Alfabeta - anno VIII - n. 90 - novembre 1986

tarne l'importanza adducendo il motivo che non era abbastanza conosciuto in Europa. In particolare Dostoevskij rivolge i suoi attacchi a critici come Cernysevskij e Dobroljubov, «che avevano preteso di indicare in modo sempre più puntuale e tassativo agli artisti gli scopi che dovevano prefiggersi · con le loro opere, e avevano sempre più trascurato la peculiarità del fatto artistico» (Pacini). Quanto a Puskin, leggiamo in un articolo intitolato Il Fischietto e Il Messaggero russo, Dostoevskij sostiene che già con lui la letteratura russa aveva cominciato «a vivere di una sua vita autonoma». «In quale altra letteratura» si domandava «... potete trovare una tale capacità di comprensione universale, una tale testimonianza di umanità universale e soprattutto una forma artistica di così alto livello?» «Forse è proprio questa» concludeva «la particolarità principale e più spiccata del pensiero russo», con ciò lasciando scorgere con qualche anno di anticipo il nucleo «sentimentale» del suo continuo interrogarsi sull'identità e sul futuro destino della nazione, che in questi saggi come in tutta l'opera dostoevskijana ha trovato, come sappiamo, uno spazio immenso e nel lettore russo una tuttora appassionata partecipazione. Fedor Dostoevskij Saggi critici a cura di Gian Lorenzo Pacini Milano, Oscar Mondadori, 3 voli. pp. 384, 363, 382, lire 35.000 Il senso della verità Gaspare Polizzi Mentre è ancora fatto di cronaca il Convegno La ragione possibile (cfr. il Supplemento ad «Alfabeta» n. 85) l'Associazione Culturale «Dora Markus» dà alle stampe gli Atti del Seminario di Studi 1985, raccogliendo insieme le relazioni di A. Gargani, F. Rella, G.P. Brunetta, U. Eco, L. Puppi, S. Veca, D. Antiseri, M. Sambin, M. Praloran, F. Volpi, C. Ossola, S. Agosti, R. Nobili, con un'introduzione di G. Barbieri e una postfazione di P. Vidali. Un unico intento lega il volume all'iniziativa più recente: il tentativo di delineare una «geografia della cultura» muovendo da un'idea emergente della ragione come narrazione, conversazione, fluttuazione del possibile. La sigla della metamorfosi circoscrive l'intento in un percorso labirintico e multidisciplinare, che si addentra in approfondimenti «umanistici» (come negli scritti di Brunetta, Eco, Puppi, Praloran, Ossola, Agosti), rinnova dibattiti epistemologici e scientifici (con gli interventi di Antiseri, Sambin, Nobili) o affronta interrogativi meta-scientifici su verità, argomentazione, razionalità (come nelle pagine di Gargani, Rella, Veca, Volpi). La narrazione si produce dunque con mutamenti rapidi di stile, alternarsi frammentato di linguaggi (anche visivi, grazie alla documentazione iconografica che ci viene offerta nel volume), secondo una strategia del- !' «intorno» che mira piuttosto ai contesti e alla versatilità delle possibili relazioni che non alla descrizione e al giudizio, seguendo così la prassi più congeniale alla scrittura. contemporanea. Non è ozioso soffermarsi sullo stile del volume, e non soltanto perché risulterebbe impossibile presentare i singoli saggi, ma innanzitutto a ragione del fine, dichiarato già nel titolo, di mettere in gioco la metamorfosi o metafora di una ragione che si intende come scrittura, dialogo, conversazione. L'obiettivo esplicito di Vi- _dali nella postfazione appare proprio quello della ricerca di uno strumento che permetta di tradurre le metamorfosi, di un possibile isomorfismo. Si perviene così al nucleo aporetico incluso in una ricerca che sviluppa connettivi non metafisici tra le ragioni possibili o tra le cosiddette «scienze del complesso». Vidali fa propria una definizione sistemica di isomorfismo ritto - di porre cartelli segnaletici. Ma la lettura, che segue tracce imprevedibili, farà apprezzare ampiamente i saggi presentati. Per formazione e interessi ho gustato con attenzione particolare la perspicuità di Gargani e la narratività di Rella, ma anche le variazioni di Ossola e la rassegna epistemologica di Nobili. Il