Alfabeta - anno VIII - n. 85 - giugno 1986

Festival de Cogolin 1986 lii Rencontres lnternationales de poésie contemporaine du samedi 5 juillet au samedi 12juillet Lessoirées Samedi5 Berlin & R.F.A. Gerald Bisinger, Helmut HeissenbOttel, Anna Jonas, Oskar Pastior (Présentateur: Christian Prigent) Dimanche6 Poésievisuelleportugaise Fernando Aguiar, Antonio Barros, E.M. de Melo e Castro, Elisabete Mileu, Silvestre Pestana (Présentateur: Egidio Alvaro) Lundil Prose & Poésie Bernard Delvaille, Marie Etienne, Hubert Lucot, Marcellin Pleynet, Jean Todrani (Présentateur: Joseph Guglielmi) MardiB U.S.A. Michael McClure, Lydia Davis, L. Ferlinghetti, Armand Schwerner, Jerome Rothenberg & Turetzky (Présentateur. Jean-Pierre Faye) Mercredi 9 Performanceau Québec P.A. Arcan, Robert Gelinas, Geneviève Letarte & Serge Boisvert, Richard Martel (Présentateur: Ju1ienBlaine) Jeudi 10 I Novissimi Nanni Balestrini, Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Antonio Porta, Edoardo Sanguineti, avec Luigi Cinque et Valeria Magli (Présentateur. Jacqueline Risset) Vendredi 11 «UneGénération» Julien Blaine, Jean-François Bory, Ma Dèsheng, John Giorno, Bernard Heidsieck, Jiri Kolar, Sarenco (Présentateur. Jacques Donguy) Samedi 12 Jazz & Poésie Luigi Cinque, Steve Lacy, Benat Achiary, Jean-Marc Montera, Yves Robert, «Musique sans nom»: Christine Cros, JeanPierre Bedoyan, François Paris (Présentateur: Christian Tarting) Séminalres Dimanche6 lntelligencespeculative & Poésie Mario Borillo, Jean Delord, Jacques Virbel Lundi 7, mardi 8, mercredi 9 Figuresde pensée Michel Butel, J.M. Castellet, Umberto Eco, Paolo Fabbri, Yvan Fonagy, Françoise Gaillard, Felix Guattari, Roger Laporte, J.A. Seabra, Eugenio Trias Jeudi 10 Les«Novissimi» Nanni Balestrini, Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Antonio Porta, Jacqueline Risset, Edoardo Sanguineti Vendredi 11, samedi 12 Ecrlture,lmage J.M. Alberola, Jean Daive, Mario Merz, Joerg Ortner Toutes /es après-midi présentation de bandes vidéo, ,, minitel, disques, cassettes, films. Librairie avec une séléction d'ouvrages de poésie et de revues. Sécretariat: Apero-Paca, 2 rue Frédérip Mistral, 13100 Aix-en-Provence. tel. 964712; Mairie de Cogolin, Var, Frànce (à 6 km de Saint Tropez). trabilità di un qualche cosa che tuttavia si affaccia al pensiero rivelando la propria trascendenza e rivelando al tempo stesso la non-rappresentabilità di ciò che è trascen1 dente, ricordando al pensiero che, nonostante «la storia della filosofia occidentale sia stata una distruzione della trascendenza» (De Dieu ... , p. 95), prima di ogni relazione che esso può rappresentarsi al suo interno, è con l'altro da sé che esso si confronta, originandosi. («La filosofia deriva per me dalla religione» aveva affermato Lévinas in Du sacré au saint, Éd. de Minuit, Paris 1977, p. 156, sostenendo con ciò che il pensiero sorge dalla dismisura di ciò che trascende l'uomo). I n una tale ottica si affaccia perciò la possibilità di sondare il vuoto di una differenza che si sottrae ad ogni cornice ontologica, una differenza al di fuori dell'essere che, come Lévinas aveva sostenuto soprattutto in Altrimenti che essere, non è altro che l'indifferenziato rimuginare nel neutro, dell' il y a. Il discorso che egli ora affronta, pur presentando un'interpretazione del pensiero profondamente dissonante rispetto a quegli esiti «ontologici» che si estendono per un largo raggio all'interno della cultura contemporanea, non manca di riprendere costantemente alcuni dei punti di maggior problematicità non solo all'interno del suo pensiero, ma di gran parte del dibattito filosofico odierno: il tema della temporalità, quello dell'intenzionalità quale ci deriva dalla fenomenologia husserliana - che del resto è sempre stata uno dei centri gravitazionali della meditazione levinassiana -, così come il problema della «crisi del senso, attestata dalla "disseminazione" dei segni verbali che il significato non riesce più a dominare» ( De Dieu ... , p. 32). Problema che trova una approfondita trattazione nel più lungo e importante dei tre saggi di Umanesimo dell'altro uomo. Se quindi lo sfondo dal quale emergono le problematiche filosofiche che Lévinas affronta nei testi in·oggetto rimane sostanzialmente definito da una