, che vorrebbe essere uno sforzo di interpretazione del dramma storico locale da un'ottica araba palestinese. In effetti, libro ambiguamente razzista e brutto, in cui è possibile reperire «perle» del genere: «Posso perdonare agli arabi di aver ammazzato i nostri bambini, ma non posso perdonare loro il fatto che ci stanno costringendo ad ammazzarli». S'intende: quelli arabi; e inoltre, in bocca agli stessi palestinesi: «L'odio è il nostro opprimente retaggio e per mezzo di pagina 23 tacolarizzazione delle immagm1 presentate. La validità della scelta effettuata da queste riviste è chiaramente dimostrata, oltre che naturalmente dal loro numero di copie vendute, dal processo attualmente in corso di imitazione ed assorbimento delle innovazioni estetiche e stilistiche da esse introdotte da parte dell'industria editoriale tradizionale. Nuove riviste giovanili europee «di lusso» «City», Svizzera/Francia; «The Face», Gran Bretagna; «i-D (ldentity)», Gran Bretagna; «Apart», Germania Occidentale; «Manipulator», Germania Occidentale; « Wiener», Austria; «Actuel», Francia; «Jill», Francia; « L'Art Vivant», Francia; «Papers de joventut», Spagna; «Westuff», Italia; «D S (Derive Sintetiche)», Italia; «Napolicity», Italia; «Seagreen», Italia; «Focus», Italia; «Frigidaire», Italia; «Frizzer», Italia; «Tempi supplementari», Italia; «Blitz», Gran Bretagna; «Arena», Gran Bretagna; «Select» Germania; «Zut», Italia; «Interview», USA; «East Village eye», USA; «Details», USA; «Emigre», USA. • esso ci siamo rigenerati di decennio in decennio, di generazione in generazione, di secolo in secolo. Un odio che il ritorno degli ebrei ha scatenato, facendolo esplodere furiosamente, senza scopo, in una massiccia forza di autodistruzione. Non siamo capaci di convivere con noi stessi. [... ] Non possiamo funzionare come nazione. Non siamo mai stati capaci di governarci. [... ] La vera guerra che dobbiamo vincere è quella di affrontare un dialogo franco con gli ebrei. E l'unica conquista che dobbiamo fare è quella di metterci a ragionare con mente occidentale». Vivere il Mediterraneo Meeting internazionale organizzato dal C.R.I.C., con il patrocinio della Regione Calabria Reggio Calabria, 11-24 luglio 1987, Parco Fiera Pentimele. Per Giovanni Morelli Silvestra Bietoletti G iovanni Morelli rappresentò per gli studiosi della fine dell'Ottocento e dei primi del Novecento il «conoscitore» per eccellenza, colui che per primo aveva teorizzato un metodo analitico per attribuire ai rispettivi artisti le loro opere. Le poche pubblicazioni di Morelli, scritte in tedesco e firmate con lo pseudonimo Inva Lermolieff, corressero i cataloghi delle più prestigiose gallerie della Germania e d'Italia e dettero un impulso determinante allo studio diretto dei quadri, facendone il momento essenziale per la loro attribuzione, piuttosto che la tradizionale ricerca d'archivio. Il metodo morelliano d'attribuzione si fondava sull'adozione di un paradigma indiziario costituito da frammenti figurativi - orecchi, unghie, pieghe delle vesti - i quali, secondo Morelli, rivelavano con maggiore scientificità, perché caratteristici di ciascun artista e non della scuola, l'autore del quadro. Nel Novecento, l'impostazione crociana della critica d'arte italiana ha ovviamente rinnegato l'uso di siffatti Merkmale, ed è solo dagli inizi degli anni settanta che alcuni studiosi - Edgar Windt, Henri Zerner, Carlo Ginzburg - si sono finalmente Roberto Pazzi Lamalattiadel tempo La forza di un nuovo Gengis Khan rianima tutti i miti e itempi della Storia in una deriva senza fine. «Narrativa» Pagine 160, lire 16.000 Giorgio Prodi Allaradicedel comportamentomorale L'etica vista dall'inedito osservatorio della biologia . « Saggistica » Pagin~ 240, lire 34.000 Olof Lagercrantz L'arte di leggere . e scrtv~re Nel laboratorio dell'autore di ScriverecomeDio e Il mio primo cerchio. «Minima» Pagine 86, lire 15.000 Georgij Florovskij Viedellateologiarussa Un universo di libri, uomini e pensiero. Un grande affresco. Al-Hallaj Diwan Il "Canzoniere" dello "stupore". L'opera del grande maestro Sufi nella ricostruzione di Louis Massignon. Gerd Theissen Sociologidael cristianesimporimitivo Prefazionedi GiuseppBe arbaglio Un classico: un punto di svolta per la teoria e la ricerca. «Dabar» Pagine 304, lire 43.000 Virgilio Melchiorre SaggisuKierkegaard Prospettive teologiche e religiose nel pensiero kierkegaardiano. «Minima» Pagine 132, lire 20.000 Walter Schulz Le nuoveviedella filosofiacontemporanea 4:Storicità "Storicizzazione" e "destoriciizazione" dall'illuminismo ad oggi. «Minima»

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==