Alfabeta 101 Topografia del terrore nazi Elisabetta Nicolini N el mese di giugno è stata aperta a Berlino ovest una mostra dal titolo Topografia del terrore, la quale, come indica lo stesso sottotitolo, è una documentazione sulla situazione del quartiere di Berlino situato tra la Prinz Albrecht Strasse e la Wilhelmstrasse, centro del potere decisionale del regime nazista, dove avevano sede la centrale della Gestapo, quella delle SS e l'ufficio di sicurezza del Reich. La mostra è stata allestita in alcune celle sotterranee, le cosiddette «Folterkeller» (celle di tortura), del quartiere generale della Gestapo, di cui una parte era già stata messa in luce durante il 1986, mentre l'altra, al cui interno è stata .adibita la mostra, è stata scoperta il marzo scorso. L'intenzione della documentazione è, in primo luogo, quella di informare sulle istituzioni del potere nazista concentrate in questa zona della Cfr Cfr/daBer • o città tra il 1933 ed il 1945, sulla loro organizzazione e struttura, sulle funzioni ed effetti delle loro azioni. Attraverso ampi estratti da documenti dell'epoca vengono quindi ripercorse le tappe più importanti dello sviluppo di questa zona cittadina dal tempo in cui il palazzo Prinz Albrecht, fatto costruire nel 1737 dal barone Mathieu Vernezobre come residenza estiva, fu affittato nel 1934 dalle SS, diventando così la sede del servizio di sicurezza dello stato e delle SS sotto la direzione di Reinhard Heydrich, mentre l'Hotel Prinz Albrecht era già stato utilizzato ripetutamente, dal 1932, da Hitler, Goebbels e dai funzionari del NSDAP per le riunioni di partito. A partire da questo momento fino all'ecatombe finale questa zona restò il centro dell'apparato del terrore nazista, ed il numero 8 della Prinz Albrecht Strasse era considerato dagli oppositori del regime come «die gefuerchtete Adresse» (l'indirizzo più temuto) di Berlino. Al numero 106 della Wilhelmstrasse si stabilì nella primavera del 1934 la redazione di «Der Angriff» (L'attacco), giornale di partito fondato e diretto da Goebbels, di cui alla mostra si può leggere un numero (30 giugno 1934) concernente l'arresto di Roehm e il problema delle SA. L'ottima documentazione è corredata da una vasta scelta di testi: disposizioni legislative riguardanti per esempio l'organizzazione e struttura interna della polizia segreta, oppure sezioni sul trattamento dei prigionieri politici; la legge del 15 settembre 1935 per la salvaguardia del sangue tedesco, con la quale veniva proibito il matrimonio misto tra tedeschi ed ebrei; alcuni atti attinenti la preparazione del Pogrom contro gli ebrei nel novembre 1938; rapporti sulle deportazioni degli ebrei, con cifre da capogiro; le norme concernenti la «technische Durchfuehrung» (realizzazione tecnica) delle deportazioni ad Auschwitz, con l'indicazione dettagliata delle cose· da portare e di quelle da lasciare. Si possono leggere anche alcuni documenti pertinenti il problema degli zingari, il loro trattamento e le disposizioni relative alle deportazioni. Ampio spazio è concesso alla documentazione sull'occupazione della Polonia che divenne il centro della distruzione in massa degli ebrei dell'intera Europa. Nell'articolo di fondo del settimanale delle SS «Das Schwarze Korps» (La corporazione nera) del 20 agosto 1942 riguardante la Germanizzazione dell'Est si legge: «Il nostro compito è quello di germanizzare l'Est non. nel senso di una volta, cioè insegnando la lingua tedesca e le leggi tedesche agli abitanti di quelle zone, ma provvedendo affinché nell'Est abitino soltanto persone effettivamente tedesche, di sangue germanico». Tra gli altri è qui riprodotto anche il protocollo della «Wannsee Konferenz», tenutasi il 20 gennaio 1942 nella villa presso il Wannsee a Berlino, dove si discusse l'organizzazione ed attuazione della «Endloesung der Judenfrage» (soluzione finale della questione ebraica). Ogni documento è corredato di materiale fotografico e cartografico relativo ai centri nevralgici dell'apparato burocratico nazista, al loro potenziamento e successiva espansione. Una sezione della documentapagina 21 zione è dedicata ai prigionieri politici che di solito restavano nelle celle sotterranee della Gestapo soltanto alcuni giorni, certe volte soltanto poche ore; sebbene siano documentati anche casi di permanenze più lunghe, di m~si o addirittura di anni. Di solito i prigionieri politici erano trattenuti nel campo di concentrazione «Columbiahaus» oppure nel carcere giudiziario in «Alexanderplatz» e venivano trasportati nella centrale della Gestapo solamente per gli interrogatori. Attraverso una scelta di testi redatti dai prigionieri politici attinenti la procedura degli interrogatori, sono messi in evidenza i metodi brutali utilizzati dalla Gestapo per ottenere le informazioni desiderate; metodi che, nel tedesco dei burocrati della morte, erano definiti «verschaerfte Vernehmungen» (interrogatori aggravati), quando invece si trattava di una vera e propria metodologia di tortura basata sulla suddivisione in stadi fino allo svenimento del prigioniero.
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