cornice etica, nondimeno è possibile individuare una sorta di percorso ulteriore lungo il quale vengono approfondite alcune tematiche rimaste forse un po' chiuse dalle esigenze «sistematiche» almeno in parte presenti in Totalità e infinito e Altrimenti che essere. L'accento cade allora non tanto sul ruolo etico, o addirittura religioso, di quella nozione di alterità, di altro uomo, nei confronti del quale l'io è sempre ·responsabile, da cui è sempre tenuto come «ostaggio» non riuscendo a sopprimerlo attraverso un'operazione teorica omologante che assimili l'alterità dell'altro all'identità dell'io, dello Stesso; quanto piuttosto allo stato ancora problematico e fluttuante che investe la soggettività nel suo costitùirsi passivo, colto in un rapporto con la trascendenza, laddove, invece, la filosofia occidentale ha sempre individuato il carattere creativo, attivo dell'uomo: attività in primo luogo conoscitiva, tesa a inglobare col processo dell'analisi o col gioco dialettico ciò che costituisce un ostacolo al comprendere. Autrui, termine che senz'altro assume una funzione stabilizzante all'interno di una certa esigenza sistematica, può allora indicare, su un piano simbolico, il luogo in cui si celano i nodi ancora non risolti della costituzione passiva di un soggetto il cui sapere è interrotto dal «venire all'idea» di Dio, dal ~<venireall'idea» dell'infinito. Nel significato stesso che Lévinas attribuisce al verbo «venire» si opera quella inversione per la quale l'attività del pensiero si trasforma in passività: non una passività semplicemente recettiva, come poteva essere quella dell'io kantiano, aperto ai dati sensibili dell'esperienza. Una passività che non accoglie solo ciò di cui è capace, ma che si scopre in un rapporto, in una relazione senza misura con ciò che ne eccede i limiti: è la passività del1'«Io ridotto a Sé, responsabile suo malgrado» (Umanesimo ... , p. 113) che testimonia inoltre l'inversione della stessa intenzionalità, depurata da ogni determinazione che la qualificasse come una mera attività di un soggetto. Egli propone al contrario un'interpretazione della soggettività secondo la quale l'auto-identità dell'io, che sussiste in virtù di una percezione di sé come attività, verrebbe ad essere incrinata proprio dalla sua intenzionalità, il cui senso viene così a capovolgersi, traducendosi in desiderio, desiderio di alterità che l'alterità stessa suscita: «L'Altro nello Stesso, che non aliena lo Stesso ma, appunto, lo sveglia» (De Dieu ... , p. 99). Ed è questa inversione del senso dell'intenzionalità - che per Husserl, come Lévinas afferma, è «identificazione» - a fungere da modello teorico · da cui deriva ad esempio quella nozione di linguaggio che, sciolta dal compito logico dell'identificazione, del giudizio, trova il suo carattere originario nel testimoniare la trascendenza infinita dell'alterità. Ciò che il linguaggio, in un primo luogo, «significa», è la propria funzione di traccia, senza tematizzazione, senza contenuto, senza presenza. 11 significato dell'alterità è allora custodito nel suo carattere infinito, il cui senso consiste nel destare, nell'originare ogni attività del soggetto nella forma di una tensione verso l'altro da sé: «L'in dell'infinito non è un non qualunque: la sua negazione è la soggettività del soggetto dietro l'intenzionalità» (De Dieu ... , p. 108). Passività del soggetto non solo nei confronti dell'altro uomo cui essersi rivolge-in tal caso l'alterità potrebbe anche non sottrarsi ad una sorta di contrapposizione soggetto/oggetto: passività di fronte all'infinito che si installa nel cuore di ogni «tendere a», di ogni intenzionare, che rende impensabile la trascendenza sulla base di una relazione di conoscenza: «L'in dell'infinito designa la profondità dell'affezione da cui la soggettività è affetta in virtù di questa mise dell'infinito in essa, senza prensione né comprensione» (De Dieu ... , p. 110). Ed è nel tentativo di approfondire ulteriormente il senso dell'infinito per la filosofia, e per l'uomo,. che ad esso viene assimilata l'idea di Dio, la quale, in opposizione ad ogni teologia positiva, rompe l'immanenza dell'essere al cui interno la stessa plurivocità e molteplicità dei significati:...coniugati e articolati tra loro da un conoscere