Alfabeta - anno VIII - n. 85 - giugno 1986

nea regionale, nel tempo e nello spazio . . De Nicola fa propria un'affermazione di Guglielminetti, il quale scrive che uno studio regionalistico deve scivolare dalla geografia alla storia, dall'etica alla poetica, «senza presumere una collocazione definitiva». Egli cerca di far luce sul comune denominatore intellettuale entro il quale si mossero gli scrittori liguri, fornendoci un'ampia serie di dati storico-culturali. Reperisce materiale di base per un disegno ampio, collettivo; esamina la realtà che potè favorire quella produzione letteraria facendosi storico di tipo regionale senza fare del regionalismo. Ci fornisce un libro nel quale l'analisi storica si fa strumento utile per cogliere più com- .piutamente il dato letterario. . Montale fa storia a s~, si _diceva,., ma illumina pure esemplarmente . .quanto si a(fermav~. in' preced_en~a a proposito di «linee regionali». . Nell'Intervista· immaginaria" scrisse: «... nel '16 avevo già composto !'Meriggiare pallido e as!ìorto" ... La preda.era, s'iJ!tende il ,mio paesaggio» (.corsivo nel testo): È nel, possessivo dichiara,to il senso di ,quel che -si diceva: il paesaggio si adegu·a allo stato d'animo e alla misura deÌla.poesia, e non _viceversa. . Il poeta lo interioriµa ~ lo fa pro- . prio, dato s9gg~ttivo npn -oggettivo, .scelta non dono. Montale sarebbe stato lo stesso anche senza la Liguria (s~mniai l'avrebbe cerc~- ta): la scabrezza era dentro di lui. Per puro accidente il dato etico e quello geografico çoin,cisero. Il pa_esagg10non è_rµai.col~ettivo, è un dato mentale, individuale. Francesco De Nicola . . J/ulivo e la parola (Studi sui poeti e la poes•~ in Liguria n~l Novecento) Genova, Liguria . Ed. Sabatelli, 1986 pp. 121; lire 15.000 Guido Oldani Tiziano Rossi «Come micro e macromondo siano contigui» o «Quanta realtà possa germogliare dall'eclissi delle parole» o «Quanto ignoto ci stia intorno, addosso e dentro» o «Come l'avventura lampeggi nella trama di ogni giorno» o (ancora) «Come la conoscenza muova da dislocazioni». Questi potrebbero essere alcuni dei sottotitoli intonati al cauto e intenso libretto di versi di un esordiente: Stilnostro di Guido Oldani (Cens, 1985, con una precisa nota introduttiva di Giovanni Raboni). Un occhio a come Oldani lavora: nei suoi testi la materia verbale consueta si fa nuova grazie a spostamenti discreti e come faticosi; parallelamente le cose a noi familiari - di poco sfasate - cambiano volto e ci vengono incontro lusinghevoli, ci feriscono crudelmente o, più spesso, sgusciano imprendibili dalle nostre mani e menti. Tuttavia le fitte non-pertinenze (verbi che slittano incongrui da un tempo all'altro, aggettivi che tradiscono le concordanze, sostantivi che si fondono in domestici monstra) se aprono spazi straordinari nell'alto e nel basso, non costituiscono però una fuga per la tangente, lontano dall'erba, dall'asfalto, dalla tazzina di caffè, dalla pioggia in cui conviviamo e in cui si permane. Ikontesto minerale, vegetale e animale è viscoso e invincibile, per cui ogni rivelazione si configura eminentemente come un breve «affacciarsi su». Questa poesia - capace di spremere tanti succhi dal «qui e adesso» - possiede insomma una singolare fisicità, insieme tesissima e quotidiana. «Crescibili», «futureremo», «quetore», «cielovelo», «tergimondo», «turniamo», «binascere», «volervolere», «vertiginante», «pagomese», «serpiginosi», «arcangela», «tovagliola», «stravintomi» ecc.: i neo-composti (si tratti di aggettivi o di verbi o di sostantivi), i mutamenti di soggetto, le frasi sghembe o sospese divaricano i piani del paesaggio, gli angoli di un interno casalingo, i gesti comuni, e li scompaginano aprendoli verso alterità. E le immagini da pop art che vengono così a galleggiare sulEdmund Burke precede. Coerentemente il prima e il poi, la «narrazione» orizzontale, perde di senso rispetto alla compresenza atemporale dei segni (le forme infinitive, i gerundi e i participi sono dominanti): ci troviamo perciò davanti non a sequenze bensì a miniature scorciate o stravolte, non davanti a storie bensì a epifanie (sia pure polimorfe e «non finite»). Così, per via di levare e di slogare, la lombarda· scrittura di Oldani (che traduce ora un sobrio in libreria . Inchiesta sul Bello e il Sublime·. Estetica e~otica antropologia Hnguisticà e: .Q , · Alex.anderGottliebBaumgarten N Riflessi,òni ,sul testo· poetico ·- "O Il celebre·saggio da cui nasce l'estetica moderna Q) «1 (.)