Alfabeta - anno VIII - n. 86/87 - lug./ago. 1986

Italo Mancini Filosofia della religione Il testo fondamentale di un maestro contemporaneo. «F1/owfìa, Pagine 416, lire 35.000 Franco Rodano Lezioni di storia «possibile» Nella storia con la forza dell'utopia. «Saggùtica, Pagine 176, lire 23.000 Giorgio Bertone Percorsi andini Guida romanzesca e romanzomaI_>pap_er v1agg1 e itinerari peruv1an1. «Na"aiiva, Pagine 136, lire 13.000 Herman Bang La casa bianca, La casa grigia Un maestro eterodosso del decadentismo nordico. «Na"ativa, Pagine 240, lire 21.000 Distribuzione P.D.E .. DIF. ED. (Roma). Magnandii (TO) - PIERO MANNI LA SCRITTURA E LA STORIA a cura di Romano Luperirii e Filippo Bettini EDOARDO SANGUINETI Novissifnum testamentum ~p.64 lire 10.000 FRANCESCO LEONETTI Palla di filo pp.80 lire 10.000 LUIGI MALERBA Cina Cina pp. 108 lire 10.000 GIANFRANCO CIABATTI 0 Preavvisi al reo pp. 160 lire 12.000 UMBERTO LACATENAO Le spose del marinaio pp. 104 lire 10.000 a cura di Donato Valli ALBINO PIERRO Tante ca pàrete notte pp. 112 lire 12.000 SEGNI DI POESIA e "<GUA:) PAC[ Antologia di POETI PER LA PACE a cura di Filippo Bettini pp. 104 lire 10000 In vendita presso le migliori librerie o direttamente: Piero Manni, Viale leopardi 66 73100 Lecce tel. 0832 I 593763 c/c postale 11383734 ,,. nis/that cry of small victory/with the speed of a lithe body/with the racquet's flash/flie towards the mouth inspiring it», pp. 74-5); diviene, in una certa misura, interpretativa, operando una sorta di allungamento delle forme metaforiche, che vengono svolte e rese esplicite: «Oggi quando il merlo della fine ·chioccola/ancora una volta il mio corpo si alleggerisce»: «Today when the blackbird/heralding the end sings/once more my body becomes light» (pp. 76-7). Alle tre sezioni dedicate ai testi segue un'intervista di Pasquale Verdicchio ad Antonio Porta, il quale, dopo aver dato uno sguardo alla sua attività all'epoca del Gruppo 63, ribadisce alcuni punti nodali del suo pensiero poetico: la ricerca della «verità» del linguaggio quale scopo del poeta, che vede come inadeguato ogni linguaggio a lui precedente; la continua tensione ad oltrepassare i limiti delle forme codificate, per approdare ad una scrittura che, dominata dalla forza delle immagini, si configura come un luogo di specchi, dove il linguaggio, al contempo, invade ed è invaso dalla realtà. Alla base di queste considerazioni, ideologiche oltre che poetiche, stanno la consapevolezza della priorità del reale e delle sue forme, nocciolo duro con cui non si può fare a mene_d>i misurarsi, e l'affermazione, in accordo con Harold Bloom e in aperta polemica con il decostruzionismo e con Derrida, della funzione comunicativa, e non creazionistica, del linguaggio, che viene sempre dopo gli effetti, storici ed umani, delle esperienze che ci attraversano e ci scuotono. Il volume è chiuso da un Afterword di Peter Carravetta, che, ripercorsa brevemente la storia della poesia di Porta negli anni '60 e '70, si sofferma sugli ultimi due libri: Passi passaggi e Invasioni. Alla base del primo viene posto, quale principio fondamentale, il desiderio ossessivo di descrivere ed analizzare il rapporto che intercorre tra il tempo e l'eterno, tra se stessi e gli altri. Carravetta delinea un quadrante tematico che ha per vertici il «corpo» e la «mente», il «dire» e il «nulla». Tra di essi si svolge la tensione della trasfigurazione, che non cancella la solidità imbarazzante dei dati del quotidiano, ma li converte nello spq2jo autoriflessivo del testo. A partire da questa interna dinamica si giunge a definire Porta un poeta della «modernità», che attraversa i luoghi semantici dell'esistente, mantenendo viva la volontà di comunicare con la forza dell'invenzione e con un discorso lirico che non abdica di fronte alla complessità del reale e della sua esperienza. La molteplicità delle tensioni da sempre all'opera nella poesia portiana acquista, secondo Carravetta, una nuova direzione in Invasioni: si entra qui in un territorio dove le sfumate percezioni di momenti gravidi di carica simbolica paiono declinare la