Alfabeta - anno VIII - n. 91 - dicembre 1986

I l rapporto arte-scienza, alimento di una sconfinata letteratura in tutta l'età moderna e in modo più pressante negli ultimi anni, esprime due tipi di atteggiamento nei suoi interpreti: quello reticente del letterato che, come Borges nell'ultima intervista, declina nobilmente ignoranza scientifica, e quella spavalda di chi lancia differenze tra le due come sfide a favore dell'una o dell'altra. Le sfide possono essere anche invertite e cioè valutare quale sia meno adempiente al suo assunto e quindi più in difetto. Qui nascono i problemi. Abbiamo due protagonisti. l'arte e la scienza, appunto. Due esistenze ricche, complesse, sufficientemente autonome, a parte qualche indispensabile momento di contatto. Per poter procedere al confronto dovrebbe essere necessaria una loro definizione. Prendiamo l'arte (devo farlo per estrazione professionale): da letture e testimonianze non sono mai riuscita a presumere una sua definizione assoluta, ma semplici deduzioni aderenti ad aspetti concreti (esistono opere di questo tipo, quest'altro, ecc.) o a componenti strutturali (lo spazio, la luce, ecc.). Si suppone che un analogo limite valga anche per la scienza, se Caglioti scrive: «Al di fuori dei laboratori di ricerca; nel rapporto quotidiano con i nostri simili e con le strutture naturali, solo raramente vediamo raggiunti i limiti di rigore e di certezza che inorgogliscono i fisici. Ora da spettatore, ora da protagonista, talvolta da spettatore e al tempo stesso da protagonista, ciascuno di noi speL'arte contemporanea come bene-culturale Convegno Genova, 18 giugno 1986 N ei mesi di maggio e giugno di quest'anno si è intensificato il dibattito sulla tutela e sulla promozione dei Beni culturali del nostro Paese: l'occasione è stata data dai numerosi interventi legislativi che, prima della crisi del governo Craxi, sono stati vicini al traguardo dell'approvazione parlamentare. Il 10 maggio si è svolto a Roma il convegno La tutela attiva dei Beni culturali, fra intervento pubblico e iniziativa privata, promosso dal!' Associazione dimore storiche italiane, e il 17 maggio si è tenuto a Catania il convegno Beni culturali e nuove forme di mecenatismo, promosso dal!' Associazione nazionale funzionari direttivi dei Beni culturali. Il convegno L'arte contemporanea come Bene culturale è stato organizzato dall'Istituto Gramsci Ligure, e fa r--.. parte della serie di incontri sul te- ~ ma della gestione pubblica delle -S arti visive, come il convegno L'ar- R te contemporanea e la città dello -!::! ~ scorso anno. Umberto Allemandi, l'editore e il direttore de «Il Giornale dell'Arte», che è la rivista più attenta anche agli aspetti legislativi dei problemi che riguardano l'arte, ha riassunto durante il suo intervento le vicende, piuttosto simili tra di loro, di tre collezioni italiane. La Collezione del Museo l sperimentale d'Arte contempora- ~ nea, organizzatoda EugenioBatRotturdeisimmetriarimenta piuttosto vicende, il corso delle quali è imprevedibile e incerto. I pochi casi in cui, al di fuori del campo scientifico, è possibile concludere con affermazioni perentorie e impegnative del tipo di quella sopra riportata, sono il più delle volte relativi a situazioni praticamente prive di interesse. L'esigenza di capire e l'ansia di prevedere si accomunano. Ma rimangono in genere insoddisf atte». Cosa succede dunque quando l'umanistica prescrizione propone il faccia a faccia tra le due? L'impressione è che chi si dedica a ciò operi, in genere, di scatto, in velocità: una doppia corsa a ritagliare l'essenziale nella natura di entrambe ed eccole di fronte. Il personaggio è esibito solo di profilo, o dall'alto in basso. Gli si preleva l'interno, o le estremità, o il busto. L'arte diventa così semplicemente e solo, ad esempio, «costruzione fantastica» mentre la scienza invece «si basa sulle convenzioni». Indi il problema diventa filosofico: «questa convenzione e questa fantasia ci allontanano o ci avvicinano alla realtà?» E quale delle due è più capace di accorciar~ le distanze? Nei fatti nulla è più estraneo alle