· CesareBrandi . • ·- ,._, Segno e IminagiJJ.e Q) .e Un classico della cultura contemporanea ,._, Cl) Q) OrwelÌ: 'ì 984 a cura di Luigi Russo «1 Le chiavi di lettura·del famoso·romanzo di O:rntell .la pagfoa non sono coloràti giocattoli, ma premonizioni o cicatr.~ci del vero. Un· ruolo fondam~ntale svo~ge nel dettato l'e)lissi: la soppressione di preposizioni, di particelle pronominali, di èoÒgiun'ziÒnidi ~~ria natura risulta altret~anto spaes.ante e produttiva. Ma l'esito .è anche ·centripeto: il vocabolario messo in campo subisce una s~rta di torsione, si squilibra e.implode. . Proviamo . a leggere i versi di Olimpo: «Fortificante caricatura/l'oggi d'ieri/o di mai cosa,!ri,mi- . ro/nel Tv miniera/frattaglia di modi e mondi/impantanato olimpo/casa dove si culla/l'ottimo corpo/e faccio cerchi/come un tronco aumentandomi:/maometto simile dove/( devota )/montagna . viene· lei/cavotrasmessa a sorreggere». È ~ ·.· ' 1 \{iilìfJI ' . epicmei~~o, ~ra uno stÒicismo lieve) avanza interrogativa verso ,quelle part~celÌe ~!ementari in cui sta forse il.senso più autentico del1' essere. ,E quelle particelle· un po' rivela:no·e lJO po' nascondono, anche perché perturbate dall'atto stesso qell_'osser':'are,(e più d'una volta l'ossef\'.atore primario sembra pèrdere il controllo del quadro, farsi sçavalcare. da qualche altra voce, non sua, ~ata in quell'istante). Un'ultima parola, a riepilogo: si tratta di una plaquette di grande suggestione, di settanta paginette che 'dicono bene la densità del vivere e che non si dimenticano. Guido Oldahi .Stilnostrò · .Liscate;·Cens, 1985 · pp:' 7~. lirè 8.000 Mario Merz, Accelerazione, 1972 un testo che esemplifica chiaramente, sia pure parzialmente, quanto detto sopra; e indicativa è la sua conclusione, così neutra. In quasi tutti i componimenti, infatti, i versi finali giocano un troncamento spazientito o intenzionalmente opaco, quasi volessero significare l'inadeguatezza delle parole rispetto alle cose che premono (e in certa secca sbrigatività par di avvertire addirittura la lezione dçlle laude iacoponiane): un simile in-. terverito conferma naturalmente il sibillino ma decisivo mormorio che Un sapere passionale Fabio Bazzani I saggi che Rocco Ronchi raccoglie nel volume tentano di ricostruire i differenti percorsi intellettuali di Bataille, Lévinas e Bianchot. Questo, a partire dalla nozione di il y a, di quel che si afferma stare prima di ogni pensiero e di ogni linguaggio e più radicalmente ·dell'.esistenza, nozione che costituisce il trait d'union del° lavoro di Ronchi e che l'autore, forse un po' troppo disiovoltamente, assimila all'idea hegeliana di «immediatezza». L'il y a è la «presenza» che soggiace - nel senso che sta sotto - ad ogni nostro atto e rappresentazione, ma che non è conoscibile, non.è afferrabile. Su questo schema teorico si costruisce il volume, ed è schema sicuramente intrigante, sorretto da una piacevole e fluida scrittura, che sembra richiedere o un totale abbandonarsi al suo procedere per immagini o un totale rigetto. D'altronde, l'oggetto stesso dell'analisi non pare consentire mediazioni interpretative. Il rischio è duplice: da un lato, escludere aprioristicamente elementi che in realtà meritano di venir discussi; soprattutto se il tentativo è quello di una riconsiderazione complessiva dei molteplici .modelli di razionalità e di sapere· che il Novecento in maniera f0rte e , specifica ci pone di fronte; dall'altro lato, lasciarsi prendere troppo· qa un