Alfabeta - anno IX - n. 101 - ottobre 1987

Alfabeto 101 A più voci pagina 11 L' am1nazzasette D iceva Gorgia Leontino nell'Elogio di Elena: «Nei dibattiti filosofici si dimostra anche la rapidità dell'intelligenza nel riuscire a mutar facilmente le convinzioni dell'opinione comune» (II, 4 B .11, p. 102 dell'edizione di M. Untersteiner, Firenze, 1949-54). Così, anche se il galateo non vorrebbe che io partecipassi a questa nuova «disputa sul barocco», eccomi qua costretto a difendermi in una polemica che mi pare giustappunto sofistica. Perché non è certo la mia definizione di «neobarocco» che è in gioco (Ferraris è liberissimo di non accettarla). È in gioco invece un atteggiamento culturale. Apparentemente, infatti, Ferraris enuncia «sette problemi»: ma in realtà si tratta di uno solo (è legittimo dare una definizione di «classico»?); e, per dirla tutta, la sua vera formulazione è un'altra (è legittimo pretendere di dare definizioni metodologicamente corrette di fenomeni?). Ritorniamo con questa chiave ai Magnifici Sette (problemi) nella regia di Ferraris. Il mio primo errore sarebbe quello di dare definizioni metastoriche di «classico» e «barocco» in termini di ordine e disordine. Scorrettezza: anche se il barocco è storicamente una deviazione del classico e vi si oppone, tuttavia logicamente senza classico non vi è barocco; e inoltre a ben guardare ogni barocco viene definito classico. Esempio: Aristotele è riconosciuto come classico e le sue unità tragiche sono una norma per il teatro fino a Shakespeare, ma poi anche Shakespeare diventa un classico anche se rompe la regola delle unità. Ebbene, qui Ferraris o bara o sbaglia. Confonde, infatti, due usi, e due definizioni, di «classico». Zingarelli, edizione 1986: «Classico, agg.: 1. Che è pertinente alla civiltà greca o latina (scrittori classici, arte classica, liceo classico). 2. Che è considerato modello di stile, detto di opera o di artista ( è un classico della cultura contemporanea). 3. (fis.) Non quantistico, non relativistico (meccanica classica). 4. Per Omar Calabrese estensione: esemplare, tipico, caratteristico, tradizionale (la classica buccia di banana, abito classico, questa è classica!). Nella fattispecie Ferraris finge che «classico 1» (che appartiene alla tipologia degli oggetti culturali) sia la stessa cosa di «classico 2» (che appartiene alla tipologia delle valutazioni culturali). E poco dopo finge addirittura che sia la stessa cosa di «classico 4» (che appartiene alla tipologia dei consumi culturali). Si ha l'impressione che Ferraris creda che a suoni identici corrispondano significati identici. Lo avverto allora che i sintagmi «testa di moro», «testa di ponte», e «testa di cazzo» sono diversi anche se contengono la stessa espressione «testa» (l'esempio non è mio, è di Greimas). Il modo con cui Ferraris considera il termine «classico» è insomma illegittimo: lui fa delle liste di somiglianze, ma non si domanda se le somiglianze coprano per caso delle differenze. Col che abbiamo liquidato anche la seconda confutazione, ovvero che io prescinderei dal senso comune nella ricerca del gusto di oggi, privilegiando un uso disciplinare di «classico» e rigettandone l'uso più esteso. Non è così, infatti. Per l'aspetto della differenza fra senso tecnico-artistico e senso comune, lo rinvio alla definizione di «classico» data da Aulo Gellio (Metamorfosi, naturalmente). Dove troverà interessanti tracce sulla derivazione del significato 1 e 2 dell'attuale Zingarelli dalla medesima matrice «classe». Per la definizione di «barocco» come derivata da «classico» gli garantisco che tutto il libro serve invece a mostrare come «classico» e «barocco» sono due concetti interdefiniti, tanto è vero che le loro manifestazioni appaiono in qualunque società insieme e in competizione. Inoltre, tutto il libro serve a dare l'idea della differenza che esiste fra una produzione, un oggetto e un consumo classici e barocchi. Il che Ferraris pare non aver capito (e di questo, sì, faccio ammenda: vuol dire che non l'ho spiegato bene). .. Ma Ferraris, sulla base dei ragionamenti precedenti, arriva al terzo interrogativo