Alfabeta - anno VIII - n. 90 - novembre 1986

tutto ciò che è comprimibile in un quadro storico come quello hegeliano. È qui che assumono centralità interpretativa la teoria delle facoltà e la teoria delle passioni, individuate da Forni come il luogo teorico in cui il Seicento e il Settecento hanno affrontato i problemi del linguaggio e della comunicazione. Con questa opzione metodologica di fondo viene tracciato un excursus storico-filosofico (da Cartesio a Luhmann, passando attraverso Kant, Hume e la psicologia di Brentano), denunciato dallo stesso autore come volutamente arbitrario e teso a ricostruire i nodi significativi della correlazione in età moderna tra «ego» e sentimento. Ed è proprio il «dato» del sentimento, sia esso inteso come facoltà, emozione o atto espressivo della comunicazione, che il Convegno di Bolzano ha affrontato tematicamente, unendo un approccio marcatamente linguistico - come testimoniano gli interventi sulla classificazione degli affetti in Descartes (P. Simons), sul rapporto tra sentimento ed espressione in e oinvolgendo differenti apparati culturali, gli organizzatori di Polyphonix sono riusciti anche per la decima edizione a realizzarne il programma. Infatti anche in Francia, e precisamente a Parigi dove si svolge la rassegna, si riscontrano gli stessi problemi di tipo politico-economico che sono stati evidenziati già in Italia e in altri paesi d'Europa, a proposito della regressione diffusa verso una strategia culturale reazionaria rispetto alle nuove formulazioni sperimentali in atto negli ultimi anni, contestuali alle varie situazioni politiche delle sinistre democratiche. Certamente la nuova svolta chirachiana in Francia non vuole favorire la continuazione di un programma culturale portato avanti e proposto dal governo precedente di Mitterrand. Perciò il comitato organizzativo di Polyphonix ha chiesto l'intervento e il sostegno alle varie istituzioni culturali europee, come il Centro culturale svizzero, quello austriaco, l'American Center, la Maison de l'Amérique Latine, oltre al Centre Georges Pompidou e alcune gallerie, che hanno messo a disposizione i loro rispettivi spazi e sostenuto economicamente la rassegna. Anche l'Istituto Italiano di Cultura è intervenuto su invito di Milanopoesia - la Polyphonix Italiana - sostenendo gli autori italiani invitati a Parigi. Per due settimane autori di tutto il mondo hanno potuto incontrarsi ogni giorno: confrontare le proprie esperienze in modo continuativo è un fattore determinanteper l'esperienza poeWittgenstein (J. Schulte), sulla nozione di «affetto» in Freud (M. Ranchetti) - ad una prospettiva più propriamente storico-filosofica - dall'analisi delle passioni in ·- ... . .. ,, .. "' ... .. Aristotele (S. Gastaldi) e dei sentimenti morali in Hume (L. Turco), alla reinterpretazione dell'amor cortese (G.M. Cazzaniga) o dei trattati seicenteschi sulle passioni (G. Rodis-Lewis) - per citare solo alcuni dei contributi. tica. Infatti, le molte riviste di letteratura che ogni nazione produce a testimonianza della propria sperimentazione interna, non sono sufficienti agli autori, che non ne ricevono· un senso compiuto né un'idea definitiva di quello che realmente si stia producendo in un paese o nell'altro. La tensione generale sembra ora rivolta nuovamente verso i modi del significante, cosicché il tedesco Vinkenoog, recitando in una lingua incomprensibile, ma dal suono analogo a quello del tedesco, diviene più interessante e significativo delle belle e sentite poesie di senso compiuto. li tentativo dell'arte è sempre nella direzione dell'essere, è filtro tra esperienza dell'uomo-artista e l'opera, che ne diviene la trasmutazione, naturalmente la trasmutazione. A cosa tende dunque, se non alla ricerca del sé? Una dimostrazione di ciò, tanto semplice da suggerire la comprensione immediata, ce l'hanno data le opere di due filosofi francesi, Deleuze e Guattari in coppia con Burkhalter e Hubaut, che del resto pensano da sempre in questo senso. Usare la tecnologia, il video come le diapositive, le lettere composte o distrutte o ricomposte ancora, alla ricerca di nuovi significati, che imbriglino poi definitivamente il senso della dimostrazione che si vuole dare, diventa qualcosa di positivo ed è di aiuto alla comprensione più immediata: anche l'americano Rose usa la stessa tecnica di proiezione delle immagini, mentre Guattari usa meglio la contrapposizione fisica delle per- .. .. Tuttavia pur completandosi a vicenda, lo schema diacronico e lo schema sincronico ancora non esauriscono l'interpretazione di un testo, come Forni stesso ci avverte, invitandoci a guardarli entrambi con il disinteresse proprio della l. ·, .. • . . . . ·~~ .... _ o o <> o t> o Studi sulle funzioni lineari di un archetipo grafico, 1981 (particolare) Wertfreiheit weberiana e con la prospettiva «descrittiva» proposta da Wittgenstein per leggere il linguaggio del sentimento come qualcosa che non ha bisogno di alcuna fondazione ulteriore. Di questa non completezza mi limito a dare qui solo un esempio; che lo schema hegeliano non sia sufficiente a coprire l'interpretasone a dimostrazione della stessa tesi, separare per unire: il bianco e il nero si devono mischiare a un certo punto; il progetto dell'opera ha delle regole ben precise, dei tempi e delle dialettiche in cui è obbligatorio transitare, e i poeti e i filosofi debbono deporre nel linguaggio e nella comunicazione ciò che essi stessi hanno faticosamente appreso. Ne/l'incredibile e magica misura in blu della pièce dei Quatuor Manicle - che per la cronaca sono