Alfabeta - anno VIII - n. 89 - ottobre 1986

cessivi spostamenti delle valutazioni positive da un tratto all'altro del darwinismo; registra le perplessità e il diverso giudizio di Marx e di Engels su un libro di Tremaux del 1865; segnala le prime necessarie precisazioni intorno alla nozione di lotta per la vita e le raccomandazioni a ben distinguerla dalle vicende storiche dell'umanità; ricorda le reazioni di fronte alla Préface anteposta da Clemence Royer alla prima traduzione francese dell'opera di Darwin, un testo sintomatico in cui la studiosa francese inaugurava la lunga stagione delle interpretazioni per così dire concorrenzialistiche del darwinismo, dalle quali discendeva poi che, in fondo, la società dell'epoca con le sue lotte per il sopravvento, i vincitori e i vinti, i forti e i deboli, i ricchi e i poveri, era per l'appunto una società «naturale», perenne e immutabile. Da qui il ripiegamento engelsiano sulle origini filosofiche e sociali del darwinismo stesso, e il relativo, famoso passo sulla «trasposizione, dalla società nella natura animale, delle dottrina di Hobbes sul bellum omnium contra omnes ... » che, comunque inteso, era un completo rovesciamento delle precedenti posizioni. D'altra parte è un fatto risaputo che i fautori della selezione naturale come principio universalmente valido erano tutti orientati da una sola parte rigidamente chiusa alle istanze sociali. L'avventura del darwinismo fuori dai confini della vita meramente organica era così, di fatto, interrotta; Engels difese pur sempre la teoria - ma non i suoi «metodi dimostrativi, struggle for !ife e natural selection» - di fronte agli avversari che questa via via suscitava, ma per quanto riguardava la sfera storico-sociale non fu per lui molto di più che un esemplare modo di ordinare in un insieme diacronico e coerente un'enorme massa di dati eterogenei; e, per citare le parole dello stesso Engels con le qùali si chiude il libro di Vidoni, un invito a tener presente il complicato rapporto tra natura e storia che «in fin dei conti sono le due componenti che ci fanno vivere ed essere ciò che siamo». Ferdinando Vidoni Natura e storia (Marx ed Engels interpreti del darwinismo) Bari, Dedalo, 1985 pp. 126, lire 8000 Barocco e nuove tendenze Pino Blasone Immaginate il celebre poemetto Kaddish di Allen Ginsberg recitato/urlato in mezzo a una corolla di monitor che affiorano dalla vegetazione e trasmettono contemporaneamente video d'autore, con alle spalle una riproduzione al neon della Battaglia di S. Romano di Paolo Uccello e una fontana originale barocca con statue di Naiadi bagnanti sapientemente illuminate. E una videoinstallazione in forma di serpentone che si snoda in un boschetto di bambù trasmettendo una sequenza continua di coloratissime immagini da foresta amazzonica ( «Correva come un lungo segno bianco di G. B. Corsetti). Condite con musica elettronica d'avanguardia e una comitiva di yuppies acculturati e vestiti con riscoperto gusto per l'eleganza, vaganti nel labirinto di uno dei più begli esempi di giardino all'italiana, in una notte estiva romana susseguente il «crepuscolo degli Idoli» e pervasa di «nostalgia dell'Essere». Avrete parte della suggestiva atmosfera creata per il Festival di Villa Medici - Barocchi e Tendenze, organizzato a Roma dal 14 giugno al 5 luglio dall'Assessorato alla Cultura del Comune e dall'Accademia di Francia con patrocinio del Ministero francese della cultura e della comunicazione: manifestazione alla cui base sta l'attendibile intuizione che lo stile postmoderno sia una sorta di immaginario ipermanieristico o barocco-tecnologico, più che una tendenza neoclassica riveduta e corretta. Tra parentesi, una sostanziale continuità di discorso estetico per alcuni sorprendente fra gestione amministrativa trascorsa e attuale, visto che si tratta dell'iniziativa quest'anno inaugurale dell'ormai celebrata Estate Romana: concerti e balletti di epoca barocca e contemporanea, di produzione f~ncese o italiana, retrospettiva cinematografica, conferenze