Alfabeta - anno VIII - n. 86/87 - lug./ago. 1986

Norbert Elias La società di corte . Bologna, Il Mulino 1980 pp. 377, lire 30.000 José Antonio Maravall La cultura del Barocco Bologna, Il Mulino 1985 pp. XVIII +436, lire 36.000 B isogna riconoscere alle pubblicazioni del Mulino il merito di aver confermato e ampliato in questi anni loro tradizionale spessore qualitativo, in un momento certo non favorevole a una produzione editoriale sobria e aliena dal rincorrere le mode. Una delle più significative espressioni di questa politica culturale - rigorosa e insieme pagante - è la traduzione dell'opera di Elias Uber den Prozess der Zivilisation nei cui due volumi ( La civiltà delle buone maniere e Potere e civiltà)· viene mostrato in maniera brillante e precisa l'evento cruciale costituito dalla progressiva curializzazione dei ceti nobiliari del Medioevo attraverso l'adozione di quell'insieme di gesti e atteggiamenti che vanno sotto il nome di «buone maniere». Alla traduzione di quest'opera fondamentale si possono accostare quelle del volume di Elias dedicato alla società di corte in Francia e di uno dei più maturi e definitivi lavori di Maravall sul Barocco. Sono due studi che affrontano la cultura e la società del Seicento da prospettive diverse ma complementari, con molte analisi in comune che pervengono a esiti assai vicini. Per Elias «il problema centrale della sociologia è chiarire in qual modo e perché gli uomini si legano tra loro e costituiscono tutti insieme certe specifiche formazioni dinamiche» (La società di corte, p. 282). Maravali si dedica soprattutto all'analisi della mentalità, integrandola però anch'egli con lo studio delle formazioni sociali in cui essa si esprime. Elias concentra la sua attenzione su un caso delimitato e esemplare .di consolidamento, trasformazione e crollo di una struttura sociale: la corte francese da Enrico IV alla Rivoluzione. Egli critica le correnti , analisi della corte, di carattere passionale, moralistico e valutativo, mostra gli elementi profondi, le ragioni essenziali della stessa corte e dichiara la necessità di una sua attenta comprensione per acquisire elementi importanti nello studio del successivo sviluppo storico. Le indagini sulle abitazioni, sulle consuetudini, sulla conflittualità nello sviluppo della corte francese eliminano molti pregiudizi che spesso ne accompagnano l'analisi, mostrando ad esempio che «l'immenso valore attribuito alla dimostrazione di prestigio e all'osservanza dell'etichetta non è basato su "esteriorità" ma su quanto è di importanza vitale per l'identità individuale di un uomo di corte» (p. 123). Anche Maravall delimita il suo oggetto di studio definendo innanzitutto il Barocco «un concetto di epoca» limitato al diciassettesimo secolo e in particolare agli anni che vanno dal 1605al 1650.Egli rifiuta pertanto l'idea del Barocco come concetto di stile applicabile alle epoche più diverse. Si tratta dell'analisi di un'epoca storica incentrata sulle manifestazioni che essa ebbe in Spagna e basata sulla irripetibilità della sua struttura, sul precisd sfoglio dei suoi documenti. I due Eliase Maravall studiosi concordano inoltre su alcuni elementi più sostanziali. Vediamo quali . 11 fondamento e l'origine della cultura barocca sono costituiti dalla crisi sociale e politica del Seicento a cui i gruppi dirigenti e le monarchie cercarono di dare una risposta che, rinnovando in parte, confermasse la sostanza dei privilegi, anzi li rafforzasse. Questa risposta è il Barocco inteso come «l'insieme di mezzi culturali, di natura assai varia, uniti e articolati per operare convenientemente sugli uomini intesi singolarmente e in gruppi, nell'epoca di cui si sono fissati i limiti, al fine di guidarli e tenerli integrati al sistema sociale» (La cultura del Barocco, p. 102). L'elemento politico centrale di questa struttura storica è dunque l'assolutismo. Elias studia il controllo da esso esercitato sulle classi dirigenti, Maravall quello più ampiamente rivolto all'intera società civile. La nobiltà cavalleresca curializzata da Enrico IV e dai suoi successori perde indipendenza e potere di fronte alla monarchia e si rifugia con Luigi XIV nel vagheggiamento di un romantico passato rurale al cui centro starebbe l'autonomia dal potere regale. Più in generale l'assolutismo tende a tenere costantemente sotto controllo le potenzialità di rivolta e di sedizione attraverso una direzione delle energie e dei desideri funzionale al sistema vigente. Alberto Giovanni Biuso Quella barocca è pertanto una cultura fortemente conservatrice ma la cui estrema tensione deriva dal possedere contemporaneamente evidenti e compiuti caratteri di modernità. È infatti una cultura di massa rivolta - per le esigenze a cui si è accennato - al più vasto pubblico, del quale esprime insieme la drammatica conflittualità e il più manipolato kitsch. La massificazione è a sua volta espressione della dimensione urbana - e dunque organizzata e anonima - che inerisce al Barocco, sorto quasi esclusivamente in ambito cittadino e nelle grandi capitali. Sviluppandosi su uno sfondo economico e politico rappresentato da guerre feroci, ricorrenti pestilenze e lunghe carestie, la dinamica fra tradizione e nuovo ha fatto prevalere nel