Alfabeta - anno VIII - n. 84 - maggio 1986

prefazione al volumetto; meno invece si capisce come si possa ricon-. durre la poesia di Sanguineti nell'alveo fantasmatico· della «scrittura materialistica» molto cara allo stesso Bettini. Il back-ground politico-filosofico di Sanguineti è ben noto e nota anche la sua fedeltà inattuale al materialismo storico; ma mi par certo che tutto ciò possa essere considerato come «cornice» del suo operare poetico e che il «cuore pulsante» sia altrove, precisamente nella sua capacità di formare un linguaggio poetico talmente sfolgorante da far pensare, credo con fondamento, alla lezione del manierismo, nella lettura anceschiana del termine. Mi permetto, allora, a mo' di conclusione di questa rapida e ancor freschissima lettura, di dedicare al poeta del Novissimum testamentum, questi miei versi rimati, visto che su Alfabeta v'è questa bella usanza (e vi sono spinto dal mio insopprimibile ottimismo che tutto s'accende a contatto con l'ottimismo della forma riuscita). Insomma: una risposta in versi, tutta contenutistica, ecco: Se anche sapessi, e forse so, I che il destino nostro è niente, I ma se una donna ascolto dietro una parete I o il suono di passi sull'ultimo selciato I o una risata schietta, senza fretta, I o una bambina dice: «io non sono malata», I al gioco del massacro allora non ci sto, I del linguaggio mi prendo quel che è divino, I e non m'importa, amici, di quello che direte, I parlo come l'ingenuo (Freud) lo sapete, do per scontato I . il male il bene inseguo, disperatamente. Edoardo Sanguineti Novissimuoi'¼estamentum Lecce, Piero Manni editore, 1985 pp. 64, lire 10.000 Città:formae signif"acato ~ _MariaLuisa Martini v-,, Percorrere i territori di confine tra aree diverse del sapere, cogliendo le tracce di possibili sentieri comu- . ni al di là degli ambiti disciplinari rigidamente codificati: più che un'intenzione, questa è stata la pratica che ha caratterizzato il convegno di Trento sul tema «Città, forma e significato» (Palazzo delle Albere-16, 17 dicembre). Architetti di livello internazionale, come P. Eisenmann e M. Scolari, e maitres à penser, come J. Derrida e F. Rella, sono stati chiamati a confrontare i loro itinerari, a camminare insieme per breve tratto, ad accostare identità e differenze in un incontro che si è rivelato straordinariamente ricco di potenzialità e prospettive inedite. Gli interventi si sono articolati sui grandi temi transdisciplinari dell'anamnesi storica e della progettualità che, per la loro dimensione epocale, hanno costituito i punti di raccordo e di intersezione delle due discipline a confronto. Questo taglio teorico ha anche lasciato trasparire come le analisi sulla città e sulla condizione metropolitana siano ormai uscite dalle secche di una fase puramente critico-negativa e siano alla ricercadi quei valori che, coniugando ancora i significati alle forme, possanoprefigurarenuovi itineraripercorribili. Se le metafore del Cosmos, di un'architettura abitata ed abitabile, si sonoormaibrutalmentefrantumate, se oggi - come ha eviden-. ziato Derrida - non è neppure più proponibile un modello di città, poiché profonde modificazioni hanno disperso il focus stesso del suo luogo e del suo nome, non è tuttavianecessarioparlaresolo in terminidi rimpiantoper la totalità perduta; forse è possibile, nonostantel'incertezzae la frammentazione del presente, prefigurareun • momento progettante aperto al futuro. Ovviamente non ci sono regole né testi sacri; non può darsi oggi alcuna «promessa di verità». Siamo viandanti e non abbiamo neppure .la certezza di arrivare ad una meta. Ma nel nostro essere per strada c'è un impegno che ha il sapore di una profezia, di una «verità promessa». Anche F. Rella, rompendo letture riduttive della città, troppo spesso interpretata come luogo della perdita e dell'assurdo, ha illuminato gli aspetti nascosti delle metafore del labirinto e della foresta che dall'Ottocento ad oggi hanno intessuto la descrizione dei fenomeni urbani; farle emergere in tutta la loro complessità significa riflettere non solo su ciò che la dimensione metropolitana inibisce, ma anche su ciò che essa ci può offrire in termini di possibilità, di avventura e di scoperta. Forse non è ancora possibile affermare nuovi valori su cui fondare delle pratiche; quindi forse è vero che il progetto resta una promessa, perché troppi restano i problemi aperti. L'uso stesso di alcuni concetti portanti dell'architettura (basti pensare a quello nucleare di spazio) diventa estremamente difficile, in mancanza di criteri di oggettività, di categorie fondative. E anche vero però che l'assunzione della complessità, esaltando