Alfabeta - anno VIII - n. 83 - aprile 1986

~ 1::3 i:: -~ Cl.. 'O oO °' ....... ~ ·;:: §- ~ i:: ~ ~ .e ~ ~ 1::3 e .... i:: ~ E ~ Cl.. §, "' Letestate~~Ilagrafica N ella sua diffusione quotidiana, nella pervasività dei suoi oggetti, nella transitorietà dei suoi supporti, la grafica gioca una particolare dimensione della categoria tempo. Incontenibile girandola di immagini, appare sequenza instabile, fluttuazione irriducibile ad una storia lineare, ingovernabile nella rete di un ordinamento diacronico. Proprio perché difficile da dipanare in un percorso rettilineo, l'intrico del flusso della comunicazione visiva si offre in prima istanza ad una forma di racconto ovvia: il puro rispecchiamento, la casuale raccolta di frammenti al di sopra del tempo. Che coincide con gli «annuari», o in genere le rassegne della produzione grafica, che l'editoria internazionale riversa copiosamente sul mercato dell'immagine a stampa. È la pura restituzione in replica dell'artefatto grafico, rito palese dell'autopromozione professionale. Questi replicanti grafici, con la privazione di spessore, di una identità progettuale e di luogo, sono ridotti a rassegna di stili; con la funzione di perpetuare il codice medio, il gusto per l'immagine indifferente. Mentre il campo della grafica è coinvolto in un dibattito su nuove possibilità di organizzare modi e forme, icone e contenuti, il produttore (e l'utente) di segni e linguaggi si trova riproposta una vetrina di oggetti spaesati, senz'anima, ridotti a vocabolario puramente formale. È la logica costitutiva della comunicazione pubblicitaria che tenF.n($.eur ta di estendersi al campo intero della comunicazione visiva: codificazione in generi, automatismi nel linguaggio affinc'hé- come già scriveva Eco- «i processi argomentativi siano ricevuti come sigle di sé stessi, come segno convenzionale»; un passaggio dall'argomentazione all'emblematica. Un piatto catalÒgo di emblemi segnerebbe così anche il destino del progettista grafico «che mentre si illude di inventare nuove formule espressive, di fatto è parlato dal proprio linguaggio». 1 È, questo, un malinteso senso del rivedere basato sul riverbero, sulla ridondanza: una circolarità viziosa che non fa che riproporre l'ossessivo ritorno, proprio della comunicazione seriale. La serie ha così ragione sull'evento, perché questo è privato della ragione stessa:« ... dal punto di vista espressivo - ha scritto Eugenio Battisti - il gest0 grafico, compiuto senza dialettica concettuale, e senza interiore necessità, non è evento, ma serie nél peggiore dei modi». 2 La grafica restituita è una trascrizione che produce uno svuotamento totale dell'artefatto comunicativo in funzione puramente spettacolare, «un abbandono del senso, senza per questo cedere nulla dello spettacolo stesso della significazione». 3 Lo esilia definitivamente a sistema della moda, dove è la «passione dei i gerogliP1ci della gola segni, passione del ciclo (anche la collezione è un ciclo), che fa sì che un fatto di moda circoli, si diffonda con una velocità vertiginosa per tutto il corpo sociale, suggellandone l'integrazione e riunificando tutte le identificazioni ... ».4 L'individuazione di campo gella grafica non. è un dato assoluto. Estremamente instabile è la definizione stessa di grafica, già analizzata sistematicamente nelle sue comuni accezioni da G. D'Ambrosio, P. Grimaldi, C. Lenza. 5 Ma le oscillazioni della nozione di grafica coincidono con le concrete mutazioni di un fare, e la controversa identità disciplinare - costantemente di «carriera» - consiglia percorsi interni, cunicoli che attraversino i luoghi della grafica rivista. Le riviste della grafica, appunto: dove l'artefatto grafico - e il contenuto progettuale che lo sostiene- è sottratto allo svolgersi irreversibile ·del flusso della comunicazione cui è destinato, è ritagliato_da quell'ininterrotto piano-sequenza per diventare materiale di un percorso critico, di una storia. ' E il montaggio la condizione per il racconto. Potremmo ripetere col Pasolir:tidi Empirismo eretico: «Io continuo a credere nel cinema che racconta, ossia nella convenzione per cui il montaggio trasceglie dai piani sequenza fico), come «progetto di comuniinfiniti che si possono girare i tratti cazione visiva» (Linea Grafica).7 Il significativi e valevoli... ».6 11mon- racconto della grafica - e le forme taggio è metodo generale e princi- di trascrizione - mutano con gli pio fondativo proprio della comu- spostamenti e le estensioni di camnicazione visiva, come tra l'altro po della grafica; la rivista ne è spectestimoniano, con incredibile at- chio fedele e, in quanto prodotto tualità, la recente riscoperta della grafico essa stessa, materializzaejzenstejniana Teoria generale del zione di queste trasformazioni o1montaggio • o le ricerche sulla ma- tre che puro supporto narrativo. trice dell'immagine eidomatica. La Con la nascita, nel 1902, de Il grafica rivista è un lavoro di mon- Risorgimento Grafico, si apre una taggio. grande finestra sul dibattito che inLa rivista dirotta l'artefatto gra- veste, all'inizio del secolo, il monfico su una circuitazione parallela, • do della tipografia. Conseguenza su un nuovo canale. È un atto di di una nuova rivoluzione interna trasposizione linguistica con conse- alla storia della stampa - l'introduguenze, tutte da indagare, sul pia- . zione della rotativa e della linotype no della comunicazione. Il raccon- . - si fa strada un problema comune to della grafica prende allora la for- '_ ad ogni produzione industriale di ma di una testimonianza particola- • grande serie: il governo delle nuore: la citazione visiva si articola col ve tecnologie, la riorganizzazione commento del testo. E le logiche dei processi produttivi per una espositive della grafica impaginata nuova qualità del prodotto. Nel camutano col mutare delle tecniche so della stampa, di fronte ad un di riproduzione: prima viene la for- crollo verticale nella qualità degli ma dell'allegato tecnico (prove di , stampati a larga diffusione, cresce stampa in policromia su carte spe- la necessità di coniugare le alte ticiali), poi quella della replica rile- rature con una tradizione di grande gata (una copia dell'artefatto inse- livello qualitativo raggiunto nel rerita nel corpo della rivista), ultima· cente passato dal prodotto tipograquella della riproduzione impagi- • fico. nata (fotoriproduzione dell'arte- L'appello al miglioramento del fatto e riduzione di scala alla gab- prodotto tipografico è la bandiera bia dell'impaginato). raccolta - ed agitata con passione Un unico filo lega le principali per un quarantennio-d3: Raffaello testate della grafica in Italia, testi- Bertieri, ex lavorante di tipografia, monianze dei modi storici della tipografo-editore, direttore de Il grafica rivista. Ognuna di esse in- Risorgimento. È questo il fronte su crocia- e fa propri- momenti chia- cui si attesta «il primo tentativo di ve dei mutamenti di stato della gra- rivista grafica completa realizzato fica: grafica come «arte di tipogra- con vastità di programmi e ricchezfia» (Il Risorgimento Grafico), co- za di mezzi»,8come recita il primo me «arte applicata» ( Campo Gra- editoriale. Ma già nell'arco del priI· ~~ , , i mo decennio di vita, Il Risorgimento subisce una drastica trasformazione nella forma «rivista»: sveste i panni della rivista di divulgazione tecnica, impostata sul modello editoriale della rivista popolare, I geroglifici della gola Cordial Campari, china su cartoncino, 410X350

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