Alfabeta - anno VIII - n. 90 - novembre 1986

s ~ -O g Galliane <<900>> Marcello Gallian Claudia Salaris ' ra gli scrittori ingiustamente dimenticati c'è Marcello Gallian, un autore che Massimo Bontempelli ha incluso nella schiera dei più autentici novecentisti, assieme a Corrado Alvaro, Antonio Aniante, Giovanni Artieri, Francesco Cipriani, i Lupi, ossia Aldo Bizzarri e Gian Gaspare Napolitano - così chiamati dall'omonimo giornale da loro fondato - Giulio Santangelo, Pietro Solari, Alberto Spaini, Paola Masino, Cesare Zavattini, Roberto Papi ed Anna Maria Ortese. Di costoro solo gli ultimi tre non hanno partecipato all'esperienza della rivista «900». Gallian ha aderito subito al programma della testata, a quella «battaglia per la fantasia (. .. ) per l'arte che sappia vedere la vita come una grande avventura» - secondo le indicazioni bontempelliane - da condursi nei termini d'un dialogo europeo. Rievocandone il clima, Gallian ha detto in seguito che la rivista «fu un argine, una costruzione, ed un'isola. Isola, l'Europa; costruzione, una realtà poetica e letteraria innovatrice; argine, contro i provincialismi da una parte e le accademie dall'altra. Ma fu anche uno stato d'animo, fatto di vigilia, di fame, di vagabondaggio, di tensione, di ribellione». Nato a Roma nel 1902, Gallian segue D'Annunzio a Fiume, sansepolcrista, è esponente del fascismo della prima ora, ma non tralascia di frequentare gli ambienti anarchici. Sotto il regime, e soprattutto negli anni trenta, è tra le teste calde da emarginare. Le sue opere sono condannate dalla censura. È un personaggio scomodo e mal sopportato. Non andrà a Salò. Nel dopoguerra il suo isolamento aumenta per l'ostracismo del mondo intellettuale, non pubblica più volumi, collabora sporadicamente a riviste, vive in miseria, trovando ascolto in alcuni settori della cultura di sinistra («Paese Sera» nel 1960 denuncia il caso di Gal- • lian, «un fascista alla fame»). Muore nel 1968. li suo periodo d'oro resta quello legato agli anni venti, epoca in cui dirige con Alfredo Poinelli «Spirito Nuovo» (1925-1926) - dove si parla di surrealismo -; interviene in difesa del novecentismo nella polemica tra «strapaese» e «stracittà», collabora a «L'interplanetario» di Libero De Libero e Luigi Diemoz (1928), «I Lupi» (1928), anima con Armando Ghelardini ed Alf Gaudenzi il giornale «2000» (1929) - tutte testate d'area novecentista; è presente su « Lo spettacolo d'Italia» di Blasetti (1927), «Oggi e domani» e negli anni trenta è collaboratore di diversi fogli, dal «Corriere della Sera» alla «Gazzetta del Popolo», dalla « Fiera letteraria» a «Circoli» di Adriano Grande, «Quadrivio», « Valori Primordiali» di Franco Ciliberti. Gallian prende le mosse sull'humus dell'avanguardia romana degli anni venti, tra le tensioni sperimentali d'una intellettualità inquieta, che ha nel Teatro degli indipendenti di Anton Giulio Bragaglia la sua zona franca. Qui Gallian fa rappresentare proprie opere (La casa di Lazzaro, Fine del mondo, 1929), mentre in questi ambienti Vinicio Paladini tenta di lanciare l'immaginismo, una specie di tendenza artistico-letteraria tra dada e surrealismo, con precisi riferimenti alla teoria freudiana del sogno, che indubbiamente influenza lo stesso Gallian. Nascita di un figlio ed altri scritti appare nel 1929 presso le edizioni Atlas, nella collezione «Sintesi», inaugurando la serie dedicata agli «Scrittori d' ltalia». li racconto che dà il titolo all'opera appare nello stesso anno su «A e Z», gli altri due sono usciti su «900»; Gli abitanti della piazza grande nell'agosto del 1928, e La regina dei pargoli della città in francese (Reine des Bambins) nella primavera del 1927, secondo l'uso cosmopolita dei primi numeri del giornale. La