le differenze, stimola una molteplicità di itinerari e di prpposte. Tra quelli emersi nell'incontro di Trento, due hanno suscitato un interesse particolare, anche perché rappresenta-, vano in modo emblematico le due anime - quella italiana e quella americana - del convegno. P. Eisenmann, da un lato, attraverso la pratica della decostruzione fa emergere le forme stratificate nel territorio e con la tecnica dello scaling cerca la figura capace di . GiuseppeToaldo Gaspare Polizzi Il volume, di ottima fattura, si configura come il secondo saggio all'interno di un ambizioso progetto editoriale curato dal «Centro Internazionale di Storia dello Spazio e del Tempo» che prevede anche fonti, quaderni e riviste di rilievo tanto locale quanto internazionale. Si tratta di un sondaggio che presenta a un tempo l'accuratezza archivistica e documentaria della microstoria e il respiro ampio di una riflessione che affronta questioni rilevanti della scienza europea nel Settecento. Non mi soffermo oltre sul primo, cospicuo, risultato èella ricerca, se non per ricordare che ben centosei pagine sono dedicate a un'appendice documentaria e bibliografica che contiene un repertorio di fonti manoscritte e una bibliografia di scritti di e su Toaldo tali da rendere senz'altro insostituibile il volume. Ma interessa qui soprattutto l'aspetto storico-critico della indagine di Bozzolato, nella quale emerge una metodologia di ricerca lontana dalle usurate contrapposizioni tra «internalisti» ed «esternalisti», e tuttavia attenta a contestualizzare in un quadro economico-sociale le vicende dello Studio patavino e, in esse, l'iniziativa di Giuseppe Toaldo, figura esemplare ma pressoché dimenticata (cfr. nota 65, p. 41) di uomo di scienza e di meteorologo padovano (1719-1797).L'equilibrio politico che segna di sé l'ultimo secolo della Repubblica Veneta e l'interoSettecentoin Italia allontana i ricercatori italiani dal movimentotecnologicoe scientifico europeo, ma permette - a detta di Bozzolato - lo sviluppo di efficaci iniziative di decentramento scientifico che, come nel caso di Mensile del cibo e de e ecm ateria/e In questo numero: Pasta: pizza e pizzerie Promemoria su vino e alimenti G.Salonia: Boccuccia, boccaccia P. Meldini: Piada A. Colonetti: Il progetto intelligente ed il panino acido 40 pagine a colori, lire 5.000 Abbonamento per un anno (11 numeri) lire 50.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137 Milano Conto CorrentePostale 15431208 Edizioni Intrapresa contenere immanenza del passato. ed imminenza del futuro; il progetto diventa una scrittura direzionata (quasi una•freccia) verso la nuova forma. Una prospettiva più legata al pensiero immaginale e ad una valenza forte del simbolo è stata invece avanzata da M. Scolari, che ha proposto una lettura di quelle forme architettoniche in cui è possibile rintracciare gli elementi costanti, le permanenze archetipiche della città. La vitalità dell'archetipo - la possibilità di produrre nuove costellazioni simboliche e di riempire di significato le forme ormai afasiche delle nostre città - sta nel sog- • getto che lo interroga; un soggetto frammentato e diviso, certo, ma aperto ad un futuro possibile dalla forza tensionale del desiderio. Città, formae significato Trento, Palazzo delle Albere 16-17dicembre 1985 Toaldo, si fanno apprezzare per potenzialità e ricchezza di prospet-. tive piuttosto che per la loro incidenza durevole sul futuro della scienza italiana. La decadenza delle Università italiane e il corrispettivo proliferare di Accademie e istituzioni scientifiche private vengono dunque viste da Bozzolato come due aspetti di un'unica realtà: la disgregazione politica ed economica italiana. Ma parimenti proprio la disgregazione si mutain undecentramento a volte velleitarioe pursempredinamico e progressivo che costituiscela cifradellastoria dello Studio patavino, la cui aperturaal tèrritono SI univa a un riformismomoderato nel qualetrovavanoposto laicismo e religiosità,aperturaall'Europae formalismo,dimensionesperimentale e tradizionalismo teorico. In Toaldo si ritrova emblematicamente questaprospettivascientifica, scanditada risultatidi grande significato: la prima edizione ecclesiastica delle opere di Galilei, la fondazione di una met~orologia scientifica, basata sulla scienza statistica e sull'osservazione diretta dei fenomeni atmosferici, la costruzione della Specola astronomica dell'Università di Padova, la diffusione dell'uso dei parafulmini, l'introduzione del computo dell'ora «alla francese» (ancor oggi in vigore). Percorrere le tappe di questa vocazione scientifica (teorica, sperimentale e tecnologica) non significa soltanto