lettore troverà senz'altro nel volume altri percorsi Terni: Letteratura, la questione politica, pittura alfabeta Inediti: Lettere di Cangiullo a Balla, ricette di Casa Depero, lettera di Saint-Saens a Marinetti, lettera di Ki'ilbin a Marinetti. e scultura, architettura, musica, Volume speciale bilingue (francese/italiano) a cura di: teatro, danza, fotografia, pubblicità, moda, cucina, Serge Fauchereau, Antonio Porta. Claudia Salaris futurismi stranieri, attualità Edizioni Intrapresa Via Caposile 2, 20137 Milano (richiamandosi a Hofstadter) e - distinguendo il sistema delle relazioni dall'insieme degli elementi - può asserire che «l'isomorfismo è quindi il trasporto di un'operazione volta a ridurre la complessità di una varietà, e tale trasporto mantiene l'informazione ottenuta nel processamento della forma» (p. 279). Su questo piano la differenza rispetto alle gnoseologie della modernità è puramente linguistica, poiché il paradigma della razionalità moderna contiene in sé l'esigenza di ridurre (deterministicamente o stocasticamente) la complessità attraverso forme o leggi che si mantengono invarianti rispetto alle varietà o ai fenomeni considerati. Che poi tale trasporto richieda un'interpretazione, ovvero un senso che rinvia al lavorio storico e contestuale dell'ermeneutica, è opzione filosofica plausibile, ma gloriosamente moderna. L'esigenza profonda di orientarsi nelle metamorfosi si fa bisogno «filosofico» di orientare le metamorfosi in una «geografia 168 pagine a colori, formato cm. 24 x 34, Lire 18.000 In edicola e in libreria possibili, senza l'obbligo di chiedersi quale direzione abbia preso oggi la verità. Giuseppe Barbieri e Paolo Vidali (a cura di) Metamorfosi Dalla verità al senso della verità Roma-Bari, Laterza, 1986 pp. 295, lire 35.000 Antologia dell'istinto Ernesto Mascitelli L'istinto, scrivono i testi di fisiologia comparata a titolo introduttivo, è un complesso di reazioni nervose organizzate gerarchicamente, comune a tutti gli individui della stessa specie e conseguente a certi stimoli che lo mettono in moto secondo schemi variabili in funzione delle diverse situazioni, così che l'animale possa rispondervi appropriatamente a salvaguardia della sopravvivenza del singolo e/o della specie. Regolati da istinti sono i comportamenti aggressivi e difenNOVITÀ Italo Mancini Filosofia della prassi pp. 498, L. 45.000 AA.VV. Giambattista Vico Poesia Logica Religione pp. 388, L. 35.000 Morcelliana della cultura» che privilegia il com-plexus, la rete di relazioni, il percorso dialogico, tenendo però sempre presente un valore delle forme reso assoluto dagli isomorfismi. Soffermarsi sulla cornice della narrazione permette di individuare l'efficacia o meno dell'intento, il senso di un percorso che i curatori non intendono compiuto, ma sul quale si premurano - e con disivi degli animali, la nidificazione, l'inseguimento della preda, ecc.; la differenza tra istinto e riflesso, dal punto di vista neurologico, è basata sulla relativa semplicità del secondo ma, come spesso accade quando le distinzioni non sono qualitativamente evidenti né quantificabili, s1 dissolve in non pochi casi. La nozione di istinto, secondo molti studiosi sicuramente utile a certi fini esplicativi ma in sé assai vaga, è stata oggetto di lunghe discussioni condotte da p_rospettive diverse tra le quali non poteva mancare quella connessa all'evoluzione; Darwin stesso a suo tempo vi ebbe parte in quanto gli pareva ovvio che «gli istinti sono tanto importanti quanto la struttura organica ai fini della sopravvivenza degli individui e delle specie». L'argomento, alla base poi della ricerca etologica, è svolto in una raccolta di testi di vari Autori, da Spencer a Lloyd Morgan, da Mc Dougall a Lorenz, curata da Felice Mandella, uno dei pochi competenti del complicatissimo rapporto tra neurologia, psicologia e comportamento, e preceduta da un'introduzione dello stesso che rende conto dell'ampiezza e della portata dei problemi in questione rinviante non solo