Milano arredo/I L'internazionale dellefioriere Q uando si parla di arredo urbano si cerca di definire questa disciplina solo attraverso una lunga serie di oggetti: panchine, fioriere, lampioni, fontane, informazioni, transenne, .ecc... L'idea sembra essere ancora quella di un'attività di «arredamento» degli spazi costruiti, usando oggetti realizzati secondo i dettami del buon design. Si pensa ancora che questi tipi di ilJ(ervento appartengano ad una sfera del superfluo necessario, dell'immagine pubblica del buon governo; non si ha ancora chiara la prospettiva che proprio iii questi «spazi non costruiti» si svilupperà in un futuro prossimo una straordinaria intensificazione strutturale. Ciò che oggi si chiama «vuoto urbano», e cioè strade, piazze, cortili, è destinato ad accogliere la città del futuro. Credo infatti che ciò che oggi, per semplicità, chiamiamo arredo urbano, sarà la disciplina che avrà la maggiore dilatazione sia tecnica che culturale. L'urbanistica moderna ha ormai del tutto abbandonato l'idea della costruzione di città nuove, e teorizza da anni l'ipotesi di una crescita autogena della metropoli su se stessa verso un superamento di categorie storiche come pubblico e privato, di interno e esterno. La metropoli attuale prefigura ampiamente questo destino, intensificando le proprie funzioni, facendo scomparire tutti i ritagli vuoti, gli spazi di risulta, le cadute di tensione. Essa rende inadeguati tutti gli strumenti di puro decoro, incapaci di incidere sulla qualità del/'ambiente, stressato e drogato da flussi continui e inarrestabili di informazioni e segni, di merce e di linguaggi, al punto da rendere la stessa arte semplice di campagna. Quando ci sono diversi livelli di lettura, l'opera è un oggetto molto interessante. In questo caso si può parlare di espressionismo e di surrealismo nell'impostazione olografica, ed è frequente l'intromissione soggettiva che fa riferimento all'ambito più personale ed emotivo dell'autore, che entra ed esce quando vuole scombinando il piano oggettivo del discorso con la sua intima interpretazione. Con tutto ciò, fra ricordo e dimenticanza, giunge faticosamente alle altre rive del tempo, con una nuotata che, si potrebbe dire, viene effettuata più attraverso l'aria che dentro l'acqua. Un tempo psicologico e un temchitettura una pallida presenza che emette metafore non sempre percepibili dal cittadino. Per realizzare una politica di arredo urbano efficiente, che sia cioè in grado di pilotare questo tipo di crescita metropolitana all'interno di una riqualificazione funzionale ed espressiva della scena artificiale, occorre integrare almeno tre strumenti di intervento, il primo dei quali è certamente il sistema delle n:,.icro-struttureche definiscono la scala minore dell'arredo urbano, cioè a dire tutti quei servizi mancanti o carenti che possono essere utili nell'estensione dell'uso della città. Generalmente a questo tipo di domanda (informazione, soste, servizi) si è risposto con la proposta di una riduzione semantica dei manu[atti, con la ricerca di un raffreddamento della congestione dei segni presenti sulla scena cittadina: il risultato è stato quello di una guerra perdente contro la realtà, per sostituire a questa un'inesistente paesaggio «coordinato», che non rappresenta niente altro che l'estrema· difesa dello scenario architettonico contro lo sviluppo del moderno. Il sistema dei segni dell'informazione (pubblicità, arredo, vetrine) costituiscono oggi la vera scena metropolitana, i tunnels memoriali nei quali il cittadino riconosce i luoghi, i percorsi, le cerniere di un tessuto urbano altrimenti omologo e disorientante. È stato fatto un esperimento, mostrando a cento persone una serie di fotografie frontali di edifici, tra i quali lapropria casa; è risultato che una grandissima maggioranza di persone non l'ha riconosciuta, mentre è stata in grado di identificare immediatamente il bar e la vetrina all'angolo, il giardinetto o l'edicola, che costituiscono un po cronologico, sono mischiati. In fondo, lo stesso procedimento lo effettua Ken Mcmullen con Zina, nel movimento che lui non tenta nemmeno di fermare, tra il ricordo del passato-presente psichico delineato da Zina nelle sedute psicoanalitiche, e il tempo effettivo concorde degli eventi storico-cronologici che addirittura sottolinea con date all'inizio della pellicola. Peccato che il marxismo del padre sia dato come inviolabile, e che la psicoanalisi della figlia non vientri in contatto, restano ·due strade parallele che non si toccano. Grande tensione e un'aria del tempo, qualcosa che ricorda Bergman, di fotografia purissima e di raffinatis- . . . simo gusto estetico. Andrea Branzi sistema efficiente di riferimento territoriale. Queste importanti presenze espressive non devono essere quindi ridotte e i nuovi inserti progettati si devono porre in concorrenza con l'esistente, devono seguire la strada di un'accelerazione semantica, e non quella di un utopico silenzio razionale. LI altro grande strumento di intervento sulla scena e-sulla vita metropolitana è costituito dal sistema primariQ di tutte le strutture soft, cioè a dire di tutti quei parametri che determinano la ver.aqualità espressiva e ambientale della vita cittadina: si intende quindi il controllo sull'inquinamento atmosferico, ma anche su quello sonoro, sul colore, sul lightscape, sui materiali in uso. Questo insieme di controlli, di parametri· e di decisioni costituisce una nuova sfera della progettualità ambientale, che non determina eff etti apparentemente vistosi, ma piuttosto un lento e p_rogressivo bradisismo che sposta la qualità d'uso e la valenza culturale di un intero manufatto metropolitano. Accanto a questi strumenti, occorre che l'arredo urbano venga pensato anche come costruzione, cioè