collezione, nelle intenzioni dell'editore che è poi il Ghelardini di «2000», collaboratore di «900», si presenta come «la sintesi del pensiero, delle arti e di tutta l'attività intellettuale nel mondo». Progetto piuttosto ambizioso: vengono annunciati studi monografici su singoli autori e sulle «moderne correnti d'arte e di pensiero», dalla letteratura al teatro alle scienze. La casa editrice, che tra l'altro annuncia un saggio sulla nuova letteratura russa di Umberto Barbaro, presto si trasforma nelle Edizioni d' ltalia, che, oltre ad ospitare opere di Gallian, accolgono romanzi d'area immaginista (Tatuaggio e Spettacolo con farsa finale di Elio Talarico, L'essenza del can barbone di Barbaro e L'orologio innamorato di Diotima, tutti con un fotomontaggio di Paladini in copertina) nonché il saggio di Pudovchin Il soggetto cinematografico (tradotto dal solito Barbaro), «che è per il film come la grammatica elementare per lo studio di una lingua o come le note per lo studio della musica», così, all'epoca, ne saluta la pubblicazione Mario Camerini. Ma torniamo al nostro. Molte sono 1e differenze che separano Gallian dal capofila di «900», Bontempelli, per il quale la formula «Realismo magico» - com'è noto - significa non tanto uno sbrigliarsi della fantasia o un tuffo nel caos dell'irrazionale, quanto piuttosto uno sguardo sempre lucido e razionale attraverso la sostanza reale delle cose, che si rivelano così all'intelletto nella loro natura fantastica. Precisione realistica ed atmosfera magica. Da qui il rifiuto del materialismo di Breton e della scrittura automatica in vista d'una concezione che tutto sommato appartiene alla tradizione pitagorica, platonica ed ambisce nella scrittura ad una trasparenza dello stile. Gallian muove da un punto di partenza opposto: alla scrittura «razionalista» e «funzionalista» che Bontempelli, ispirandosi all'architettura, si auspica quando suggerisce di «edificare senza aggettivi, scrivere a pareti lisce», Gallian contrappone un itinerario tormentato, al limite del!'allucinato, costruendo non certo con la linea retta ma con la curva barocca che si perde in spirali e vortici. È notturno quanto Bontempelli è solare. E se per il fondatore di «900» il corrispettivo pittorico va cercato nel Quattrocento, nella metafisica o nel novecentismo, per Gallian bisogna pensare ad un surrealismo un po' barbarico, ad un espressionismo alla Grosz, ma anche al clima della scuola romana (Scipione-MafaiRaphael) . «L'arte di scrittore di Marcello Gallian è originale e inafferrabile; la sua immaturità raggiunge gli effetti della sapienza; la sua incoscienza diviene potenza e rilievo»: così leggiamo in un Marcello Gallian visto da Bontempelli, brano posto come introduzione a Nascita di un figlio. Che la scrittura di Gallian si collochi sotto i cieli de~'allucinato, del meraviglioso, del deforme, scorrendo con caratteristiche nomadi, è cosa che Bontempelli subito evidenzia: « Lo svolgimento delle trame narrative vive come un vagabondaggio stupefatto: tutto ciò che gli occhi del vagabondo toccano, diviene una meraviglia da fiera; le cose si animano e palpitano, subito piene di sangue; le persone s'irrigidiscono in oggetti: attorno a questo mondo strano e tanto semplice, sorgono di continuo lastre di cristallo traverso cui la visione si fa lucida e allucinata. Ogni aggettivo è una sorpresa». Già da ciò si capisce quanta sia la distanza che separa dal rigore bontempelliano lo stile di Gallian così «perpetuamente inquieto», come sospeso su un vortice ed in perenne agitazione per non esserne inghiottito. «Ma da quella agitazione - ammette Bontempelli - da quella inquietudine, da quel tramutamento rapido di valori, nasce un mondo grasso e lucente che sa