Ricercato&riCo. Materiali letterari e storico-critici in preparazione del Convegno di Via eggio 26-27-28 marzo 1987 Pubblichiamo in questo numero tre racconti 'I bastasi Eugenio Vitarelli I. La parola Il vocabolo messinese bastasi e il suo diminuitivo bastaseddu (vocaboli che in altri luoghi siciliani vengono scritti e pronunciati vastasi e vastaseddu) derivano dal greco bastazo: sollevare, sostenere un peso. Bastasi viene detta la trave maggiore che sostiene i soffitti, i piani superiori, i tetti delle case antiche. Bastasi è lo scaricatore di porto. Bastasi è dunque sostantivo che si riferisce a forza, a sforzo muscolare. Come aggettivo serve a indicare pessima educazione, volgarità: i modi rudi, sgarbati, tipici degli scaricatori, hanno portato a questa aggettivazione della parola. Sia l'aggettivo che il sostantivo bastasi sono fortemente dispregiativi e il loro significato implica precisi connotati sociali. 'I bastasi sono il popolino in generale, che è maleducato, sporco, tende a delinquere e ali'operosità umana fornisce soltanto i prestatori di lavoro muscolare. 2. Il diminuitivo Bastaseddu è parola che si riferisce ai bambini del popolino (può essere anche usata in generale per indicare vivacità irriguardosa, ma rivolta ai bambini delle classi sociali alte è trasformata nel significato da una tenerezza giustificatoria e da un sottinteso di implicita assurdità in cui si intinge il tono della voce). È parola che implica simpatia ma, quando è usata nel suo giusto riferimento, una simpatia inzuppata di superiorità, di disprezzo. Da notare che il potente chiama bastasi (giudicandolo e condannandolo all'emarginazione) anche colui che si ribella alle sùe regole, pur se fa parte del suo ambiente. Bastaseddu, per il potente, è il ribelle recuperato o recuperabile, seppure con diffidenza. 3. I fatti È un bambino scalzo e scarmigliato (un bastaseddu) che vive in un quartiere di stamberghe venuto su come una crosta ai margini di Messina. Come una formica egli si nutre dei rimasugli del mondo. Ma non ha, delle formiche, l'accumulare. La sola possibilità d'accumulo, là dove la sua infanzia ha luogo, è il furto, e non farne o darsi a furterelli occasionali (un orologio, un portafoglio, due uova, una gallina, un lenzuolo ... ) - occasionali come del resto qualsiasi attività di lavoro consentita alla gente di quel quartiere - permette a denti stretti un discontinuo sostentamento ai limiti della sopravvivenza quotidiana, mentre il furto più consistente può garantire una sopravvivenza settimanale. Invisibili mura elastiche dividono il quartiere-crosta dal resto della città. Dalla città dove qualunque forma della povertà è meno miserabile di quella che incancrenisce fra quelle stamberghe. La città che contiene, anche, la speranza, l'illusione. Queste mura elastiche e invisibili ributtano indietro come fionda gli abitatori di quel quartiere. Essi vanno in città, a svolgervi attività: i bastasi al porto, dove qualche armatore li prende per scaricare casse dalle navi o caricarcele; i bastasi alla ferrovia, a trasportare valigie quando capiti che i portabagagli riconosciuti (quelli col camice e la targhetta sul petto) siano insufficienti; a fare gli accattoni; a prostituirsi fra i carrimatti e i cordami dei moli o in locande o in segrete stanze attorno alle caserme; a fare i magnaccia di queste puttane lacere; nei mercati a sfilare qualche portamonete dalle sporte delle massaie; al rione Ringu a procurarsi qualche pesce in elemosina dai pescatori; al molo del traghetto a pescare ope o monachelle; ovunque ci sia da arraffare pezzi di rame da rivendere; sì, c'è qualcosa da fare in città, ma il posto di quella gente è in quelle stamberghe, e la notte ci debbono tornare. Ci sono le mura elastiche, le invisibili mura con le quali la città si difende dagli intrusi: i ricchi custodendo la propria ricchezza, i poveri la loro povertà. Così il luogo del bambino scelto ad esempio è quel quartiere di stamberghe tirate su come croste in un terreno che quando piove è fango e quando non piove è una bruma formata non da minuscole particelle di umidità ma da impalpabili particelle di polvere che qualunque moto dell'aria solleva vorticante dall'inasportabile strato di fango asciugato. Con sempre polvere nelle lunghe stagioni della siccità, salvo il groviglio di rigagnoli che principiando dalla fontanella comune, al confine alto del quartiere, servono anche da fogne e canaletti di scolo. E la sua casa è una stamberga di mattoni, lamiere e pezzi di legno, pietre e carta catramata in mezzo alle altre, in una zona del quartiere dove una porta sì e una porta no ci sono le puttane, e basta che un ubriaco cominci nella ricerca della preferita a credere sì la porta che invece è no, e proceda nel conto su questo sbaglio, perché l'indomani sia· una zuffa rotolante nella polvere melmosa fra la scarmigliata madre del bambino e le due puttane scarmigliate delle porte sì che fiancheggiano la sua onorata porta no, alla quale l'ubriaco ha finito col bussare. Per lui, ragazzino così tutt'ossa che bastano due fazzoletti per fargli una camicia e uno sputo per lavargli la faccia, è il solo spettacolo di accesa vitalità che gli riesca di vedere. Poi gli capita di desiderare che accada quando ritarda a ripetersi. 