preoccupazioni di chi segue l'arte. I termini di «rapporto con il reale» l'interrogativo sempre impellente è: «quali sono gli interessi in arte in questo momento?» Il senso del reale chiede di non eludere il presente con quesiti astorici o semimetafisici sul!'assoluto del!'arte. E ne prospetta, in un quadro di organico sviluppo, l'atto di sviluppare esperienza. Ma persino Jole De Sanna questo è un peccato di ottimismo, perché non c'è storico del!'arte (come suppongo non ci sia epistemologo) che possa descrivere un cerchio intorno alle esperienze in corso e sentirsi sereno, perché episodi significativi e forse definitivi saranno quasi sicuramente oltre il cerchio. In realtà tutto ciò che si può asserire ha accento probabilistico. E i bilanci epistemologici per questa ragione diventano anche essi problematici. L'epistemologia è problema a se stessa, è{uasi come la critica d'arte è un problema di per sé. Scienza è illusione? Considerate l'impressione che può suscitare in un extra-territoriale come chi scrive, confinato all'esterno della fisica e delle scienze in genere, il ripetuto e ribadito interrogativo che lo attende nelle prime righe di ogni introduzione a studi di epistemologia. La premessa a Simmetrie infrante nella scienza e nell'arte di Giuseppe Caglioti inizia con la sentenza di Ama/di: « Di tutto quel che abbiamo misurato possiamo rendere conto entro qualche percento», con la quale il patriarca della fisica concludeva una relazione sulle onde gravitazionali. In pratica, ovunque si imbatta la lettura del dilettante epistemologo, appare quello che sembra essere l'assioma contrario a quello della scienza come corrente in un processo irreversibile, all'interno della quale le certezze aumenterebbero proporzionalmente al diminuire dell'ignoto: «Le spiegazioni della scienza sono tali all'interno di una struttura che però spesso si imbatte in fenomeni che non riesce a spiegare senza mutare se stessa» (Thomas S. Kuhn: La struttura delle rivoluzioni scientifiche). Benché le cose siano chiare a tutti e non da poco tempo, non cessa tuttavia di riprodursi, sensibile ad ogni minima sollecitazione, il tema del contrappunto ovvero il rispecchiamento del!'arte e della scienza, come da visione umanistica. Su quale convenzione, visto che di certezze non è il caso di parlare, può accendersi il contatto? Se è scettico il pensiero sulla scienza, non sarà meno che cauto l'atteggiamento di chi esamina in seconda istanza le correlazioni. Cagliati: «Sorge quindi il quesito: è possibile, traendo vantaggio dalle attuali conoscenze scientifiche, individuare qualche fattore unificante, che consenta di maturare una comprensione del rapporto culturale fra l'uomo e le strutture naturali, nella quale confluiscano sia gli aspetti emotivi sia le componenti razionali insite nel rapporto stesso? Fattori unificanti possono emergere se si studia il processo percettivo. Durante questo processo gli stimoli sensoriali, dapprincipio disordinati, si organizzano, correlandosi ordinati in schemi coerenti, i quali poi diventano pensiero. La dinamica della percezione sembra coinvolgere fattori unificanti quali la simmetria, la conservazione, l'entropia, l'ordine e l'informazione». Altro problema: nella storia della scienza è acquisita la spaccatura tra età classica ed età attuale (Kuhn). Nella storia dell'arte questo non si verifica. La teoria degli artisti continua a girare sugli stessi presupposti di analogia con la naIl benedell'arte tisti all'Università di Genova, e la Collezione Della Ragione sono state entrambe proposte al Comune di Genova negli anni sessanta: il valore che avrebbero potuto costituire come bene pubblico non è stato riconosciuto e quindi non sono state accettate. La prima è ora alla Galleria d'Arte moderna di Torino, ed è stata esposta al Castello di Rivoli nell'ottobre 1985, la seconda è a Firenze. Allemandi ha concluso ricordando la storia della Collezione Panza negli ultimi quattro anni. Philip Rylands, amministratore della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, ha illustrato i complessi intrecci di vincoli e di sovvenzioni che si sono