culturali, videoarte. In particolare l'impianto delle videoinstallazioni, vere e proprie sculture architettoniche, corona un itinerario in ambito romano iniziato dalla manifestazione «Telecittà» all'ex-mattatoio Foro Boario nell'84, e passante attraverso l'iniziativa «40 anni di pace? - 180 video contro la guerra», sotto la Galleria Colonna nell'85. Nel corso della rassegna in oggetto, esperimento di rilievo è il I incontro di poesia e nuovo teatro italiano, che ha visto un gruppo di giovani poeti, gravitanti intorno alla rivista Prato pagano (Giacomo F. Rech, Luca Archibugi, Claudio Damiani, Gabriella Sica, Valerio Magrelli), collaborare rispettivamente con altrettanti registi della ~tessa generazione (Lucia Latour, Rita Tamburi, Mario de Candia, Memé Perlini, Giorgio Barberio Corsetti) alla realizzazione di pièces teatrali. Nel momento stesso in cui le recenti composizioni verbo-visuali di alcuni poeti sperimentali (Spatola, Pignotti, E. Villa, Lora Totino, Fontana, V. Conte, Binga) vengono ospitate nella sezione «Arte come scrittura» dell'XI Quadriennale di Roma, è interessante notare come ciò avvenga invece nell'autonomia del procedimento letterario e senza eccessive contaminazioni con altre forme di espressione artistica, anche quando ci si trasforma occasionalmente in autori di teatro tout court, come nel caso di Archibugi. Dalla rivisitazione sottilmente umoristica del vaudeville operata da quest'ultimo con Amor proprio, attraverso le rievocazioni aggiornate della mitologia greca o romanza in Diana di Rech, Il rapimento di Proserpina di Damiani e Cavalieri d'antichi tempi santi della Sica (in tendenziale analogia • con quanto si può vedere nella sezione pittorica «Arte come storia dell'arte» della Quadriennale), si giunge così all'estroversione psicologica surreale drammatizzata da Magrelli in Perso per perso. Anche qui tuttavia non mancano precedenti, sempre sulla scena romana, ma ci si muove all'interno di un processo di spettacolarizzazione di diverso esito e natura: dalla cosiddetta «avan-poesia» dei nuovi poeti giocosi alle due rassegne di poesia spettacolare presso il Folkstudio, a quella intitolata «Memoria della follia» presso il Teatro dell'Orologio, alle stesse pubbliche letture dei Festival internazionali dei poeti negli ultimi anni, esperienza quest'ultima attraverso la quale i poeti di Prato pagano sono per lo più transitati. Festival di Villa Medici: barocchi e tendenze Roma, Villa Medici 14 giugno - 5 luglio 1986 Introduzione a Barthes Flavia Ravazzoli L'introduzione della Lagorio giunge a buon punto per colmare uno spazio vuoto: di Barthes abbiamo in Italia la tradu'zione pressoché completa delle opere, ma ben pochi interventi critici di largo respiro e consumo. A dire il vero, questo volumetto non ha tanto ambizioni critiche e teoriche quanto più modeste aspirazioni di divulgazione consuntiva, corredata da un'esauriente e preziosa rassegna bibliografica. Il sospetto di qualche tentazione agiografica, autorizzato da ogni commemorazione postuma, non intacca la soddisfazione del lettore medio per l'agilità espositiva e il buon lavoro di assemblaggio interno dei vari materiali d'autore utilizzati. Anche la disposizione tematica dell'indice favorisce un rapido e corretto momento di agnizione del percorso intellettuale barthesiano; già il sottotitolo del volume - Dalla semiologia alla teoria della scrittura - evidenzia il nesso cruciale entro questo percorso tra la riflessione semiologica a tutto tondo e il recupero finale della scrittura come giacimento privilegiato della segnicità nell'epoca contemporanea. Del resto, fin dagli Elementi di semiologia, usciti nel '65 e tempestivamente tradotti da Einaudi l'anno dopo, Barthes aveva legato il proprio nome a un indirizzo semiologico talmente indebitato con la linguistica - e in particolare con lo studio della parola scritta - da meritarsi l'etichetta più· ò meno polemica di «logocentrismo»; essendo il linguaggio l'unica semiotica in grado di tradurre tutte le