Alfabeta - anno VIII - n. 85 - giugno 1986

Salsovideofilmfestival M eglio così, che a questo fe- . stivai abbiano dimezzato i fondi, quando cambia l'amministrazione cambia lo splendido entourage, e a chi importa del lavoro che gli altri hanno fatto prima? meglio, perché qualcosa è accaduto. Sono stati «cacciati» a Roma come aMilano anno '86 gli operatori del settore: «prendete coscienza a mezzo d'arte», si erano dati troppo da fare coi festivals, avevano dato spazio a quella sinistra solida e colta di fatto, troppo in connessione con tutte le fasce sociali, che è interessata soprat.tutto a divulgare la cultura. Adesso, dietro una lucida facciata di buona congiuntura economica, si prospetta un oscuro feedback, orientato sullo stile americano verso un lieto nazionalismo e, perché no, una rivisitazione dei fondamenti della nostra italianità, 'a bella Napule, Filuzzi dance, e only filodrammatica theatre. L'Italia della cultura democratica è stata dimezzata, ed è già in atto una bella regressione a schemi culturali tipo 'anni '50. Solo se la sini-: str~ politica italiana si deciderà a prendere posizione netta, ciò che sta accadendo potrebbe tornare a favore. Questa situazione è talmente diffusa in ogni settor~, che ci ho sbattuto contro inequivocabilmente anche a Salso. Senza soldi qualcuno e qualcosa è spuntato, sarà la povertà che favorisce e rivela l'accumulo di talenti, sarà che tutte le spiegazioni e le motivazioni vanno al contrario, in ogni caso quelli del cinema hanno lavorato. Danno la preferenza alf'immagine, i filmakers, e corrono il rischio dell'immediatezza della comunicazione. Cosa succeda a vedere un certo tipo di films a chi non sia un semplice tecnico, è un fenomeno di coinvolgimento totale, di immersione mentale ed emotiva dentro la materia trattata. Ho scelto alcuni films di cui parlerò, in base a un loro comune denominatore, quello del tipo di ricerca, che è sociale e politica. Questi autori sembra non abbandonino l'idea dell'uomo nella sua dignità, anzi la sostengono alla sua radice, che è una richiesta di diritto morale. Dimostrai-e la corruzione e la degradazione degli ambienti ha lo scopo infatti di esaltare quello che l'uomo vuole essere e potrebbe essere, in altre condizioni. Partendo da questa certezza che è un bisogno, se li vanno a cercare i rappresentanti dalle facce limpide, i testimoni, quelli che hanno attraversato l'inferno, e non ci pensano' neanche a riposare, con le loro scarpette da ginnastica ne conosco, o di più complicati, non lasciano in pace nessuno. A I salone mor~sco, così si chiama una delle tante sale in cui si proiettano le opere a Salsomaggiore, vado a incontrare due autrici romane, hanno realizzato un film di una crùdeltà che solo la realtà dei fatti invece riesce a superare. In Venezuela hanno trovato per caso Lella Perez, che è una donna cilena torturata a diverse riprese dagli uomini del regime di Pinochet. L'hanno ripresa a macchina fissa per mezz'ora; le si vede solo il busto, e sul viso si nota un paio di volte una lacrima che come piombò, che come fiume in piena attraversa la sua anima-viso, · mentre racconta. Dopo il bambino ucciso a bastonate nel suo ventre, Patrizia Vicine/li lei ha fatto un altro figlio, una volta fuori dal Cile, ma non lo racconta lei, me lo hanno detto le autrici, Annalisa Scafi e Roberta Mazzoni, già sceneggiatrice con la Cavani. No, non pietà per noi stessi, il minimo è prendersi il cazzotto allo stomaco e tacere con quel senso di impotenza, che fare? Fino a quando per tutti non diverrà furore, se non diventerà che la morte non esiste abbastanza, che fare se tutte le epoche esistono contemporaneamente, e in un luogo e nell'altro i locatari pensano di aver superato questo e quello, eppure Colombo l'ha scoperta l'America, e la stampa fu di già inventata, eppure questa indifferenza non ha senso all'interno dell'umano, né della civiltà, né della ragione. Così passo per prudenza e per scienza dal salone moresco alla sala delle Cariatidi, ma non mi