Alfabeta - anno VIII - n. 86/87 - lug./ago. 1986

U n momento di grazia questo per la cultura friulana. Prima, il prezioso libretto di Nico Naldini, _Neicampi del Friuli (Scheiwiller 1984) di cui si è parlato in Alfabeta n. 82; in esso tre po_etiparlano (Pasolini, Naldini, Zanzotto), mentre un quarto, il friulano Amedeo Giacomini, intervista Zanzotto sul vivace movimento poetico friulano degli anni Quaranta. Poi è la volta della bella rivista Diverse lingue, diretta da Giacomini e da un gruppo di poeti e critici di varie zone d'Italia, rivolta sia a recuperare con rigore scientifico passate testimonianze sollecitanti della cultura dialettale friulana e no, sia ad offrire nuovi testipoetici e prosastici che rivelino tendenze e conquiste poetiche della lirica odierna in dialetto, realtà che esiste con la sua forza creativae le sue varietà nel contesto culturale italiano sicché esige attenta interpretazione, e non frettolosi, sommari giudizi come da qualche parte ultimamente è stato azzardato. Nel primo numero della rivista ci sono fra gli altri di rilievo testi inediti di Tonino Guerra e di Zanzotto, oltre a sollecitanti documenti sul Friuli del passato e d'oggi. Indi è la volta del recente volume: Tonuti Spagnol, La Cresima e Timp piardut. Tutte le poesie friulane, a cura di Amedeo Giacomini, Edizioni Concordia Sette Pordenone. Dalla bandella di Luciano Padovese si apprende che questo volume apre una collana di «Testi friulani commentati», editi dal «Centro iniziative culturali» di Pordenone. Vi si leggeanche che la collana «raccoglierà una serie di classicifriulani, dagli inizi a oggi, criticamente ricostruiti e annotati da studiosi di varie università italiane, coordinati da Amedeo Giacomini e Rienzo Pellegrini». Ottima l'iniziativa e ottimo l'avvio in quanto Tonuti Spagnol risulta, dopo naturalmente Nico Naldini, il più interessante poeta della famosa Academiuta casarsese. È Pasolini stesso a scriverlo nel Diario parzialmente edito da Nico Naldini (op. cit.), il cugino amico GraziianFriuli a cui Pasolini partendo dal Friuli definitivamente per Roma lasciò appunto questo Diario, scritto fra il giugno del 1946 e il dicembre 1947: « ... io lo rassicurai dicendogli che dopo di me e di mio cugino egli era il miglior scrittore di versi friulani che ci fosse in Friuli. Tutti e tre ridemmo, ma io spero che Tonuti abbia capito che dicevo la verità». Q uesto Tonuti Spagnol, il lettore avrà già realizzato fra sé, è ilfantasma d'amore che si aggirafra le pagine dei due scritti postumi di Pasolini, Atti impuri e Amado mio. Ma qui non è di scena il Tonuti dell'universo artisticopasoliniano, bensì quello che fu in sé il giovane poeta, l'autore di testi che oggi ci è possibile leggereper le intelligenti cure di Amedeo Giacomini, che oltre ad essere validissimo poeta è professore di filologia romanza all'università di Udine, adattissimo quindi come nessun altro a inquadrare il movimento poetico friulano, nato attorno all'Academiuta pasoliniana, entro uno specifico contesto culturale. Assai pertinenti ci sembrano al proposito le pagine introduttive, che offrono una breve illuminante visione sociologica delle condizioni del mondo contadino ruotante intorno a Casarsaai tempi del soggiorno pasoliniano, prima dell'industrializzazione delle campagne, che prese avvio alla fine degli anni Cinquanta. Si tratta di mezzadri la più parte, autoctoni (i furlans) o venuti in tempi lontani dalle zone povere del Basso Veneto, e soggetti a una s.orta di sistema economico «para-feudale». Pochi i piccoli proprietari, come pure gli artigiani e gli impiegati in pubblici servizi, che per distinguersi dal livello contadino preferivano parlare il veneto udinese piuttosto che il friulano nelle sue varianti di qua e di là dal Tagliamento. Donde il significato anche sociale che in questo contesto viene ad assumere la scelta pasoliniana di una varietà dialettale, se mai giocata a livello poetico con altre varietà locali. Giacomini molto opportunaMaria Corti mente si ferma e per noi fa ordine sull'insegnamento casarsese di Pasolini, che è riferibile a quattro momenti: lezioni"private, impartite nel '43 a Casarsanel tinello della sua stessa casa: scuola a San Giovanni in un locale attiguo alla Canonica nel '44, durata poco perché chiusa d'ufficio dal provveditore agli studi in quanto vi insegnavano persone non laureate; indi, dal '44 al '46 la mitica scuola del Case[ di Versuta, frequentata anc~ dal quattordicenne Tonuti Spagnol. Infine il regolare insegnamento di Pasolini nelle scuole medie di Valvasone. Proprio attorno alla scuola del Case[ di Versuta, dove Pasolini maestro e compagno, insieme, dei ragazzi leggeva loro Ungaretti, Penna, Montale, Sinisgalli, Campana, nacque l' Academiuta di