Balestrini - Viton - Giraudon - Bennet, nel fruscìo e nel bisbiglìo dei quattro lettori/autori perfettamente in concordanza, avviene una rivelazione: sono riusciti a fondere l'uomo/poeta nella coscienza del suo essere, nella coscienza del- /' «essere degli altri nel mondo». Si può dire anche che il micro è unito al macro, l'emozione è unita alla crudeltà, il particolare è tutt'uno con.J' assoluto, così si lasciano le tracce per gli altri, quelli che cercano conferme o che sperano di avere lumi. C'è chi usa la modestia e chi la spettacolarità, ognuno crede di trovare, e a volte trova, il modo più conforme per porsi. In generale la figura del remoto poeta, isolato dagli altri per convenzione, ha difficoltà a mostrarsi così come è; preferisce piuttosto usare il mezzo dell'aggressione e qualche volta del personaggio padrone del palcoscenico, come di fatto lo è invece un attore che recita in teatro secondo canoni tradizionali. Quando questo gioco dell'azione in atto lo fanno Heidsieck e Rii.hm o anche Maunick, lavorando essi sostanzialmente zione della Princesse de Clèves lo prova il fatto che, preoccupato unicamente della opposizione amore/matrimonio in polemica antiromantica, ignora totalmente quello che, ad una ricerca storicoletteraria di prima mano, risulterebbe essere un altro topos fondamentale della problematica amo- .. • • : -? . I . . .. . . rosa moderna: il configurarsi di una concezione negativa dell'amore, intesa soprattutto nel senso della contrapposizione amore/felicità, che dalla fine del Seicento, nell'ambito della poesia fonetica e sonora, le loro performances risultano più che ben conformate, diciamo che non sarebbe possibile agire in modo diverso, poiché è proprio il tipo di sperimentazione che pretende questa presenza in atto, che è anche un messaggio emozionale dove il corpo diventa spettacolo. Lo stesso discorso alla fine si può fare per i performers danzatori, che, nati dalle più diverse scuole, da Béjart a Pina Bausch, arrivano allo stesso risultato: col corpo e con una carica molto diff erenz iata nei tempi devono dimostrare l'oggetto della ricerca intellettuale; così il pensiero si unisce perfettamente all'azione e ne è il suo doppio, quando addirittura non vi sia una scelta a priori, come nella Magli, della trascrizione nel movimento di una poesia, che così viene detta e letta attraverso il ritmo. La coppia americana-francese Crocker-Planeix arriva a questo stesso risultato, con un certo eccesso però di cultura vitalistica al- /' americana; si preferisce qualcosa di più raffreddato, pacato, come dire una consapevolezza più affermata di ciò che si è arrivati a intendere e si sa di volere comunicare. Quando Michèle Metail urla il suo rimbombante discorso fra lo stridio dei freni, la voce sopporta il rumore delle ruote e del motore, ed è sempre lo stesso poema, al quale aggiunge di anno in anno una frase o un sogno; un'opera interminata/interminabile che si aggiunge di dettagli poco a poco, come se ci fosse un'unica dichiaracon la Princesse de Clèves e le Lettres portugaises, percorrerà non solo il romanzo moderno con Pré- • vost, la letteratura libertina e lo stesso Rousseau fino alle Liaisons dangereuses di Laclos, ma anche l'intera trattatistica morale sulle passioni del XVIII secolo. Si tratta qui solo di una tra le altre possibili ipotesi interpretative che il modello proposto da Forni non inibisce in alcun modo,'ma che anzi tende implicitamente ad incoraggiare. Il suo «metodo decostruttivo», forte della pluralità dei valori weberiana e dell'analisi sistemica, che comprende il senso dell'agire in termini di scelte tese ogni volta a ridurre la complessità sociale e mai definitive, impone infatti all'osservatore un'unica regola: quella di non considerare nessuna interpretazione come «la» interpretazione. Ciò vuol dire allora che si è liberi di leggere La Princesse de Clèves come il romanzo della passione e della sua negazione, dell'ai I :· l; more coniugale come pure della coercizione dell'istituzione matrimoniale, restituendo il sentimento d'amore alla molteplicità dei valori e delle scelte e alla irrisolta conflittualità che lo caratterizzano in epoca moderna e che hanno probabilmente contribuito alla sua «solitudine». zione da fare: al di là del tempo è la coscienza, non c'è nulla da dimostrare. E così, padroni della scena, come le stars cantanti, lo vogliono essere alcuni altri poeti, quelli che mangiano il fuoco come il messicano Marcos Kurtycz, o anche l'ungherese Szkarosi, o il greco Valaoritis. Rothemberg con il suo gruppo rock fa un vero e proprio spettacolare concerto leggendo poesie dadaiste. È un vecchio signore un po' hippy, già conosciuto in Europa, dove è venuto molte volte, chiamato dall'America. Questo sogno di una poesia diretta, nella contaminazione dei generi, lo si raggiunge partendo da differenti lontani luoghi della ricerca. Si può partire dalla musica, si può arrivare alla poesia con la danza, o raggiungere la complessità di un' opera lirica a più voci, nel quartetto delle voci che si danno il cambio. Comincia con un musicista Cahen al piano e un flauto traverso di Malherbe, si sa solo in seguito che l'uomo nero enorme ha cominciato a cantare le sue parole da ritmo negro non invitato, ma si è fusa lo stesso la musica al suo suono, ed è in questa performance che anche il pubblico meglio si riconosce, pur non sapendo che è improvvisazione. Polyphonix IO Festival international de poésie directe, musique, vidéo, performance, Parigi, 15 maggio/18 giugno 1986

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