Alfabeta - anno VIII - n. 84 - maggio 1986

tere cha la parola de~'Essere sia definibile in base alle pulsioni del destinatario. Quindi si dovrebbe studiare la vasta tipologia che nasce dall'incrociarsi dell'opzione tra generazione e interpretazione con l'opzione tra intenzione dell'aubene Maurizio Ferrarisnel suo La svolta testuale del 1984, per non dire del più conciliante On decostruction di Jonathan Culler, del 1982. tore, de~'opera o del lettore, e soltanto in termini di combi- 3. Difesa del senso letterale natoriaastrattaquesta tipologia darebbe adito allaformula- Mi scuso, ma bisogna iniziare ogni discorso sulla libertà zione di almeno sei potenziali teorie e metodi critici pro- dell'interpretazione da una difesa del senso letterale. Tempo fondamenti diversi. fa Reagan, provando i microfoni prima di una conferenza Recentemente (vedi ora il mio volume Sugli specchi e altri stampa, ha detto: «Tra pochi minuti darò l'ordine di bomsaggi), ho cercato di mostrare che, di fronte alle indubbie bardare la Russia». L'enunciato, secondo il codice della possibilità che un testo ha, di suscitare infinite o indefinite lingua inglese, significava esattamente quel che significa interpretazioni, il medioevo era andato alla ricerca della intuitivamente. Se i testi dicono qualcosa, quel testo diceva pluralità dei sensi tuttavia attenendosi a una nozione rigida esattamente che l'enunciatore, in un breve spazio di tempo di testo come qualcosa che non può essereautocontradditto- susseguente ali'enunciazione, avrebbe ordinato di far partirio, mentre il mondo rinascimentale, ispirato dal/'ermeti- re dei missili a testata atomica contro il territorio della smo neoplatonico, ha cercato di definire il testo ideale, sot- Unione Sovietica. Pressato dai giornalisti, Reagan ha poi to forma di testo poetico, come quello che può permettere detto che aveva scherzato: aveva detto p ma non intendeva tutte le interpretazioni possibili, anche le più contradditto- dire p. Quindi ogni destinatario che avesse creduto che l'inrie. tentio auctoris coincidesse con /'intentio operis si sarebbe Su questa frontiera si combatte oggi la battaglia teorica sbagliato. per una ridefinizione del ruolo della interpretazione. Ma Reagan fu criticato, non solo perché aveva detto ciò che l'opposizione medioevo-rinascimento, seppure valida, ne non intendeva dire, né perché un presidente degli Stati Uniti genera una successiva, un polo di contraddizione seconda- non può permettersi giochi di enunciazione, ma perché, si rio all'interno del modello rinascimentale. Perché la lettura insinuò, dicendo quel che aveva detto, anche se poi aveva ermetico simbolica del testo può procedere secondo due negato di avere l'intenzione di dirlo, di fatto lo aveva detto, modalità: ovvero aveva delineato la possibilità che egli avrebbe potu- - cercando l'infinito dei sensi che l'autore vi ha immesso; to dirlo, avrebbe avuto il coraggio di dirlo e, per ragioni - cercando l'infinito dei sensi di cui l'autore era ali'oscuro performative legate al suo ufficio, avrebbe avuto la potestà (e che probabilmente vengono immessi dal destinatario, ma di farlo. non è ancora detto se in conseguenza o a dispetto della in- Questa storia concerne ancora una normale interazione tentio operis). conversazionale, fatta di testi che si correggono l'uno con Anche dicendo che un testo può stimolare infinite inter- l'altro. Ma proviamo ora a trasformarla in una storia in cui prelazioni e che il n'y a pas de.vrai sens d'un texte (Valéry), sia la reazione del pubblico che la correzione di Reagan non si decide ancora se la infinità delle interpretazioni di- facciano parte di un unico testo autonomo, una storia conpenda dalla intentio auctoris, dalla intentio operis o dalla cepitaper porre il lettore di fronte a scelte interpretative. intentio lectoris. Per esempio i cabalistimedievali e rinasci- Questa storia presenterebbe molte possibilità interpretatimentali asserivano che la Kabbala non solo avesse infinite ve, per esempio: interpretazioni ma potesse e dovesse essere riscritta in in/i- - è la storia di un uomo che scherza; niti modi secondo infinite combinazioni delle lettere che la - è la storia di un uomo che scherza quando non dovrebbe; costituivano. Ma l'infinità delle interpretazioni, certamente - è la storia di un uomo che scherza ma che di fatto sta dipendente da iniziative del lettore, era peraltro voluta e emettendo una minaccia; pianificata