lenga furlana il 17febbraio 1945. Facciamo una brevissima parentesi e riflettiamo sulla scuola d'oggi, dove gli insegnanti dichiarano di non poter fare gli scrittori contemporanei perché lo svolgimento del programma non permette loro di arrivare alla contemporaneità; riflettiamo sullo stimolo che proprio la contemporaneità riesce a dare alle menti dei giovani. Nel '44 era nata, sempre attorno al fervore giovanile, la rivista Il Stroligut, stampata a spese di Pasolini: gli allievi della scuola componevano piccole prose e poesie come forme umili di esercizio sulla letteratura, testi che in buona parte passarono al primo numero di Stroligut; fra essi presto si distinsero quelli di Tonuti Spagnol. Va bene indicato che l'operazione pasoliniana non ebbe nulla in comune con le piccole attività culturali che spesso nascono ad opera di persone di buona volontà in area provinciale. Questo piccolo cantiere di poesia fu tenuto d'occhio da critici e scrittori che ne parlarono in sedi nazionali: basti pensare a Contini, Betocchi, Gatto. L e prime apparizioni pubbliche di Tonuti Spagnol ebbero luogo con una prosa Jo i soi un contadinel mus in Stroligut III del '45 e con la poesia Ricuart in Quaderno romanzo del '47. E a proposito di date, va detto che Giacomini in base a elementi storici approfonditi ritocca.qualche datazione pasoliniana delle liriche del suo giovanissimo amico, mentre d'altra parte con sensibilità di critico poeta bene individua il significato da darsi dalla precocità lirica di Tonuti Spagnol. Commentando infatti la presentazione che Pasolini fece di due poesie del- /' amico sulla Fiera letteraria del 6 giugno 1954 e in particolare la frase «Una ombrena blancja, qui stampata, è stata scritta da Tonuti quando aveva quattordici o quindici anni e di poco dopo è Matina», Giacomini paragona il ragazzo poeta agli uccellini di nido che «appena in grado di nutrirsi, appena lasciati soli nel vasto mondo dei boschi, prima ancora dei grandi voli, tentano la voce», e non è la «langue» della specie uccelli, sono «zirlii dolci e delicatissimi», il dialetto degli uccelli. La poesia Matina, che vinse nel 1949 il premio dell'Academiuta, è piuttosto bella, con quella luna che «apar na piuma sempri pì lizera» e bella anche in Un ombrena blancja daccapo una similitudine (figura che abbonda) fra il ricordo che non ha sosta e la rondine in volo: «Il so recuart no'/ àpadìma, I coma 'na sizila I eh'a core ho si ferma». La raccolta poetica è costituita di due parti corrispondenti ai due titoli del volume: La Cresima, composta di dodici testi con altrettante traduzioni pasoliniane, e Timp piardut, di trentasette testi con traduzioni di Sergio Clarotto. La prima pa_rte è seguita da Appendici che offrono altri testi di Tonuti in traduzione ora d[ Pasolini ora di Clarotto, fra cui gli inediti Sabo di sera, Versuta, Soreli. Il titolo della seconda parte è ricavato dal bellissimo esergo (o versi di intestazione): «Al è timp piardut I ta l'aria ruda I chista nustra zuda I zoventut». Q uesto secondo gruppo di testi, trentasette di cui trentuno inediti, è almeno in parte redatto attorno al '50 quando lo Spagnol non viveva più in Friuli, ma a San Primo di Magreglio in provincia di Como, ed era ormai lontano da~'amico Pasolini. Forse le poesie migliori sono quelle nate da una momentanea sensazione o impressione o vista del reale, il senso di una luce o di un suono. Per esempio, in Seris lizeris ( «Serate leggere») il ragazzo che corre verso la chiesaper andare alla recìta del rosario si perde fuori della chiesa tra i rosari delle cingallegre e delle rondini: si tratta di un richiamo sonoro, il rosario sussurrato dagli uccelli invece del rosario sussurrato dagli uomini. Oppure in Sempri 'na imazin («Sempre un'immagine»): l'immagine è quella della sua anima che lo aspetta e gli viene incontro e lo prende per mano. Naturalmente molto si perde nella traduzione dei testi, se confrontata con l'originale; bisogna coraggiosamente leggerli in friulano: la lingua friulana, perché di lingua romanza si trattae non di dialetto, genera per il nostro orecchio degli incantamenti fonici. Forse è a questo livello che si nota come la poesia di Tonuti Spagnol non siapervenuta a quel raffinato uso della linguafriulana, strumento di risonanza interiore, a cui giunsero poeti quali Pasolini, Naldini, Giacomini; tre nature diversissime, tre poeti personalissimi, ma tre virtuosi dello strumento linguistico. Detto questo, l'opera di Tonuti Spagnol andaya recuperata, offerta al lettore; questo volume di Pordenone fa conoscere al pubblico italiano una piccola voce originale che prende quota nel coro_ dell'Academiuta; Pasolini sarebbe felice di questa pubblicazione e noi siamo grati alla solerte e intelligente