quadro, nel senso moderno del termine, compete al soggetto di ritrovarsi in quanto tale, è perché mi sono reso conto che il dispositivo prospettico nel suo funzionamento è molto più complesso di quello che normalmente si dice. Di fronte a un quadro di prospettiva il soggetto non deve semplicemente disporsi a una data distanza e considerare il quadro a partire da un punto che sarebbe quello che la prospettiva assegna, come direbbe Pascal. Come dimostra l'esperienza delle due tavole di Brunelleschi, il soggetto ha il suo posto nel quadro stesso. Non a caso nell'italiano dei trattati il punto di fuga si chiama punto dell'occhio. Io sono nel quadro nella forma del tu che mi guarda. Qualcosa mi guarda da dentro il quadro. Scoprirlo non è facile ma si capisce che il soggetto è in qualche luogo sul filo che va dal punto di fuga al punto di vista. È un soggetto che non tiene che a un filo e deve spostarsi su questo asse. Ciò che la prospettiva assegna è una linea perpendicolare al piano del quadro che, per proiezione, diventa un punto. Careri. Lei accusa la storia dell'arte tradizionale di leggerezza nei confronti della pittura e arriva persino a redigere un inventario di figure della disinvoltura. La storia de~'arte avrebbe tendenza a ridurre sistematicamente la portata teorica dei problemi sollevati dalla pittura lasciandosi trasportare troppo in fretta da quella che Lei chiama «illusione descrittiva». In particolare Lei critica il ricorso ai testi contemporanei per spiegare La pittura e L'investigazione poliziesca che, ricostruendo il contesto storico della committenza, crede di poter restituire il vero significato di un quadro. Tuttavia La discussione dettagliata di alcune analisi specifiche di storici del/'arte ha una parte molto importante nel suo Libro.Pensa di poter fare a meno della storia dell'arte? Oppure il suo metodo e la storia del/'arte sono complementari? Damisch. Un certo tipo di storia dell'arte serve, se non ad impedire di vedere la pittura, perlomeno ad impedire di lasciarvisi prendere. Ed è questo che chiamo disinvoltura nel senso etimologico del termine: non lasciarsi avvolgere, involgere nella pittura. Assieme ad alcuni linguisti penso che l'illusione descrittiva consista nel domandarsi sempre di fronte ad un quadro «cosa rappresenta?» e mai «cosa trasforma?». Alla domanda «cosa rappresenta?» non si può rispondere che rifacendosi ai testi 1119r1e11i dà visita Al servizio si acude per abbonamento annuale. Da un minimo di 6 inserzioni a un massimo di 33 inserzioni. I moduli disponibili s""!': semplice c~. 5,/xJ,4 Lire 30.()()(J, doppro cm. 5,Jx3 Lire 50.000. Per informazioni più dettagliatescrivere o tele/onare a: Cooperati~a Intrapresa, via Caposile 2, 20137 Milano. Telefoni (02) 5451254 . 5451692. Uff,cioPubblicità, servizio Biglietti da Visita. Riviste mhll la più piccolarivista del mondo , a cura di FrancoBcltrametti scorribanda productions pobox 3 - 61126 Riva s.v. - Svizzera Paroln. 3 dinttore N. Menetti Su il versonu agon(ist)ico della crilica: Bloom, Pozzati, Raimondi, Tagliaferri e altri su B. Pinlo: Calabrese, Cerritelli, Vicinelli, Vetri (poesia), Mizzau (microracconti) e altri, L. 12.000 + sp. pos. - C.P. 223. BO oppure cercando di ricostruire le attese della committenza cui si ritiene che un'opera debba rispondere. Gli storici dell'arte sono ossessionati da quello che chiamano anacronismo, il loro grande sogno è ritrovare quello che l'opera è stata nel suo tempo, così come l'artista l'ha creata ed i contemporanei l'hanno compresa. Ma in questo modo di avvicinarsi all'arte c'è una profonda incomprensione di ciò che vuol dire storia quando si parla d'arte e anche in genere. La storia si scrive sempre a partire da un certo momento della storia e non nel momento in cui avvengono i fatti che