lessico suggestivo, elegante,• ed avvolgente che si mostra, pro-· prio per la sua poliedrica sfaccettatura, difficilmente aggredib.ile su -versanti singoli e circoscritti. Forse quest'ultimo è il rischio in cui talvolta p·aiono incorrere alcu-·, ; ne pagine del volume di Ronchi, volume che si articola secondo figure e metafore le quali riflettono ,l'ambiguità e l~ paradÒssalità medesime delle concezioni dei pensatori presi in esame. . Ronchi- sottolinea con.chiarezzal'idea di una inadeguatezza del sapere all'oggetto che si-vuol sapere e, conseguentemente, la ineffabili-. . tà di un oggetto che il sapere non sa . · a pieno concettualizzare né il linguaggio esprimere nella sua ricchezza. Come scrive bene l'autore, Bataille, Lévinas e Blanchot delin.eano il senso di una «dolorosa mancanza» del sapere: si tratta di un sapere «sofferente» per questa mancanza, che «patisce» la mancanza, dunque, di un sapere «passionale», non in grado di irµpossessarsi dell'oggetto amato, il quale resta simbolo di un desiderio inappagato di possessione: l'il y a, appunto. Prima dell'esistenza v'è, per così dire, la «presenza» dell'inattingibile, dell'insondabile; l'esistenza - e vi si possono scorgere lontani pur se probabilmente inconsapevoli echi stimeriani - «si consuma nel fuoco d'artificio dell'istante». Per tal motivo, con l'esistenza non si coglie ciò che precede l'istante. Il linguaggio in cui quel sapere «sofferente» e «passionale» si esprime - il linguaggio, sembra di capire, della tradizione metafisica occidentale - non solo non sa cogliere il precedente, il fondo oscuro dell'esistenza, ma di essa non sa cogliere neppure l'istante, condannandoci nel non-esistenziale, nell'oltremondano e transepocale, installandoci «nella dimora dell'universale, nella vitrea trascendenza». Né vivendo, né pensando sull'esistenza, né dicendo di essa è possibile raggiungere «l'evento della presenza, il puro fatto che vi sia qualcosa invece del nulla (l'il y a)». L'il y a è il carattere neutrale dell'essere, la «desolazione della presenza», la sua anonimia. Sembra di poter concludere-ma l'esito appare nichilistico e tragico - che soltanto con la propria morte si può uscire dalla neutralità dell'essere anonimo, che soltanto con il nostro esperire mortale si può esperire l'il y a, dandovi un nome proprio. Ma si tratta di un esperire - mi pare - non comunicabile e, quindi - al di là, ad esempio, degli sforzi levinassiani tesi nella direzione di una relazionalità etica tra le individualità -, condannante l'io in una dimensione solipsistica, irrelata, disperatamente sola. Il che, tra l'altro, contrasta con la posizione di un essere che, pur W.D. Rubinstein La sinistra, la destra e gli ebrei Da popolo di paria a élite . conservatrice: una svolta senza precedenti nella storia degli. ebrei dopo l'Olocausto e la nascita di Israele Michail Bachtin Tolstoj L' «antagonista» di Dostoevskij nella lettura del teorico del romanzo polifonico . ' ' I CONTESTI CULTURALI DELLA ·LETTERATURA INGLESE ·.- , La grande festa del -linguaggio Shakespeare e la. lln9ua Inglese a cura di Keir Elam · '. JI gotico :inglese " · Il roma~zo del terrore 1764-1820. a cura -di Mirella. Billi li ·Romanticismo a cura- di Marcello Pagnini il Mulino L'UMANA AVVENTURA VOLUME STAGIONALE INTERNAZIONALE DI SCIENZE, CULTURA E ARTE MILANO PARIGI NEW YORK STOCCARDA LA JACA BOOK DOPO 20 ANNI DI PUBBLICAZIONI NELLE SCIENZE E NELL' ARTE È LIETA DI.ANNUNCIARE L'USCITA DI UNO STRUMENTO CTJLTIJRALE SOENTIFICO INTERNAZIONALE ORIGINATO IN ITALIA ED EDITO IN QUATTRO LINGUEA MILANO, NEW YORK, PARIGI E STOCCARDA CUI PARTECIPANO CON LAVORI INEDITI STUDIOSI, PREMI NOBEL E SCRITTORI DI TUTTO IL MONDO REALIZZANDO UN FORUM INTERNAZIONALE DI CONFRONTO TRA DIVERSI CAMPI DEL SAPERE E DELL'UMANA AVVENTURA. Pagine 112 illustrate a colori e in bianco e nero, Lire 22.000 al volume. In vendita e in abbonamento nelle migliori librerie. Il Jaca BOok Il

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