Alfabeta - anno VIII - n. 84 - maggio 1986

solo nella pittura e nella politica - ai vecchi modelli accademici, ai vecchi dogmi ideologici, religiosi. Metodicamente viene fatto di tutto per farci credere nella spada a doppio taglio della vendetta divina, non solo a Teheran a Beirut a Belfast o in Africa, ma anche nei paesi cosiddetti «sviluppati». La nuova peste sessuale, l'Aids, colpisce sia alla cieca sia in modo selettivo in nome- secondo i membri delle sette bibliche - di un super-io monoteista e di una norma sessuale basata sulla riproduzione. A questo terrorismo di stato e •della Chiesa risponde faccia a faccia, ugualè, un altro terrorismo cieco e assassino, praticato con fanatismo non solamente nel campo tradizionale della politica ma anche nei supermercati, nei grandi magazzini, specialmente al «Printemps», laddove le slogan pubblicitario dice «Compro tutto a occhi chiusi»..Proprio così: a occhi chiusi. Ecco il simbolo che caratterizza la nostra epoca. Dato che siamo a Roma, faccio notare subito che l'attuale papa si è sentito autorizzato a condannare, senza averlo visto, un film di Go- .dard, peraltro insipido, con il pre· testo che l'attrice che impersonificavà la Vergine Maria era mostrata nuda. Il fatto che questo papa, 439 anni qopo che un altro suo predecessore aveva fatto dipingere dei drappi sui nudi della Cappella Sistina; possa impunemente e senza provocare reazioni, condannare per la stessa ragione un film, dice molto sul profitto che traggono. le istituzioni basate sul super-io dal disinvestimento e/o dalla regressione generalizzati. Chi tra noi aveva preso con scetticismo la battuta di Malraux: «Il XXI secolo sarà religioso oppure non ci sarà» è ora costretto a prendere atto del rafforzamento sulla scena• mondiale delle dittature religiose militari e politiche e il ritorno delle «guerre sante» con le loro urla e tutto il loro sangue. Nei ministeri, nelle chiese, nei partiti, nelle istituzioni culturali non mancano i burocrati per far funzionare i vecchi dispositivi di censura di blocco e di distruzione, e per riportare alla luce le vecchie accuse moralizzatrici contro «l'arte degenerata». Su questo argomento ho già detto qualcosa in un articolo intitolato «Elogio dello sguardo impietoso» pubblicato su Alfabeta lo scorso settembre a proposito di certi riflessi puritani riscontrabili nelle recenti esposizioni di Rops, di Grosz, a Parigi e a Milano. L'estate scorsa negli Stati Uniti ho visto strane e inquietanti manifestazioni nelle strade che riunivano in una stessa collera predicatori protestanti di estrema destra e gruppi di femministe, numerosi ma non rappresentativi -dell'insieme dei movimentifemministiamericani, gli uni e le altre insieme in occasione di unacomuneoffensivacontro la pornografia .. Questa nuova alleanza, da caricatura ma molto potente, che somma le forze della League for Decency del rev. Jerry • Falwell (favorevole all'apartheid e amico ascoltato di Reagan) e della « Women Against Pornography» (Donne contro la pornografia), coalizione di femministe di destra e di sinistra, accompagnata da una massiccia campagna sulla stampa e da un uso sapiente della televisione allo scopo di fare effetto sulle masse, darà certamente i suoi frutti. Si tratter.à di fare passare dal Parlamento della California prima, poi in altri stati, un progetto di legge - redatto da una giurista femminista dell'università di Berkeley, Catherine Mac Kinnon - per proibire la libera circolazione di riviste, libri, film e spettacoli giudicati pornografici. Questo porterà beninteso alla chiusura dei sex-shops, ma non solo. Porterà anche e soprattutto alla chiusura di librerie che vendono i libri di Miller, Joyce, Sade, Burroughs, e dei teatri in cui si recita Genet, dei cinema che proiettano film di Fellini, Bertolucci o Godard, delle gallerie o musei che oseranno mostrare al pubblico - cosa che attualmente non capita già più - i