racconta o in cui sono prodotte le opere di cui si parla. Scrivo la storia del passato dal punto in cui mi trovo: è meglio ammettere questo anacronismo, Conversazioni di varie discipline questo naturalmente ho bisogno di tutto l'apporto che la storia dell'arte documentaria o «storica» può dare, ma così come noi siamo obbligati a tener conto della storia dell'arte ci piacerebbe che gli storici accettino che si possa andare più lontano o almeno che si possa fare un lavoro diverso con le opere d'arte. Careri. A cominciare da un certo momento, Lei inizia a rivolgersi a un personaggio senza nome che l'accompagna lungo i tre quarti del Libroed al quale Leipresta delle riflessioni e a volte anche delle obiezioni al suo stesso discorso. Questo stratagemma retorico Le permette di confrontare due punti di vista e di introdurre un dialogo amicale. Lei racconta in questo modo le sue visite ai quadri di Urbino, Berlino e Baltimora, come Il mondovissutoenarratodalledonne AS1llEA G.Paley PICCOLI CONTRATTEMPI DEL VIVERE A.Wimschneider LATTED'AUTUNNO J. Rhys VIAGGINOELBUIO M.Atwood LADYORACOLO F. Enchi ONNAZAKA E.Joubert ILLUNGOVIAGGIO DIPOPPINEONGENA E.Burgos MlCHIAMO RIGOBERMTAENCHÙ M. Rodoreda ALOMA GIUNTI tanto più che spesso, come diceva Walter Benjamin, la fortuna storica delle opere è più importante delle condizioni della loro genesi. Occuparsi di storia è, per definizione, produrre degli anacronismi; qualcosa che è scritto al presente riguardo al passato e· che ci fa quindi comprendere meglio noi stessi in quanto individui di questo presente in cui scriviamo. Questo non vuol dire che non c'è bisogno della storia dell'arte o di indagini estremamente precise sul contesto di produzione delle opere. Il gruppo delle Prospettive Urbinati, ad esempio, è stato formato dalla storia dell'arte ma per delle cattive ragioni, e tutto il mio lavoro serve a dimostrare che il gruppo esiste davvero e a fornire le buone ragiom della sua costituzione. Per far D pk:coÌo Hans diretto da Sergio Finzi Made In Enpmd Un passo nel giardino. Due scorci su Lytton Strachey. Notizie su M. Klein. Le qualità di Hopkins. V. Finzi Ghisi, M. Spinella, T. Kemeny, P. Colaiacomo, E. Krumm, G. Frasca, G. Restivo, M. Trinci, P. Zaccaria Anno XIV, N° 54, pp. 256, L. 10.000 Elec:tron.lmc assmediaAGE mensile per il media people delle agenzie e degli utenti di pubblicità. Systems editoriale, V.le Famagosta, 75 - 20142Milano aut aut 217-218 Gennaio-Aprile 1987 Margini dell'Ermeneutica Vattimo - Ermeneutica come koini Gadamer - Sul circolo ermeneutico Habermas - Urbanizzazione della provincia heideggeriana Gadamer - Testo e interpretazione Ricoeur - «Logica ermeneutica»? Rorty - Di là dal realismo e ami-realismo Fish • Anti-prof essionismo Geertz - « Thick description» Derrida - Firma evento contesto Searle - Reiterando le differenze Vattimo - Ermeneutica e società della comu- • nicazione Dal Lago - Ermeneutica e scienze umane Ferraris - Ermeneutica e epistemologia a cura di Maurizio Ferraris Strategia Quindicinale della comunicazione pubblicitaria/Agenzie/Utenti/Mezzi. Abbonamento annuo L. 55.000 Pola Editrice se volesse trasmettere l'esperienza di intimità che nasce dalla lunga frequentazione di un quadro. In che modo questa scrittura dialogale si accorda con le sue esigenze di rigore? Damisch. Quando comincio ad affrontare il problema delle Prospettive Urbinati, il passaggio dal- !' «io» al «tu» è dettato da tre ragioni: la prima è teorica, si tratta di giocare il gioco che ho chiamato dispositivo di enunciazione. È molto interessante vedere come i trattati di pittura e di prospettiva si servono costantemente di questo stratagemma. L'autore parla in prima persona rivolgendosi a un interlocutore, per esempio al pittore cui insegna, e si riferisce a una terza persona, un