polemico. Se classico e barocco non si oppongono perché il secondo dipende da come definisco il primo, e se dunque barocco sarà tutto ciò che non è ancora un canone. ne consegue che barocco sarà sempre e soltanto il presente, ogni presente. Concedo: c·è del vero in questo. Ma non nel senso che dice Ferraris. In altre parole: Bernini resta barocco anche se si tratta di «un classico» del barocco; e qualunque presente può non essere barocco ma classico, a seconda del proprio rapporto con gli oggetti che nell'enciclopedia corrente sono definiti classici. Piuttosto, il fatto è che molte epoche vivono se stesse come epoche «del presente», e instaurano una opposizione forte con la tradizione classica, mentre altre epoche si vivono diversamente. Che cosa vuol mai dire allora che «è molto probabile che molte apparenti aberrazioni di oggi risulteranno in futuro classiche come il Partenone?» Solo che la cultura le assorbirà, non che non rimangano strutturalmente divefse dal Partenone medesimo. Ma siamo arrivati implicitamente al quarto punto. Il classico costituisce la storia e la cultura prima di esserne costituito. E dunque sfugge allo storicismo.A maggior ragione il barocco che ne deriva. Ecco la contraddizione: io ne definirei, secondo Ferraris, le forme solo a partire dal passato (che però ci resiste), e tenterei di storicizzare il presente (ma così riconducendolo a tratti ben conosciuti). Il ragionamento è elegante, lo ammetto. Manca però della verifica inversa. Non potrebbe darsi che non il presente venga confrontato con il passato, ma il passato con il presente? Ovvero: il passato, in una cultura, non è affatto solo passato; è «attuale»; sta lì, nell'enciclopedia, a costituire il sapere di un'epoca, di una società, di un gruppo. Passato e presente diventano allora confrontabili, perché, come si è già detto, sono interdefiniti in qualche luogo. «HM» È questo che consente di sfuggire alla «canonizzazione del presente» di cui mi accusa Ferraris, a quella «religione della cultura per cui tutto è culturalmente significativo». La battuta tende a far sembrare i cultori delle scienze umane dei maniaci imperialisti. Ricorderei invece che proprio le scienze umane sono fondate sul relativismo. Tutto è culturalmente significativo se collocato nell'ottica e nella prospettiva della cultura. Proporrei di seguitare a chiamare tutto questo col «classico» termine di pertinenza. Il settimo dubbio, a questo punto, forse non merita risposta. Del resto, lo trovo un dubbio sleale. Uno: induce il lettore acredere che nel libro si parli solo di cultura «bassa». Non è vero. Due: induce a crede-. re che per questo le eventuali «forme» della cultura che io ritrovo non sono nulla che non sapessimo già. Accetto volentieri che il mio interlocutore lo pensi. Ma deve dimostrarlo in altro modo (fra l'altro: fornendo per favore una definizione di «alto» e «basso» nella cultura). Tre: induce a credere che «sostenere che Husserl e Heidegger sono neobarocchi non ne esaurisce il nocciolo di verità». Ovvero: che ci sia qualcos'altro che <esaurisceun nocciolo di verità, oppure che non vi sia nulla che lo possa. Invierò privatamente a Ferraris un'ampia bibliografia sul concetto di «pertinenza». Dove si potrà rendere conto che nell'ambito delle scienze umane il problema è stato più volte affrontato. La pertinenza consiste nel definire, preliminarmente all'analisi di un oggetto, il sistema di riferimento nel quale lo si colloca; nello stabilire qual è il punto di osservazione dal quale si considera l'oggetto; nel dichiarare qual è il metalinguaggio •che si usa per parlarne. È tutto sulla polemica. A proposito, per il lettore di «Alfabeta»: della questione si parla nelle prime trenta pagine del volume. Poi ce ne sono altre (spero non inutili, e più divertenti) centosettanta. Corpo10 Bi 1· 11· dà g lC I visita D pia:olo Ram diretto da Sergio Finzi Made In England Un passo nel giardino. Due scorci su Lytton Strachey. Notizie su M. Klein. Le qualità di Hopkins. V. Finzi Ghisi, M. Spinella, T. Kemeny, P. Colaiacomo, A N T E R E M Rivista di ricercaletterariadirettada Flavio Ermini e Silvano Martini via Cantarane 10, 37129Verona laboratoriopoesia (illustrazione e applicazione di tecniche poetiche contemporanee) con Fraòco Beltrametti, <;orrado costa, Rita degli Esposti, John Gian, Armando Paialicb e Tom Raworth. a Cusighe di Belluno: lS-27 agosto a Venezia: 1-10settembre Raccoglie alcune tra le più significative esperienze della scrittura contemporanea Via Maroncelli 12, 20154Milano Telefono 654019 Al servizio si accetk per abbonamento annuale. Da un minimo di 6 inserzioni a un massimo di 33 inserzioni. I moduli disponibili so"!': semplice cm. 5,JxJ,4 Lire 30.