possibilità di abitare il vuoto che si stende tra il dominio dell'io e quello dell'altro. In questo spazio il testo procede per illuminazioni, capaci (come avviene in Canzone) di far acquistare ai versi improvvise tonalità etiche. Con questo libro, il lettore di lingua inglese ha, quindi, a disposizione, accanto ai testi, anche i modelli interpretativi per penetrare in essi, elaborati, in compart'ecipazione, dall'esercizio del traduttore, dall'in~estigazione del critico e dalla riflessione metatestuale del poeta. Antonio Porta Invasions and other poems San Francisco-Los Angeles, Invisible City, 1986 pp. 127, $ 10 «Marka» sulla letteratura cinese Vilma Costantini Il numero 17-18di marka rivista di confine è interamente dedicato alla letteratura cinese moderna e contemporanea. Grande merito per una «piccola» rivista quello di uscire dal chiuso ambito delle cose di casa, spostando di molti gradi la propria latitudine. È tradizione del resto nelle Marche - la rivista si pubblica ad Ascoli Piceno - di gettare lo sguardo molto al di là di quel mare che le stringe a ridosso dei mondi, come fecero in un pasversali di contatto. Viene spontanea la domanda: dove sta andando la letteratura cinese negli ultimi decenni, cioè dalla Liberazione in poi? È possibile che un'esperienza rivoluzionaria così totale come è stata quella cinese, non abbia dato vita ad una dimensione del letterario del tutto nuova, che non sia la scialba e ancor oggi ripetitiva produzione di modelli didascalici, sulla base di quelle «Tavole della Legge» per gli intellettuali che Mao Zedong dettò dalla sua roccaforte di Yan'an nel 1942? In un ipotetico gioco della torre, se ci si dovesse domandare che coARTDIARY 1986/87 Gu ARTISTI. LE GALLERIE.I CRITICI. GIANCARLO POLITI EDITORE VIA FARINI 68 20159MILANO I MUSEI. LE ISTITUZIONI (UL TURALI D1 TUTTO IL MONDO. NELLA Più FAMOSA AGENDA DELL'ARTE INTERNAZIONALE. OLTRE 20.000 INDIRIZZI. 450 PAGINE A COLORI, E B/N. L'AGENDADELL'ARTE sato remoto e più recente alcuni celebri nativi, tra cui Matteo Ricci e Giuseppe Tucci. Abbiamo usato l'aggettivo «piccola» non per sminuire i contenuti della rivista, ma in riferimento alla sua fattura artigianale, alla sua caparbia volontà, nei sei anni di vita, di gestire in proprio lo spazio culturale sempre più esteso che va occupando, per merito dei suoi giovani ideatori, tra i quali il direttore Claudio (o Clio) Pizzingrilli. Con lo «speciale Cina» questa volta marka ha voluto tracciare «un cammino per sentieri interrotti» all'interno della letteratura cinese, lungo un percorso tra i più sa salvare oggi di una pur vasta e articolata produzione letteraria, la scelta è purtroppo molto dubbia. Neppure gli scrittori che strizzano di più l'occhio all'occidente, abbandonandosi a letture per anni assolutamente proibite e riscoprendo proficui contatti per mezzo delle traduzioni, hanno ancora superato quella fase del «dovere essere» della letteratura, cioè della sua funzione politico-sociale. Hua Dou, il racconto di Gao Xingjan, uno scrittore quarantenne tra i più promettenti, autore di testi teatrali sperimentali, è significativo in proposito. Il tentativo di seguire nuovi perRivista trimestrale fondata da Adelio Ferrero in edicola e in libreria il numero 45 nel nuovo formato a colori 100 pagine Lire 10.000 In questo numero: Il fantasma del bello Le vocazioni estetiche del cinema italiano Conversazione con Gilles Deleuze Almansi, Annaud, Chatman, Jarman, Klugei von Praunheim, Roth, Sengelaja .. Abbonamento a quattro numeri Lire 35.