4. Gli urli Sua madre la capirà dopo (se la capirà, se tutto l'odio da buttare sul mondo non si sarà troppo indurito: l'odio che alimenterà il suo farsi uomo). La capirà da quasi uomo, quando insieme al consueto fiotto di ricordi sgorgherà con la sua memoria la maturità per capirla. Una donna che non ha nessun'altra occasione di sfogare la mancanza di tutte le cose che non siano la mascolinità di quel suo marito, soprannominato 'a musca ianca, che non sa né rubare né bere né fumare né giocare a carte, ed è così perennemente senza lavoro da non sembrar vero possa esistere una disoccupazione a tal punto permanente e involontaria: eppure vi si trova, e «non hai altro da fare che ficcarmela» dice la moglie, e il suo uomo, intanto, ha per sorte di trovare un lavoro e non poterlo incominciare perché ogni volta accade che arrivano le guardie e fanno una retata degli uomini di quel quartiere di stamberghe per via di qualche delitto, e quando lo rilasciano il lavoro è sfumato (tanto che la pazienza gli si squaglierà dentro, consumandolo sempre di più1 fino al punto che le guardie, venute questa volta ad arrestarlo definitivamente per un delitto che non ha commesso, lo troveranno morto). Nel niente dell'esistenza, la madre non ha altra risorsa che azzuffarsi nella polvere con le due puttane delle due porte sì e, vedova, di urlare con voce assai più acuta di prima, sempre più acuta. Poi prende l'abitudine di sfiatarsi i polmoni all'improvviso in lunghissimi urli di maledizione, e lui, 'u bastaseddu, guardandola e udendola sgolarsi in quel modo terribile, se ne sta rannicchiato e tremante. Gli specchi Umberto Lacatena 11 mio problema era questo: avevo un rapporto difficile con gli specchi. Eppure non gli chiedevo molto; solo di dirmi finalmente qual fosse la mia immagine. Perché, vedete, io non sapevo più riconoscermi; o meglio: gli specchi non volevano dirmi chi fossi. La cosa, a dire il vero, venne su lentamente come tutte le grandi sciagure. Mi capitava, che so? di non ritrovare nello specchio del barbiere quella certa espressione degli occhi o, nella vetrina del negoziante di tessuti, quella data sfumatura di biondo di cui Sottotraccia Bi lieHi dg .. a VISila Versus 38-39 Semiotica medievale a cura di Umberto Eco Bompianl F.ditore Volontà n. 2/86 Ripensare la città Articoli di: Carlo Doglio, Franco Buncuga, Paolo Righetti, Marianne Enckell, Nico Berti, Enrico Baj, Francis M. Naumann arti visive, nuova danza, nuova scena trimestrale diretto da Marco Jannuzzi Abb. a 4 numeri L. 20.000, ccp 54692009 V.le Carlo Felice 95 00185 Roma Fausto Masi L' ABCdella scienzadelle costruzioni presentazione di Michele Mele Collana «Manuali» Al servizio si accede per abbonamento annuale. Da un minimo di 6 inserzioni a un massimo di 33 inserzioni. I moduli disponibili sono: semplice cm. 5,JxJ,4 Lire 30.()()(), doppio cm. 5, 1x3 Lire 50.000. 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L'esperienza filosofica di Enzo Paci Paci - Per una fenome~ologia dell'eros Paci - Colloqui con Banfi Vigore/li - Paci e Gabelli Pogatschnig - La trascendenza dell'eros Rovai/i - Paci e Sartre ElectronicmassmediaAGE mensile per il media people delle agenzie e degli utenti di pubblicità_ Systems editoriale, V.le Famagosta, 75 - 20142Milano A N T E R E M Rivista di ricerca letterariadiretta da Flavio Ermini e Silvano Martini via Cantarane IO, 37129 Verona Carte Semiotiche numero O Teoretica: Umberto Eco, L'Epistola Xlll e /'allegorismo medievale Monografia: La lettera (saggi di Cohen, Grivel, Queré, Schneider, Violi) Studi e ricerche: Giovanni Bottiroli, Metonimia e metafora; Marcello La Matina, Sul caso Chinnici La Casa Usher F.ditore Volontà n. 3/86 40 anni allo specchio Articoli di: Nico Berti, Luciano Lanza, Marianne Enckell, Tiziana Ferrero, Pier • Carlo Masini, Roberto Guiducci, Luciano ' Pellicani, Paolo Flores d'Arcais, Enzo Santarelli, Robcrt Newmann, Le Scimmie Una copia L. 5.000. 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