capolavori di ispirazione erotica che quasi tutti i grandi artisti - da Boucher a Picasso, da Rembrandt a Courbet, da Degas a Grosz, da Klimt a Daumier - hanno creato nel corso dei secoli. Questa crociata protestante e femminista contro la 'libertà d'espressione del desiderio, e che fa eco agli integrismi sunniti e cattolici mira, né più né meno, a ID:ettere l'immaginario sotto tutela amministrativa. Si basa su un riflesso razzista: la paura della contaminazione libidinale. Questa paura minaccia direttamente la libertà creativa, la stessa libertà. • Per parlare solo di Roma. Ma bisognerebbe esaminare nei dettagli la situazione a Parigi, a Berlino, a New York, a Tokio con la stessa attenzione usata per i paesi dove infuriano i regimi apertamente totalitari e si vedrebbe che il periodo e contro tutti i dispositivi dittatoriali, per mantenere il livello di godimentq estetico. Dato che siamo a Villa Medici perché non mettersi a riesaminare i differenti sguardi ai • quali le opere d'ispirazione erotica hanno da sempre fatto appello? Ecco perciò una proposta di passeggiata ad occhi aperti attraverso il tempo, la storia dell'arte, e certe opere di una «bruciante attualità» di Schiele, Klimt, Rops, Giorgio~ ne, Rembrandt e di tanti altri ancora c~n l'ausilio.dell'episcopio e del• la parola. . _ Vorrei _dedicarequesta passçg-_ giata amich~vole, a Maurice ~a~. deàu, ide_alistae entusiasta, iei:ico- . me oggi indispensa~ile alleato del-. la letteratura i:iuova, e a Gianni Sassi, infaticabil,e «fa~bricante» e dinamo di Alfabeta, i quali, con la loro esistenza stessa e il loro lavo- . .. . . ro, fanno sberleffi alle ,dittature. . italiani sono principalmente nomi di filosofi, linguisti, semiologi (Barthes, Baudrillard, ecc.) e non di poeti e narratori. In Francia, viceversa, sono per lo più sconoséiuti i filosofi e i saggisti italiani, mentre si leggono soprattutto i narratori (sulla conoscenza dei poeti italiani, avrei qualche dubbio). Secondo punto: quali sono i canali per cui questi nomi hanno attraversato ,e Alpi? Sottolineerei .prima dj tutto il ruolo degli editori, .che spesso ha_nnodelle antenne in Italia, ma .non vere c_ompctenze che permettano loro di scegliere,in prima persona (rare le eccezioni, • co~e F.rançoi~Wahl delle Éditions • du Seui!, ,e ~fauricç Nadeau, _che hanno assunto un ruolo realmente propositivo). Poi, c'è l'azione di certi gruppi, penso in particolare a «Tel Quel» che negli anni sessantasettanta è stato.un relais importante con. il Gruppo '63 e la neoavanguardia italiana. Ma, a parte que- • ste eccezioni, c'è l'informazione, del tutto imprecisa e carente, dei settimanali, che non garantiscono una autentica conoscenza di ciò che avvi~ne in Italia sul piano culturale. scrivere - perché un giorno mi potessero dare, forse, e la mia propria identità e l'identità di dii mi sta di fronte, perché mi potessero dare, e in maniera concreta, tangibile, il verbo amare attraverso il quale sono al mondo con l'altro e in me stesso? Scrivere, perché la lingua fa da atto d'amore. Ma perché, ma come: il problema è cosìvasto che i libri varrebbero come sola risposta~ Un modo per riuscirvi, forse: raccontare come ho messo al mondo l'ultimo mio libro, Naitre (1983). Tutto è cominciato dal desiderio .di agitare un po' di materia, un qualcosa che prende corpo nel ventre fino. al.momento in cui capita . che un bambino nasca, di gençre definito, _omaschio o femmina. In realtà questa materia prima.