alle molteplici attività del mondo animale, ma anche per il tramite della comparazione neurologica a quelle dell'uomo, e perciò stesso occasione di interpretazioni spesso contrastanti. Di grande interesse e di sicura attualità appare lo scritto di Konrad Lorenz Sulla formazione del concetto di istinto, pubblicato nel 1937 da Naturwissenschaften, vero e proprio «manifesto» dell'etologia, che risulta qui particolarmente apprezzabile a motivo della sua collocazione cronologicamente ordinata accanto ai testi di altri studiosi; una lettura che .serve a far capire attraverso la breve storia della nozione di istinto la multiforme complessità della materia che l'etologia ha il compito di organizzare e spiegare. Impresa ardua, quando si pensi che le ipotesi e i costrutti teorici specifici guardano ai risultati e ai limiti di molte altre discipline - neurofisiologia, genetica, endocrinologia, ecc. - nonché al grande tema dell'evoluzione; a proposito del quale va detto che è stato lo strumento, se così si può dire, che ha permesso a Lorenz di superare la contrapposizione tra il rigido sperimentalismo dei behavioristi (il comportamento è frutto dell'apprendimento) e l'innatismo finalistico delle scuole tradizionali di psicologia sperimentale (il comportamento guidato dall'istinto, forza agente in direzione di scopi precisi), assegnando l'innato alla sfera del progressivo adattamento governato dalla selezione naturale ed eliminando così la critica di fondo del behaviorismo sulla natura metafisica del concetto di istinto. Ne si può, sull'argomento, fare a meno di ripetere che da sempre questi problemi e le soluzioni proposte, avviati con lo studio degli animali, hanno finito col riguardare le vicende umane: Lorenz stesso e la sua scuola ne sono l'esempio più palese. Felice Mandella (a cura di) Il concetto di istinto da Darwin a Lorenz. Le origini dell'etologia. Milano. Unicopli. 1984, pp. 172, lire 12.000 Morire in rosso Ernesto Mascitelli Che nelle opere di Marx non vi sia alcuna diretta riflessione sulla morte e che i marxisti nella quasi totalità abbiano a loro volta evitato di toccare l'argomento, è constatazione tanto ovvia quanto nota e costituisce, infatti, la premessa di ogni eventuale discorso sul tema, quindi anche di questo volume che illustra gli atteggiamenti teorici .e pratici davanti alla Signora Assoluta, così Hegel chiamava la morte, di quanti a diversi livelli di preparazione e di consapevolezza - dal grande intellettuale al semplice militante di base - condivisero in varia misura l'immagine Jaca Book IJ Mario Baudino AL FUOCO DI UN ALTRO AMORE La letteratura fra passione e seduzione Pagine 152, Lire 17.500 Emmanuel Lévinas DI DIO CHE VIENE ALL'IDEA Il filosofo ebreo sul tema di Dio Pagine 216, Lire 27.000 Enrique Larreta LA GLORIA DI DON RAMIRO Il romanzo storico di un maestro della narrativa sudamericana Pagine 336, Lire 32.000 Danièle Giraudy PICASSO • LA MEMORIA DELLO SGUARDO Una summa delle opere e della vita di un maestro del nostro tempo Pagine 316, Lire 150.000 Matteo Vercelloni IL PARADISO TERRESTRE Viaggio tra i manufatti del giardino dell'uomo Pagine 352, Lire 42.000 A Ottobre in italiano il secondo numero di L'UMANA AVVENTURA Volume trimestrale di scienze, cultura e arte MILANO, NEW YORK, PARIGI, STOCCARDA il Mulino Jurgen Habermas Teoria dell'agire comunicativo In prima edizione italiana, la summa teorica di Habermas Furio Diaz Dal movimento dei lumi al movimento dei popoli Tra illuminismo e rivoluzione, la «grande storia» del Settecento europeo Gianfranco Pedullà Il mercato delle idee Giovanni Gentile e la casa editrice Sansoni Politica, cultura, imprenditoria nell'Italia degli anni Trenta: l'avventura editoriale di Gentile alla Sansoni Franco Ruffini Commedia e festa nel Rinascimento La «Calandria» alla corte di Urbino Una «prima» memorabile, un testo in cui si specchia la pienezza culturale di un'epoca: Bibbiena, la «Calandria» e il teatro del Rinascimento

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