Siegfried Kracauer Prima delle cose ultime prefazione di Paul Oskar Kristeller Casale Monferrato, Marietti, 1985 pp. 202 + XIV, lire 22.000 Georges Poulet La pensée indéterminée. De la Renaissance au Romantisme Paris, Puf, 1985 pp. 304, ff 145 José Antonio Maravall La cultura del Barocco. Analisi di una struttura storica introduzione di Andrea Battistini Bologna, Il Mulino, 1985 pp. 436 + XVIII, lire 36.000 lf intermedio è sospetto tanto dal punto di vista teorico quanto da quello pratico: da un lato si vede in esso il luogo deputato di una medietà tra gli opposti che la dialettica hegeliana e post-hegeliana ha completamente screditato, dall'altro esso appare come una giustificazione dell'opportunismo, del trasformismo, del filisteismo piccolo-borghese. Due secoli di filosofie radicali, che hanno, visto il motore del pensiero e dell'azione nel supe'ramento e nell'oltrepassamento, hanno creato intorno allo spazio intermedio un alone di diffidenza e di vergogna. Non si riesce più a capire che l'intermedio è stato proprio al contrario il luogo di esperienze d'eccezione, che nulla hanno avuto a che fare col senso comune e che sono state dirette spesso non all'annullamento, ma al mantenimento delle opposizioni. Dalla definizione platonica dell'Eros come intermediario tra l'umano e il divino all'entredeux di Fénelon, dalla indeterminazione di Erasmo e dalla suspension barocca dell'animo allo Zwischen holderliniano e heideggeriano, corre un cammino sotterraneo che è ancora da scoprire. Un contributo importante al pensiero dell'intermedio recano opere a prima vista lontane tra loro come l'ultimo libro di Kracauer, dedicato ad una riflessione sulla storiografia e pubblicato dopo la sua morte avvenuta nel 1966, l'ampio studio di Maravall sulla cultura barocca e la finissima antologia di Georges Poulet sul pensiero indeterminato poetico e religioso dal Rinascimento al Romanticismo. Ciò che accomuna questi testi è la considerazione dell'esperienza del disinganno come il punto di partenza di ogni meditazione sul mondo. Fintanto che considero le cose come dotate di una identità stabile resto vittima di una illusione e sono disarmato dinanzi al loro mutamento, alla loro enantiodromia, alla loro peripezia: solo quando scopro che tutto si capovolge in tutto, trovo un punto intermedio in cui posso farle tanto incontrare quanto scontrare, scorgo il luogo del loro transito. .. Scarabattolo,trompe-/'oeil, sec. XV/I La metafisica è il pensiero delle cose ultime, degli estremi; viceversa l'esperienza storica, poetica, religiosa è sempre stata attenta alle «ultime cose» trascurate da tutti. «A causa della loro generalità - scrive Kracauer - le verità filosofiche tendono ad assumere un carattere tadicale, incoraggiano le decisioni tra due alternative, sviluppano un<lpropensione all'esclusività, e si cristallizzano facilmente in dogmi» (p. 170). Sembra così che nulla di importante sia rimasto negli interstizi: oppure «tutto ciò che vi è rimasto è sminuito subito come un sincretismo eclettico, come una forma qualsiasi di compromesso». Viceversa lo storico dovrebbe sapere bene che le «ultime cose» vengono prima e sono più interessanti delle cose ultime: il suo sapere nasce dall'attenzione alla loro differenza e alla loro ripetizione. L' «aut-aut» deve essere sostituito per Kracauer da un «fianco a fiana co»: i princìpi, le dottrine, i fondamenti dal «senza nome». N on diversamente per Georges Poulet la storia della filosofia, la storia letteraria e la storia delle idee occupandosi di pensieri e di opere determinate hanno ignorato e cancellato quanto precede la determinazione, cioè il silenzio interiore che accumula in sé una potenza illimitata, tenuta in sospeso nell'attesa che qualcosa spinga in una o nell'altra direzione. Qui l'intermedio è volontà senza oggetto, indifferenza nei confronti dei contenuti concreti, perfetto equilibrio di una bilancia che può pendere ·con la stessa serenità da una parte o dall'altra, a seconda dove vorrà la volontà di Dio. «Sapete che l'acqua - scrive madame Guyon a Fénelon - prende tutti i colori, tutte le forme, tutti i gusti, perché essa non ha colore, né forma, né gusto. Soyons de méme». In queste righe si manifesta una visione tipicamente barocca del mondo. Contrariamente a quanti considerano la cultura barocca come meramente decorativa, le pagine più originali di Maravall sono appunto dedicate a spiegare come questo quietismo costituisca la premessa di una «cultura diretta», operativa, pragmatica, orientata verso l'azione. «Più che la virtù di fare il bene interessa l'arte di fare bene qualcosa» (p. 109): poco importa cosa. L'uomo barocco sarebbe dunque un «uomo del fattibile», il contrario dell'utopista e del radicale, colui che si fa nulla e nessuno per poter riuscire in qualsiasi situazione, il portatore di un sapere strategico che non può essere formulato in princìpi perché è determinato dalle circostanze specifiche, dall'occasione: «La diversità dei tempi e delle circostanze variano gli effetti delle cose uguali». Ciò PAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIP 4. I soccombenti Il All'aereoporto di Ronchi '' presso Trieste scendevano per un normale avvicendamento lavoratori italiani con un'aria normale, neanche stanca, avevano fretta di arrivare a casa e cercavano di scansare il microfono che il giornalista della televisione allungava verso di loro, mi semb;avano sinceramente stupiti, a poco più di cento chilometri dal disastro, dove lavoravano tutto normale