dall'autore divino. Non sempre il privilegio - è la storia di un tragica situazione politica in cui anche conferito alla intenzione del lettore è garanzia della infinità scherzi innocenti possono esserepresi sul serio; delle letture. Se si privilegia l'intenzione del lettore si deve - è la storia di come lo stesso enunciato scherzoso possa prevedere anche un lettore che decida di leggere un testo in assumere diversi significati a seconda di chi lo enunci. modo assolutamente univoco, e alla ricerca, magari infini- Questa storia avrebbe un solo senso, tutti i sensi elencati, ta, di questa univocità. Come conciliare l'autonomia con/e- o solo alcuni, privilegiati rispetto alla sua interpretazione rita al lettore con la decisione di un lettore singolo che la corretta? Divina Commedia debba essere letta in senso assolutamente Una volta, due anni fa Derrida mi ha scritto, comunicanletteralee senza andare alla ricercadi sensi spirituali? Come domi che stava istituendo con alcuni amici un College Interconciliare il privilegio dato al lettore con le decisioni del national de Ph;ilosophiee chiedendomi una lettera di sostelettorefondamen'talistadella Bibbia? gno. Io scommetto che Derrida assumeva che: Quindi può esistere una estetica della infinita interpreta- - io dovevo assumere che lui dicesse la verità; bilità dei testipoetici che si concilia con una semiotica della - io dovevo leggere il suo programma come un messaggio dipendenza della interpretazione dalla intenzione dell'auto- univoco, sia per quello che concerneva il presente (stati di re, e ci può essereuna semiotica della interpretazione univo- fatto) siaper quello che concerneva il futuro (propositi dello ca dei testi che tuttavia nega la fedeltà alla intenzione del- scrivente); l'autore e si rifàpiuttosto a un diritto della intenzione del/'o- - la firma che veniva richiesta in calce alla mia letterapera. Si può infatti leggerecome infinitamente interpretabi- avrebbe dovuto esserepresa più sul serio dellafirma di Searle un testo che il suo autore ha concepito come assolutamen- le su cui Derrida si è lungamente intrattenuto in «Signature, te univoco (sarebbe il caso di una letturadelirantee derivan- évenement, contexte». te del catechismo cattolico, o, per non correre il rischio di È ovvio che la letteradi Derrida avrebbe potuto assumere ipotesi fantascientifiche, della lettura che Derrida dà del altri significati (per esempio l'intended meaning: «vuoi testo di Searle). Si può infatti leggere come infinitamente unirti in un complotto antisorbona?»). Ma ogni altra infeinterpretabileun testo che è certamente univoco quanto alla renza interpretativasarebbe stata basata sopra il riconosciintenzione dell'opera, almeno se ci si attiene alle convenzio- mento del primo livello di significato del messaggio, quello ni di genere: un telegrammaspedito come tale che dica «ar- letterale. rivo domani martedì 21 alle 10,15 a.m.» può esserecaricato Infatti Derrida nella Grammatologia ricorda che senza di sottintesiminacciosi o promettenti. tutti gli strumenti della critica tradizionale, la produzione D'altraparte qualcunopuò leggerecome univoco un testo criticarischia di svilupparsi in tutte le direzioni e di autorizche il suo autore ha deciso come infinitamente interpretabi- zare a dire ogni cosa possibile. Naturalmente Derrida, dole (sarebbe il caso del fondamentalismo nel caso che il Dio po avere parlato di questo necessario «guardrail» della in- -di Israele fosse quale lo pensavano i Kabbalisti). Si può terpretazione, aggiunge che essoprotegge la lettura, ma non leggerecome univoco un testo che sia di fatto aperto a varie la apre. Il problema è di stabilire ciò che si deve proteggere interpretazioni dal punto di vista della intenzione del/'ope- per aprire, non ciò che si deve aprire per proteggere. La mia ra, almeno se ci si attiene alle leggi della lingua: sarebbe il opinione è che, per interpretare la storia, sia pure nella sua caso di «they are flying planes», letto da un osservatore di versione narrativa, di Reagan che annuncia il bombardatraffico aereo, oppure il caso di chi leggesse Edipo re come mento della Unione Sovietica, per essere autorizzati a estraun romanzo poliziesco in cui l'unica cosa interessantefosse polarne tutti i sensi possibili, occorreprima di tutto cogliere trovareil colpevole. il fatto che il presidente degi Usa ha detto - grammatica/- denza sarebbe esemplificata da q_ueicritici che considerano ogni «reading» come un «misreading» e che, dice Rorty, non si rivolgono né ali'autore né al testo per domandare quali siano le loro intenzioni ma di solito «battono il testo in modo di adattarlo ai loro propositi». Rorty suggerisceche il primo tipo di teoria sia debolmente pragmatico perché ancora «pensa che nel testo ci sia un segreto e che per scoprirlo occorra cogliere il testo nel modo giusto» e che quindi in questo caso «la critica sia scoperta, più che creazione». Al contrario, col testualismo e co.fpragmatismo forte non si stabilirebbe alcuna differenza tra trovare e fare. Questa distirtzione mi sembra esageratamente lineare. 