()()(), IU?PP_~iom. 5,1 X! Lire 50.000. Per informazwm più. tkttag/iate scrivere o tele/onare a: Cooperati~a Intrapresa, via Caposile 2, 20137 Milano. Telefoni (02) 5451254 - 5451692. Ufficio Pubblicità, servizio Biglietti da ·vi.silo. Riviste mini la più piccola rivista del mondo a.cura di Franco Beltrametti scorribanda productions pobox 3 - 6826Riva s.v. - Svizzera Paroln. 3 direttore N. Menetti Su il versanteagon(ist)ico tklla critica: Bloom, Pozzati, Raimondi, Tagliaferri e altri su B. Pinlo: Calabrese, Cerritelli, Vicinelli, Vetri (poesia), Mizzau (microracconti) e altri, L. 12.000 + sp. pos. - C.P. 223. BO E. Krumm, G. Frasca, G. Restivo, M. Trinci, P. Zaccaria Anno XIV, N° 54, pp. 256, L. 10.000 Electronk: mas., mediaAGE mensile per il media people delle agenzie e tkgli utenti di pubblicità. Systems editoria/e, V.le Fama2osta, 75 - 20142Milano aut aut 217-218 Gennaio-Aprile 1987 Margini dell'Ermeneutica Vattimo - Ermeneutica come koiné Gadamer - Sul circolo ermeneutico Habermas - Urbanizzazione della provincia heitkggeriana Gadamer - Testo e interpretaziof!e Ricoeur - «Logica ermeneutica»? Rorty - Di là dal realismo e anti-realismo Fish - Anti-prof essionismo Geertz - «Thick tkscription» Derrida - Firma evento contesto Searle - Reiterando le differenze Vattimo - Ermeneutica e società tklla comunicazione . Dal Lago - Ermeneutica e scienze umane Ferraris - Ermeneutica e epistemologia a cura di Maurizio Ferraris Strategia Quindicina/e tklla comunicazione pubblicilaria/AgenzielUtenti/Mezzi. Abbonamento annuo L. 55.000 PolaEditrice Babilonia Mensile di cultura e seduzione gay, in ~dico/aa L. 3.500 Babilonia Edizio_ni tlalbArt La Prima Rivista d'Arte d'Europa Ogni copia Lire 5. 000 Abbonamento per 8 numeri Lire 30.000 Giaacarlo Polld F.dltore D Cobold 16 diretto da Ettore Bonessio di Terzet C.P. 7<J7- 16100GENOVA Abbonamento annuo lire 20.000 Coboldprima: Bonessio & Perrotta Cobo/doccasione: Agosti, Bonessio, Perrotta Coboldimpero: Belleli, Frisa, poeti brasiliani Coboldarte: Beckman, Menegon Ibis: Bonessio, Collins, Cavallo, Consoli Milazzo, Perrotta Foglidi Informazione Documenti e ricercheper l'elaborazione di pratiche alternative in campo psichiatrico e istituzionale Nuova Serie n° 116 Abbonamento annuo L. 25.000; abbonamento sostenitore L. 50.000; abbonamento enti, associazioni, estero L. 35.000, da versare sul ccp 12386512 intestato alla Cooperativa Centro di Documentazione, c.p. 347 51100 Pistoia. per informazioni: Pozzi, Cannaregio, 4975 3(!121Venezia, tel. 041/89385 fine iscrizioni 30 aprile 1986 Sottotraccia arti visive, nuova danza, nuova scena trimestrale diretto da Marco Jannuzzi Abb. a 4 numeri L. 20.000, ccp 54692()()1) V.le Carlo Felice 95 00185Roma Libri Jean François Lyotard D muro del Padlko traduzione di Nanni Balestrini MulthlplaEdizioni Ferdinando Grossetti Contra-Cantica (poésie, sujet, tcriture) con epistola di Emilio Villa Lire 14.500 - Inform. Tel. (081) 8987680 Varie t'ratelllFormat - architetturesonore - Musica per ambienti, sculture sonore, sonorizzazioni di tutti i tipi, design acustico. Interveniamo su: giardini e parchi, spazi urbani, feste, mostre, sfilate, ambienti e cose. Progettazioni acustiche di oggetti d'uso comune. FratelliFormat 1.a.1. via Massaia 4, 50134Firenze, 0'i'i/484837 L'ecodeDaptampe dal 1901 legge e ritaglia giornali e riviste per documentare artisti e scrittori sulla loro attivitd per informazioni: Telefono (02) 710181-7423333 L'eco della stampa Via Compagnoni, 28 - 20129Milano

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==