l'eticaVecchissima Emmanuel Lévinas De l'evasion tr. it. D. Ceccon Reggio Emilia, Elitropia, 1983 con scritti di J. Rolland, D. Ceccon e G. Franck pp. 172, lire 14.000 L'interesse per Lévinas è diffuso, oltre che in Francia e in Italia, in altri paesi europei e in America Latina. È curioso che si siano appassionati al suo testo e abbiano cominciato a commentarlo e tradurlo intellettuali di diversa provenienza confessionale, culturale, Gianfranco Da/masso Dall'esistenzaall'esistente ideologica. I pensatori cristiani vi questione si fa ancora più complicata. In Italia ad esempio l'interesse ed il lavoro di traduzione e commento sul testo di Lévinas .haprivilegiato alcuni aspetti di critica della fenomenologia di Husserl e del1 'ontologia ,.si è appassionato ad alcune figure e posizioni del suo pensiero talora scivolando, in una certa misura, sul percorso e sulla direzione di fondo della filosofia di Lé~ vinas·che, annodando la questione dell'etica all'impensabilità filosofica, dell'origine, inaugura un soggèttÒche forza i limiti di un proble- ·maticismo-laico, comunque venga concepito. tr. it. F. Sossi hanno trovato Ja riproposizione di · premessa di P.A. Rovatti un percorso che non ignora, ma anCasale Monferrato, Marietti, 1985 zi si organizza su un elemento, eni- '.totalitàe inf"mito. Saggiosull'esteriorità ,tr. it. A. Dell'Asta introduzione di S. Petrosino Milano, Jacà Book, 198'0· pp. 315, lire 12.000 Altrimentiche essere o al di là dell'essenza tr. it. S·~Pefi:osinoe M.T. Aiello • in·troduzionedi S. Petrosino Milano, Jaca Book, 1983 pp. 229, lire 19.500 aut aut,. n. 209-210 ottobre-dicembre 1985 interamen·te dedièatò a Lévinas L, interesse per Lévinas è crescente. 'Poco conosciuto fi- . · no agli inizi degli anni Settanta, ora è annoverato tra i m·aggiori filosofiviventi. Rigore e fascino certo di un pensiero, finezza di una stoffa di intellettuale che si solleva dalle mode e dagli atteggiamenti di un giorno per forzare i limiti del suo stesso linguaggio, per costruirne uno nell'atto stesso di esprimere e di comunicar~. .: gmatico, ma pur appartenente in qualche modo a quello che nel linguaggio di altri tempi veniva nomi-· nato come Mistero·o senso religio-· so. Da qui la curiosa•fortuna di Lévinas nei corsi di filosofia di molte La struttura del testo levinassiafacoltà teologiche, dove ·spesso no •in· qùesto -senso intetpella e suoi testi hanno soppiantato quelli coinvolge i stioi lettori nel puQto di di Tommaso d'Aquino o manuali costituzione di urrsoggetto siffatto, -di filosòfia neo-tomista. che.abbia questa capacità trasgresSi tratta di operazioni compren- siva rispetto ad una mentalità gesibili ·se si pensà al logorio che il neralmente post-idealista e pro.blelinguaggio metafisico ed a~che bn- maticista, al di qua della questione tologico ha subito nell'ultimo seco- · di quale fo~a possa ·assumere tale lo ed in particolare negli ultimi de- · soggeJto:.religiosa, tragica o altro. · cenni. un· pensiero filosofico che Che il pensièro laico vi si trovi ge- ·man,tengàla richiesta attiva ed ine- neralmente ·a suo agio è curioso e sàuribile di un'origine al tempo l'ipotesi più probabile sembra essestesso delle cose e dei propri di- re che questa operazione co'stituiscoisi, in modo da eccedere una sca una sòrta di rovescio della mementalità semplicemente michili.: daglia delle assunzioni da parte sta, può ben giustificare l'entusia- cattolica. · smo di certi ambienti delle facoltà Nel logorio del linguaggio teoriteologiche. In queste utilizzazioni· co, di cui la filosofia odierna dispoil rischio di battezzare o di ritaglia- ne, il testo di Lévinas viene in socre indebitamente aspetti del suo corso, permette di ridefinire, di ripensiero· fuori dal movimento e · cominciar.ea lavorare su problemi dalle giustificazioni delle sue·origi- posti dalla fenomenologia hù.sser- .ni è anche ovviamente presente e liana o dal pensiero post-heideggefunzionante. ri'anci, pérmette di ricostiuirè dei Da parte, per così'dire, <<laica»la fili.per una riflessione «filosofica» La collezione Costakis a Mosca, 1974 sull'esperienza e sul linguaggio in cui tale esperienza può essere detta. Questi fili filosofici mi sembrano, per esprimermi nel modo più generale e introduttivo, i problemi dell'io del segno, dell'etica. Per quanto riguarda il problema dell'io, Lévinas sfugge da una concezione dell'io come possessore autocosciente dei suoi atti anche nelle ·varie versioni post-idealistiche e «dialettiche». Qeusta crisi di un soggetto idealistico e «dialettico» egli l'ha assunta resistendo alla · «tentazione». nichilista.. Noa si. è . trattato di far posto sempliceme.nte.· alla non verità e all'assenza di fon- •dament.o, ma di far posto ad un la- . voro attivo del segno e dei linguag- . gio colti all'opera nel discorso filo- · s!)fiGo.In altri termini: questione del segno come luogo e cifra del1' «umano», non liquidabile sul ter- .e •reno di un problematicismo avver- . tito e pago di sé. ·L a concezione dell'etica che è correlata a tutto ciò sfugge al- . le opposizioni tra teòria e · prassi, filosofia prima e filosofia seconda ed anche alle prospettiYe di una Praktische Philosophie come necessaria teoria del comportamento accanto e al di là di un problema veritativo. Etica viene ad assumere· piuttosto il significato. di ciò che compete alla natura del discorso e pone una domanda radicale e rigorosa sulla struttura e sulla destinazione del parlare. La prospettiva filosofica che si fa strada è insomma quella dell'impossibilità di porre anche solo problematicamente la questione classica della verità se non come questione del rapporto di un soggetto alla verità. Lévinas ha avuto un dialogo costante, meglio forse sarebbe dire che egli ha attraversato in certo modo i testi di Husserl e di Heidegger. Egli si è posto il problema di una «chiusura» sul rapporto fra questo linguaggioe quello che, sotto altri cieli, si chiamava «esperienza» o ne teneva il posto. La doman- . da heideggeriana su come ci si possa interrogare sull'origine, .d'un· , colpo solo, delle cose e del proprio discprsQ, come può vivere ed essere mantenuta oggi, al di là di Ht;idegger? Lévinas costruisce il suo testo •come trasgressione, come breccia nel gioco circolare heideggeriano fra inizio e fine, cominciamento e impensabile. Per il pensatore -ebre.opiù che di un darsi del sens.o «si tratta di uscire dall'esser~. per una nuova via a rischio di rovesciare determinate nozioni che al senso comune e alla saggezzadelle nazioni sembrano le più evidenti» (De l' evasion). Questa tesi, el)unciata in uno scritto del 1935, verrà ripresa in Altrimenti che essere o al di là dell'essenza (1974) che conclude il tragitto iniziato con Totalità e infinito (1961). . Il discorso che si affanna a circoscrivere, .adelimitare un «altrimenti che essere», quindi un altrimenti che non essere, quindi un «terzo escluso», un pensiero allora e un testo del terzo escluso, è stato recepito, talvolta orecchiato, comun- \ 1
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