è_una parte della lingua e il soggetto messo in scena dal libro - non si tratta di un personaggio - si è imposto come di genere neutro: un infinito. Nascere, il verbo nascere, grammaticalmente senza genere, è insieme l'atto e il soggetto del libro. Orbene, il verbo è l'enunciato che apre il testo originale per eccellenAntonio Canal detto il Canaletto, Capriccio veneziano con architetture di Andrea Palladio, olio su tela, 1760. Parma, Museo Civico detto «permissivo» è stato breve. Fu negli anni '60 che un'esposizione di Grosz presso la galleria romana dell'Obelisco venne chiusa dalla questura col pretesto della «pornografia». Dovendo giudicare dalla censura selettiva usata dagli organizzatori della grande retrospettiva degli anni berlinesi di Grosz in occasione della recentissima mostra a . Palazzo Reale a Milano, si deve concludere che una mostra delle opere erotiche di Grosz sarebbe attualmente poco probabile a Roma, all'ombra del Vaticano. Come evitare che i diversi terrorismi di Stato e della Chiesa, che agiscono nel campo culturale, producano lo stesso effetto inibente e puritano dell'Aids? Come evitare che non vengano interrotti i flussi dei desideri creatori e degli slanci sovversivi? Come evitare che sia istaurato di nuovo il tempo che Théophile Gautier definiva «castrato»? Non ho nessuna risposta da dare, ad eccezione di questa: aprire gli occhi e aprirli specialmente su ciò che ci vogliono impedire di guardare e di fare così neì riguardi Il compitodel traduttore Mario Fusco N on intervengo come scrittore, ma come critico, storico della letteratura e traduttore. Da questo punto di vista, mi pare importante un incontro fra scrittori italiani e scrittori francesi, perché si tratta di due mondi che, malgrado ogni apparenza, costituiscono due compartimenti stagni. A partire da ciò, vorrei porre qualche interrogativo, in parte provocatorio. Anzitutto, il problema linguistico. Come abbiamo constatato anche in questo convegno, gran parte degli scrittoi-ifrancesi non parlano l'italiano, e non sono neppure in grado di leggerlo. Non è lo stesso in Italia, ma certo negli ultimi vent'anni si è persa la conoscenza diffusa del francese. Ma questo non è il problema fondamentale. Si tratta piuttosto di chiedersi: ·checosa sanno gli tini degli altri gli scrittori italiani e gli scrittori francesi? Mi pare che qui ci sia un dislivello: i nomi francesi conosciuti dagli scrittori Terzo punto: quali nomi di autori italiani hanno esercitato un autentico ruolo di mediazione tra un'area linguistica e l'altra? Penso ovviamente a Calvino, anche per il suo soggiorno a Parigi e i contatti con l'Oulipo; e penso a Sciascia. Ma si ha l'impressione, come ho detto, di contatti a senso unico, in cui gli scrittori francesi sono solo in debito. Traduzione in compendio dell'intervento al Colloquio a cura della redazione italiana. Del genere. A propositodel genere Philippe de La Genardière S crivere, non si sa, mai si è saputo, da dove inizia. Ci furono sì letture, anche amori con la letteratura, ci furono pure incontri, ma si è una volta riusciti a mettere il dito sul perché del mondq e del mio essere fisicamente al mondo? Si è forse mai saputa la ragione lontana per cui Tempo e Spazio erano da me passati a pensare - a za, da solo è tutti i libri, tutti i verbi, tutte le scritture e tutte le storie perché -si presenta come il Libro dell'Inizio. La Genesi, pur definendo i generi maschile e femmini-. le, mette il verbo proprio all'inizio. Prima del genere. Questo problema dell'inizio, e nel mio libro il problema del genere (sessuale o letterario), non è posto in termini filosofici. Infatti, i luoghi proposti in Naitre- il ventre materno e il Sabei- e la scrittura di questi luoghi hanno imposto la circolazione del genere a tutti i livelli, sessuale, letterario e razziale. Ossia lo scambio delle parti maschilie femminili là dove il genere sarebbe indifferenziato, scansioni propriamente ritmiche all'interno della •narrazione, in fondo una permutazione dei colori poiché la madre bianc_adel libro genera sotto i nostri occhi un bambino nero, affamato. Per questa circolazione-fittizia, è vero, ma perché Naitre è ~·una finzione - sfuggiamo dalla dialettica e dalla guerra, che è sempre una guerra dei generi: padroni/schiavi, uomo/donna, bianco/nero, ecc. Superare il genere

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