ricostruire dal basso le trame di un ordito intellettuale dinamico come quello veneto, che trovò figure quali Maffei, Conti, Zeno, Cesarotti, ma soprattutto render conto di alcune questioni rilevanti della storia delle scienze in Italia. Dal rapporto tra crisi delle Università e sviluppo delle Accademie a quello tra ricerca scientifica e realtà del territorio, a quello tra matematica (statistica) e osservazione (meteorologia). Pur nei suoi residui aristotelici emerge l'attualità del metodo di Toaldo, da riconoscere nella genetica, nella cosmologia, nell'informatica. Peraltro, le «potenzialità raziocinanti ed economiche» (p. 126) di intellettuali e nobili del XVIII secolo consentivano di intendere la conoscenza globale come pura sommatoria delle conoscenze individuali. Oggi la frattura tra locale e globale è drammatica, e una ricostruzione storiografica che riunifichi ottimisticamente i piani economico, sociale, tecnologico e scientifico è, nel moderno, soltanto una buona intenzione. Giampiero Bozzolato GiuseppeToaldo.Unoscienziato europeonel Settecentoveneto Brugine, Edizioni 1 + 1, 1984 pp. 262, s.i.p. Hermeneutica RiccardoDe Benedetti Il tema dei rapporti, dei debiti e degli scambi reciproci tra violenza e sistema simbolico-culturale è stato affrontato dalla rivista Hermeneutica edita ad Urbino dall'Istitu-- to superiore di scienze religiose, nel numero 5 del 1985 dedicato esplicitamente a «Violenza dell'ermeneutica». Rispetto al numero precedente che affrontava il percorso inverso, «ermeneutica della violenza», gli interventi presenti in questo fascicolo assumono consapevolmente il rischio enunciato da Italo Mancini in apertura di rivista. Quello cioè di «dare una risposta in positivo alla questione del quantum di violenza, di cui la storia non può fare a meno, con un'indagine che indicherei come strutturazione della qualità della violenza». Una risposta sembra, infatti, già implicita nella qualificazione violenta che si dà dell'ermeneutica, intesa come attività che fornisce senso e significati alla realtà. Mancini nelle sue cinque tesi su «Metafisica e violenza ermeneutica» decreta la fine dell'ideale di non violenza assoluta, definendolo «improduttivo, e pertanto improponibile. Una prassi inefficace non è una prassi, ma solo volontarismo di significati» (p. 41); non si tratta più di scomparsa della violenza, bensì di rintracciare percorsi culturali che indichino una «economia» della violenza, un regime accettabile di funzionamento. E i saggi pubblicati vanno appunto nella direzione di uno smantellamento della nozione di non violenza, che come ipotesi filosofica e più latamente culturale, ispira opere tanto diverse, ma su questo piano coincidenti, come quelle di Lévinas e Girard. I contributi di Angelo Bianchi su «Pensiero dell'essere è pensiero di Dio in Lévinas», di Graziano Ri- ■Novità Marsilio • Giuseppe Berto COLLOQUI COL CANE Un padre si interroga sulla ribellione dei figli Un'opera inedita dell'autore del «Male oscuro» pp. 176, L. 12.000 Ottiero Ottieri TUTIE LE POESIE Il pensiero perverso La corda corta con ottanta nuove poesie Un na"atore si rivela poeta pp. 368, rilegato, L. 38.000 A Maynard Solomon BEETHOVEN La vita, l'opera, il romanzo familiare I volti segreti di un genio pp. 356, L. 35.000 Claudiano ELOGIO DI SERENA a cura di Franca Eia Consolino con testo latino a fronte Il ritratto di una donna ambiziosa e potente nel tardo impero romano-cristiano pp. 132, L. 12.000 Ippocrate ARIE ACQUE LUOGHI a cura di Luigi Bottin con testo greco a fronte Medicina, etnografia, ecologia in uno dei più famosi trattati de/l'antichità . pp. 144, L. 12.000 ~-®) G.A. Cibotto DIARIO VENETO Notizie in forma di racconto sul Veneto in ombra pp. 312, rilegato, L. 20.000 Marcello Inghilesi IL FUMO E IL SOLE Ambiente ecologia tecnologia sviluppo Gli scenari, le cifre, gli scontri, i settarismi, le risse. E la qualità della vita prossima ventura? pp. 192, L. 18.000 Elémire Zolla AURE I luoghi e i riti più straordinari d'Europa e d'Oriente TERZA EDIZIONE pp. 184, L. 18.000 Vittorio Sgarbi IL SOGNO DELLA PITIURA Come leggereun'opera d'arte PREMIO ESTENSE 1985 TERZA EDIZIONE pp. 200 con 38 ili., L. 22.000 • CASE DEL POPOLO Un 'architettura monumentale del modemo a cura di Marco De Michelis pp. 240 con 176 ili., L 3'.000 & L'Off■IITA DI LAYOIIO IN ITAUA Problemi di. rilevazione, valutazione, costruzione di modeili di comj,orlamento !I cura di Marina Schenkel pp. 536, L. 65.000 ~ SARIN/TELEMA TICA Jean-Paul de Blasis STIIAT■GI■ P■R LA NIIOTICA Tras/o""4Zioni stnltturali e m,potto soci4/e dell'ufficio d<,I/utMro pp. 128, L. 25.000

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