trovare una sua strana quiete e purificazione.» li grottesco come l'altra faccia del sublime nel gioco dei contrari che. lega il mostruoso al meraviglioso. Ma il «vagabondaggio» non è una caratteristica che contraddistingue solo lo stile di Gallian. Attorno alla figura del vagabondo, dello sradicato, egli costruisce un vero e proprio mito che significa rifiuto del mondo borghese e delle sue regole. E proprio per questo spirito anarchico e fantastico molte pagine di Gallian anticipano il clima d'un film come Miracolo a Milano (assai apprezzato dal nostro), che appartiene appunto al filone del surrealismo all'italiana. L'originalità di Gallian non è sfuggita a Ungaretti, che nella prefazione a Tempo di pace (1934) notava «l'eleganza nel procedere d'una narrazione non solo di modo inconsueto, ma d'un modo che sembra avanzare e di furia». Negli anni trenta Bilenchi e Pratolini vedevano in Gallian un interprete delle loro passioni. Enrico Fa/qui ha molto apprezzato l'opera del nostro, sottolineando che «certe violenze verbali o immaginifiche, esercitate sopra la realtà più usuale fino ad abolirla, Gallian non le ha tolte a baratto da alcuno e la vocazione al "barocco" se l'è sempre spassosamente ritrovata nel sangue». Ruggero Jacobbi ha affermato che «non c'è avanguardia che possa disconoscere questo irriducibile predecessore», il cui linguaggio spesso ridondante ed arcaicizzante, «prende mosse e pieghe da ricordare un Gadda». Ed ancora Umberto Carpi, nell'introdurre il libro recente di Paolo Buchignani, che fa il punto sul «caso Gallian», nota: «è il più forte scrittore dell'area bontempelliana e "novecentista", l'unico capace di autentiche accensioni e suggestioni surrealiste». C'è da auspicarsi - come suggerivano già Fa/qui e Jacobbi - che veda presto la luce un'antologia con il meglio delle pagine di Gallian da riscoprire. Principali opere di Marcello Gallian Il dramma nella latteria, 1928, La donna fatale, 1929, Vita di sconosciuto, 1929, Nascita di un figlio, 1929, Pugilatore di paese, 1931, Una vecchia perduta, 1933, Colpo alla borghesia, 1933, Comando di tappa, 1934, Tempo di pace, 1934, Il soldato postumo, 1935, In fondo al quartiere, 1936, Bassofondo, 1936, Racconti per la gente. 1936, Tre generazioni, 1936, Quasi metà della vita, 1937, Il monumento personale, 1937, Dopo guerra, 1937, Combatteva un uomo, 1939, Primo diario, 1940, Gente di squadra, 1941, Alba senza denaro, I943. Opere teatrali rappresentate La casa di Lazzaro, 1929, Fine del mondo, 1929, Scoperta della terra, 1930. Bibliografia essenziale Massimo Bontempelli, Introduzione a M. Gallian, Il dramma nella latteria, in «L'Interplanetario», n. 6, l° maggio 1928; Marcello Gallian visto da Bontempelli, in M. Gallian, Nascita di un figlio ed altri scritti, Roma, Atlas, 1929; L'esperienza novecentista, Firenze, Vallecchi, 1938 e 1974. Enrico Falqui, Tempo di pace, in «Pegaso», marzo 1935, «Pan», III (1935), voi. I; Prosatori e narratori del Novecento italiano, Torino, Einaudi, 1950; Il Novecento letterario italiano, Firenze, Vallecchi, 1969-1971, voi. IV; Gallian è incluso nell'antologia curata con E. Vittorini Scrittori nuovi, 1930 e nell'antologia Capitoli. Per una storia della nostra prosa d'arte del Novecento, Milano, Panorama. 