Barocco sentimenti come la tristezza, la melanconia, la follia e ha generato un'immagine del mondo come confuso labirinto che va disordinatamente alla rovescia, un sogno che spesso diventa incubo, teatro delle speranze e delle miserie. Non a caso i temi del tempo e delle rovine hanno ossessivamente coinvolto gli uomini del Seicento, i quali identificavano nel movimento e nella varietà le strutture dominanti dei fenomeni e degli eventi, il cui divenire continuo e effimero sembrava loro somigliare a occasioni e giochi guidati dalla fortuna. L'esuberanza e lo splendore che definiscono gran parte dell'arte bai rocca sono segno pertanto di una duplice tensione. Da un lato gli intellettuali tendono a sublimare l'angoscia sociale in prodotti e manifestazioni oscure, difficili, rare e esoteriche. Dall'altro le monarchie assolute tentano di dirigere questi processi culturali e mentali verso la superficialità funzionale del fasto e del grandioso, Nel mezzo, le masse richiedono avidamente l'ebbrezza--· della festa come efficace compenso all'incertezza economica. S e la prospettiva di Maravall allarga l'orizzonte dell'influsso dell'assolutismo dall'ambiente di corte all'intera società e alla cultura che la esprime, i due studiosi concordano nell'analisi della interdipendenza conflittuale che lega la monarchia barocca ai ceti nobiliari. Infatti la nobiltà non poteva più fare a meno del sovrano e viceversa, poiché solo con questo rapporto solidale e insieme concorrenziale vengono assicurati il rispetto delle gerarchie sociali e la differenziazione nei confronti dei ceti inferiori. Ma il rigido consolidarsi delle gerarchie e del controllo reciproco rese impossibile quella risposta elastica alle sollecitazioni provenienti dal basso la quale soltanto avrebbe potuto impedire in Spagna la progressiva decadenza e in Francia la Rivoluzione. Elias mostra che quest'ultima non fu tanto una vittoria della borghesia sulla nobiltà quanto un crollo totale della struttura del privilegio, compreso il privilegio borghese e della noblesse de robe. Infatti il rango sociale non coincide necessariamente col potere sociale e nel- !' Ancien régime la nobiltà pur essendo il ceto più elevato non era lo strato sociale più potente. Da parte sua Maravall così riassume questa dinamica: «Schema di comportamento dell'autorità regale nella società barocca: rinvigorimento degli interessi e dei poteri nobiliari come piattaforma su cui si innalza la monarchia assoluta che garantisce a sua volta il sistema nobiliare. Ecome mezzo per dar forza al sistema, sublimazione. dello stesso negli ideali nobiliari e cortesi del Seicento» (p. 63). Il monarca barocco sta al centro della corte e dunque della nazione con una consapevolezza totale del proprio ruolo, la quale si allarga attorno a lui fino ad arrivare al suddito più lontano. «Padre della nazione e re della famiglia», ogni suo gesto o decisione per quanto privato possa apparire ha una risonanza sociale e politica. Elias mostra con cura e dettagliatamente l'ufficialità totale che investe il re di Francia fin nelle azioni che·oggiconsidereremmo più intime. Anzi propriamente il re non ha intimità; la pubblicità perenne, anche se limitata a pochi privilegiati, dei suoi comportamenti all'interno della corte ribadisce il suo diritto al controllo di chiunque all'interno della nazione. Maravall spiega le ragioni profonde di tale centralità del monarca anche col principio teorico dell'antropocentrismo che nei molteplici campi del sapere informa tutta la mentalità e l'arte barocca. e omplessivamente il Seicento, sia come cultura del Barocco sia come struttura storica del1' Ancien regime, si configura in queste analisi come la prima vera epoca del moderno, il riferimento alla quale è imprescindibile per acquisire Ùna più ampia e articolata conoscenza della successivasocietà di carattere professionale, urbano e industriale; nel procedere del secolo per la prima volta «si effettua quella perdita di personalità che fa diventare l'uomo un'unità lavorativa all'interno di un sistema anonimo e meccanico di produzione» (La cultura del Barocco, p. 34). Il peso e la frequenza dei mutamenti causano il progressivo venir meno della concezione sostanzialistica del mondo a favore di un turbinio di tesi e prospettive che costituisce la lontana introduzione al nostro presente ermeneutico. (Si veda a questo proposito anche l'ormai classico ma ancora eccellente La crisi della coscienza europea di Paul Hazard, Torino, Einaudi 1946). Tutto ciò che qui si è cercato di riassumere è avvenuto in una società dai caratteri per la prima volta spiccatamente moderni; è così 00 che essa «mordendosi la coda rive- <:::s .s la la ragione della propria crisi: un ~ processo di modernizzazione, con- ~ traddittoriamente costruito onde ~ preservare le strutture ereditate» ....., (Ivi, p. 430). ~ È questo il quadro efficace e or- j ganico che Elias e Maravall (que- _9 st'ultimo non alieno da evitabili CÌ-0 -2! prolissità e con qualche discontir-.... nuità) presentano di un secolo, il ao oO Q, Seicento, sempre utile da indagare, anche in quanto paradigma di una società in tensione come quella ~ in cui noi stessi viviamo. -C ~ <:::s

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