1. Non è vero che un testualismo debole, quando cercadi trovare il segreto di un testo, cerchi di cogliere il testo nel modo giusto, se per modo giusto si intende l'unico possibile. Questa lettura mi sembra molto più alla Hirsch che alla Said. 2. D'altra parte non credo che il testualismo forte voglia fare qualcosa di diverso che «trovare»qualcosa in un testo. Uno dei campioni più scoperti del testualismoforte, Hillis Miller (in «On edge») ha detto che «the readings of deconstructive criticism are not the willfull imposition by a subjectivity of a theory on the text, but are coercedby the_text themselves» (611). Nel mio Lector in fabula io ho distinto tra interpretazione e uso dei testi e ho definito come corretta interpretazione la letturache Derrida ha dato (ne Le facteur de la verité) della «Lettera rubata» di Poe. Derrida osserva, per condurre la sua letturapsicoanalitica, in polemica con la lettura lacaniana, che egli intende analizzare l'inconscio del testo e non l'inconscio dell'autore. Ora, la lettera viene trovata in un portacarte che ciondola appeso a un minuscolo pomo d'ottone sotto la cornice del camino. Non è importante sapere quali conclusioni Derrida traggadallaposizione della lettera. Il fatto è che il pomo d'ottone e il centro del camino esistono come elementi dell'ammobiliamento del mondo possibile delineato dalla storia di Poe e che, per leggere la storia, Derrida ha dovuto rispettarenon solo il lessico inglese ma anche il mondo possibile descritto dalla storia. In questo senso ho insistito sulla distinzione tra interpretazione e uso di un testo, e ho detto che quella di Derrida era interpretazione mentre quella di Maria Bonaparte, che usava il testo per trarre inferenze sulla vita privata di Poe, immettendo nel discorso prove che ricavava da in/ormazioni biografiche extratestuali, era semplice uso. Questa distinzione torna ora buona per discutere della differenza tra ricercadella intentio operis (Derrida) e sovrapposizione della intentio lectoris (Bonaparte). L'interpretazione di Derrida è sostenuta dal testo, indipendentemente dalle intenzioni di Poe autore empirico, perché il testoafferma e non esclude che ilpunto focale della storia sia il centro del camino. Si può ignorarequesto centro del camino nel corso della prima lettura, ma non si può fingere di averlo ignorato alla fine della storia, salvo raccontare un'altra storia. Agostino nel De doctrina Christiana diceva che se una interpretazione, a un certo punto di un testo, pare plausibile, si può accettarla solo se essa verrà riconfermata - o almeno se non verrà messa in questione - da un altro punto del testo. Questo intendo con intentio operis. Una volta Borges ha suggerito che si potrebbe-e dovrebbe leggere l'Imitazione di Cristo come se fosse stata scritta da Céline. Splendido suggerimento per un gioco che inclini all'uso fantasioso e fantastico dei testi. Ma l'ipotesi non può esseresostenuta dalla intentio operis. Io ho cercatodi seguire il suggerimento borgesiano e ho trovato in Tommaso da Kempis pagine che potrebbero esserestate scritte da~'autore del Voyage au bout de la nuit. «La grazia ama le cose semplici e di basso livello, non è disgustata da quelle dure e spinose e ama gli abiti sordidi». È sufficiente leggereGrazia come Disgrazia (una grazia differita). Ma ciò che non funziona in questa lettura è che non si possono leggere nella stessa ottica altri passi della Imitatio. Anche se riferissimo ogni frase alla enciclopedia de~'Europa entre deux guerres, l'artificio non funzionerebbe. Se al contrario ci riferissimo alla enciclopedia medievale ed interpretassimo medievalmente le categoriede~'opera, tutto funzionerebbe e farebbe senso, in modo testualmente coerente. Sotto questoprofilo dovremmo riconsiderarealcune delle mente parlando - che intendeva bombardare l'Urss. 5. Interpretazione e congettura correnti che si presentano oggi come orientate alla interpre- Ammetto che questo principio possa suonare, se non con- Anche se non mi occupo della intentio auctoris e ignoro chi tazione. Per esempio la sociologia della letteraturaprivi/e- servatore, almeno banale, ma non intendo defletterne a nes- sia Tommaso da Kempis, c'è pur sempre una intentio operis gia ciò che un singolo o una comunità fanno dei testi. In tal sun costo. E su questa ferma intenzione si gioca oggi molto che si manifesta ai lettori forniti di senso comune. L'iniziasensoprescinde dalla opzione tra intentio auctoris, operis o del dibattito sul senso, sulla pluralità dei sensi, sulla libertà tiva del lettore consiste nel fare una congetturasulla intentio lectoris, perché di fatto registragli usi che la società fa dei dell'interprete, sulla natura del testo, in una parola, sulla operis. Questa congettura deve essere approvata dal comtesti, corretti o meno che essi siano. Invece l'estetica della natura della semiosi. plesso del testo come tutto organico. Questo non significa ricezione fa proprio il principio ermeneutico che l'opera si che su un testo si possa fare una e una sola congettura interarricchiscelungo i secoli delle interpretazioni che se ne dan- 4. Interpretazione e uso pretativa. In principio se ne possono fare infinite. Ma alla no; tienepresente il rapporto tra effetto sociale dell'opera e Esistono testi, detti di solito estetici,prodotti non per comu- fine le congetture andranno provate sulla coerenza del testo orizzonte d'attesa dei destinatari storicamente situati. Ma nicare un significato univoco ma per tenere il linguaggio in e la coerenza testuale non potrà che disapprovare certeconnon nega che le interpretazioni che si danno del testo debba- esercizio, giocando sulla oscillazione dei significati e sulle getture avventate. \O no esserecommisurate a una ipotesi sulla natura della inten- possibilità di una lettura che mostri le pieghe insospettate Un testo è un artificio teso a produrre il proprio lettore .....,. <:::s tio profonda del testo. Del pari una semiotica dell'interpre- della lingua. In questi casi si ritiene di solito che il controllo modello. Il lettore empirico è colui chefa una congetturasul .s tazione (teorie del lettore modello e della lettura come atto dell'interpretazione sfugga alle intenzioni di chi ha parlato, ·tipo di lettore modello postulato dal testo. Il che significa ~ Cl. di collaborazione) di solito cercanel testo lafigura del letto- magari remoto nel tempo, e che nei confronti di tali testi si che il lettore empirico è colui che tenta congetture sulle in- \O re costituendo, e quindi cercaanch'essa nella intentio operis possa mantenere un atteggiamento «testualistico», incline a tenzioni non dell'autore empirico, ma dell'autore modello. ~ il criterioper valutare le manifestazioni della intentio lecto- privilegiare o /'intentio operis o l'intentio lectoris. Per quel L'autore modello è colui che, come strategiatestuale, tende _ 9 ris. che riguarda l'infinità delle interpretazioni, c'è un interes- a produrre un certo lettore modello. Ed ecco che a questo ~ A( contrario le variepratiche di «decostruzione» spostano sante saggio di Richard Rorty («Idealism and textualism», punto la ricercasulla intentio auctoris e quella sulla intentio E vistosamente l'accento sull'iniziativa del destinatario e sulla in Consequences of pragmatism) che distingue tradue diver- • operis coincidono. Coincidono, almeno, nel senso che au- ~ irreducibileambiguità del testo, così che il testo diventa un si tipi di testualismo. Rorty identifica il primo tipo con una tore (modello) e opera (come coerenza del testo) sono il i:: puro stimolo per la deriva interpretativa.Ma sul fatto che la affermazione di Edward Said secondo cui si dovrebbe trat- punto virtuale a cui mira la congettura. Più che parametro .'.:! cosiddetta decostruzione non sia una teoria criticama piut- tare un testo «lavorando su di esso come se contenesse un da usareper validare l'interpretazione, il testo è un oggetto i tosto un arcipelagodi diversi atteggiamenti, ha detto m~lto principio privilegiato di coerenza interna». La scon<J,taen- che l'interpretazione costruisce nel tentativo circolaredi va- ~ 1.... _____________________ _;____________________________________________________ __,~

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