eventuale contraddittore. Si passa quindi A N T E R E M Rivista di ricerca letterariadiretta da Flavio Ermini e Silvano Martini via Cantarane 10, 37129Verona Babilonia Mensile di cultura e seduzione gay, in t'dicolaa L. 3.500 BabiloaiaEdizioni ....... Art I.A Prima Rivista d'Arte d'Europa Ogni copia Lire 5.000 Abbonamento per 8 numeri Lire 30.000 Ctn Mt.WF.dkore Dùiboldl6 diretto da Ettore Bonessio di Tenet C.P. 7<Y1 - 16100GENOVA Abbonamento annuo lire 20.000 Coboldprimll: Bonessio & Perrotta Coboldoccasione: Agosti, Bonessio, Perrotta Coboldimpero: Belleli, Frisa, poeti brasiliani Coboldarte: Beclanan, Menegon Ibis: Bonessio, Collins, Cavallo, Consoli Milazzo, Perrotta Volontà n. 3/86 40 anni allo specchio Articoli di: Nico Berti, Luciano Lanza, Marianne Enckell, TIZianaFerrero, Pier Carlo Masini, Roberto Guiducci, Luciano Pellicani, Paolo F1oresd'Arcais, Enzo Santarelli, Robert Newmann, Le Scimmie Una copia L. 5.000. Abbonamento L. /8.000. c.c.p. 17783200intestato a Edizioni Volontà - CP 106fJ7 20/00 Milano dall' «io» al «tu» e si chiama in causa !'«egli», la terza persona. Siamo quindi in pieno dispositivo di enunciazione e mi è Pé!rso importante che tale dispositivo sia messo in primo piano. Naturalmente è anche un trucco retorico che tuttavia corrisponde a uno scopo preciso: evitare il dogmatismo e discutere le interpretazioni possibili attraverso la forma del dialogo. In questo modo si va più lontano che con un discorso univoco. La terza ragione, che riprende la domanda che mi ha fatto prima, è che bisogna implicarsi nell'analisi. Implicarsi non in quanto soggetto concreto con la propria biografia personale, ma in quanto si deve mostrare che questi quadri ci riguardano. E chi è questo «ci»? Questo «noi», questo «tu», questo «egli» devono essere iscritti in qualche luogo. Credo che sia una questione di rigore. Se non si vuole essere disinvolti, bisogna che il soggetto che sarà intrappolato dalla pittura sia presente. Careri. Alla fine del Libro interpreta Las Meninas di Velasquez attraverso Le Menine di Picasso del Museo di Barcellona. Crede che questa inversione anacronica nel rapporto tra l'arte del passato e l'arte contemporanea dovrebbe essere generalizzata? Damisch. Se un quadro è prima di tutto ciò che trasforma dobbiamo riservare uno spazio particolare ai quadri che sono fondati esplicitamente su una operazione di trasformazione. Le Menine di Picasso non sono una derisione e neppure un esercizio da virtuoso. Al contrario sono prese in una operazione teorica e plastica molto profonda. Guardando Le Menine di Picasso comprendiamo che in realtà non guardiamo mai l'arte del passato senza passare attraverso le lenti della nostra epoca, attraverso l'esperienza di un pittore come Picasso. Lo stesso Velasquez non lavorava diversamente. È noto che un gran numero delle sue opere trasformano opere del passato; Le Menine trasformano in qualche modo il ritratto degli Arnolfini di Van Eyck, che all'epoca faceva parte delle collezioni del re di Spagna. Abbiamo quindi a che fare con una delle molle fondamentali della storia dell'arte che non si deve sottovalutare senza per questo farne una regola assoluta. Careri. I suoi campi preferiti di interesse sono il Rinascimento italiano e l'arte contemporanea, ossia dei periodi nei quali Lepratiche artistiche giungono a un livello molto alto di autocoscienza e di «HM» laboratoriopoesia (illustrazione e applicazione di tecniche poetiche contemporanee) con Fraòco Bcltrametti, Corrado costa, Rita degli Esposti, John Gian, Armando Paialicb e Tom Raw.ortb.. a Cusigbe di Belluno: 18-27 agosto a Venezia: 1-10settembre per informazioni: Pozzi, Cannaregio, 4975 3(!121 Venezia, tel. 041/89385 fine iscrizioni 30 aprile 1986 Sottotraccia arti visive, nuova danza, nuova scena trimestrale