va molto meglio, e siamo in cinque a vedere Giinther Wallraff calato in mezzo ai turchi, se fosse un film sulle crociate con le spade ma si tratta di immigrati turchi sfruttati, si tratta di miseria e di razzismo. L'autore Jorg Gfrorer alle spalle, abbiamo le cuffie con la translation simultanea dal tedesco in italiano, è talmente forte questo film, ma in contemporanea c'è Philipphe Hof- · ·fmann, un canadese underground già assai amato da noi amanti del cinema. Non resta che spargere la voce per la replica. È così denso e spesso il fumo delle fabbriche, che. la camera spesso non va al di là di questo muro, gli uomini _pulisco_nohanno il casco non hanno la mascherà, quando un tempo un amico ·polacco mi rac~ contò la fuga attraverso le fogne-di Varsavia, e lui è uno dei pochi soP. Manzoni, Uova, 1961 pravvissuti, mi sembrò che quella merda fosse alla fine la via della salvezza. Qui il fango è lo sproposito dell'umano, una colpa essere nati in Africa o in Asia, e il movente economico lo stesso di ogni prevaricazione e di ogni guerra. È a Berlino che Marco Melani ha trovato questo film-bomba, come l'altro Heilt Hitler (Guarite Hitler) di cui parleremo, e anche quello portoghese, che ha vinto il premio della giuria, di Joao Botelho, sulla guerra coloniale in Guinea. Sembra che abbia fortuna a trovare i suoi films Melani, lui lavora con il titolare Aprà, è una vita che gira per il mondo a cercare, sono nove anni che esiste il festival di Salso. Sono in molti a non voler abbandonare l'idea di un mondo decente, e ognuno di noi lavora in tal senso, per sostenere l'orgoglio di un'umanità consapevole. Si prosegue con fatica, non si trovano mai abbastanza soldi per lavorare, diceva Vecchiali come produttore che lui non li legge mai i copioni, ma guarda bene in faccia gli uomini, e non si sbaglia quando affida la regia di un film. Anche· Joan Logue, cineasta e videoasta americana notissima, parla di quanto sia difficile trovare dei pro- . duttori, tutti si lamentano, Ken Mcmullen regista di Zina, film sulla vita della figlia di Lev Trotckij diceva nella conferenza stampa che. il suo film è very cheap, dato il costo di settecento milioni di lire. Ganz Unten cioè Più in fondo possibile. Il giornalista Giinther Wallraff si traveste da turco con lenti a contatto nere e tanto di parrucca nera; con il suo amico regista con camera nascosta nella borsa, Jorg Gfrorer, hanno vissuto per due anni lavorando come gli sfruttati turchi e nelle stesse case, e dato che il progetto veniva considerato da chiunque molto rischioso, per avere il sollievo di far sapere a tutti cosa succede nella civilizzata Germania di oggi, hanno dovuto affidarsi a numerosi e successivifinanziatori; alla fine ce l'hanno fatta. D ue donne, due uomini, due video importanti, il contesto diviene esemplare per la sua obiettiva autenticità, per questa gente la paura non esiste più, fuori e dentro i films. Avevo visto in precedenza Guarite Hitler, e avevo pensato finalmente questa storia putrida è rivisitata con intelligenza, in modo attuale. Così, su questi nuovi registi tedeschi, si è obbligati a meditare con grande attenzione, poiché con forme e moduli assolutamente di- · versi interpretano con grande discrezione e modestia la loro storia. È una filologia che comporta una certa simbiost fra l'autore e l'opera. Anche se molti intellettuali sono restii e anche contrari ad accet- · tare questo punto di vista, io lo sostengo da sempre. Achternbusch è l'autore di Guarite Hitler, l'ha girato in super8 il suo film, e l'ha poi «gonfiato» in 35mm. Il risultato è come se tutto fosse virato in blu, oppure col mascherino, non c'è trucco sugli attori, solo le donne hanno cuffie da bagno e tracce nere· sui volti per indicare la senilità, i peschi sono ripresi come alberi in fiore e il cielo è blu quando è blu, grossi seni visti dal basso s_ulledonne tedesche, e ce la fanno vivere a noi la guerra di Hitler come l'hanno vissuta da gen-

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