non più in grado di fungere da fondamento - non basta a garantire una dimensione di libertà non esposta al rischio della violenza, della prevaricazione. L'univocità di ciò che Lévinas definisce «senso» - l'orientamento che l'uomo riceve da Autrui, dal trascendente - può assumere così un valore molto affine a quella nozione di giustizia che costituisce la base, il supporto etico da cui è retto e custodito «quell'ordine, ben più istintivo che umano, in cui la persona tradisce la sua vocazione di persona perdendosi nella legge che la situa e la orienta» (Umanesimo ... , p. 62). Dio - non fondamento ma direzione, senso -, il suo «venire all'idea», precedono l'uomo orientandolo verso un prima pre-originario, mai riducibile alla presenza della rammemorazione, verso un «tempo prima del tempo», un passato «anteriore al tempo, passato che non fu mai presente», verso l'irraggiungibile dell'infinito. L'infinito della temporalità non consisterebbe allora in un trascorrere interminabile, all'interno del quale l'uomo si scopre capace di ritagliare uno spazio in cui gli è possibile recuperare lo scorrere degli eventi attraverso la rammemorazione, attraverso la storia, che altro non sarebbe se non il riproporsi del passato nella presenza, la dilatazione del presente della rappresentazione. La diacronia del tempo eccede quell'interpretazione della temporalità per la quale è sempre possibile un presente e che si articola a partire dalla rimozione del carattere più autentico della propria infinità al fine di permettere, nello spazio da essa aperto, la co- .stituzione di un percorso lineare fondato sull'immanenza di una relazione puramente conoscitiva. D ietro dunque il compito di far-collimare alcune tematiche filosofiche con una proposta teorica compatta che mira a liberare l'uomo dal vincolo che, legandolo indissolubilmente all'essere, ne riduce l'intera essenza a ontologia, la forza del discorso di Lévinas si manifesta ancor più, forse, nell'offrire al pensiero l'occasione di «mettere in questione i'ESPERIENZA come scaturigine del senso» (Umanesimo ... , p. 28), di orientarsi verso un luogo refrattario ad ogni inscrizione nello spazio della rappresentazione, delle categorie della tradizione, della ragione, la cui immanenza, se per un verso costituisce il fondamento di ogni attività speculativa capace di costituire di fronte a sé un reale conoscibile e manipolabile, d'altro canto limita il pensare alla dimensione della presenza, bloccando ogni virtuale rotta che ecceda tale dimensione in direzione della trascendenza. L'altro uomo, Dio - parole dell'infinito - venendo all'idea, incrinano la trasparenza della vìsione, lasciando così intravedere un al di là dell'idea che si offre come luogo irraggiungibile, che chiama il pensiero ad un confronto interminabile con ciò di cui esso non è propriamente «capace». Il che non assume il significato di un'abdicazione; è piuttosto una presa di distanza, un'uscita dall'essere come orizzonte, quale unico luogo dell'umano, quale esclusivo campo di esistenza della filosofia, in direzione di una alterità che detiene il privilegio di venire sempre prima di ogni sapere, di sottrarsi perciò sempre ad ogni tematizzazione. Il pensiero, sciolto dal legame che lo vincola alla presenza, si scopre così aperto da e verso l'invisibile, l'irraggiungibile, in una relazione senza «termine». Edizioni Theoria "Letterature" 1 MARCO LOOOLI DIARIO DI UN MILLENNIO CHE FUGGE pagine 248 lire 18.000 -quarta edizione Il romanzo di una generazione senza qualità. In occasione della quarta edizione il libro verrà presentato al centro culturale "La Nuova Pesa" ( 18 giugno alle ore 21 in via del Corso 530, Roma). Ne parleranno Edoardo Albinati, Franco Cordelli, Enzo Golino, Enzo Siciliano. Coordinerà Arnaldo Colasanti. A g10rm m libreria: "Letterature" 2 ANNA MARIA ORTESE IL MORMORIO DI PARIGI pagine 1 10 lire 1 3. 5 oo Parigi, Napoli, Genova, Palermo, Dover: cinque storie inedite sul tema del v1agg10. "Riflessi" 3 5 GIAMPIERO COMOLLI LE SETTE STORIE DOPPIE pagine 192 lire 8.000 L'India, l'Africa, le regioni piu solitarie del pianeta nel diario di viaggio di un esploratore vtszonarzo. Edizioni Theoria via Fregene, 9 - 00183 Roma Distribuzione CDA

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