Proved'artista Luigi Di Ruscio Epigrammi [Alfabeta 88) battezzare Caterina dovrai resistere ali'acqua al fuoco e alle tenebre dovrai rimanere umana nonostante la capillare brutalizzazione toccare tutti gli elementi della morte sino alla morte vivere tutto quello che mai è stato vissuto e mai più sarà vissuto non credere neppure una parola di tutte quelle che ti diranno noi che viviamo anche per rappresentare tutti quelli che sono morti sino a che ne rimarrà uno solo la sconfitta non è ancora avvenuta sino a quando rimarranno le nostre pagine non la rosa sepolta ma la nostra classe sepolta siamo nel caos prima della creazione prima del verbo sia la luce e venne fuori le tenebre sia un uomo e venne fuori un maiale è rimasta solo la religione degli oppressi ebreo in germania palestinese in israele negro in sud africa non la rosà sepolta ma gli spariti i comunisti massacrati e sepolti l'anima nostra sepolta noi che rappresentiamo tutti quelli che sono stati e tutti quelli che verranno * lo spirito mi illuminava soprattutto quando correvo la gioia amorosa mi ingoiava completamente eravamo illuminati poi veniva il caos la notte le tenebre oppure eravamo nell'oscurità e improvvisamente eravamo illuminati di certi anni non ricordo che il chiarore del sole poi vennero anni di caos e tenebre i vocabolari erano pieni di sconci tanti frammenti pensati nei posti più diversi poi in un istante tutto si raccoglie ed aggruma ogni parola un segno alfabetico ogni buco ha un nome • sono in trappola scattano le sbarre attorno alla faccia non riesco a scrivere se un freddo diabolico non mi minaccia ridotti a pura cosa possiamo suscitare.solo il disprezzo precipitati nell'estrema miseria sociale praticare i tentativi più inetti per fuggire da tutte le parti sono in trappola e il terrore come l'ombra di un pennino mi insegue * tra poco l'equinozio primaverile le notti con l'alito caldo in questo giorno tremante ora che termina la moltiplicazione delle erbe e delle rane l'acqua (in questo mondo la moltiplicazione) l'acqua * nell'infanzia un angelo mi inseguiva felice scelto tra i più veloci e scattanti con lunghissime ali che mi gettava in continue inquetitudini avevo a disposizione giornate eterne sprofondi infiniti con le lucciole nelle loro luminose palpitazioni tutto si animava ad ogni boccata d'aria respirai/I. e non saranno l'tt'Ct'SNri ,wppure i ritorni tutto si è incarnato pw so,,p,r e avrò per sanpre tullO davanti agli occhi con la stessa lucida straziante gioia .. quando nel paesaggio invernale morso dal gelo improvvisamente esplode la fioritura del mandorlo la precocità e l'estrema debolezza del tuo splendore la minaccia è sopra di te i primi sono in pericolo estremo la fioritura del mandorlo brilla nostro debolissimo vessillo tra le distese delle colline ancora morte di gelo tu vessillo di morte precoce e di tutti gli inizi i primi nella loro estrema debolezza poca materia viva circondata di morte i nostri debolissimi segni della speranza pronti a finire i primi di un nuovo mondo splendidamente vivi con la gola serrata dalla morte * la poesia è davanti a me come un sasso gettato oppure giunto così lontano torno subito indietro come uno che nel/' età della plastica sogna l'età del ferro se potessi leggere i giornali della settimana prossima di utile troverei solo stupende cinquine secche perfino nei giornali del 2930 ci sarà la nostra stessa angoscia vivere tutti i tempi come iddio contemporaneo a tutti i tempi calorosi oppure vivere come satana condannato alla sua angoscia atemporale e completamente gelata in quegli anni cinquanta così confusi e recessivi catturati dall'impegno populistico e neonaturalistico e spesso credevo di essere iddio * quando scrivo non penso affatto ai lettori e certamente i lettori non stanno a cercare le mie poesie se ci sarà un incontro sarà puramente casuale * quel dodicenne guerrigliero del sansalvador che combatte perché gli hanno ammazzato il padre e la madre e forse un giorno mio figlio racconterà a mio nipote che il nonno era comunista e questa frase acquisterà un sapore assurdo come se vi avessero detto che il mio bisnonno era giacobino e regicida comunque io non ho fatto che scrivere versi ho messo carta davanti alla belva e quando scrissi una lunga poesia per un parto che improvvisamente avvenuto in vicolo borgia una lunga poesia di cui a forza di cancellature rimase solo un verso «i tuoi piedi che non hanno ancora toccato la terra» questo verso potrai adoperarlo per una divinità ancora non incarnata nonostante tutto incarnato come ero * ~ ....... 1:::1 .s ~ ~ i rumori della notte che intenerisce ~ o quando gettavo per te la bomba lagrimogena che scotta -.. rigettavo per te il fumo più bello del mondo ]; e mi ritrovavo in un corpo E ~ dilatato da comprendere tutti i corpi :; e tutto era come fosse per sparire ~ disfarsi nell'aria azzurra ~ come se i nostri occhi fossero quelli di un altro .;:! e sbalordito di vedermi intero 'I,) -C) dentro le tue pupille ridenti ~ "-------------------------------------------------------------------------~~ r I r
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