diretto da Marco Jannuzzi Abb. a 4 numeri L. 20.000, ccp 54692009 V.le Carlo Felice 95 00185Roma Fogli di lnfonnazione Doc-nti e ricercheper l'elaborazione di pratiche alternative in campo psichiatrico e istituzionale Nuova Serie n° 116 Abbonamento annuo L. 25.000; abbonamento sostenitore L. 50.000; abbonamento enti, associazioni, estero L. 35.000, da versare sul ccp 12386512 intestato alla Cooperativa Centro di Documentazione, c.p. 347 51100 Pistoia. Libri Jean François Lyotard D murodel hdlko traduzione di Nanni Bakstrini MultblplaF.dbJonl autoriflessività. Si potrebbe esser tentati di attribuirle una estetica dove le opere più belle sarebbero quelle che pongono più interrogativi a se stesse e ne rivolgono al pensiero ed ali'arte di oggi. Damisch. Non vorrei che si sopravvalutasse quello che Malraux chiamava «l'intellettualizzazione crescente del nostro rapporto con l'arte». Credo che anche nell'esplorazione del lavoro di pensiero della pittura intervenga una parte di piacere che non è solo di ordine epistemologico o intellettuale. C'è qualcosa di più, come una passione della pittura, uno stadio passionale di implicazione del soggetto da cui bisogna passare. Le interpretazioni di ordine intellettuale hanno senso solo perché in qualche modo si riferiscono a questa passione. Il vero problema è quello di sapere come ci si dirige verso tale o tal altra opera d'arte, e a questo, l'unica risposta è nel lavoro. D'altra parte è vero che mi interesso alle epoche di forte autoriflessività, sono secoli che hanno sollevato grandi problemi che non sono solo teorici. Careri. Le piacerebbe vedere realizzate le mostre «strutturaliste» che corrispondono alle sue ricerche? Damisch. Per Le Menine l'esposizione esiste già al Museo di Barcellona dove è esposta la serie completa delle variazioni di Picasso. Sarebbe invece estremamente interessante riunire le tre Prospettive Urbinati e ricostruire il contesto in cui si iscrivono per far vedere come sono diverse dalle tarsie e dalle immagini cui le si avvicina normalmente per la .sottigliezza dei dettagli e per le operazioni cui si prestano. D'altra parte mi interesserebbero molto delle mostre che mettano in scena delle storie o delle filiazioni improbabili. Se, ad esempio, mettiamo al centro della problematica un gruppo come le Prospettive Urbinati, possiamo costruire per espansione una storia cercando di trovare delle eco di questo gruppo in altri gruppi. Costruire a poco a poco, come LéviStrauss ha fatto per i miti, dei gruppi sempre più vasti in cui iscrivere una storia, che chiamo improbabile perché, se avessimo messo al centro un altro gruppo, avremmo ottenuto una storia diversa. Esposizioni di questo tipo rivelerebbero che non esiste una storia dell'arte ma delle storie dell'arte, e che tutto quello che possiamo fare è cercare di disfare questa specie di treccia che costituisce la storia per ritirarne qualche filo. Corpo 10 Raccoglie alcune tra le più significative esperienze della scritturacontemporanea Via Maroncelli 12, 20154Milano Telefono 654019 Ferdinando Grossetti Contra-Cantica (poésie, sujet, écriture) con epistola di Emilio Villa Lire 14.500 - Infonn. Tel. (081) 8987680 Varie t'ratelllFormat - architetturesonore - Musica per ambienti, sculture sonore, sonorizzazioni di tutti i tipi, design acustico. Interveniamo su: giardini e parchi, spazi urbani, feste, mostre, sfilate, ambienti e cose. Progettazioni acustiche di oggetti d'uso comune. FratelliFonut •·•·•· via Massaia 4, 50134 Firenze, O'.'i'i/484837• L'eco della ..,_ dal 1901 leggee ritaglia giornali e rivisteper documentan artisti e scrittori sulla loro anivitll per informazioni: Telefono (02) 710181-7423333 L'eco della stampa Via Compagnoni, 28 - 20129Milano
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