come . intervento strutturale che si colloca fisicamente su larga scala, entrando in concorrenza o in sinergia con l'architettura: si intende quindi tutti quegli interventi che modificano profondamente l'ambiente, rendendolo nuovamente vivibile e sviluppandone le potenzialità (serre urbane, strade coperte, quinte scenografiche, percorsi pedonali a più livelli, progettazione di strade, identificazione espressiva di nodi urbani). Solo questo insieme di azioni può dare al progetto di arredo urbano la consistenza di un intervenI nvece un tempo espresso in secondi, in trenta secondi per l'esattezza, sono gli spots di Joan Logue. Ritratti di noti artisti pensati anche per anni, e sintetizzati poi in questi flash. Philip Glass lo prende sul naso col movimento ritmico assunto dal corpo, mentre suona. È ritmo o è tempo, un paio di scarpe da ginnastica impazzite nella danza, e che solo lei sa di chi siano? I pescatori italiani della seconda generazione che stanno a Boston e pescano da cinquant'anni resteranno a provare il grande cuore di questa artista splendente e r Jdesta, sempre nella linea che 1bbiamo tracciato del sostegno dell'umano, chi c'è ancora decisamente appogG. Penone, Patate, 1977 to sul manufatto urbano e non sui suoi luoghi morti, realizzato per maglie e punti ma secondo un disegno culturale e politico unitario che pur nel rispetto delle diversità dei linguaggi e delle vocazioni urbane indichi la guida che pilota la trasformazione della nuova metropoli. Si sono visti recentemente progetti di arredo urbano per Milano: niente di più efficace per illustrare la confusione che esiste:progetti su spazi inutili, con tecniche inadatte, secondo una diffusa idea abile solo per gli arredi natalizi permanenti. A differenza di altre città, Milano ha una -tradizione di· interventi «forti» di arredo urbano: possiede un lago artificiale, l'Idroscalo, fiumi artificiali, i Navigli, una collina artificiale, la Montagnola, una strada artificiale, la Galleria. Di contro c'è anche una recente tradizione di monumenti cittadini inutili e privi di funzione figurativa, a cui si affiancano periodicamente azioni di «effimeri» scadenti. Gli assi commerciali devono invece seguire fino in fondo la propria vocazione, divenendo dei veri e propri bacini ad alta densità di scambio; corso Buenos Aires, corso Vercelli, Corso XXII Marzo, ecc... possono ampliare la propria superficie commerciale aprendo il serbatoio dei cortili interni collegati alla strada, portando i negozi nei piani superiori, realizzando accessi pedonali in quota. Questo permetterebbe di aprire al mercato delle aree commerciali nuovi spazi specializzando un settore della città nella quale solo apparentemente convivono altre funzioni (residenza, terziario), quando in realtà i volumi edilizi che vi si affacciano sono solo enormi magazzini per i negozi sottostanti, realizzati in appartamenti vuoti. giato su questa strada? C'è l'amico Tonino de Bernardi di Torino, il solitario e dignitoso che si fa i suoi films e se li paga da vent'anni secchi. Mi dice, nell'intervista, sono costretto a intervenire alle conferenze stampa con le mie domande, per significare che esisto, elemosinare segni, per le vie i metodi del nostro tempo sono molto reggimentati, difficile al contrario passare dalla cruna, si parla ancora di soldi, di talento, il cuore, la mente, ma non sono necessari a questo conformismo dei contenuti, e delle immagini in auge. Nella sua grettezza e costrizione morale, la nostra tv italiana è anche capace di produrre un film di Quando si parla di un documento direttore di Milano significa che i risultati che si vogliono ottenere devono essere chiari: l'arredo urbano non è di per se stesso un risultato, ma piuttosto uno strumento. per realizzare qualcosa. Vediamo invece progetti di arredo urbano che pur su aree limitrofe realizzano immagini culturali totalmente diverse; da una parte l'immagine di una Milano europea e civile, dall'altra una sorta di villaggio Montessori su aree pedonalizzate. S e la chiusura al traffico consiste semplicemente nel 'arrivo del/'«internazionale delle fioriere», cioè sbarrando le strade-e basta, in breve tempo si arriva a una sorta di duty-free-shop dove si installano i grandi marchi commerciali eliminando tutta la rete del commercio medio-piccolo, che proprio con la pedonalizzazione si sperava di sviluppare come cultura locale. Occorre inquadrare questi interventi all'interno di un contesto operativo molto più ampio, che renda strumentale la chiusura al traffico automobilistico per realizzare uno sviluppo della cultura cittadina, rendendo praticabili aree nuove alla creativitàpubblica e giovanile, allo scambio co!nmerciale, al passaggio. I capitali privati possono concorrere a realizzare questi interventi ambientali; l'uso pubblico dell'interesseprivato non deve esserepunito. Esiste una borghesia· imprenditoriale illuminata che su Milano è disposta ad investire capitali e immagine; non perdiamo 'i' occasione e pilotiamone la straordinaria energia. Iniziamo con questo scritto una serie di interventi sull'arredo urbano a Milano. de Bernardi, qualcosa che certo ha a che fare col sociale, per quanto sulla Rai 3 tutto passa inosservato, allora nel manicomio il poeta afflitto esplode in scintille di poesia, e nel mentre ce ne ricorda un altro, Gian Pio Torricelli, letteralmente ammazzato nella mente, cosa dici Tonino, è un perfetto film d'amore verso l'uomo questo, e tutta la tecnica di vent'anni è rimasta incollata, cosa dici, che qualcuno se ne accorgerà e verrà a dirlo, che l'arte è questa roba qua e non altra, e lo è solo e soltanto quando parla dell'uomo e ha la forza e la speranza di sostenerlo, malgrado il suo dolore e la sua malattia.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==