per' loro, niente allarme o precauzioni, neanche lavare la frutta, e poi di frutta fresca lì non se ne trova, solo conservata; sì, avevano saputo al telefono, qualche giorno prima (qualche?), dai familiari in Italia, la storia dell'insalata e del latte, nessun commento, nessun segno di turbamento sulla faccia, solo voglia di tornarsene 1:1 a casa, come il solito, città o più .s g:, probabilmente paese del Friuli, il ~ bar, le famiglie, giorni di riposo, ~ senza storie, perché dopo dovran- -. no ripartire e riprendere il .lavoro, g e anche là è meglio che non ci siano -~ storie, avevano l'aria di dire, e O() scansavano il microfono, neanche ~ incuriositi; no smoke, l'incendio è spento, l'incendio forse è quasi spento, non ancora del tutto, un . . Mo~ll~!,ipensare satellite commerciale francese ha preso una foto dove non si vede fumo (però, attenzione, la grafite quando brucia non manda fumo) ma poi un altro satellite ha visto ancora del fumo, e ora sono i sovietici a dire che è sotto controllo ma non proprio domato, e se il nocciolo avesse sfondato verso il basso e il Dniepr si fosse inquinato? intanto, pensai, il pomodoro è fuori dal 'elenco, bisogna lavarlo bene, strofinandolo (con le mani? e con l'acqua?), forse bisognerebbe togliere la buccia, una fatica che non ho voglia di fare, o di concedere, se infatti si comincia anche la cosa più piccola diventerà difficilissima, e vivere un disastro, non ne ho voglia, avevo deciso; a scuola ne hanno parlato e mia figlia, quinta elementare, e di ritorno, ha voluto subito cambiarsi gli abiti e fare il bagno, meglio così, avevo pensato guardandola ma con poca convinzione, non sono poi così diverso da quelli che ho visto alla televisione, e vedendoli ho subito ironizzato che la precauzione era già stata presa sul loro cervello; stiamo imparando almeno qualche nuova parola, ora riflettevo, e almeno adesso mi immagino un picocurie o un nanocurie e mi indigno se qualcuno colpevolmente li ha confusi, e seguo le cifre, le commento con qualche amico permettendomi l'ipotesi che le cifre siano imprecise e le soglie forse stabilite in modo dubbio, e per una sola sostanza, mentre le altre sfuggite alle cifre si sono già attaccate a noi, si sa che ci vogliono anni perché si dimezzino (?), si sa anche, perché lo dicono, che i tumori si moltiplicheranno e magari si potrebbe anche sapere precisamente di quanto, ma poi si sa che tra poco, finita l'emergenza, come la Libia e il resto, non sapremo più niente o quasi, l'interesse scenderà sotto la soglia mentre le radiazioni lavoreranno in silenzio, noi vorremo stare tranquilli, senza paure, come l'aria di quei lavoratori arrivati dall'Urss, pensai attraversando la strada: eppure quando ho saputo da un amico che ha portato il figlio in campagna, presso amici, vicino a Milano, proprio adesso, mi sono indignato e l'ho detto, ma poi al bar quando ho sentito uno chiedere se il latte che veniva messo nel cappuccio era a lunga conservazione, e quando la proprietaria del bar gli ha chiesto se non aveva letto i giornali, quella mattina, che dicevano che tutto era tornato normale e che poi nessuno aveva mai proibito il lattefresco, ma lui ha insistito e allora gli hanno aggiunto il latte a lunga conservazione, e quelli che erano lì attorno avevano l'aria di dire che esagerava e facevano segni di complicità rivolti alla proprietaria (e a se stessi) e insom-" - ma avevano l'aria giusta di chi non si allarma troppo ed è furbo al punto da non lasciarsiprendere troppo dalle cose, io in definitiva ero abbastanza dalla loro parte, senza molto rifletterci su, pensai guardando le gocce di pioggia sull'impermeabile; anche se. poi, ripensandoci, quel tipo del bar aveva ragione, anch'io dovrei chiedere spiegazioni nei bar quando bevo un cappuccio, ma, adesso pensai anche, come posso fidarmi del latte a lunga conservazione se non ha scritto sopra la data di confezione, anche se assicurano che lo conf ezionano quattro mesi prima della scadenza, che invece è scritta; e fra tre, quattro mesi, calcolai, nessuno si ricorderà e_andrà a controllare, io di certo no, perché non ci fermeremmo più e ci sarebbe da controllare non solo il latte ma tutto, anche le scatole e i surgelati, e siccome il controllo non è possibile, allora bisognerebbe privarsi di tutto, o quasi, ma poi, riflettevo, non sarebbe possibile evitare l'acqua, e mi veniva in mente la notizia appena letta che anche la neve e i ghiacciai sono radioattivi, non ricordo i valori ma alti, e questa notizia mi aveva impressionato, chissà perché, più delle altre; in ogni caso, pensai accelerando un poco il passo, questo non mi aveva trattenuto dall'uscire proprio oggi, come il solito, anche se piove e la televisione dice che i venti arriveranno solo domani e dopodomani a portar via la nube che però oggi è qui sul nord del 'Italia, e la pioggia è proprio il modo migliore per aumentarne il pericolo, invisibile come la nube, e chissà poi se c'è davvero qualcosa che possa assomigliare a una nube, continuavo mentre sotto la pioggia ero quasi arrivato al tabaccaio di via Foppa, dovevano essere le dieci e mezza di domenica mattina quattro maggio, e sentivo . distintamente una strana sensazione fisica e mi sembrava fosse proprio il contatto con la pioggia, che poi era una pioggerella a gocce rade che mi dava una specie di pizzicore sulla faccia e soprattutto agli occhi». PAGIBM•AGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPAGINEDIPA
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