1938, ristampata da Mursia nel 1964; Il futurismo. Il novecentismo, Torino, Edizioni della Radio Italiana, 1953. Giuseppe Ungaretti, Prefazione a M. Gallian, Tempo di pace, Roma; Circoli, 1934. Romano Bilenchi, Comando di tappa, in «Roma fascista», n. 28, 22 luglio 1934; Il soldato postumo, in «Il popolo d'Italia», 20 agosto 1935; Intervista con Marcello Gallian, in «Quadrivio», 29 dicembre 1935. Vasco Pratolini, Come esempio, in «Il Bargello», 28 febbraio 1937. Ruggero Jacobbi, Marcello Gallian, in Letteratura italiana. I contemporanei, Milano, Marzorati, 1974, voi. IV; Marcello Gallian, novecentismo, prosa d'arte, realismo magico e barocco: l'anarcofascismo e il surrealismo apocalittico, in Letteratura italiana. Novecento. I contemporanei, Milano, Marzorati, 1979. Umberto Carpi, Bolscevico immaginista, Napoli, Liguori, 1981. Enzo Frustaci, L'avventura letteraria di Marcello Gallian. Le aporie di un uomo di squadra, in «Annali», 1-2, 1981. Paolo Buchignani, Marcello Gallian. La battaglia antiborghese di un fascista anarchico, Roma, Bonacci, 1984. Nascita di un figlio Marcello Gallian M i sono svegliato di soprassalto sulla mezzanotte ed ho pensato: «Certamente mi aspetta un avvenimento straordinario». E non so proprio che cosa debba avvenire, ovvero, non ricordo, non ricordo se non d'avere una gran fretta, come di chi debba cambiar casa e creda che tutto già sia ali'ordine, i pezzi di cristallo dentro le casse, i mobili smontati, i quadri nascosti dietro fitti veli. La casa invece è quieta: sento che le porte son chiuse, le finestre sbarrate e un odore nuovo, acuto, d'ospedale, per ogni dove; un odore di caserma quando han gettato la creolina agli angoli e sotto i letti. Come se debba scoppiar un contagio da un momento all'altro. Sento grida al piano di sotto, come d'uno che sia stato sotterrato vivo e raspi con le mani: sento: «Aiuto, aiuto». Vorrei portar soccorso, sprofondare il pavimento, far Ricercatori & Co. Prevediamo un convegno pluriennale. ln altre parole un tema così ampio e attuale deve essere esplorato nell'arco di tre, quattro convegni. Si stabilisce in questo modo un appuntamento annuale che può dunque diventare, per la cultura italiana, impegnativo. È questo un indubbio vantaggio rispetto alla scelta di un tema nuovo per ciascun anno, che può incontrare o meno il favore del pubblico. Occorreranno tre giorni pieni di Ricerca, riv ste e avanguardie nel Novecento letterario in Italia (teoria e storia) Viareggio 26/27 /28 Marzo - 1987 lavoro. La mattina di ciascun giorno: materiali. Con questo termine si comprendono i risultati compiuti in ambito universitario con il coinvolgimento delle cattedre che si dedicano assiduamente al tema proposto: Pavia, Bologna, Siena, Pisa, Amsterdam, Torino. 1primi nomi indicati sono quelli di Pieter De Meijr, Ezio Raimondi, Mario Lavagetto, Walter Siti, Romano Luperini, Clelia Martignoni, Niva Lorenzini, Giorgio Barberi Squarotti. li pomeriggio di ciascun giorno: interventi delle riviste sulla teoria e sulla ricerca in atto; con la presentazione di testi nuovi, anche. Le riviste saranno: Nuovi Argomenti, Il Verri, Alfabeta, Linea d'ombra, L'ombra d'Argo, Prato pagano, Marka, Anterem, Finisterre, Il Piccolo Hans, Tracce, Lengua, Tam-Tam, La Quinzaine littéraire, Digraphe, e altre. Sia alla mattina che al pomeriggio sarà lasciato uno spazio adeguaio al dibattito. La sera: lettura, performance, musica, danza. Nei locali del convegno è prevista una mostra d'arte contemporanea, curata da uno specialista, che opera al di fuori degli interessi del mercato. Comitato scientifico: Corti, Francesco Leonetti, nio Porta, Gianni Sassi, Spinella. Coordinamento: nio Carollo. Maria AntoMario Antoli testo che qui pubblichiamo è il primo materiale (storico-critico) che presentiamo in preparazione del Convegno Ricercatori & Co., di cui abbiamo ripreso qui sopra gli elementi orientativi (cfr. Alfabeta n. 84). Altri documenti e interventi seguiranno nei prossimi numeri, così come è stato fatto per il Senso della letteratura, di cui Ricercatori & Co. è insieme ripresa e sviluppo. <::IL._ ________________________________________________________________________ ...

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