altre, non c'è universo segnico che non passi attraverso la parola (mentale, orale, scritta) così come non c'è recupero della retorica che non ricada verticalmente, secondo le conseguenze fin troppo radicali tratte dallo stesso Barthes, nelle nuove specializzazioni linguistiche. Il debito con Sartre, Brecht, Saussure (cap. II), ovvero il progetto inizialmente accarezzato della semiotica come nuova forma di critica sociale, si diluisce col tempo, secondo una deriva sottolineata ovviamente anche in questo manuale, in un'assillante autointerrogazione sul mistero della scrittura, da intendersi come fenomeno ben più ramificato della letteratura e del suo «senso». Le mitologie dell'epoca nostra, dal cibo alla moda al divismo ai funambolismi tecnologici dei sistemi multimediali che rendono sempre più improbabili ogni distinzione dell'arte dalla novità comunicativa, si contraggono nell'ultimo Barthes, scrittore e autobiografo inimitabile, in quel bisogno ossessivo e spietatamente limpido di ripercorrere tutti i segni e i discorsi possibili nella forma del frammento. Paradossalmente, e il volume della Lagorio ne offre una conferma, opere di struggente intelligenza analitica e nostalgia anatomizzata come La camera chiara e L'impero dei segni, mostrano dal vivo il dramma e il prodigio dello scrivere: inseguire a furia di grafemi la potenza di quello sguardo al quadrato che è la fotografia, allucinazione istituzionalizzata del quotidiano, e trascrivere per cenni apparentemente fortuiti il trauma dello scontro con la cultura giapponese, l'alterità antropologica, trasfigurandolo in quell'arte dell'incontro che non è solo il viaggio ma anche il seminario anteposto alla «lezione», l'avventura sul testo (ogni tipo di testo) sentita come autoscoperta, esperienza totale e non come puro narcisismo metodologico. Silvia Lagorio Introduzione a Roland Barthes Firenze, Sansoni, 1986 pp.88, lire 10.000 Narrativa Marina Magaldi LA BESTIA romanzo prefazione di Enzo Siciliano Una donna. La sua storia: il rigido sistema di controllo familiare, l'illusione d'amore, il nocciolo duro di dolori e di lutti. E tutto si condensa nell'immagine della bestia, «un titolo dettato da un furore lucido che riga per riga, frase per frase, non vuole essere domato o emulsionato» L. 14.000 Collana di saggistica Universi Paralleli Carlo Pagetti I MARZIANAI LLACORTE DELLAREGINAVITTORIA Il più noto critico italiano di fantascienza analizza alcuni romanzi di Wells come forma «mutante» dicomunicazione letteraria, anello di congiunzione tra la letteratura dell'utopia e le nuove forme di drammatizzazione dei procedimenti scientifici L. 14.000 Collana di poesia I Campi Magnetici Mario Benatti A. A. A. prefazione di Ubaldo Giacomucci postfazione di Alberto Cappi «La facilità della rima interna, la felicità dell'assonanza, l'uso aggressivo dei fonemi sono i segni della partita che questo verso divide con i fantasmi del tempo ...» (Alberto Cappi) L. 6.000 Giovanni Di Girolamo VOICHEASCOLTATIEN RIMESPARSEILSUONO... Lirismo, ironia, sarcasmo nella poesia di questo nuovo poeta abruzzese... straordinaria maestria ~ell'uso della rima e della metrica, specialmente nel sonetto classico L. 12.000 Per informazioni e richieste scrivere presso le Edizioni Tracce Via Pesaro, 21 - 65100 Pescara I I I Jaca Book I\ ' Paul Ricoeur TEMPO E RACCONTO Volume 1 Pagine 352, Lire 32.000 Gerbert de Montreuil PERCEVAL Pagine 144, Lire 16.000 Fiorella Sricchia Santoro ANTONELLO E L'EUROPA L'opera di uno dei massimi pittori italiani Pagine 208, Lire 85.000 Eugene Smith USATE LA VERITÀ COME PREGIUDIZIO L'opera e la vita del padre della fotografia contemporanea Pagine 240, Lire 80.000 Mario Baudino AL FUOCO DI UN ALTAO AMORE La letteratura fra passione e seduzione Pagine 152, Lire 17.500 L'UMANA AVVENTURA VOLUMESTAGIONALEINTERNAZIONALE DI SCIENZA,CULTURA E ARTE. MILANO NEWYORK PARIGI STOCCARDA Volume 2 Pagine 112 illustrate a colori e in bianco e nero, Lire 22.000 ogni volume. 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