cura di Giacomini. Tonuti Spagnai La Cresima e Timp piardut. Tutte le poesie friulane a cura di A. Giacomini Pordenone, Edizioni Concordia Sette, pp. 221, lire 20.000 TrevorGriffithsinItalia ...... ...... U na memorabile versione rock di Un sogno di mezza estate, Il nemico di classe di Nigel Williams e - più di recente - L'Isola di Athol Fugard sono solo alcuni degli adattamenti di teatro europeo e extra-europeo realizzati dalla Compagnia milanese dell'Elfo; adattamenti che modificano il testo originale in misure diverse. Uno degli spettacoli della stagione 1985-86, Comedians di Trevor Griffiths, è un esempio di adattamento molto felice che è diventato c::s «l'evento teatrale» della stagione .s &° milanese, ma che nel contempo ~ rappresenta una commedia assai ~ diversa dal testo originale. La pre- -. senza di Trevor Griffiths in febS: t 1 ~ braio a Milano ha dato per la prima volta la possibilità a Gabriele Salvatores, adattatore e regista dell'Elfo, di confrontarsi direttamente con uno dei suoi drammaturghi. La collaborazione di Griffiths con la compagnia ha suscitato grande emozione perché ha offerto l'acca- ~ sione per capire meglio come que- ;g_ sto drammaturgo marxista conce- ~ pisca il proprio testo teatrale. Il desiderio di Griffiths di collaborare con la compagnia italiana rientra nella tradizione ormai radicata del teatro contemporaneo di sinistra della Gran Bretagna, dove i drammaturghi sovente scrivono assieme commedie, partecipano a laboratori teatrali per produrre teatro attraverso una ricerca collettiva anziché attraverso tecniche di improvvisazione, e lavorano spesso con i registi delle proprie commedie. Fin dal primo momento è stato evidente che Griffiths - che collabora comunemente con registi del suo teatro - non aveva intenzione· né di difendere il suo testo, né di attaccare l'adattamento realizzato dall'Elfo, ma piuttosto voleva sapere cosa fosse rimasto del sottotesto originale, cosa fosse stato mutato nel suo significato, nei valori e nella struttura stessa, e se il potere dell'originale fosse stato conservato. Adottando la vivida immagine di una pietra che viene gettata in uno stagno, e i cerchi concentrici che da essa vengono prodotti, come metaMaggie L. Rose fora della struttura originaria di una commedia e del suo primo significato, Griffiths notava: «Se noi vogliamo trattare della struttura di un testo teatrale, ci deve essere uno stagno e deve esistere una pietra. Un testo teatrale non rappresenta un parco giochi per l'Io del regista: è invece una mappa, un terreno, su cui fatti contemporanei e locali possono essere trapiantati. Quando vedo messe in scena idiosincratiche delle mie commedie mi fanno venire in mente questa immagine: qualsiasi realizzazione scenica deve contenere uno stagno e una pietra che viene gettata dentro e solo dopo si può parlare dei cerchi concentrici che nell'acqua vengono prodotti». Il regista, secondo il parere di Griffiths, ha il dovere di mantenere e rispettare il sottotesto (cioè lo stagno e la pietra), ma la struttura esterna (i cerchi concentrici) può essere ricreata e trasformata secondo l'intento del regista. N el caso di Comedians di Griffiths, i cerchi concentrici sono altamente spècifici: l'ambiente è quello di una scuola serale di Manchester dove un gruppo di proletari dai mestieri diversi segue un corso per comici nella speranza di riuscire a lasciare la classe operaia e fare fortuna. Inoltre, il linguaggio e gli stereotipi sui quali si basa la comicità, sono particolari ad una zona intorno a Manchester dove Griffiths è nato e cresciuto. Questa marcata specificità dà prova che il teatro è raramente qualche cosa di universalmente utilizzabile, come si è soliti credere. Il fatto teatrale esiste principalmente all'interno di ciascuna formazione nazionale e culturale e poi simuta e si trasforma da una regione all'altra e da un paese all'altro. Comedians, come rivelava Griffiths, ha avuto una ricezione difficile persino al Sud dell'Inghilterra dove il pubblico possiede una preparazione linguistica e culturale molto diversa da quella del Nord, e quindi faceva fatica a colmare la distanza fra il primo significatodel testo ed il suo significato più profondo. Avendo anche assistito ad alcuni adattamenti di Comedians negli Stati Uniti e in Europa, Griffiths si diceva convinto, per quanto concerne le realizzazioni all'estero, che la specificità originale non può essere conservata; invece debbonoessere cercate equivalenze che siano altrettanto vive e piene di significato nel paese straniero. Una scuola per comici, ad esempio, non esiste fuori dell'Inghilterra, né esistono stereotipi specifici che caratterizzino irlandesi, ebrei e altre mi-

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