formati durante i rapporti tra la Collezione, la Fondazione Solomon Guggenheim di New York, il Comune di Venezia e la Regione Veneto. Su alcuni punti i relatori si sono trovati d'accordo: ad esempio sull'accezione estesa del concetto di «Bene culturale». Silvia Rizzo, dell'Istituto Gramsci, ha citato uno dei recenti disegni di legge del Ministro Gullotti, che afferma: «sono Beni culturali e ambientali le cose di interesse archeologico, architettonico, storico, artistico, filologico, archivistico, librario, audiovisivo, musicale, ambientale, demo-antropologico, che rappresentino, sia singolarmente che in aggregazione, manifestazioni significative della creatività, della conoscenza, del costume, del lavoro dell'uomo, dell'ambiente naturalistico, storico, geologico e paPaolo Rina/di leontologico». 1 Il concetto di «Bene culturale» ha, secondo Pericu, giurista e ordinario di Diritto amministrativo to dalla legge del 1939. 2 E sia la promozione della cultura che la sua tutela sono precisi impegni costituzionali, sanciti dall'articolo 9: Simonetta Scala, in «Vanity», luglio 1985 all'Università Statale di Milano, un significato già ben consolidato nel nostro ordinamento dai primi anni del secolo, significato ribadì- «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artura (non di semplice analisi, ,:na di analogia) dal Quattrocento fino ad oggi. Nessuna sbavatura altera la coincidenza degli assunti, Leonardo e Fontana affermano la stessa natura. Corre una differenza di immagine tra loro, ma non cambia la definizione. Simmetrie infrante di Cagliati si immette con ottimismo nel/'accidentata prospettiva. La sua frontiera è quella tracciata da Prigogine, promotore di un allargamento dei confini della fisica in vista di una «scienza unificata» che leghi tecnologia e filosofia della natura. Come un voler rientrare nel!'alveo pre-newtoniano, allorché lo scienziato era ancora filosofo della natura. Lo sconfinamento produce una comparazione tra le rilevazioni ottenute dal fisico di laboratorio sul comportamento della materia (atomi e loro aggregazioni nella molecola) e talune morfologie funzionali del design e del- !'arte figurativa (i codici gestaltici, fondamentalmente). A questo livello la comparazione evidenzia analogie tra i meccanismi che regolano i processi formali nella materia e nella percezione. Il risultato è un'equazione natura-pensiero espressa attraverso il comportamento della percezione, che ne riproduce l'ordine simmetrico e le necessarie rotture di simmetria. Giuseppe Cagliati Simmetrie infrante nella scienza e nell'arte Milano, Clup, 1983 pp. 182, lire 15.000 tistico della Nazione». Promuovere le diverse attività culturali è quindi uno dei doveri dello Stato: non solo compito ministeriale, ma compito specifico di tutte le istituzioni pubbliche che operano all'interno della collettività, delle Regioni, degli enti locali. Secondo Pericu non sono previste limitazioni degli interventi, ed esistono sia le premesse costituzionali che gli apparati giuridici, ma purtroppo le priorità sembrano essere altre. Non esiste, infatti, un quadro normativo sufficientemente specifico, che destini quote della spesa pubblica ai fini della promozione culturale. Anche Guido Giubbini, direttore del Museo d'Arte contemporanea Villa Croce di Genova, ha affermato la necessità di un atteggiamento coordinato degli enti locali, ed ha insistito soprattutto sull'importanza che avrebbe l'istituzione di un capitolo di bilancio preciso, di un finanziamento finalizzato da parte dello Stato. Umberto Allemandi ha ricordato, infatti, all'inizio del dibattito, che il Ministero per i Beni culturali e ambientali, costituito ormai da circa quindici anni, riceve solo la percentuale dello 0,2 del bilancio statale. Claudia Terenzi, critico d'arte e coordinatore delle•. attività espositive del Comune di Roma, ha fatto riferimento anche a questa situazione quando ha affermato che da quindici anni a questa parte «le amministrazioni locali hanno sostituito lo Stato», carente anche in questo campo. Per nove anni al

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