Alfabeta - anno IX - n. 100 - settembre 1987

Poesie da tutti i paesi NanosValaoritis Il mio stile Il mio stile è diverso da quello di dio in molti modi per cominciare lui mette i giardini dove io metto stazioni ferroviarie lui mette gli alberi e i fiumi dove io metto le torri costruite con i mattoni e dove io metto particelle lui mette copie amorose che io guardo con il binocolo prima di fucilarle i miei passatempi favoriti da nomade notturna e conversativa la sua bella moglie Luna aiuta le mie cospirazioni ma lui non lo sa troppo spesso lui è fuori di casa deus absconditus risibile idiozia serietà episcopale i tipi sospettosi sono tutti attribuiti a me e la donna che sr:appa via dopo la rapina alla banca e il sonno degli amanti la mattina presto indubbiamente il mio stile è diverso, drammaticarzente, dal suo gli aghi di pino sopra cui Parmenide si sedeva e insegnava che l'Essere è rotondo le lagune matematiche dopo la pioggia il tuono lontano le urla ne~'atto d'amore con tante scuse al Creatore ho migliorato seriamente il suo lavoro ho improvvisato per i poveri di spirito e i ricchi di idee con nuovi-mestoli ho raccolto gli oceani eiaculato guardando i diagrammi ho distrutto con eleganza e ho ricostruito tutto rozzamente io so che sono pazzo ma chiunque non lo è deve alzare un dito umido nel vento solare ,, I ' . Contraddittorio A Charles Baudelaire Quando un sentimento di futilità significativa mi supera è allora che comincio a cantare; clavicembali di forza mi invadono; comincio a scrivere un poema epico di misura sconosciuta; vado in cucina; preparo una scodella di insalata, e un bicchiere di latte; mescolo olio e limone, e li verso sopra la lattuga; la lattuga grida di meraviglia. La lattuga rende molto divertente l'atto del mangiare. Poi spengo la luce e metto musica soave sul giradischi. Scrivo nel buio senza la sensazione della penna o della carta. La mia amante appare all'improvviso sotto la penna circondata dalla musica soave come i peli pubici. Lei entra senza bussare alla porta o suonare il campanello, lei carezza la mia fronte e spinge indietro i miei capelli che cadono giù sulla fronte; con questo gesto i capelli che cadono recuperano la loro forza; lei sussurra nel mio orecchio; shampoo argentazzurro ti metterà a posto; poi accende la luce e comincia brutalmente a togliersi i vestiti, con gesti da striptease; zoom zoom ed è subito nuda; balla ai raggi di una luna piena che solleticano la sua gola. Il mio poema epico giace impotente sul tavolo, il whisky scorre senza limiti e il caffè bolle nella macchina; io sono vicino ali'estasi; per me la vita ancora non ha alcun significato; sono l'uomo più infelice del mondo; dolcemente sussurro al suo orecchio le parole dell'Ecclesiaste: vanità, vanità, tutto è vanità; si contorce nella ricognizione significativa della sua condizione; il nostro scopo siamo proprio noi due: niente altro conta, adesso. Non ci facciamo ingannare da gruppi d'incontro; non c'interessa nessuna religione bizzarra; sappiamo che siamo nulla. Ancora una volta spengo la luce e metto sul giradischi musica soave; scrivo la frase appena detta senza niente sopra niente. Perché dovrei ripeterla? Il suo corpo fornisce l'inchiostro e io fornisco la carta; non stiamo forse scrivendo sopra i nostri corpi? Il mio poema epico giace impotente sul tavolo. Il whisky scorre in abbondanza e si mette in posa dietro la mia schiena. E il caffè invecchiato nella macchina ha un esaurimento nervoso. Traduzione di Lawrence Smith e Antonio Porta, 1987

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