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137Milano Conto Corrente Postale 15431208 Edizioni Intrapresa anomali e contraddittori del nostro secolo. Accanto ai testi inediti di alcuni tra i maggiori scrittori della prima metà del Novecento, Lu Xun, Guo Moruo, Mao Dun - egregiamente tradotti e annotati da Anna Bujatti, sono stati accostati racconti e brani poetici dei giovan1scrittori oggi più significativi, con un effetto a sorpresa che sembra quasi creare una soluzione di continuità tra le due generazioni, pure abbastanza vicine cronologicamente. E purtroppo è con la prima che troviamo punti più uni- • corsi narrativi è evidente nell'uso del «flusso di coscienza», da poco sperimentato nella narrativa cinese, in particolare da Wang Meng. Ma che cosa l'autore abbandona a questo flusso? I temi già abusati dello scontro tra le vecchie e le nuove idee, segnalato vistosamente da slogan del tipo «la mentalità decrepita è stata abbattuta rapidamente» o il dramma degli intellettuali che durante la rivoluzione culturale furono costretti ad «accettare la rieducazione attraverso il lavoro». Nella narrativa cinese di oggi si assiste al rimbalzare all'infinito di una serie di temi chiave buoni per tutte le storie. E la giovane poesia? Forse qui qualcosa di nuovo si avverte, ma in sordina, quasi in tono dimesso e sussurrato. Così nei versi di Gu Cheng, Shu Ding, Bei dao. Il malessere del resto si manifesta dall'interno: si insiste molto, . ma in maniera troppo ingenua.e calata dall'alto, sulla necessità di cambiare ritornello, di costruire nuovi eroi non più stereotipi e posticci, ma reali e credibili. Come è ricordato in Alcune riflessioni sulla letteratura cinese contemporanea il vecchio e malato signore della letteratura cinese Ba Jin, presente in questo numero di marka con il breve e raffinato racconto «Cercando un sogno» del 1941, ha di recente formulato con molta passione ma anche con molto sconforto la domanda, rivolgendosi ali'Associazione degli scrittori cinesi, se sarà mai possibile che la Cina produca dei nuovi grandi geni universali come i poeti Li Bai, Du Fu e Bai Juyi, la cui apparizione più di dieci secoli fa, durante la dinastia Tang (618-907), ha portato la poesia cinese ad uno dei vertici mai più raggiunti. Marka rivista di confine n. 17-18 Città e immaginario Alberto Folio La città è solo un insieme di costruzioni che si articolano attorno ad un evento, chiamato «centro storico», oppure è qualcosa che attiene all'essere dell'uomo in modo intimo e indecidibile? E ancora: quella che il Moderno ha chiamato Metropoli, è il risultato di un mero allargamento quantitativo della produzione umana, oppure costituisce un luogo radicalmente differente dall'immaginario collettivo, entro il quale l'uomo esperisce l'habitat come perenne sradicamento? Affrontare queste domande vuol dire pensare l'architettura in modo essenziale, e non secondo le pretese del mero costruire, se è-vero che l'«essenza del produrre costruente non si lascia pensare adeguatamente in base all'architettura né in base all'ingegneria, e neanche in base a una semplice somma delle due» (M. Heidegger, Costruire abitare pensare, p. 107). Pensare la città significa dunque rapportarla all'abitare come tratto essenziale dell'uomo: in modo più originario di quanto le tecniche specifiche del costruire possano mai, nei loro risultati settoriali, pervenire a pensare. La città e l'immaginario, a cura di D. Mazzoleni, si colloca nella prossimità di queste domande radicali, affrontando, oltre le discipline, la questione della città in.quanto Erlebnis. Si tratta di un volume che nasce a seguito del convegno internazionale omonimo svoltosi a Napoli tra il 24 e il 25 novembre 1983. La distruzione dei confini delle «competenze» produce, qui, uno strano effetto: mai, forse, si è scritto sulla città in modo più specifico come quando - ed è questo il casonon se ne è parlato quasi affatto. La Mazzoleni parte infatti dal giusto presupposto che la visibilità dell'habitat non costituisce che una parte di esso; e forse la meno preoccupante. Infatti «la questione dell'habitat diventa... la questione della concretizzazione delle grandi strutture oniriche del nostro corpo collettivo», e - in quanto tale - essa fa parte essenziale della riflessione sull'essere dell'uomo. Impossibile dare conto di tutti gli interventi, che si incrociano, dialogando l'un l'altro, e partendo dalle ""' ....... <:::s I:! -~ ~ ~ ......, ~ ..., ~ --- .9 ~ - " ~ s:: s Cl, ,.Q ~ L--------------,---:--------------,-,,..,...,..,.,....,.....,......-----L-----------------1------------------1---------------~ <:::s

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